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Autore: TheManiae    25/03/2023    4 recensioni
Icy pensava che la fortuna fosse dalla sua parte per una volta. Trovare la sua nemesi da sola in un parco di notte sembrava qualcosa di troppo bello per essere vero, una preda vulnerabile.
Eppure la nottata si evolverà in qualcosa di ben diverso dalla solita lotta spietata.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Bloom, Icy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di Cuori Spezzati e Gelati nel Buio


 

La fortuna bacia i belli, si suon dire. Icy non ci aveva mai creduto, essendo lei meravigliosa ma avendo perso più e più volte, e il concetto stesso di fortuna era qualcosa di stupido per lei. Solo chi lotta può vincere.

Eppure, trovare la sua acerrima nemica da sola nel cuore della notte a passeggiare in un parco era qualcosa che le fece ringraziare la dea bendata per un'occasione così ghiotta. Era uscita per un voletto notturno, per sentire il gelo dell'oscurità sulla pelle, quando aveva visto la chioma rossa ondeggiare sotto di lei, e un sorriso le aveva piegato le labbra.

"Bene bene, guarda cosa abbiamo qui" disse ad alta voce, scendendo fino al terreno ed evocando un muro di ghiaccio davanti alla fata che le dava le spalle. Un'attacco furtivo sarebbe stato ben più intelligente, ma Icy voleva godersi la lotta e la seguente vittoria. "Non lo sai Bloom? Le fatine si congelano le ali di notte."

La fata non rispose, e quando si voltò lo fece lentamente, limitandosi a darle un'occhiata cupa. Alzando la mano, sciolse il ghiaccio con una fiammata e continuò a camminare in silenzio.

"Ehi! Non osare darmi le spalle!" gridò la strega di ghiaccio, che ironicamente aveva un carattere molto focoso. La sua mano si illuminò di luce azzurra e quando la mosse scagliò un'ondata di gelo contro la fata, che non fece assolutamente nulla. Venne spinta a terra, emettendo un gemito soffocato e cadendo a faccia in giù.

"Ecco che succede alle fate maleducate. Pensavo che vi insegnassero le buone maniere ad Alfea."

Nuovamente, Bloom non rispose. Si alzò in piedi e continuò a camminare, protetta dal gelo grazie al suo fuoco interiore.

Icy si spazientì e le volò davanti, afferrandole i capelli per guardarla in faccia. "Si può sapere che ti prende? Alzati, combatti, fai qualcos..." si bloccò quando la vide in volto, ora più vicina. I suoi occhi erano lucidi, rossi per il pianto, col mascara colato sulle guance e ormai seccato. Della fiera guerriera del fuoco con cui aveva condiviso centinaia di lotte non c'era alcuna traccia. "B-Bloom?"

La fata non resistette più, staccandosi dalla sua presa e spingendola via, mentre nuove lacrime scendevano lungo le guance. "Lasciami stare!" urlò, correndo via lungo il sentiero nel parco, solo per perdere l'equilibrio e cadere nuovamente.

Icy non aveva alcun motivo per preoccuparsi per la sua acerrima nemica, anzi, avrebbe dovuto ridere delle sue disgrazie e forse terminare le sue sofferenze. Eppure, nonostante ogni logica le dicesse di non fare nulla, si avvicinò lentamente. La fata non si rialzava, ma i sussulti delle spalle fecero capire alla strega che stava bene, fisicamente almeno.

Le alzò il viso, stavolta più delicatamente di prima, e tra le ciocche rosse vide che stava piangendo senza alcun freno. Non erano le lacrime da film, era un vero pianto disperato, con viso disordinato, muco e respiro irregolare. "Cosa... cosa è successo? Perché ti comporti così?"

Ma Bloom non rispose, restando lì a piangere. Icy avrebbe potuto terminare la sua vita con un singolo gesto della mano, e questo non le importava minimamente? C'era qualcosa di sbagliato in questo, di molto sbagliato.




"Perché sto facendo questo?" pensò Icy, fissando la sua nemesi sdraiata su una panchina del parco. Dopo non aver ricevuto risposta decise di non insistere, ma non sapendo quanto sarebbe andata avanti a piangere la mise in posto più comodo, aspettando che si calmasse. Perché la stava aiutando? Era preoccupata per lei? "No! Certo che no!" si ripeteva. Era solo curiosa di sapere cosa fosse successo, solo questo.

Ci vollero una decina di minuti prima che smettesse di piangere e un'altra decina perché si alzasse, mettendosi a sedere sulla panchina e fissando il vuoto. 
"Per amor di..." mormorò la strega di ghiaccio, avvicinandosi. "Ora che ti sei calmata, vuoi dirmi cosa ti è preso?"

"E cosa ti importa?" la risposta della rossa era bassa, come se parlare le facesse male. "Siamo nemiche, ricordi?"

Che era la stessa domanda che rimbombava nella testa di Icy. Cosa le importava? "Di te non mi importa nulla, ma la mia vittoria dev'essere su un drago, non su un patetico verme piagnucolone" rispose gelida, ed era vero, o almeno è quello che diceva a se stessa.

Le labbra di Bloom si piegarono in un sorriso tirato. "Almeno tu riesci a dirmelo in faccia" disse, alzando le ginocchia fino al petto e stringendole con le braccia. "Non sono abbastanza nemmeno come nemica..."

Quel tono, quelle parole, fecero scattare una scintilla nella testa di Icy. Ricordi di situazioni simili. Dopotutto, non vivi con due sorelle senza assistere a certe scene. "Tu e il tuo ragazzo avete litigato?"

"Il mio ex." Le labbra di Bloom tremarono mentre diceva quella parola. "Mi ha lasciata. Ha trovato una ragazza migliore di me e se ne è andato." Nuove lacrime cominciarono a scorrere sulle guance, nonostante stavolta Bloom tentasse di contenerle. 

Icy era genuinamente sorpresa. Disprezzava la sdolcinatezza di quei due, ma li aveva sempre immaginati come una coppia salda, e pensare che il biondino potesse agire in quel modo era strano. Se lo sarebbe aspettato da Riven. 

"Sai addirittura cosa ha detto? Che voleva restassimo amici" Bloom disse, singhiozzando. "Ha detto che ero importante per lui... eppure, dopo un mese ancora non mi ha cercata... non una chiamata... un messaggio... nulla..." e nascose il viso tra le ginocchia.

Forse fu un movimento involontario del corpo che spinse Icy a sedersi accanto a lei, un'istinto che si attivava ogni volta che Stormy e Darcy terminavano una relazione. Lei stessa rimase sorpresa delle proprie azioni, ma questo non la fermò dal parlare. "Benvenuta nella vita vera, fatina, dove anche i perfetti Specialisti sanno essere delle merde."

"Cos'ho che non va?" chiese Bloom, tra un singhiozzo e l'altro, alzando la testa per guardare la sua acerrima nemica negli occhi, due coppie di zaffiri che si riflettevano a vicenda, una gelida, l'altra spezzata. "Che cosa ho di sbagliato? Perché io non..."

"Zitta, non dire certe stronzate". Icy detestava simili discorsi, con tutta se stessa. "Non hai nulla di sbagliato. Se quel maiale di Sky ha deciso di mollarti, non è colpa tua. Le persone stupide non sanno riconoscere il valore di quello che possiedono."

"Ma l'hai detto anche tu. Sono un verme piagnucolone, non valgo nulla" disse Bloom, respirando pesantemente. "Come posso andare avanti ora? Senza Sky io non..."

Lo schiaffo non fu forte, ma abbastanza per lasciare un segno rosso sulla guancia di Bloom, che si zittì all'istante. Icy la afferrò per le spalle e la scosse con vigore. "Ora ascoltami bene, cretina di una fata. Tu sei la stronza che ha sconfitto Darkar, Valtor e noi tre più e più volte". Aiutata dalla fortuna, aggiunse mentalmente. "E non hai fatto nessuna di queste cose grazie a quel cazzone biondo. Smettila di fare la lagnosa fatina dolce e gentile per una cazzo di volta e ripigliati, questa è la vita vera. Tu vali, e se gli altri non lo capiscono sono loro a essere stupidi, non tu quella in difetto."

Negli occhi di Bloom c'erano tante cose. Rabbia. Tristezza. Disprezzo. Disgusto. Accidia. Era troppo da dire, troppo da provare, e la fata emise un grido mentre si spingeva in avanti, nascondendo il viso e aggrappandosi all'unica cosa che in quel momento sembrava ferma e sicura: Icy.

La strega di ghiaccio rimase immobile, non aspettandosi quella reazione. In qualsiasi altro contesto avrebbe spinto via la fata fastidiosa e l'avrebbe congelata per una cosa simile. Tuttavia, quella non era un contesto normale, e dopo qualche secondo di paralisi con le braccia alzate, abbassò una mano sui capelli rossi. Avevano un buon odore.




Rimasero in silenzio per una quantità indefinita di tempo. Minuti? Ore? Chissà. Solo quando Bloom si calmò nuovamente Icy decise di interrompere il contatto, alzandosi in piedi. La fata pensò che se ne stesse andando e rimase sorpresa quando la vide aspettarla. "Muoviti, non abbiamo tutta la notte."

La rossa obbedì, alzandosi e inciampando un paio di volte prima di ritrovare l'equilibrio. Le gambe le facevano male, come la gola e la testa, ma dopo tutte quelle lacrime il mondo sembrava meno pesante per lei. 

Camminarono fuori dal parco e tra le strade della città, con Icy che cambiò i propri abiti in qualcosa di più umano. Dopotutto era comunque una famosa criminale e non voleva rischiare di causare panico e caos in città. Non stavolta che era occupata con qualcosa di importante.

Entrarono in una gelateria notturna, e solo quando Bloom varcò la soglia si rese conto di come era conciata. Rapidamente si passò le mani sul viso per cancellare il mascara colato e rendersi un po' più presentabile, con una risatina in sottofondo da parte di Icy. 

"Buonasera Icy" disse il gelataio, un ragazzo alto e biondo, dai lunghi ricci dorati e gli occhi di un viola intenso. "Non sapevo avessi una quarta sorella. Ed è anche carina."
"Non è mia sorella, Robert, lei è..." Per alcuni secondi ci fu un profondo silenzio. "Beh, ci conosciamo da molto tempo, e non è il tuo tipo. Ha bisogno di un T-Cold."

Robert annuì e non disse nulla, voltandosi ad armeggiare con i propri strumenti mentre le due prendevano un tavolo nell'angolo del locale. Era quasi vuoto, con solo tre o quattro persone che gustavano i propri ordini per lo più in silenzio. I vetri scuri e le pareti rosse trasmettevano un'aria calma e e quasi eterea.

"Cosa cazzo sto facendo?" si chiese Icy, e probabilmente avrebbe continuato a farlo per chissà quanto tempo. Era così assurdo, lei e Bloom allo stesso tavolo dopo anni e anni di costanti lotte, come fossero amiche. Se qualcuno le avesse detto che sarebbe successa una cosa simile, avrebbe trovato più sensato credere ai maiali volanti.

Entrambe rimasero in silenzio finché il dolce venne servito. Era un cono di pastella fritta e ripieno di gelato alla crema, cioccolato e fragole. "Buon appetito" disse Robert, facendo un piccolo inchino e tornando al bancone.

"E questo... cos'è?" chiese Bloom, fissando il dolce.

"Si chiama Trdelnìk, o Manicotto di Boemia, un dolce tipico di Praga" rispose Icy, che stava già cominciando a mangiare il suo. "Non fare come quella stellina viziata, non perderai la linea per un dolce."

Bloom avrebbe voluto replicare che Stella non era una viziata fissata con la linea, ma non aveva le forze fisiche o mentali e semplicemente annuì e cominciò a mangiare. Il sapore era delizioso, la freschezza ottima per la gola dolorante, e non passò molto prima che una buona metà fosse sparita. 

"Buonissimo" disse, addentando il cono di pastella fritta. "Quindi... vieni qui spesso? Il barista sembrava conoscerti bene."

"Ogni tanto. Quando le mie sorelle hanno... problemi di cuore, come te, le porto qui per farle stare meglio". Lo sguardo sorpreso di Bloom fece alzare un sopracciglio a Icy. "Cosa?"
"Non pensavo che voi streghe aveste... simili problemi..."

"Voi fatine non siete le uniche. Il nostro peggiore problema nella dominazione della Dimensione Magica sei tu e le tue amichette fastidiose, ma non esiste solo la conquista nelle nostre vite. Forse per Valtor e Darkar era così, ma noi no."

In effetti Bloom non ci aveva mai pensato. Era difficile empatizzare con qualcuno che provava a ucciderti dal primo momento che l'hai incontrato, ma in fondo erano entrambe ragazze. "E tu hai mai... problemi di cuore?"

Icy non rispose, limitandosi a guardare altrove e mangiare il proprio dolce. 




Finito di mangiare, le due uscirono e passeggiarono lungo le strade della città. Robert non le aveva fatte pagare, dicendo qualcosa riguardo alla gentilezza e che un cerotto è meglio delle monete. 

Vicine a casa sua, Bloom sospirò e guardò Icy. "Grazie... se non ci fossi stata tu... io non..."

"Zitta. Ti ho dato una mano perché l'unica che può distruggerti sono io, chiaro fatina?" lo sguardo di ghiaccio di Icy era fisso negli occhi di Bloom, ma la rossa, per la prima volta, sorrise.

"Certamente... streghetta" rispose con una risatina. Icy pensò di congelarla lì sul posto. 

"Ora credo sia meglio che io torni a casa prima che le altre..." Le sue parole furono bloccate dalla suoneria del cellulare, e quando rispose sentì i timpani trapanati dalla voce di una Stella preoccupatissima.

"Stella, tranquilla, sto bene, sono uscita a prendere una boccata d'aria. Mi serviva... qualcosa di freddo stasera" disse, rivolgendo un sorriso alla strega, che a sua volta roteò gli occhi. "Sarò lì tra poco, smettila di agitarti."

"Mi farai venire i capelli bianchi come quella stronza di..." Bloom fermò la chiamata prima che continuasse. "Ecco, appunto."

Icy ridacchiò. Una cosa simile era successa più volte tra Stormy e Darcy.
"Beh, credo che sia ora di salutarci. Io... grazie, Icy."

"Oh ti prego, mi farai venire la nausea. Piuttosto, se provi a dire qualcosa di quanto è successo alle tue amiche giuro che l'Era Glaciale sarà un venticello tiepido rispetto a quello che ti farò, chiaro?" 

"C-Chiaro, parola di scout!"

Icy annuì e si voltò per andarsene, alzandosi in volo di un paio di piedi prima di sentirsi bloccata per il polso. Voltandosi, vide Bloom che la fissava. "Aspetta, io... voglio darti una cosa."

"Non mi serve nulla da te, io non..." Prima che potesse terminare la frase, la rossa le spinse un bigliettino in mano. Era un numero di telefono. "Uh?"
"Se non posso parlarne con le mie amiche... potrei aver bisogno di... altro aiuto..."

Intuendo il discorso, lo sguardo della strega si fece più gelido di prima. "No no no no, non sono la tua cazzo di babysitter e nemmeno una psicologa per i tuoi problemi. Non sono nemmeno tua amica!"

"Non siamo amiche... eppure mi hai aiutata... ed è stato... piacevole non tentare di ammazzarsi a vicenda per una volta... giusto?"

"Io non... beh... Ah! Sei la solita fatina sdolcinata e caramellosa. Mi farai venire una fottuta carie!" Icy si alzò in volo e prima che Bloom potesse rispondere sparì dietro un palazzo. 
Sospirando, Bloom si rivolse verso la propria casa, camminando lentamente e fissando il terreno. Aveva chiesto troppo? Sicuramente. Doveva imparare a darsi un freno. Dopotutto le cose belle succedono raramente.

Entrata in casa, sentì il telefono cominciò a squillare nuovamente. Emise un grugnito seccato, pensando fosse nuovamente Stella, impaziente come al solito, ma rimase sorpresa nel vedere che lo schermo dava un numero sconosciuto. Poteva essere una truffa, ma una piccola speranza le fece accettare la chiamata. "Icy?"

"Questa cosa durerà solo finché serve e se non ti distruggo prima, chiaro? Inoltre solo quando è strettamente necessario, non sono il tuo fottuto cane, chiaro fata?" e riattaccò. 

Bloom rimase ferma qualche istante mentre il cervello riorganizzava le informazioni appena ricevute. 

E sorrise. "Chiaro."





 

Sono anni che non guardo le Winx, ma oggi mi sono svegliato in mood Bloom e Icy.
Dedico questa storia a chiunque è stato abbandonato e si è sentito in colpa per questo, ingiustamente.
Potrei fare dei sequel di questa storia, oppure no, chi lo sa. 

-La Follia mi scorre nelle vene.

 
   
 
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