Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: lmpaoli94    30/03/2023    0 recensioni
Il fuoco del buio illuminava le sterpaglie di un luogo rimasto silenzioso per troppo tempo.
Eppure quelle luci misteriose si andavano a confondere tra le grida di quelle persone che credevano impossibile tali torture.
Eppure tutto ciò era reale agli occhi di un bambino innocente quando scoprì suo padre uccidere un nemico di vecchia data proprio nelle Sale segrete del Castello dei Corvino.
Un silenzio rotto dal dolore che nessuno poteva sopportare.
E nel mentre in tutti quegli anni si andava a mescolare tale infanzia rovinata da quell’atto abominio,, Il piccolo bambino non ebbe mai il coraggio di confessare a nessuno quello che aveva visto, nemmeno al suo miglior confidente.
Si perché non poteva fidarsi di nessuno e mentre con il passare degli anni cresceva e il regno di suo padre era ancora avvolto dal terrore, quella stessa famiglia si preannunciava a mettere fuori le sue pretese verso un momento di pace che non sarebbe mai arrivato, soprattutto se nel centro di questa storia albeggiava una vendetta che non trovava nessuna conclusione in quella storia ancora agli albori di essere raccontata.
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Giovanni sapeva bene che mettersi contro il suo stesso padre comportava una punizione senza precede nti.
E ciò lo aveva visto con Alecu, mandato a morire oltre i confini del suo regno per disobbedienza e furbizia all’insegna di un vecchio uomo che riusciva ad incutere ancora terrore.
Ma la vendetta e gli attriti di un passato non cancellavano le intenzioni di un figlio che non poteva mancare alle parole di una madre andatasene troppo presto sotto quello sguardo corrucciato di un dolore e di una solitudine che da lì a poco l’avrebbe uccisa.

Alcuni anni prima

Non poteva più rimanere in quei confini che fino ad ieri poteva considerarsi casa propria.
Doveva andare a combattere per difendere i suoi principi. Oppure perché doveva essere tolto di mezzo?
Giovanni aveva lo sguardo rude e alquanto adirato con il suo stesso padre Vàlos che non lo aveva mai considerato il suo vero figlio, ma solo un bastardo che un giorno avrebbe occupato il suo regno in quei confini tumultuosi che la neonata terra di Romania si apprestava ad intraprendere.
Ma tali tumulti cercarono di venire affossati da una donna giusta e alquanto tenace nei confronti di un Re che opprimeva la libertà con la forza e con la morte.
Prima che Giovanni potesse montare sul suo cavallo scortato da quei pochi soldati di suo padre che lo avrebbero accompagnato, la madre del giovane condottiero non poté rimanere muta a tale scena.
< Giovanni! Giovanni! >
Il nome della madre veniva mischiato tra lo sdegno generale dei servi che lavoravano in quel castello, rimanendo inerme sotto lo sguardo corrucciato e ancora incredulo del figlio.
< Non dovete ascoltare vostro padre. Lui vuole solo uccidervi. >
< Cara madre, io morirei comunque rimanendo all’interno di queste mura. Solo la notte scorsa ho capito che mio padre nasconde un segreto maligno e fa’ di tutto per eliminare i suoi nemici compreso il sangue del suo sangue. >
< Giovanni, voi non sapete… >
< Vi prego di risparmiare le vostre verità che in questo momento non potrebbero far altro che ferirmi. E io questo non lo posso tollerare. >
Giovanni non credeva minimamente a cosa la madre si potesse riferire, ma il tocco della sua mano fu confortevole in quei pochi secondi.
< Madre, è giunto il momento di lasciarmi andare. Vi prego. Non fatemi soffrire di quello che sto già patendo. >
< Giovanni, io non posso permettere che voi andiate a morire in questo modo. Non lo posso sopportare. >
< Il Re ha molto più potere di quello che noi possiamo pensare. Dobbiamo solo metterci l’anima in pace e ubbidire a quello che non ci piace. Ma quando finalmente diventerò un condottiero degno del mio nome, molte cose cambieranno. Anche il vostro destino. >
In cuor suo, la madre del condottiero sapeva bene che non sarebbe sopravvissuta a quel giorno e che avrebbe combattuto con tutte le sue forze per cercare di rimanere in vita mediante tutte le sue sofferenze.
Ma le sue impossibilità e denigrata al livello di una serva, facevano in modo che quella donna fosse sola in un castello comandato dall’odio e dall’accondiscendenza di un figlio che sapeva che essa veniva amata, ma che la sua bontà sarebbe presto stata cancellata.
< Io vi aspetterò, Giovanni. Ma vi prego, tornate presto. >
< Madre, voi meglio di chiunque altro sapete bene che il mio coraggio e il mio sangue non verranno cancellate nel nulla. Ed io tornerò e il mio ritorno sarà trionfale. >
Mentre i soldati del padre insistevano che non potevano ancora indugiare, Giovanni evit di voltarsi ancora verso sua madre per perire a quell’arrivederci che sarebbe stato trasformato in un addio incredulo.


Trovandosi al fronte e ai confini del suo regno, uno dei soldati si scusò con il principe Giovanni dicendogli una verità che non avrebbe mai voluto ascoltare.
< E’ stato vostro padre > cominciò a dire il soldato < Vostro padre vi ha tenuto lontano perché sapeva quello che quella notte avete visto con gli occhi di un bambino: la morre tenebrosa mescolata alla magia nera che vostro padre manifesta, è il primo dolore che nessuno mai vorrebbe mai assaporare… Ma che questa volta la fine di colei che credete l’unico fatto in cui vi mantiene in vita, si è spento per sempre in una notte come queste. >
Giovanni, incredulo e inviperito allo stesso tempo per non riuscire a capire tali parole obbligò il soldato a parlare chiaro e ad esprimersi con parole dirette.
< E’ vostra madre, mio principe. È morta. >
La notizia colpì il povero principe come un fulmine colpisce e brucia un albero secolare.
La sua rabbia si riversò contro quel soldato che nulla poteva mescolare o fermare tale presente.
< Chi è stato? Chi mai poteva fare una cosa del genere a mia madre?! >
< Mio principe, la verità non vi piacerà affatto. E forse in cuor vostro, sapete bene l’adempiere di tale diritto rinnegato nel sangue e nel silenzio all’interno del castello di vostro padre. >
< Mi state forse dicendo che centra lui in qualche modo. >
< Principe, sapete bene che se io continuo a parlare la mia lingua verrà strappata dalla mia bocca. Ed è per questo che vi cedo questa lettere che vostra madre ha scritto prima di esalare l’ultimo respiro… Non so cosa dire in tale frangente ma vi porgo le mie più sentite condoglianze. E che spero per voi che siate più forte del dolore e del destino che qualcuno ha deciso di disegnare per voi. >
Decidendo di rimanere solo nello sconforto generale, Giovanni scartò la lettera cercando di mantenere le lacrime che stavano sgorgando senza fine.

Caro figlio mio
Mi dispiace non averti confessato tale dolore che da alcuni mesi persuade la mia anima nel mezzo delle mie lacrime ma vi dovevo confessare che l’incredulità di un padre e un dolore soffocato per troppo tempo, sta purtroppo sfociando nel dolore e nella vendetta che solo con la mia fine sarebbe stata adempita.
Il giorno in cui vi ho concepito, qualche forza del male ha confessato al Re che voi non siete sangue del mio sangue, e che il vostro destino da bastardo avrebbe per sempre rinnegato i sani principi che si erge questo regno.
A tal punto, per tenere nascosto tale segreto, il Re Vàlos ha sempre fatto finta di nulla mischiando il suo attrito e il suo dolore nella magia nera manifestano maledizioni , epidemie, carestie e tutto quello che c’è di male in questa terra contro coloro che aveva sempre amato.
I servi e tutti gli altri che da quando sono nati lavorano in questo castello, hanno conosciuto una fine burrascosa che il male non potrà mai fermare.
Re Vàlos viene temuto da tutti coloro che osano avvicinarsi a lui solo per un mio capriccio accaduto in gioventù con un giovane soldato che mi aveva ammaliato con la sua bellezza e le sue belle parole.
Adesso io non so che fine ha fatto tale persona, ma conoscendo vostro padre, credo proprio che il mio vecchio amato sia stato punito nel peggior modo che il Re conosce: torturandolo con il piacere di farlo.
Io purtroppo, figlio mio, ho molte colpe che in questo momento non posso nascondere.
E spero tanto che la divina provvidenza possa adempiere al suo fato e potervi dare queste lettera in questa mia confessione che io spero possa giungere fino a voi dopo la mia morte.
Sì figlio mio, perché è questa la mia fine ed è questo il mio destino a cui non posso sfuggire in nessun modo.
E mentre le campane riuniscono il popolo per mettere fine alla mia esistenza in mezzo a quella piazza che ogni giorno passeggiavo per mischiare la mia solitudine colmata con la vostra gioia, io mi accingo a darvi un addio sincero come una madre può fare cercando di trovare le parole giuste.
Siate forte e pensate al vostro futuro.
La mia fine non rimarrà indegna conoscendo voi, ma spero tanto che la vostra continua esistenza possa intraprendere un giudizio lieto in mezzo a quel dolore che il vostro cuore dovrà essere forte a rigettare indietro senza però mai più voltarsi.
Ancora non so dove verrò seppellito o se il mio corpo verrà mischiato a quella dannazione che ha colpito per sempre il Re.
Ma voi Giovanni siete il futuro. Spero solamente un futuro sincero dove il sangue e l’oscurità non potrà essere la vendetta di una famiglia che ha conosciuto gloria e fama in questo territorio.
E vi prego di contenere il vostro sangue freddo che da sempre vi ha contrassegnato.
Ci rivediamo in un posto migliore.



Parole forti e concise dove Giovanni non ha potuto trattenere quelle lacrime che ancora adesso stavano sgorgando incessantemente dal suo viso.
Prendendo con Sé la sua armatura e la sua spada, si gettò fuori dal suo accampamento verso il suo cavallo mentre i soldati increduli non sapevano assolutamente che cosa avessero in mente.
Il soldato che gli aveva porso la lettere sapeva bene dove si sarebbe diretto, ordinando anche agli altri di non fermarlo.
< Il principe Giovanni deve adempiere al suo destino > gridò il soldato a tutti gli altri < Noi adesso siamo libero del nostro destino verso un tiranno che ha per sempre rovinato il futuro di questo popolo… Che la benedizione e la fortuna possa assistervi in ogni momento, mio principe. >


Una volta rincasato in quel castello che ormai non considerava mai più casa sua, le ombre e le tenebre erano più forte di qualsiasi cosa mentre i versi e le grida di un animale mistico andavano ad incrociarsi verso quello che era il suo destino e la sua paura più profonda.
< Sapevo che saresti tornato, Giovanni. Ma non pensavo così presto > fece Re Vàlos con tono piatto < Vostra madre sarebbe orgoglioso di voi. Come io lo sarei stato se solo il destino mi avesse riservato un finale diverso. Un finale che deve essere ancora scritto. >
< Voi avete fatto del male a mia madre. Ed io questo non posso… >
< Non occorre che finite la vostra frase. So bene dove volete andare a parare… Ma il vostro destino verrà scritto tra le fiamme dell’inferno che sto per sprigionare proprio contro di voi. Fuggite adesso che siete in tempo. >
E mentre quel ricordo infausto veniva mischiato dalle fiamme dell’inferno che un drago aveva deciso di manifestare, il Castello dei Corvino veniva forgiato dal dolore e dalle tenebre più acute uccidendo tutti coloro che avevano deciso di ribellarsi contro il volere del suo stesso Re.
Tutti tranne Giovanni, rimasto in vita in mezzo a quel fuoco adombrato dalla sua voglia di vendetta che da lì a molti anni avrebbe conosciuto il valore simbolico di un odio allevato con il suo stesso dolore contro quella potenza che all’inizio sarebbe stata impossibile da sconfiggere, ma che giunto in età adulta, manifestava la più grande voglia di rivalsa dopo aver conosciuto il valore della magia del fuoco in quel territorio maledetto dalla vendetta di un padre che aveva dimenticato la sua stessa felicità.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: lmpaoli94