26/03/2023
4 recensioniPrompt: “Ti ho amato più della pallavolo, credi sia poco?” di Jeremy Marsh
“Pensi che io sia pronto?” “C’è solo un modo per scoprirlo” di Artemìs Karpusi Vargas
“L’amore può farti sbagliar strada” di Bombay
“Aiutami a comprendere i sentimenti che provo per te” di Bombay
“Perché un amico se lo svegli di notte…” di Risa-chan
"Pensi che io sia pronto?"
Villaggio Olimpico – Tokyo 2021
Tooru si meravigliò non poco quando se lo vide apparire sulla soglia della vetrata che portava all’uscita dell’enorme terrazza all’ultimo piano dello stabile dove alloggiavano le loro rispettive Nazionali. Gli aveva mandato un messaggio esattamente solo tre minuti prima.
- Tra le tue infinite doti, hai sviluppato anche il teletrasporto UshiWaka? – si divertì a dargli un bonario tormento, girandosi e appoggiandosi alla balaustra di vetro e tirandosi su la cerniera della felpa della divisa argentina fino a sotto il collo. Indubbiamente al diciassettesimo piano tirava aria.
Wakatoshi si limitò a scuotere la testa divertito.
- Mi hai chiamato e sono arrivato di corsa. Un amico, anche se lo svegli di notte, arriva di corsa. – spiegò, stringendosi nelle spalle.
Tooru piegò di poco la testa di lato, osservandolo, mentre gli stava di fronte.
Indubbiamente una cosa che non era mai cambiata negli anni di Wakatoshi era la sua schiettezza lapidaria. Non si perdeva in inutili giri di parole che rischiavano, magari, di rendere ambigua e diversamente interpretabile la frase. La cosa bella è che uno sapeva di aver sempre compreso la cosa giusta, ciò che Ushijima voleva intendere. La cosa brutta è che tale lapidarietà, brutale a volte proprio perché schietta, poteva essere indubbiamente cruda da sentirsi dire.
- Da quando tu ed io siamo amici, UshiWaka? – ridacchiò Tooru, voltandosi e appoggiando le braccia sulla balaustra, lasciando che la brezza notturna gli scompigliasse gentilmente i capelli.
- Ah già, giusto… - ridacchiò l’altro a sua volta – Tu mandi messaggi alle due di notte, chiedendo di fare due chiacchere, al primo nome che ti compare nella lista dei contatti, no? –
E qui Tooru non poté che scoppiare a ridere di cuore.
- Hai sviluppato anche il senso dell’umorismo, noto. – dandogli una piccola spallata divertita per poi tornare serio e lasciar vagare lo sguardo oltre le colline che si stagliavano davanti a loro, a scorgere qualche luce lontana.
- Aiutami a comprendere i sentimenti che provo per te. –
- Tooru… - bisbigliò l’altro, sorpreso, girando la testa di scatto verso di lui – Tu, invece, hai sviluppato la dote di esser diventato diretto a far domande, senza alcuna allusione. –
- Chissà… - mormorò l’alzatore.
- Ti ho amato più della pallavolo, credi che sia poco? –
E Tooru sospirò piano a quelle parole dell’altro. Gli lanciò una piccola occhiata, ad osservarne attentamente l’espressione. Era un’espressione serena, senza nessuna accusa o altro.
- L’amore a volte può farti sbagliare strada... – mormorò Oikawa, riportando lo sguardo davanti a sé.
- Parli di me o di te? -
La cosa che gli sta invidiando tantissimo in quel momento Tooru era il fatto che non ci fosse nessun rimpianto, nessun astio, nessuna recriminazione nel tono della voce di Wakatoshi. È sereno. E questo è quanto gli basta.
Lui, invece, si è corroso dentro dalla paura dei rimpianti, dei rimorsi, dalla paura di aver perso ciò che era veramente importante. Magari di aver perso anche se stesso.
Stringe i pugni delle mani, ora, fino a rendersi le nocche bianche. Perché è ancora corroso dentro da quelle paure.
E Wakatoshi fece l’unica cosa della quale Tooru aveva bisogno in quel momento.
Gli passò un braccio intorno alle spalle e lo attirò a sé, senza dire nulla.
E Tooru, senza dire nulla a sua volta, gli appoggiò la testa sulla spalla. Una roccia.
- Domani ci affronteremo nella finale olimpica, direi che la strada non l’abbiamo smarrita, non trovi? –
- No, pallavolisticamente parlando indubbiamente no… - sospirò Tooru in risposta.
Tacquero per un istante, fu poi nuovamente l’alzatore a spezzare il silenzio.
- Sono stanco, sai? – lo disse sollevando gli occhi verso l’alto, dove incontrò quelli dell’altro che lo osservavano interrogativamente.
- Stanco di scappare dai miei sentimenti. – rispose a quella implicita domanda.
- Potresti fermarti e attenderli allora. –
- La fai sembrare così semplice. – tentò di buttare le cose in ridere, come faceva sempre quando era preoccupato e in qualche modo nervoso, ma l’espressione di Wakatoshi rimase seria.
- Perché lo è. – replicò lo schiacciatore.
Tooru si morse nervosamente il labbro inferiore.
- Pensi che io sia pronto? –
- C’è solo un modo per scoprirlo, Tooru. –
E Tooru gli passò un braccio sulla schiena, scivolando fino a raggiungergli il fianco con la mano.
- Magari domani dopo la finale, che dici? –
- Lo sai che con me ogni promessa è un debito. –
- Lo so Wakatoshi, lo so… -