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Autore: Gaia Bessie    31/03/2023    2 recensioni
«Isa» Lea sembra essere vicino a supplicarlo. «Lui… è solamente spaventato. Anche tu hai avuto paura, ti ricordi…».
Quando aveva paura dell’acqua.

[Partecipa alla "To be Writing Challenge 2023" indetta da BellaLuna sul Forum Ferisce più la penna]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Isa, Lea
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Idrofobia
 
 
«Non ci vuole molto impegno, ad odiare qualcuno».
Lea alza gli occhi al cielo.
«Non ti odio, Isa».
Lui sorride – sembra gli si stia spaccando la faccia.
«Però non ti vuoi impegnare» dice, scrollando le spalle. «Ad amarmi, intendo».
 
***
 
 
Quando torna Roxas, Lea non lo riconosce: non può. Eppure lo sente, perché lui lo guarda come se si conoscessero e lo chiama per nome (non con il suo, però). Axel.
Quella sera lo dice a Isa e gli fa alzare un sopracciglio – dichiara che ci vuole una certa dose di impegno anche per questo. Immaginare di essere diversi da ciò che si è.
Lea non capisce: non può nemmeno questo.
E Isa, che si è grattato il naso con un’unghia tagliata male e ora ha una croce sbiadita sul viso, gli risponde che il mondo fa così: ti vuole diverso da ciò che sei.
«Roxas non mi conosce» Lea sbuffa, ride, finge. «Come potrebbe volermi diverso?».
«Non so, dimmelo tu».
Isa ride, piano: dimmelo tu.
Axel.
 
 
***
 
«Non puoi semplicemente chiedergli scusa?».
Isa non risponde.
«Isa» Lea sembra essere vicino a supplicarlo. «Lui… è solamente spaventato. Anche tu hai avuto paura, ti ricordi…».
Quando aveva paura dell’acqua.
No, non dell’acqua. Delle cose che scorrono: e quindi il tempo, i pensieri, il sangue e pure l’acqua. Puoi annegare ovunque, anche senza impegno.
«Non mi interessa» sibila. «Non sono la sua babysitter».
(Non lo siamo).
«Siamo amici da quando eravamo piccoli, Isa».
(Non lo siamo).
«Mi dispiacerebbe doverti perdere».
 
***
 
Roxas smette di sbagliare i nomi – quasi tutti: Lea è Lea, ma Isa è sempre Saix – e chiede, domanda, cerca qualcosa (Axel) nei pensieri di Lea. Lo trova, quando gli dice.
«Saix è strano».
«Isa» lo corregge bonariamente Lea. «E non è strano, è solo…».
«Lo so, lo avevo capito» Roxas lo guarda, atono. «Si vede da come ti guarda».
«Spaventato».
Roxas ride, gli chiede se ha voglia di un gelato.
«Spaventato, sì» gli dice, mentre getta via l’involucro di plastica. «Fa paura non riuscire a lasciare andare qualcosa».
 
 
***
 
 
Isa gli dice che andrà via.
Non sa dove – sott’acqua, indietro nel tempo o perso tra i pensieri.
«Perché?».
Non gli sa rispondere: ha la pelle che prude lì, in mezzo alla faccia, come acqua e tempo e pensieri urticanti.
«Ci conosciamo da una vita, Lea».
«E per questo puoi dirmelo» risponde il rosso, piano. «Non lo direi a nessuno, te lo prometto».
Ma Isa sorride e scuote il capo.
«Lo so» dice. «Non lo faresti. Ci sono una marea di cose che la gente non sa fare».
«Non lo farei perché…».
Ridono.
In realtà ride solo Isa.
«Perché ci vuole un certo impegno, per amare qualcuno» dice, voltandogli le spalle. «E anche per odiare».
Lo guarda, un’ultima volta.
«Anche per odiare» ripete.
 
(462 parole)
   
 
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