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Autore: Ghost Writer TNCS    01/04/2023    2 recensioni
Da sempre le persone hanno vissuto sotto il controllo degli dei. La teocrazia del Clero è sempre stata l’unica forma di governo possibile, l’unica concepibile, eppure qualcosa sta cambiando. Nel continente meridionale, alcuni eretici hanno cominciato a ribellarsi agli dei e a cercare la verità nascosta tra le incongruenze della dottrina.
Nel frattempo, nel continente settentrionale qualcun altro sta pianificando la sua mossa. Qualcuno mosso dalla vendetta, ma anche dalla volontà di costruire un mondo migliore. Un mondo dove le persone sono libere di costruire il proprio destino, senza bisogno di affidarsi ai capricci degli dei.
E chi meglio di lui per guidare i popoli verso un futuro di prosperità e progresso? Chi meglio di Havard, figlio di Hel, e nuovo dio della morte?
Questo racconto è il seguito di AoE - 1 - Eresia e riprende alcuni eventi principali di HoJ - 1 - La frontiera perduta.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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35. La Regina Benevola

L’improvviso attacco di Spartakan e la sua fuga con Urmah avevano creato non poca confusione nella carovana di Havard, al punto che il pallido aveva deciso di interrompere del tutto la marcia e di anticipare il pranzo.

Mentre i suoi uomini si rifocillavano, il figlio di Hel ne aveva approfittato per discutere con Shamiram e Sigurd, così da farsi un’idea più chiara del nuovo guerriero messo in campo dagli dei.

«Cos’è un figlio dell’inferno?» domandò Havard. «Cosa c’entra la sua età con la mia? Ma soprattutto: come lo sconfiggiamo?»

Anche gli altri capitani erano interessati soprattutto all’ultima domanda, e lo stesso valeva per Tenko. Zabar dal canto suo era lì soprattutto per gli altri due interrogativi.

«Cercherò di spiegarvelo nella maniera più semplice possibile» affermò Shamiram. «Innanzitutto, i figli dell’inferno sono una variante di figli della magia. I figli della magia si chiamano così perché la madre rimane incinta senza bisogno di un uomo, ma è la magia dell’ambiente che – in circostanze molto rare – concepisce il bambino. I figli dell’inferno sono un caso particolare perché la magia che li fa nascere è originata dal collasso di un regno infernale, proprio come è successo quando Hel è stata uccisa. La sua morte è avvenuta poco dopo la tua nascita,» proseguì rivolgendosi direttamente a Havard, «per questo quell’orco è poco più giovane di te.»

Il pallido toccò il suo teschio di corvo al ricordo del regno di sua madre completamente desolato. Ci aveva messo anni per ripristinarlo, ed era solo grazie alla sua campagna di conquista se aveva ricominciato a riempirsi di anime. «Come lo sconfiggiamo?»

«Questo può essere un problema» ammise Shamiram. «I figli dell’inferno sono permeati della magia di un regno della morte, e questo li rende praticamente invulnerabili. Nemmeno Balmung o la tua magia possono ferirlo. E lo stesso vale per la mia. Anche imprigionarlo può essere un problema, dato che i figli della magia hanno sempre dei poteri molto sviluppati. E non sapendo quali siano in questo caso, è difficile – se non impossibile – pianificare una strategia davvero efficace.»

Havard rifletté con attenzione su quelle parole. «Dunque la nostra priorità deve essere capire quali siano le sue abilità.»

Mentre il figlio di Hel e l’umana discutevano di come neutralizzare Spartakan, D’Jagger diede una leggera gomitata a Freyja. «Ma… quindi esistono davvero? Voglio dire: non sono tipo una mezza leggenda?»

«No, esistono davvero» confermò l’orchessa. «Alzak Ko’Haramendi è soprannominato l’Immortale proprio perché è un figlio dell’inferno. È nato dopo l’ultimo Ragnarok, quando il dio Yama[24] è stato ucciso. Anche Wang Fang, l’Arma Primaria dei De Féaux, è probabilmente una figlia dell’inferno.»

«Uh, gente famosa! Dici che anche quel tipo potrebbe diventare un pezzo grosso?»

«Spero proprio di no. O almeno spero lo diventi solo su questo pianeta.»

«Mi piace il tuo ottimismo! Beh, mentre qua chiacchierano, direi di riprovare a contattare l’altro di questi bracciali.»

«Sai, non dovresti usare troppo quel device: potrebbero rintracciarlo.»

«Nah, è tecnologia vecchia!» ribatté il goblin mentre faceva partire la chiamata. «Dovrebbero venire sul pianeta a fare una scansione dettagliata per notarlo, ma a quel punto questo device sarebbe l’ultimo dei problemi.»

L’orchessa sospirò e scosse il capo. «Non mi piace il tuo ottimismo…»

All’improvviso un ologramma apparve dal bracciale: rappresentava il busto di una metarpia[25] dai capelli-piume azzurri con una benda sull’occhio sinistro. Era chiaramente stupita, ma in modo calmo e distaccato.

«Oh, ehilà!» esclamò il goblin. «Vai a chiamare Tenko e Zabar!» disse a Freyja. «Sono D’Jagger, tu chi sei?»

Lunaria, poco interessata al discorso sui figli dell’inferno, uscì solo in quel momento dal cappuccio del suo amico per dare un’occhiata alla nuova figura.

«Sono Persephone. Posso chiederti cosa sei?»

«Io? Sono un goblin, non si vede?»

La metarpia non era convinta. «Non credevo fossero così piccoli. E dov’è il resto del tuo corpo?»

D’Jagger rise allegramente. «Quella che vedi è solo una mia rappresentazione! Non sono davvero lì!»

L’altra non rispose, ma dal suo occhio giallo continuavano a trasparire scetticismo e diffidenza.

«Persephone?! Sei proprio tu?!»

I due demoni si avvicinarono al goblin, e solo allora la metarpia poté vederli. «Tenko. Zabar.» Rimase un attimo in silenzio. «È passato molto tempo.»

Dopo un momento di stupore, la giovane annuì. «Già. Ne abbiamo passate parecchie, ma siamo ancora vivi. E abbiamo trovato il semidio che sta guidando la rivolta contro gli dei. Siamo… suoi alleati.»

«Sì, anche qui sono arrivate voci su di lui.» Di nuovo ci mise un attimo per proseguire. «Sono felice che stiate bene.»

Tenko non si aspettava un simile commento, così ci mise un momento per reagire. «Emh, grazie. Anche tu mi sembri stare bene. A proposito, sei arrivata a sud? Hai trovato i teriantropi[26]

Persephone stava per rispondere, ma qualcuno dall’altra parte la distrasse. Poco dopo l’ologramma di un felidiano[27] apparve accanto a quello dell’ex inquisitrice: aveva la carnagione ambrata, dei folti capelli scuri e due orecchie tonde. «Tenko? Sei… tu?»

«Leonidas?!» La demone non riuscì a nascondere il suo stupore. «Che… Che ci fai lì?!»

Un altro ologramma apparve dal nulla: questa volta raffigurava un teriantropo di tipo leopardo delle nevi. Il suo fisico era piuttosto imponente, abbastanza da far sembrare Leonidas basso, e Persephone minuscola. «È proprio Tenko! E c’è anche Zabar!»

«Clodius!» lo riconobbe subito l’ex chierico. «Quindi vi siete trovati. Ah, meno male.»

«Ehi! Che fate tutti lì appiccicati?!» la voce fuori campo si rivelò essere quella di un metarpia di tipo falco alto all’incirca quanto Leonidas. Il nuovo arrivato appoggiò il braccio sulla testa di Persephone, quasi a sottolineare la loro differenza di statura. «Ehi, ma guarda un po’ chi abbiamo qui!»

Tenko e Zabar lo riconobbero immediatamente grazie ai capelli-piume dritti verso l’alto a formare una cresta maestosa e scenografica.

«Ramses?!» esclamò la giovane, quasi in un ringhio.

«Va… Va tutto bene lì?» chiese il demone, preoccupato dalla presenza del figlio di Horus.

«Per quanto possa sembrare strano, in effetti va tutto bene» confermò Persephone, ma non prima di essersi liberata del braccio del semidio. Lo disse in maniera rassegnata, ma anche rilassata.

L’altro metarpia ghignò beffardo. «Dato che tutti voi piantagrane siete a nord, qui a Meridia le cose sono quasi noiose!»

«Se gli stai facendo del male, sappi che te la farò pagare!» ringhiò la demone.

«Tenko, Ramses è davvero dalla nostra parte» provò a tranquillizzarla Leonidas. «Anche se, detto da me, non so quanto tu possa crederci…»

«Per quanto possa essere fastidioso, vi assicuro che questo pallone gonfiato non è più un problema» confermò Clodius, e per sottolineare la cosa schiacciò la cresta del metarpia con la sua manona. Cosa che, ovviamente, a Ramses non piacque per nulla. «Abbiamo sentito della guerra che state combattendo a nord, ma anche qui le cose stanno cambiando. Adesso anche qui c’è qualcuno che sta guidando una rivoluzione. E tutti noi siamo con lei.»

«A questo proposito, è possibile far parlare il vostro capo con il nostro come stiamo facendo noi adesso?» domandò Persephone.

«Certo» confermò D’Jagger. «Solo che al momento è un po’ occupato. Ma possiamo sicuramente metterci di nuovo in contatto. Basta che vi ricordate di rispondere.»

Dopo aver spiegato più nel dettaglio come accettare una chiamata, il goblin lasciò a Tenko e Zabar la possibilità di parlare con i loro vecchi amici e nemici, soprattutto per capire come mai si trovassero tutti insieme. E il motivo era da attribuirsi alla persona che stava guidando la rivoluzione nel continente meridionale.

«Tutti quanti crediamo in lei e siamo convinti che stia facendo la cosa giusta» concluse Persephone. «Sono sicura che capirete quando parlerà con Havard.»

I due demoni non dovettero attendere a lungo, perché il figlio di Hel diede la sua disponibilità per quella stessa sera. Anzi: ora che sapeva che c’era un’altra rivoluzione a Meridia e che poteva mettersi in contatto con la persona che la stava guidando, il pallido era impaziente di parlare con lei.

Quando il collegamento fu pronto, Havard prese posto a un semplice tavolo da campo. Insieme a lui nella tenda c’era una sedia vuota, ma bastò attendere pochi secondi e una persona si materializzò dal nulla per sedersi. Al contrario della chiamata precedente, adesso l’ologramma era a dimensione naturale, ma la donna in questione risultava comunque più bassa di Havard. Era una faunomorfa dai grandi occhi neri, con orecchie da cerbiatta e la carnagione color cioccolato. I suoi folti capelli ricci erano tenuti all’indietro da un cerchietto dorato, quasi a suggerire un’aureola o una corona. Per quanto fosse minuta, la sua aura era solenne, e i suoi tratti morbidi erano distesi in un’espressione gentile e autorevole al tempo stesso.

«Buonasera, Havard» esordì la faunomorfa in tono amichevole. «Sono Pentesilea. Non mi aspettavo di incontrarvi così presto, ma sono molto felice di poter parlare con voi.»

«Buonasera, Pentesilea» ricambiò il pallido. La sua voce era più severa, ma comunque cordiale. «Non vi nascondo che non pensavo che anche a sud steste combattendo contro gli dei, ma a maggior ragione anche per me è un piacere potervi parlare.»

«Se posso permettermi, vi devo correggere» ammise la donna. «Noi non stiamo combattendo contro gli dei. Il nostro è un movimento pacifico basato sul dialogo e la comprensione reciproca. Certo, alcuni sostenitori degli dei hanno cercato di fermarci e ci siamo dovuti difendere, ma sono fiduciosa che il dialogo con gli dei ci porterà al risultato che auspichiamo.»

Il figlio di Hel non riuscì a nascondere il suo stupore. «E quale sarebbe questo risultato?»

«Che gli dei riconoscano che la nostra civiltà è pronta a proseguire in autonomia, e che il Clero lasci le funzioni di governo per concentrarsi sul testimoniare la nostra eterna riconoscenza verso gli dei.»

Havard rimase un attimo pensieroso. «In pratica volete che gli dei se ne vadano e che il potere passi nelle vostre mani.»

«Qualcuno deve riempire il vuoto di potere, e credo di essere la persona più indicata per garantire una transizione pacifica» confermò Pentesilea. «Per lo meno, questo per quanto riguarda Meridia. Vi assicuro che non ho alcun interesse a estendere la mia influenza ad Artia, ma non vi nascondo che sarei felice se anche lì gli scontri cessassero quanto prima.»

«Comprendo i vostri ideali, ma non penso che qui sarà possibile raggiungere una soluzione pacifica. E, se posso permettermi, in tutta onestà credo che le mie vittorie ad Artia abbiano avuto un ruolo non indifferente nello spingere gli dei di Meridia a considerare il vostro… esilio dorato.»

«Questo non posso escluderlo» rispose la faunomorfa. «Credo che in questo momento siamo entrambi troppo impegnati per discutere del futuro, ma lasciatemi dire che la mia priorità è creare un mondo dove tutti possano convivere in armonia, e spero di poter contare sulla vostra collaborazione.»

«La mia priorità è guidare il mondo verso il progresso, così che tutti possano ambire a una vita migliore. Mi sembra che i nostri obiettivi non si escludano a vicenda, ma immagino non sarete disposta a rinunciare alla vostra influenza su Meridia.»

«Perché no? Non ho intenzione di regnare per sempre, e anzi sarei lieta di cedere il mio posto ad altri governanti che si dimostrino all’altezza del compito. Ma sono anche convinta che il mondo sia troppo vasto e troppo diverso perché una persona sola possa governarlo. Tuttavia, come vi ho detto, è ancora presto per discutere di questo.»

Havard annuì.

Pentesilea si alzò. «Vi ringrazio per questo incontro, spero avremo modo di discutere ancora in futuro.»

Il pallido fece altrettanto. «Grazie a voi. E anche per me sarebbe un piacere discutere ancora con voi.»

La faunomorfa si allontanò dal tavolo e il suo ologramma sparì. Anche il figlio di Hel uscì dalla tenda per informare D’Jagger che poteva spegnere l’artefatto.

«Sommo Havard, è stato un incontro proficuo?» chiese Reton, che aveva atteso all’esterno con gli altri capitani.

Havard annuì. «Direi di sì. Al momento anche i ribelli di Meridia sono impegnati a occuparsi degli dei, quindi per il momento possiamo concentrarci sulla nostra guerra. Non so se il loro piano avrà successo, ma se riusciranno a sbarazzarsi degli dei del sud, tanto meglio per noi. E poi si vedrà.»

***

Il giovane orco attese che le guardie gli aprissero il portone e poi entrò rispettosamente nella sala del governo di Kandajan. «Scusate il disturbo. Mamma, mi hanno detto che volevi vedermi immediatamente.»

«Oh, Dra’vius!» esclamò una delle due orchesse presenti. Indossava abiti molto importanti, degni della governatrice della città. «Vi prego, potete darci un momento?»

Gli altri annuirono e lasciarono la stanza rivolgendo dei rapidi cenni di saluto al nuovo arrivato.

«Qualcosa non va, mamma?»

Il giovane non era particolarmente alto, aveva un fisico esile e l’incarnato sbiadito, tipico degli orchi pallidi. La donna al contrario era molto corpulenta, quasi quanto un uomo. Un tempo doveva essere stata molto muscolosa, ma il ruolo di governo aveva ammorbidito il suo fisico, rendendolo paffuto e formoso.

«Ho chiesto a Soggo e Urlok di preparare provviste e monoceratopi per essere pronti a partire in ogni momento» affermò la governatrice. Gli mise una mano sulla guancia. Era grande e portava i segni di vecchi calli, ma in quel momento era solo affettuosa. «Mi hanno riferito che il figlio di Hel sta arrivando con il suo esercito. Farò tutto il possibile per fermarlo, ma se le cose dovessero mettersi male, dovrai fuggire. Hai capito?»

«Ma… No! Devi venire anche tu! Se resti, ti ucciderà!»

Lei abbassò lo sguardo. «Non posso più fuggire da quello che ho fatto. Ma tu devi vivere. Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per te.» Lo baciò sulla fronte. «Promettimi che fuggirai se le cose dovessero mettersi male.»

Lui la abbracciò con forza, sforzandosi di trattenere le lacrime. «Ti voglio bene, mamma.»

Lei lo avvolse con fare protettivo. «Anche io, Dra’vius. Anche io.»


Note dell’autore

Ciao a tutti!

Come anticipato nello scorso capitolo, qui scopriamo cosa sono i figli dell’inferno e come mai sono così forti. Non sarà facile per Havard e co. gestirlo, ma dovranno trovare un modo.

Poi finalmente sono riuscito a mostrare qualche vecchia conoscenza :D Grazie a Persy e agli altri scopriamo che anche a sud le cose stanno cambiando, con la differenza che lì le cose sembrano molto più pacifiche. Forse ha ragione Ramses a dire che tutti i piantagrane sono ad Artia ^.^"

La discussione tra Havard e Pentesilea è stata molto “introduttiva”, ma chi ha già letto I Gendarmi dei Re può immaginare che i due avranno altre occasioni per confrontarsi ;)

Nel finale vediamo per la prima volta la governatrice di Kandajan, nonché l’assassina di Hel. Mi chiedo se era così che ve la immaginavate XD (comunque la Regina Benevola del titolo è Pentesilea, non questa orchessa :P).

Nel prossimo capitolo l’orco pallido riuscirà finalmente a confrontarsi con lei, ma non aggiungo altro.

Grazie a tutti e a presto ^.^


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[24] Nella mitologia buddista, Yama è il re dell’oltretomba. È noto anche come Yanwang o Yanluowang nella mitologia cinese, e come Enma in quella giapponese.

[25] Sottospecie di faunomorfo (da “fauna”, ossia l’insieme delle specie animali). Il termine richiama le arpie.
Per maggiori informazioni: tncs.altervista.org/bestiario.

[26] Il nome è una fusione delle parole greche “therion” (bestia) e “anthropos” (uomo).

[27] Variante di faunomorfo. Il termine deriva dalla famiglia dei Felidae, che nella classificazione scientifica raggruppa i felini.

   
 
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