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Autore: Cladzky    26/03/2023    1 recensioni
Un dodicenne di nome Gesù discute con i suoi genitori cosa fare da grande. Nascono pareri discordanti.
Genere: Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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    Gesù lavorava da ormai un anno come assistente carpentiere per suo padre. Durante i loro viaggi a Gerusalemme per la Pasqua passava molto tempo a discutere con gli scribi, i sacerdoti e presunti profeti su quei testi meravigliosi che lui non poteva leggere. Dopo le sue ultime scappatelle nel tempio, i suoi genitori avevano deciso di confrontarlo al riguardo.

    “Io voglio imparare a leggere.”

    “E i soldi per il maestro chi ce li da?” Rispose Maria alzando gli occhi al cielo, mentre intrecciava una cesta di vimini.

    “Ma tuo fratello è rabbino. Potrebbe insegnarmi lui.”

    “E mentre perdi tempo con tuo zio chi mi da una mano in cantiere? Mi sto facendo vecchio io” Sbottò Giuseppe martellando sull’incudine a petto nudo.

    “Perché dici che perdo tempo?” Smise di piallare la trave il piccolo Gesù.

    “Perché saper leggere non serve a niente a questo mondo” Rispose Maria al suo posto.

    “E i sacerdoti?”

    “A loro serve perché devono leggere la legge di Mosè a chi non la sa.”

    “Allora divento sacerdote anch’io.”

    “Bella roba” Intervenne Giuseppe, rigirando il chiodo caldo con le tenaglie per poi buttarlo in acqua a sfrigolare “Se tu lo fossi lo sarei anch’io. Invece di sudarmene in fucina come un povero figlio di Giuda gozzoviglierei della cucina che possono permettersi quei dannati di Levi.”

    “Mia madre è di Levi” Obiettò correndo dalla mamma seduta e scrollandola un poco “Quindi anch’io lo sono.”

    “Da parte di madre non vale” Scosse la segatura dai capelli di suo figlio.

    “Ma questa legge chi l’ha fatta?”

    “Dio ovviamente” Inclinò la testa.

    “E quando?” La inclinò pure lui.

    “Quando appuntò Aronne come sacerdote” Si inclinò ancora un po’.

    “E Aronne era figlio di un sacerdote?” La seguì.

    “No, prima non esistevano” Appoggiò l’orecchio alla spalla e si sporse dalla sedia. Nell'imitarla, Gesù cadde di lato senza accorgersene, afferrato dalla madre.

    “E se può appuntare uno qualunque come sacerdote perché non lo fa ancora?” Si sedette sul grembo di lei, intrecciando i vimini al posto suo.

    “Figurati se si scomoda per dei poveri scemi come noi” Gridò Giuseppe all’altro capo dell’officina.

    “Giuseppe!” Lo rimproverò Maria tappando le orecchie al figlio “Che fai, bestemmi?”

    “Bestemmia lui piuttosto!” Lo indicò col martello “Si crede tanto importante da pensare che Dio scenda a trattarlo diversamente da come ha trattato noi.”

    “Che male vuoi che ci sia nel fatto che sia ottimista?”

    “Io dico che pecca di presunzione.”

    “Sta bene” Scrollò le spalle Gesù “Se non posso diventare sacerdote diventerò studioso.”

    “Ah bella, vuoi diventare architetto?” Lo incalzò il padre fiducioso di averlo messo sulla retta via.

    “Pensavo più filosofo.”

    “Per il montone di Abramo!” Gli scappò l’improperio e il martello “Quella è roba da greci!”

    “Ho sentito che i greci pagano i filosofi” Ragionò Maria con un dito al labbro “Vendono libri e tengono conferenze.”

    “E sono pure pagani! Son morti a vuoto i Maccabei? Noi ebrei abbiamo già la risposta a tutto nella Bibbia, che bisogno hai di andare a cercare la verità altrove?”

    “I sadducei e i farisei non sono forse filosofi?” Alzò un sopracciglio il bambino “Non fanno altro che discutere su cosa è giusto e cosa no.”

    “Per loro è diverso: sono scemi e basta. Dico io, sanno leggere eppure ancora non sono sicuri di cosa c'è scritto in quei benedetti libri.”

    “A essere onesti dio non è molto chiaro” Alzò la testa Gesù, per poi ricevere uno scappellotto dalla madre.

    “Non bestemmiare anche tu.”

    “Intendo solo dire che non capisco perché ci dobbiamo circoncidere.”

    “Come simbolo d’alleanza con Dio. Non ti ho insegnato nulla?” Si accucciò Giuseppe per recuperare l’utensile.

    “E se non ci circoncidiamo che succede?”

    “Dio ti ammazza.” Rispose secco il padre, rialzandosi e lisciandosi la barba.

    “E allora tutti i gentili non circoncisi?” Si sporse il bambino.

    “Loro non devono, non sono ebrei” Rispose la madre, alzandosi e poggiandolo a terra.

    “E possono mangiare i cibi proibiti?”

    “Certo” Rispose lei chinandosi alla sua altezza “E il sabato possono fare quello che vogliono.”

    “E noi perché abbiamo tutte queste regole?”

    “Perché siamo il popolo eletto” Gridò il padre, spingendo sul mantice dopo aver riempito il focolare. Le fiamme presero a salire fin quasi su per la cappa “E se facciamo quello che dice Lui alla fine arriverà il messia e diventeremo la nazione più forte del mondo. Alla faccia dei romani!

    “Non vederla in maniera così materialistica” L’ammonì Maria tirandosi da parte il figlio “Poi si finisce a credere per convenienza.”

    “Ovvio, è quello che mi conviene. Se non arriva il messia a levarci dai piedi questi latini finirò per impazzire e spaccare il muso ad Annio Rufo appena lo vedo per strada.

    “Ecco, ora me lo fai diventare pure un rivoluzionario!” Sbottò la madre.

    “E perché non divento messia allora?” Propose il giovane, solo per prendersi un altro schiaffetto.

    “Tuo padre un po’ di ragione l’aveva a definirti presuntuoso.”

    “Ma Davide non era un pastore prima di diventare re?”

    “Certe cose succedono e basta, non le si può volere. Dio lo vuole.”

    “Senti, torniamo coi piedi per terra” Propose Giuseppe voltato di spalle tenendo il ferro sui tizzoni “Se invece di leggere imparassi a contare la mia ditta potrebbe assumerti come capocantiere. Io un pensierino ce lo farei. Offrono trenta pezzi d’argento al mese.”

 
   
 
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