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Autore: Hinata_Dincht     27/03/2023    2 recensioni
Dal testo:
- Non è che hai visto Kenma? -
- No. - rispose piccato Kei, prendendo le distanze dall’altro.
- Hai controllato sotto i cuscini del divano? Di solito si nasconde lì. -
- Perché non entri e lo cerchi tu stesso? - le labbra di Kei si mossero involontariamente in un ghigno – O hai paura di non saper rispondere all’indovinello? -
Hogwarts!AU
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Kenma prese un sorso di succo di zucca e spostò il cavallo, il quale distrusse la regina di Tetsurou.

- Non è divertente se non ti impegni. – sbuffò, guardando di sottecchi l’amico. – Scacco matto. –

Tetsurou alzò le mani a mo’ di scuse, e fece cadere il proprio re in segno di sconfitta.

Kenma osservò sovrappensiero la scacchiera che magicamente si ripuliva dai detriti della partita.

- Allora, vuoi dirmi perché siamo veramente qui? - si decise a chiedere. Non era abituato al silenzio di Tetsurou. – Perché di certo non è per giocare a scacchi. –

Tetsurou sussultò, prima di aprirsi in un sorriso poco convinto: - Ci deve essere una ragione per passare del tempo con… -, ma fu interrotto dall’ennesimo sbuffo di Kenma.

- Per favore, taglia corto. -

Tetsurou, in evidente difficoltà, si grattava il capo cercando una maniera per iniziare il discorso.

Kenma sospirò di nuovo: - Si tratta per caso di Tsukishima? –

Allarmato, Tetsurou si guardò intorno per accertarsi che nessuno stesse origliando la loro conversazione; per sua fortuna, la Sala Grande non era ancora affollata e solo qualche capannello di studenti sedeva a distanza di sicurezza, chiacchierando nell’attesa della cena.

- Come fai a saperlo? – borbottò Tetsurou, adocchiando un gruppetto di Corvonero che aveva appena varcato la soglia. Falso allarme: erano del primo o secondo anno.

Kenma alzò un sopracciglio, scettico – Senti, vuoi dirmi di cosa si tratta esattamente? –

Tetsurou spostò finalmente lo sguardo su di lui.

- Non so da dove cominciare. -

- Dall’inizio. Per esempio, cos’era quella storia delle ripetizioni di Trasfigurazione? –

Tetsurou si lasciò sfuggire una risata. – Ho sentito dire che Kei ha qualche problema con Trasfigurazione. –

- Da chi l’hai sentito dire? –

- Da Keiji. –

- Da Keiji, che l’ha saputo da Bokuto, il quale ne parlava con Tadashi al tavolo dei Tassorosso? –

Tetsurou sorrise sornione. – Ogni tanto il tuo acume mi terrorizza. –

Kenma tacque per un momento senza commentare. - Ebbene? –

Tetsurou prese un lungo respiro prima di iniziare a raccontare. Ebbene, una settimana prima, Kei si era inaspettatamente presentato davanti all’aula di Difesa contro le Arti Oscure quando i Grifondoro e i Tassorosso del settimo anno ne stavano uscendo. Koutaro era rimasto così felicemente sorpreso di vederlo lì che, se non ci fosse stato Koushi a trascinarlo di peso verso la lezione successiva, Kei e Tetsurou non avrebbero avuto alcuna chance di parlare. Nei pochi minuti a disposizione, con la sua solita aria strafottente che tanto stuzzicava Tetsurou, Kei gli aveva detto che avrebbe accettato un paio di ripetizioni di Trasfigurazione, aggiungendo con un sorrisetto arrogante che lui avrebbe potuto ricambiare con qualche lezioncina di volo. Si riferiva al fatto accaduto il weekend precedente, durante la partita Serpeverde contro Grifondoro, quando Atsumu Miya aveva centrato con un Bolide lo stomaco di Tetsurou, facendolo quasi cadere dalla scopa. Il Kuroo fanclub aveva protestato fortissimo a questo atto spudoratamente vile perpetrato dalla squadra di Serpeverde, ma l’arbitro non aveva segnalato alcuna infrazione. Tetsurou aveva incassato bene la frecciatina, accettando le lezioncine di volo a condizione che Kei riuscisse a trasfigurare la sua coppa senza ombra di piume. Kei aveva sbuffato, nascondendo male l’aria divertita, ed era scappato con la scusa di avere Erbologia con i Serpeverde e non voleva assolutamente rischiare di sedersi di fianco a Kageyama. Se ne era andato così velocemente che Tetsurou non aveva avuto nemmeno il tempo di chiedere la data e il luogo.

Dunque, Tetsurou aveva aspettato diligentemente la cena nella Sala Grande e, dopo uno scambio di bigliettini incantati, che avevano rischiato più volte di essere intercettati dalle grinfie curiose di Ryuunosuke e Shouyou, si erano accordati per vedersi la sera seguente nella Sala dei Trofei alle nove di sera.

Kenma alzò un sopracciglio, scettico: - Perché nella Sala dei Trofei? -

Tetsurou lo fissò seriamente e rispose: - Non potevo certo invitarlo nella Sala Comune dei Grifondoro! Non oso pensare alla punizione che Daichi mi avrebbe rifilato se non mi avesse trovato a letto, ma davanti al caminetto a trasfigurare animali con un Corvonero. – rabbrividì. – E poi, nessuno va più nella Sala dei Trofei da quell’incidente. -

Kenma dovette dargli ragione. L’anno precedente, Tora e Ryuunosuke, ubriachi di Whiskey Incendiario, si erano introdotti di notte scortati da Tetsurou, nella Sala dei Trofei per rubare la Coppa di Quidditch da poco assegnata ai Serpeverde. Poco stabili sulle gambe, avevano finito col fare un chiasso tremendo urtando contro mobili e ferraglia, richiamando sul posto il custode notturno. Tetsurou li aveva salvati all’ultimo, rinchiudendoli all’interno di un paio di armature medioevali e facendoli fluttuare minacciosamente verso il povero custode, il quale se l’era data a gambe impaurito. Il giorno seguente, né Tora, né Ryuunosuke avevano alcuna memoria dell’accaduto, ma in tutta la scuola si mormorava già che nella Stanza dei Trofei si annidassero due entità maligne.

- Ok, vai al punto. Cos’è successo la sera dell’incontro? – chiese Kenma, sbuffando.

- Cosa vuoi che sia successo? – borbottò Tetsurou.

Durante la cena, quella sera, Tetsurou aveva dovuto pagare Tora con dieci Cioccorane perché distraesse Daichi dando fuoco alla tovaglia. Con questo diversivo, era sgattaiolato verso l’uscita, dove si era imbattuto in Koutaro. Per fortuna, questi non gli aveva prestato troppa attenzione, immerso com’era in una fitta conversazione di strategia di gioco con Asahi e Noya. Aveva dunque raggiunto il terzo piano, dove Kei lo stava aspettando con gufo in spalla, indispettito dal suo leggero ritardo. Dopo aver ribattuto qualcosa – “Non è forse vero che l’attesa del piacere è essa stessa il piacere?”, “No.” -, Tetsurou aveva proceduto col fraternizzare con il gufo di Kei, un esemplare piccolo, di un bruno scuro e dagli occhi dorati. Aveva scherzato sul fatto che Kei ed il gufo si assomigliassero per via dell’espressione imbronciata, al che si era beccato una doppia occhiata truce. Si era poi esibito in una chiara dimostrazione delle sue capacità trasfigurando vari oggetti nella stanza nei più disparati uccelli, dal fenicottero al pavone al tacchino – “Ah, è questo che intendevi quando dicevi di essere un esperto di Trasfigurazione di uccelli.” –, ma ben presto aveva dovuto farli tornare della loro forma originaria per via del crescente numero di piume e starnazzi. Quindi, fattosi più serio, Tetsurou aveva mostrato l’incantesimo di Feraverto, trasformando il gufo di Kei in un’elegante coppa dal bordo basso e ampio. Tetsurou omise di raccontare a Kenma che, fra un tentativo e l’altro, Kei gli aveva chiesto con una certa strafottenza se quello fosse il luogo in cui portava le ragazze del fanclub per fare colpo.

- No.- aveva risposto Tetsurou, correggendogli la posizione della mano. – Questo posto è un po’ troppo tetro per fare colpo. Preferisco un luogo un po’ più caloroso, diciamo, più accogliente. Tipo lo spogliatoio della squadra. –

Era stata una spacconata esagerata: nello spogliatoio, ci aveva portato una sola ragazza, al quarto anno, e mentre era impegnato in un alquanto umido bacio era stato beccato in flagrante dai compagni. Insomma, non proprio il momento più splendido della sua adolescenza.

- Le vuoi praticamente prendere per asfissia. – aveva commentato acido l’altro.

- Il testosterone funziona sempre. – aveva ammiccato Tetsurou e all’improvviso, con un colpo secco di bacchetta, Kei aveva trasfigurato il gufo in un perfetto calice alto.

– E niente, – tagliò corto Tetsurou – quando l’incantesimo gli è riuscito, se l’è filata con la scusa di avere una lezione di Divinazione molto presto, e se ne è andato a dormire. –

Kenma lo fissò prima di sospirare pesantemente, mentre il ricordo della suddetta sera si affacciava alla sua mente. Quando tutti erano già a letto, Kenma si era sistemato sul divano della Sala Comune, nascosto sotto ad una montagna di cuscini, a giocare con la sua Switch – artefatto Babbano che non aveva potuto abbandonare – e all’improvviso Kei si era palesato con passi pesanti e imprecazioni borbottate a fior di labbra. Con un gesto violento della bacchetta aveva spento il fuoco che ancora scoppiettava nel camino per poi dirigersi verso il Dormitorio. Sul momento non si era fatto troppe domande, ma tutto cominciava ad avere un senso.

- Mi dreni di tutte le forze, Kuro. – borbottò Kenma.

Tetsurou lo fissò irritato in attesa che continuasse.

- Mi sembra che tu non sia onesto con te stesso. Perché non hai fatto la prima mossa? –

Tetsurou, punto sul vivo, si drizzò sulla panca. – È che…-

Kenma gli fece cenno di continuare ad elaborare con la mano.

– È che non so come si fa, con i ragazzi. – lo disse senza guardare Kenma in faccia. Loro non parlavano mai di quelle cose. Forse Tetsurou aveva menzionato un paio di ragazze in passato, ma non era mai sceso nei dettagli; Kenma, da parte sua, non si era mai espresso in merito ad un interesse romantico per qualsivoglia essere umano. Il fatto che Kenma fosse a conoscenza dell’interesse di Tetsurou per Kei era un effetto collaterale della faccenda delle finte lettere, ma non ne avevano mai parlato apertamente. Non prima di allora.

- E quale sarà mai questa gran differenza? – sbuffò Kenma.

- Non so come si flirta con un ragazzo! – sibilò fra i denti Tetsurou, controllando ancora una volta che nessuno fosse abbastanza vicino da sentirli.

- Flirta come se fosse una ragazza. –

Tetsurou alzò gli occhi al cielo: la faceva facile, lui. – Ok, mettiamo che io ci provi normalmente, che io faccia lo spavaldo. Di solito riesco a capire se una ragazza ci sta da come risponde ai miei flirt. –

- Per esempio? – lo interruppe Kenma.

- Per esempio, se la ragazza s’imbarazza o arrossisce … -

- Tsukishima si sistemerebbe gli occhiali. –

- O se ride in maniera esagerata a quello che dico… -

- Tsukishima ti risponderebbe con una battuta acida per stuzzicarti. –

Tetsurou guardò l’amico con gli occhi sbarrati, cercando di computare quello gli era appena stato detto.

Kenma si alzò dalla panca e, impacchettando la sua scacchiera, pacatamente disse: - Smettila di cercare scuse. –

Tetsurou stava ancora fissando le venature del tavolo quando la voce di Kenma lo riscosse dai suoi pensieri: - Tsukishima è il primo della classe in Trasfigurazione, sta pure seguendo il corso per diventare Animagus. La cosa delle piume, gli è successa una volta sola, al terzo anno se non ricordo male. Quello che ha qualche difficoltà con l’Incantesimo è Tadashi. –

Tetsurou sgranò gli occhi.

- Non serve un Serpeverde per ingannarti. – sbuffò Kenma allontanandosi dal tavolo di Grifondoro per andare a sedersi a quello di Corvonero, vicino a Keiji.

Anche se, ragionava Kenma, se Keiji e Kei non fossero stati così intelligenti, sarebbero sicuramente finiti in Serpeverde.

***

 

Ciao a tutti/e!

Non ho resistito all’idea di ampliare un po’ la one-shot che avevo scritto e, ahimè, mi sono imbarcata in una mini-long (sperando che rimanga mini).

Piccolo appunto sulla Sala dei Trofei: sinceramente non mi ricordo se effettivamente le coppe di Quidditch vengano tenute lì, ma facciamo che è così.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Ringrazio ancora moltissimo chi ha recensito la storia, apprezzo molto il vostro supporto.

Alla prossima ;>

 

  
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