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Autore: LadyYuna94    27/03/2023    0 recensioni
Sequel della mia "Guard Me For Eternity" che è necessario aver letto prima di cominciare questa
"La tua anima gemella giace in un corpo perduto nel passato e rigenerato per un nuovo futuro [...] La sua mente è plagiata e la sua nera arma scintilla come una fiamma nel buio. Una fiamma distruttrice che ha sete di potere [...] Ricorda, figlia del solstizio d’estate, solo tu puoi vincere il gelo nel cuore di un’anima spenta e dimenticata"
Lyn Kon è la meravigliosa figlia adolescente di Rei ed Elena; il giorno del suo sedicesimo compleanno parte per la Cina insieme ai suoi genitori e, come membro della Tribù della Tigre Bianca, deve sottoporsi ad un rito di passaggio, nel quale le verrà predetto il futuro dal Grande Saggio della Tribù. Ma la profezia di cui l'anziano parla non presagisce nulla di buono...
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 39:

Elena, dopo essersi “scatenata” per quanto possibile visto il pancione di nove mesi ormai, chiese una tregua a suo marito e alle sue amiche, mettendo gli occhi sulle ultime portate al buffet che le avevano fatto venire l’acquolina in bocca.
Mentre era intenta ad arraffare quante più cose possibile e a metterle senza un minimo di criterio nel piatto, una voce la distolse da quelle meraviglie.
- Elena- la voce di Mao suonava ancora più fastidiosa in quel particolare caso.
- Mao, che piacere- rispose l’italiana con la bocca piena, reggendo tra le mani uno stinco di maiale e strappando una risatina divertita all’altra.
- Quante cose cambiano in un anno- proseguì Mao, accennando all’evidente pancione dell’ex Prescelta.
- Già, puoi ben dirlo- replicò Elena, lanciando invece uno sguardo a Lyn e Sahara che ridevano divertite con Judy, Makoto e David quando tutte le donne sposate della Tribù afferrarono sua figlia per portarla nella residenza e consumare la prima notte di nozze insieme a Kei, come da tradizione. Tradizione per la quale Lyn aveva già espresso il suo totale dissenso prima di partire, definendola una cosa “estremamente arcaica” per togliersi dall’imbarazzo di dover rivelare di aver già perso la verginità con Kei mesi prima. Elena lo sapeva, ma non volle mettere in imbarazzo sua figlia in quell’occasione.
- La strigliata di Rei è servita tanto, sai? E anche Mystel ora è molto più attento con sua figlia riguardo certe questioni. Colpa mia, non avrei dovuto raccontarle tutte quelle cose- cominciò Mao, cercando di scusarsi a suo modo.
Elena avrebbe tanto voluto gongolare per un altro po’, ma da donna buona ed elegante qual era, tolse l’altra dall’impaccio.
- Non preoccuparti, è tutto risolto, è passato così tanto tempo- si affrettò a rassicurarla, cominciando ad avvertire una sensazione strana, esattamente nel basso ventre. Tentò di restare calma, pensando che forse aveva un po’ esagerato col cibo e, di certo, non ci era andata cauta anche con il secondo round.
- Anche tra noi è tutto risolto?- chiese impaziente l’altra.
- Sono stata una vera stronza, lo ammetto. Solo ora, vedendo Lyn che si sposa e prende il suo posto nella Tribù e che vuole essere vicina a mia figlia, una ragazza estremamente chiusa e introversa, ho realizzato quanto sia importante coltivare un buon rapporto fra noi, non credi?- proseguì Mao, parlando quasi a mitraglietta, ed Elena, di tutta risposta, strinse gli occhi e le afferrò forte i polsi, dopo aver poggiato in malo modo il piatto da portata sul tavolo del buffet, facendo strabordare anche parte delle pietanze.
Quel dolore non era decisamente sintomo di una cattiva digestione, pensò Elena.
- Ahi!- urlò Mao e poi cambiò completamente espressione e tono di voce, assumendo il suo solito arrogante e saccente, mentre l’italiana le stringeva ancora di più i polsi.
- Ok, se vuoi litigare non ho problemi a farlo!- rispose la cinese innervosendosi, ma l’altra si lasciò sfuggire un grugnito di dolore, costringendo Mao a rivalutare il suo gesto.
- Elena, va tutto bene?- chiese poi, improvvisamente preoccupata.
- Credo mi si siano rotte le acque- mormorò Elena in panico, sentendosi le gambe bagnate e appiccicose e Mao sgranò gli occhi.
- Va bene, d’accordo, resta calma, ok? Me ne occuperò io- la rassicurò l’ex di Rei.
- Tu respira, respiri lunghi e profondi, così- le ordinò ed Elena la imitò alla lettera. Avrebbe creduto a chiunque in quel momento pur di stare meglio.
- Io voglio il mio ospedale a Roma e il mio medico, non può nascere qui, assolutamente non può!- disse Elena stridula, tenendosi la pancia.
- Faccio nascere più bambini io qui che il tuo dottore a Roma, da brava, vieni con me- disse Mao con fare risoluto e la Prescelta si ritrovò costretta a seguire l’ultima persona che si sarebbe aspettata di trovarsi accanto al momento del parto.
Senza destare molti sospetti, Mao fece appoggiare Elena su di sé e la accompagnò nella sua tenuta, aiutandola ad adagiarsi sul suo letto.
- Vado a chiamare Emily ed Hilary, avrò bisogno di loro, tu sdraiati qui intanto- Elena poteva sentire il profumo fresco e fruttato di quelle lenzuola candide, mentre trovava la posizione più comoda e cercava di sollevare le ginocchia per trovare sollievo, mentre Mao fece per uscire, raccomandandosi di continuare a respirare e restare calma.
- Voglio anche Rei- aggiunse Elena in un lamento, prima che Mao la lasciasse sola.
- Deve stare qui, al mio fianco, ti prego- la implorò ancora e la donna dagli occhi color miele sorrise teneramente.
- Vado contro le regole della Tribù, agli uomini non è permesso assistere al parto- cominciò cauta.
- Me ne frego delle vostre fottute regole, io voglio mio marito!- la interruppe Elena stridula.
- Lo immaginavo, però Rei è il Capo e sicuramente faremo un’eccezione- la informò Mao in tono rassicurante.
- Grazie- rispose sincera Elena, una volta accertatasi che avrebbe avuto Rei accanto a sé in quella situazione, proprio come quando nacque la loro primogenita.
- Vuoi che chiami anche Lyn?- domandò poi la cinese ed Elena scosse la testa, continuando a respirare a ritmo.
- No, è il momento più bello della sua vita, non voglio rovinarglielo-
- Come vuoi, resta lì, continua a respirare. Io torno subito- e poi sparì dietro la porta di legno e la Beyblader italiana pensò che avrebbe preferito riaffrontare il Team delle Tenebre altre cento volte, che patire quel dolore tremendo, senza i farmaci per sopportarlo.
Pregò con tutta sé stessa che non le venisse un attacco di panico a realizzare che stava per dare alla luce suo figlio in un tenuta modesta, all’interno di un villaggio modesto, senza gli strumenti adatti e che soprattutto non sorgessero complicazioni al momento del parto, visti tutti i problemi di salute che aveva avuto in passato.
- Dai, Elena, non pensarci, andrà tutto bene- disse a sé stessa, quando arrivò un’altra contrazione fortissima che dovette soffocare tenendosi forte alle lenzuola.
- Mao torna presto- mormorò, stupendosi di sé stessa nel pronunciare quelle parole.
 

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- Rei!- la voce di Mao si fece largo tra i festeggiamenti che ancora proseguivano, nonostante gli sposi si fossero già ritirati e l’urgenza nel tono della donna dai capelli rosati attirò l’attenzione del Capotribù, intento a brindare con Lai e Gao.
- Mao, cosa succede?- chiese sorridendo.
- So che sono l’ultima persona che probabilmente dovrebbe informarti, ma Elena è a casa mia e ha le doglie- disse sottovoce l’ultima frase, avvicinandosi a Rei e facendo attenzione a non farsi sentire dai suoi fratelli lì vicino. Ubriachi com’erano, pensò Mao, avrebbero scambiato un unicorno per un asino.
L’espressione rilassata di Rei lasciò spazio ad una di sorpresa, mista a terrore.
- Co… come? Il termine era il 3 di luglio, perché già ci siamo?- chiese nel panico il Capotribù.
- Vuole competere con sua sorella per il solstizio d’estate, che ne so?!- rispose stridula la donna.
- Sbrigati, coraggio, Elena ti vuole accanto- disse, togliendogli di mano la coppa di vino e lanciandogli uno sguardo pieno di dolcezza, misto ad affetto fraterno, che Rei ricambiò.
- Non è proibito qui?- chiese lui alzando un sopracciglio.
- Non per te, sei il Re dopo tutto, forza andiamo a recuperare Emily ed Hilary- disse Mao e Rei annuì sicuro, per poi seguirla velocemente.
Quando arrivarono nella tenuta le quattro persone di cui aveva chiesto, ad Elena sembrava fossero passate ore.
- Ma dove cazzo eravate?!- sbottò nel panico e Hilary ed Emily inarcarono ampiamente le sopracciglia, scambiandosi un’occhiata complice, pensando di non aver mai visto Elena parlare in modo così volgare.
- Signore, per l’amor del cielo, non avete mai affrontato un travaglio?- chiese Mao, affrettandosi a recuperare delle grosse forbici, degli asciugamani puliti e tutto l’occorrente.
- Oh sì, ben due volte e non ne ho un granché bel ricordo- disse Emily guardando la sua amica con un po’ di compassione.
- Già, neanche io, ma ho avuto un parto programmato con intervento chirurgico e non sono neanche arrivata a sentirmi così male- disse Hilary.
Rei si sedette accanto ad Elena e lei lo guardò con le lacrime gli occhi, prendendogli la mano.
- Amore, non lasciarmi- disse lei lamentosa.
- Non vado da nessuna parte, sono qui con te, come sempre- la rassicurò lui, massaggiandole la schiena.
- Hilary, ho bisogno di acqua calda, Emily, vieni qui, dobbiamo far ruotare le spalle- ordinò Mao.
- Cosa? Oh no, decisamente non io!- disse l’americana, muovendo velocemente le mani davanti a sé in segno di diniego.
- Forza! Sei una donna di scienza tu, te la caverai benissimo- la esortò la cinese.
- Emily, ti supplico, fa’ come dice!- ordinò Elena, mentre arrivava un’altra contrazione, che la costrinse a stringere forte la mano di Rei.
- Elena, amore, capisco il momento, ma se stringi così non potrò più né cucinare né lanciare un Beyblade- osservò Rei cercando di sdrammatizzare e lei sorrise tra gli affanni.
- Ecco l’acqua!- disse Hilary, apparendo con un secchio in camera.
- Ok, vediamo come siamo messi- disse Mao sollevando la gonna dell’abito di Elena e controllando la situazione.
- Fantastico, vedo già la testa!- comunicò felice la donna, facendo sorridere anche gli altri.
- Ora, devi spingere con tutta la forza che hai- le chiese Mao ed Elena si sforzò parecchio per compiere quel gesto, continuando sempre a ricordarsi di respirare ritmicamente.
- Brava, ancora un po’, forza!- la incoraggiò l’ex Beyblader dei White Tigers.
Elena spinse fin quando non sentì le forze mancarle completamente e a quel punto, quando proprio pensava che sarebbe svenuta lì, sul letto di Mao e Mystel, un pianto energico invase la stanza.
- Eccolo qui- disse Mao con un sorriso, mentre Emily tagliava emozionata il cordone ombelicale del piccolo.
Elena scoppiò a piangere non appena vide in braccio alla donna che aveva odiato per anni quel batuffolo rosa con tantissimi capelli neri e gli occhi già semi aperti che lasciavano intravedere lo stesso meraviglioso colore ambrato di sua sorella e suo padre.
Rei si sforzò di restare composto, ma avrebbe pianto volentieri anche lui di gioia.
- E’ bellissimo!- esclamò Hilary, sentendo le lacrime salirle agli occhi e persino Emily, che non si emozionava tanto facilmente, cedette alla felicità del momento.
- Va’ dalla tua mamma- mormorò Mao, posando il bambino tra le braccia di Elena, il quale si calmò di colpo sentendo il calore delle carezze dei suoi genitori.
- Grazie- disse Elena a Mao, con gli occhi colmi di lacrime e un tono d’immensa gratitudine.
Mao guardò il bambino e poi Rei e si rese conto in un attimo che nonostante l’amore immenso che l’aveva legata a quel ragazzo in gioventù e per il quale aveva profondamente sofferto, ora era felice di aver contribuito a rendere magico un momento della famiglia che lui tanto tempo prima si era creato.
Mao capì proprio in quell’istante che la loro scelta era stata giusta anni addietro, quella scelta che Rei prese per entrambi lasciandola al villaggio ed era stata proprio quella svolta a portarli dov’erano in quel momento: con le persone che erano destinate a loro e che amavano per davvero. Rifletté sull’amore che provava per Mystel e pensò che non ci fosse niente di più grande e potente al mondo. Assolutamente niente.
- Non c’è di che- rispose con un sorriso sincero ad Elena, forse il primo vero che aveva mai rivolto a quella donna.

   
 
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