Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: Siluan    27/03/2023    3 recensioni
Merlino avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di salvare Artù.
Finale alternativo che si sviluppa da una delle ultime scene dell'ultimo episodio della serie.
"What if" rigorosamente canon (è l'unica fan-fic che sto scrivendo a NON essere una Merthur).
DISCLAIMER: I personaggi della serie televisiva "Merlin", citati in questa storia, non mi appartengono, ma sono di legittima proprietà dei loro ideatori e della della BBC. Essi sono stati da me utilizzati a solo scopo di intrattenimento personale e senza nessuno scopo di lucro.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drago, Gaius, Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 12 - Ritrovarsi (parte 2)


Merlino finì di bere con deliberata calma, per soffocare la cocente delusione, e infine parlò con un filo di voce: “Certo, capisco...”

Artù sogghignò: conosceva Merlino così bene da essere quasi certo di cosa gli passasse per la testa.

“No, di nuovo credo che tu non capisca affatto... Vedi, non sarebbe opportuno per un membro del Consiglio essere anche il servitore del re.”

Ci volle qualche secondo perché Merlino realizzasse ciò che il re aveva detto. Lo guardò con occhi e bocca spalancati, cosa che strappò all'altro un'altra risatina.

“Ma... io non sono un membro del Consiglio!” fu l'unica cosa che riuscì a dire, la mente in leggero stato confusionale. Ma di cosa stava parlando? Possibile che...?

Lo sguardo che Artù gli rivolse gli ricordò quello affettuoso e paziente di un genitore che si appresta a spiegare qualcosa a un figlio un po' duro di comprendonio.

“Esatto, non lo sei, ancora. Ma lo sarai non appena avrò formalizzato la tua nomina.”

Gli sorrise in attesa e Merlino sentì improvvisamente il bisogno di respirare aria fresca, stavano accadendo troppe cose e troppo in fretta, e lui doveva metabolizzare il tutto.

“Ma... a che titolo? Come medico c'è già Gaius, e io non sono certo un cavaliere...”

Si odiò per il tono incerto con cui gli stavano uscendo le parole.

Sempre sorridendo Artù accantonò l'obiezione con un gesto della mano. “Ne ho già discusso con Gaius e Geoffrey: esisteva un ruolo a corte, prima della grande epurazione; si chiamava Stregone Reale o qualcosa del genere.”

La sensazione fu strana. A Merlino sembrò di sentire nella sua mente il rumore di qualcosa che scattava, fu come percepire l'ultimo tassello, che formava il mosaico della sua vita, andarsi finalmente ad incastrare al suo posto, rendendolo completo e perfetto. Non si rese conto di aver ricominciato a piangere finché non sentì la mano di Artù di nuovo sulla spalla.

“Io... non so cosa dire”, mormorò con voce roca, asciugandosi in fretta la faccia.

“Beh, basta che tu dica se accetti.”

Lo guardò e si mise a ridere: “E me lo chiedi? Sarebbe da idioti rifiutare un'offerta del genere!”

“In realtà non è tutto: ti vorrei anche come mio consigliere personale... in pratica tornerai a fare esattamente quello che facevi prima, solo che potrai farlo alla luce del sole, e senza dovermi lucidare l'armatura o rifare il letto.”

Gli strizzò l'occhio e Merlino alzò gli occhi al cielo.

In quel momento si udirono delle voci appena fuori dalla porta.

“Ma, mia signora...”

“Non m'importa Gaius! Artù ha avuto tutto il tempo per salutarlo, ci sono altre persone che non vedono l'ora di riabbracciarlo!”

Un secondo dopo Ginevra spalancò la porta ed entrò; un sorriso radioso le illuminò il viso alla vista di Merlino e corse subito da lui, stringendolo in un abbraccio affettuoso non appena si fu alzato.

Dietro di lei veniva il medico, che lanciò al suo re uno sguardo di scusa, ma Artù gli comunicò con un cenno del capo che non c'era problema.

E ancora dietro c'era... Merlino ebbe un tuffo al cuore alla vista di sua madre, che a sua volta lo raggiunse e lo abbracciò piangendo.

Si staccò da lei con un groppo in gola. “Ma guardati! Sei bellissima! Sembra che tu viva a corte da sempre!” Aveva riconosciuto uno dei vecchi abiti viola di Gwen.

Hunith sorrise, lisciandosi un po' il vestito. “Il re e la regina sono stati molto generosi. E spesso mi sembra di non fare abbastanza e di non meritarlo.”

Gwen la prese sottobraccio: “Ma scherzi? Sei la mia dama di compagnia ed è un incarico impegnativo e di tutto rispetto!”

Merlino rise, lacrime di gioia che scorrevano ormai libere, ma non gli importava! Le quattro persone a cui voleva più bene al mondo erano lì con lui, per lui: l'Universo era finalmente in ordine, come avrebbe sempre dovuto essere. Gli sembrava quasi di sentirlo respirare attraverso di sé e la sua magia.

“A proposito di vestiti...” Artù spezzò il momento e lo squadrò da capo a piedi. “Dovrai rivedere il tuo guardaroba per essere consono al tuo nuovo incarico.”

Il mago raddrizzò le spalle e si accigliò. “Che hanno che non va i miei abiti?”

“Stai scherzando, vero? Erano a malapena adeguati per un servo, sono del tutto inappropriati per un consigliere reale.”

“Beh, dovranno diventarlo, non ho altri vestiti...” Allargò le braccia come a rendere più evidente la cosa.

Artù sbuffò ed alzò gli occhi al cielo. “E allora valli a comprare!”

“E con quali soldi? Forse dimentichi che sono appena ritornato dalla morte!”

Il re aprì la bocca pronto a ribattere, quando Ginevra si intromise trattenendo a stento le risa. “Merlino, vai da Gustav, il sarto, digli che ti mando io e di mettere tutto in conto alla corona”

“Cosa?” esclamò Artù guardandola con disappunto.

Gwen sostenne lo sguardo sollevando le sopracciglia.

Alla fine fece una smorfia e sbuffò. “Certo, va bene, ma niente di troppo costoso o stravagante.”

Merlino sorrise. “No tranquillo, niente cappelli con le piume, promesso!”

Suo malgrado Artù rispose al sorriso. “Quella non me la perdonerai mai, vero?”

“Mai”, confermò l’altro con un ghigno.

Gaius accanto a loro emise un basso sospiro di contentezza e si strofinò le mani. “Bene, ora resta solo da trovarti un posto dove dormire.”

Il sorriso di Merlino vacillò. “Credevo che sarei tornato nella mia vecchia stanza... Non mi volete più con voi?”

“Certo che ti vorrei, mio caro ragazzo, ma lì ci dorme tua madre adesso.”

“Troverò un altro posto, tesoro,” si affrettò a dire Hunith, “puoi riavere il tuo letto”.

Gli accarezzò una guancia con quella tenerezza e premura che solo una madre riesce ad esprimere; Merlino la guardò con un groppo in gola e scosse la testa con decisione.

“Assolutamente no! È la tua camera ora... io posso adattarmi sulla brandina dei pazienti o prepararmi un giaciglio per terra... dopotutto ho dormito sulla nuda roccia per quattro mesi!”

Il re sbuffò con finto disappunto. “Stai ancora ragionando come un servo, Merlino. Dirò a George di prepararti una stanza di sopra.”

“Ma non è necessario…” obiettò lui, venendo subito bloccato da una mano alzata.

“Invece sì, lo è.” tagliò corto Artù in tono secco. “E spero che tu non abbia intenzione da ora in avanti di contraddire ogni singola cosa io dica!”

Il mago batté le palpebre sorpreso, ma intravide una luce divertita negli occhi dell'altro, così si atteggiò a servitore deferente. “Assolutamente no, sire, cosa ve lo fa pensare?”

Un lato della bocca di re si sollevò leggermente. “Oh, e già che ci siamo, un'altra cosa: che ne dite di cenare tutti insieme più tardi?”

A Merlino non sfuggì lo sguardo di approvazione di Gwen a quelle parole.

“Sarà un onore, sire” rispose Gaius a nome di tutti con un leggero cenno del capo.

“Molto bene allora,” sospirò Artù, stavolta con un sorriso aperto, “ci vediamo al tramonto nella sala dei banchetti.”

Hunith toccò appena la manica di Gwen per attirare la sua attenzione. “Mia signora, se non è un problema io rimarrei un po' qui con loro.”

“Ma certo! Ci vediamo dopo!” fu l'immediata risposta.

Merlino osservò i sovrani di Camelot mentre uscivano e poi si risedette con un sospiro appagato, cercando di dare un senso alla marea di emozioni che l'avevano travolto negli ultimi minuti.

“Merlino,” la voce gentile di Gaius richiamò la sua attenzione, “non ho potuto fare a meno di notare che stavi dando del tu al re...”

Il mago arrossì e sorrise imbarazzato: “Sì, ehm, è stato lui a darmi il permesso...”

Il medico alzò un sopracciglio, ma non appariva per nulla sorpreso. “Allora puoi farlo anche con me, non sono di sicuro più in alto di Artù.”

Lo sguardo carico di affetto del suo mentore lo portò per l'ennesima volta quel giorno sull'orlo delle lacrime, così si limitò ad annuire e sorridere, mentre sua madre gli stringeva la mano con orgoglio.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Siluan