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Autore: Star_Rover    30/03/2023    5 recensioni
Prima guerra mondiale.
Un giovane ufficiale della Luftstreitkräfte, ferito in un letto d’ospedale, apprende la notizia della morte del fratello al fronte. Il suo animo è tormentato da sentimenti contrastanti. In questo momento così drammatico sarà proprio il ricordo del fratello perduto a donargli il coraggio di affrontare il suo destino.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era mio fratello


Aveva perso molti compagni durante quegli anni di guerra, alcuni erano cari amici mentre altri poco più che sconosciuti, eppure tutti loro erano stati un esempio di coraggio. Erano caduti da eroi, affrontando il nemico senza esitazione, compiendo il loro dovere per la Patria.  
Era certo che per suo fratello fosse stato lo stesso, seppur le notizie sulla sua morte non fossero giunte con molti particolari. Per un istante aveva sperato che si fosse trattato di un errore, in fondo non era raro che dal fronte giungessero false informazioni. Purtroppo quella volta era stata riportata la terribile verità, suo fratello era realmente stato abbattuto e ucciso dal nemico.
La sua prima reazione era stata di rabbia, non nei confronti degli avversari, ma verso se stesso. Si era adirato per la sua ultima sconfitta, per essere stato abbattuto e ferito, con tutte le inevitabili conseguenze. La convalescenza forzata era una tortura per un amante del cielo, il quale desiderava soltanto tornare a volare il prima possibile. Inoltre la separazione dai suoi compagni non era facile da affrontare, così come la consapevolezza che gli altri aviatori stessero conquistando altre vittorie mentre lui non poteva fare assolutamente niente nel suo letto di ospedale, oppresso dal dolore fisico e dalla frustrazione.
Nel momento in cui gli era stato letto il telegramma aveva commentato con estrema fermezza.
«Se io fossi stato lì con lui ciò non sarebbe accaduto!»
I presenti non avevano osato contraddirlo, ma dai loro sguardi rassegnati aveva subito appreso l’amara verità. Con ogni probabilità non avrebbe potuto impedire al fratello di volare incontro al proprio destino.
Rimasto solo con i suoi pensieri il giovane ufficiale dovette sforzarsi per non cedere alla disperazione. Non sapeva nemmeno perché quella notizia l’avesse sconvolto così nel profondo. La consapevolezza di poter perdere i propri compagni era sempre presente tra i piloti di caccia, eppure la razionalità veniva a meno quando si era direttamente coinvolti.
Aveva già vissuto situazioni simili, ma una parte di sé non era pronta ad affrontare quel lutto.
I suoi compagni avrebbero brindato in onore del loro comandante celebrando le sue vittorie, poi sarebbero tornati a volare e a combattere, seguendo l’esempio di colui che ormai tutti, alleati e nemici, consideravano come un eroe.
Per lui però sarebbe stato diverso.
Il giovane tentò di riprendere il controllo di sé. Si domandò cosa si sarebbe aspettato il fratello da lui in quel determinato momento. Di certo non avrebbe voluto vederlo affranto. La morte in combattimento era la più onorevole per un pilota, dunque avrebbe dovuto essere orgoglioso di lui.
Per quanto non amasse ammetterlo, aveva sempre provato stima e rispetto nei confronti del fratello maggiore. Fin da ragazzini erano cresciuti in competizione tra loro, un po’ per sfida e un po’ per gioco. Questo atteggiamento negli anni non era cambiato, il medesimo spirito li aveva incitati a dare il meglio anche come ufficiali dell’Esercito tedesco.
Volare insieme si era rivelata l’esperienza perfetta per due piloti che si conoscevano a fondo ed erano in grado di comprendersi in aria con un semplice cenno.
Con il tempo suo fratello non aveva esitato a conferirgli maggiori responsabilità fino ad affidargli il comando della squadriglia, consapevole delle sue capacità.
Per il minore però risultava difficile confrontarsi con la sua autorità, doveva sempre trovare un modo per contraddistinguersi agli occhi dei compagni e dei superiori. Ciò l’aveva portato spesso a compiere manovre azzardate o a prendere iniziative avventate, attaccando il nemico incurante del pericolo. Eppure non aveva mai esitato, forse una parte di sé si sentiva al sicuro, sapendo che pur distaccandosi dallo stormo, gli occhi di suo fratello sarebbero sempre stati su di lui. Oppure era stato proprio il desiderio di scomparire dalla sua vista e sentirsi libero di cacciare senza il suo controllo a spronarlo in queste temerarie imprese. 
In quel momento non seppe darsi una risposta, probabilmente entrambe le versioni erano corrette.
A volte aveva sospettato che suo fratello non lo ritesse meritevole di fiducia, oppure che l’ambizione l’avesse portato a temere un reale confronto. Ma solo ora riusciva a comprendere il suo istinto di protezione.
Non aveva dimenticato le sue critiche e i suoi rimproveri, ma ricordava anche l’espressione soddisfatta sul suo volto quando con il cuore gonfio di orgoglio riferiva ai compagni: «mio fratello ha abbattuto un altro inglese!»
Il giovane poggiò la testa sul cuscino, socchiuse gli occhi, trattenendo a stento le lacrime. Non avrebbe più udito la sua voce, non avrebbero più potuto festeggiare insieme le rispettive vittorie.
Improvvisamente fu colto dai sensi di colpa.
Doveva molto a suo fratello, anzi, ad essere sincero gli doveva tutto. Senza il suo consiglio non sarebbe diventato un pilota, forse non avrebbe mai scoperto le gioie del volo. Egli gli aveva indicato la strada e lui non aveva esitato a seguirla. Sotto la sua guida aveva appreso importanti lezioni, finché non aveva letteralmente imparato a volare da solo.  
La sua presenza era diventata opprimente, ma non poteva negarlo, in lui aveva sempre visto un punto di riferimento. Tornare a volare senza il suo supporto sarebbe stato difficile, ma era determinato a portare avanti il suo dovere anche per onorare la sua memoria. Era quello che avrebbe voluto.
Al suo ritorno al fronte avrebbe ricominciato a volare e a combattere per dimostrare il suo valore. Sarebbe tornato a cacciare insieme ai suoi compagni e a gareggiare con loro. Nessuno però avrebbe potuto competere con suo fratello, non avrebbe mai più incontrato un degno rivale come lui, di questo era certo. Così come era consapevole che anche dopo la sua morte avrebbe continuato a volare sotto alla sua ombra.
Naturalmente l’eredità di suo fratello era una sfida. Avrebbe dovuto continuare a lottare per dimostrare chi fosse realmente, dentro di sé Lothar era ben conscio di non essere soltanto l’altro Richthofen.
   
 
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