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Autore: Jason_Trth Hrtz    02/04/2023    0 recensioni
[Bloom x Sebastian]
«Se ti unissi a me, avresti tutte le risposte che hai sempre cercato, Bloom».
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: I trust(ed) you
Autore: Jason_Trth Hrtz
Fandom: Fate: The Winx Saga
Pairing: Bloom x Sebastian
Rating:  giallo
Parole: 1546
Avvertimenti: adulto x minore (non accade nulla di estremamente esplicito), manipolazione, corruzione protagonista
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, sono proprietà dei rispettivi autori
Note: se notate alcune differenze con il canon, non siete voi che ricordate male, sono io a essermi preso delle libertà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I TRUST(ED) YOU

 

 

«Se ti unissi a me, avresti tutte le risposte che hai sempre cercato, Bloom».

Sentiva il suo respiro caldo sulla guancia. Alcuni capelli ramati si erano spostati con l’azione e dei filamenti le accarezzavano la pelle arrossata dall’agitazione. Pensare che lo avesse fatto di proposito non sembrava più un’assurdità, dopo aver scoperto tutti i raggiri di cui sia lei sia il resto di Alfea erano state vittime.

Sebastian l’aveva fregata.

Si fidava di lui, si era fidata dal primo istante in cui l’aveva incontrato e le aveva sorriso, facendo battute sciocche per cercare di allentare la tensione.

A quanto pareva, la sua vera faccia era un’altra.

«Per tutto questo tempo…» strinse i pugni, troppo adirata per riuscire ad articolare frasi che non siano una sequenza di insulti.

«Lo so, Bloom, lo so» si limitò a dire lui, come se sapesse leggerle la mente, poi si ricordò che, in effetti, Sebastian era in grado di farlo, con i poteri che aveva rubato alle altre fate.

«Ti ho mentito. Ho dovuto, per il bene dei miei compagni, da tempo perseguitati e ammazzati come animali, perché ritenuti “pericolosi”», fece una pausa e le rivolse un risolino amaro quando lei, con uno scatto della testa, lo fissò negli occhi, ora faccia a faccia.

Usare quella carta con lei era voler vincere facile. Bloom lo sapeva, eppure non riusciva a non provare completa empatia per la situazione da lui descritta.

«Pensavo che proprio tu, Bloom, fra tutti gli altri, saresti stata quella che avrebbe capito meglio le mie motivazioni…»

«Motivazioni che hanno massacrato fate innocenti!» non riuscì a trattenersi dall’urlagli in faccia, nonostante la breve distanza che li separava.

«Anche nella mia gente c’erano persone innocenti!» alza la voce Sebastian, pur trattenendosi visibilmente dall’urlare. Anche lui si era fatto più vicino e nella semi-ombra riusciva a vedere le vene del suo collo ingrossarsi.

I loro respiri a un soffio l’uno dall’altro.

Doveva esporre il collo per continuare a guardarlo negli occhi, vista la loro nuova posizione, ma nel suo stomaco la Fiamma del Drago infiammava più potente di un vulcano in eruzione.

La ragione non è più in sua compagnia.

«Mi sono fidata di te…» termina la sua frase, con la sensazione di avere una stalattite conficcata nel petto. La squarcia fin dentro le viscere.

Lui la guarda con una ritrovata dolcezza, in contrasto con la mascella irrigidita che pulsa sotto l’intensità delle sue emozioni.

Lei non ha il potere di sentire o leggere le emozioni, pensieri, altrui, ma in quel momento non sembra averne bisogno per sapere ciò che Sebastian deve star provando o pensando.

I suoi occhi, il modo in cui la guarda, come mai prima l’aveva guardata, le fece capire esattamente dove sarebbe andato a parare con il suo discorso. E non sapeva se era pronta a sentirgli dire quelle parole, non sapeva se sarebbe riuscita a mantenere la calma, quando tutto quello che avrebbe voluto fare era radere al suolo, bruciare, ogni cosa nel raggio della sua fiamma; come era già successo in passato.

«E puoi farlo ancora, Bloom» le disse mellifluo, sussurrando ora, senza neanche toccarla fisicamente; come invece si era aspettata che provasse a fare in una situazione del genere. La carezza della sua voce, simile a quella provata prima, quando il suo fiato le aveva sfiorato i capelli, bastò a farla sentire sopraffatta.

Bloom scosse la testa. Non poteva permettergli di entrare nuovamente nella sua mente.

«No» disse soltanto. Come se dovesse convincere più se stessa, che Sebastian.

«Bloom--»

«No! Smettila! Smettila!» scosse di nuovo il capo e agitò le braccia in un movimento dall’alto verso il basso, come trapassata da una nuova energia. I suoi occhi assunsero la tipica tinta arancione.

«Esci dalla mia testa» disse, scandendo ogni singola parola tra i denti che quasi stridevano insieme. Avanzò di qualche passo verso di lui, e Sebastian indietreggiò. Arrivò a toccare il muro con la schiena ampia, pur di provare a farla sentire in potere della situazione. Fin lì ci arrivava anche lei. A quanto pare quel lato di Sebastian era presente sia nella sua versione da “buono” sia in quella da “ucciderò chiunque non mi sia utile”.

Ora era Sebastian quello ad essere, fisicamente, con le spalle al muro, ma nonostante questo, quella che davvero sembrava non avere vie di fuga era Bloom.

 

Se non si univa a lui, con molte probabilità non avrebbe trovato mai la verità sulle sue origini, la sua famiglia, il potenziale della sua Fiamma del Drago. Con altrettante probabilità dovrà trovare il modo di ucciderlo, e con lui tutte le risposte che potrebbe facilmente avere, se “solo” si unisse a lui.

Ma, se si unisse a lui, vorrebbe dire tradire le sue amiche e tutte le fate di Alfea, senza contare la memoria delle fate che sono state strappate alla vita come vittime sacrificali non volontarie.

 

Qualsiasi cosa facesse, qualcuno ne avrebbe pagato il prezzo.

Si trattava di scegliere tra il suo dolore o quello degli altri.

Quale le sembrava più sopportabile?

 

«Ci stai pensando troppo, Bloom…» come un Diavolo tentatore, Sebastian le sussurrava parole di conforto, per spingerla nella direzione da lui desiderata.

Aveva le mani alzate, come segno di resa, a promettere che non avrebbe usato i suoi poteri contro di lei, per minacciarla o costringerla a fare alcunché.

Che collaborazione funzionale sarebbe mai potuta essere, se dovevano costantemente guardarsi le spalle dalla minaccia che rappresentavano l’uno per l’altro.

«Se prometti di abbandonare ogni presupposto di salvezza per il resto del mondo delle fate, io prometto di aiutarti a trovare te stessa. La tua vera essenza, quella che ti è stata nascosta e portata via contro la tua volontà…»

Si vergognava di ammetterlo anche solo a se stessa, ma più Sebastian parlava, più le conseguenze le sembravano giustificare i mezzi.

 

Doveva solo essere egoista.

 

Non sarebbe stata la prima volta che agiva per i suoi interessi, nonostante la vicinanza con Alfea e le altre fate le avesse fatto capire che l’unione faceva davvero la forza, anche se allo stesso tempo ti rendeva vulnerabile.

Tuttavia, un’unione di convenienza con Sebastian sembrava presentare zero vulnerabilità, per lei.

Lo avrebbe usato per ottenere la verità, poi avrebbe potuto tradirlo e ritornare ad aiutare le fate.

 

Accidenti.

 

Si era appena dimenticata, come un’idiota, che Sebastian poteva leggerle la mente.

 

Le sorrise con un angolo della bocca sollevato, come se non fosse sorpreso delle sue macchinazioni da eroina mancata.

«La stai facendo più complicata di quello che necessita», la sua voce era ritornata sui toni bassi a cui era abituata.

Sebastian abbassò le mani, e in quel momento Bloom ebbe l’impressione che ogni trattativa ragionevole aveva raggiunto il suo tempo limite.

 

Che strategia avrebbe usato, ora?

E lei sarebbe stata pronta con un contrattacco?

 

Mosse un singolo passo verso di lei, poi una mano le sostenne la guancia calda e umida di una lacrima solitaria, che solo in quel momento si rese conto di aver versato. Avrebbe voluto sapere quando, esattamente, era successo.

Le accarezzò con il pollice le lentiggini che dipingevano il suo viso.

E lei non fece nulla. Non reagì in nessun modo che avrebbe avuto senso.

Perché non aveva paura? Sebastian stava forse usando uno dei poteri rubati per privarla o alterare le sue vere emozioni? Tutti i suoi dubbi e tentennamenti morali? Musa aveva fatto qualcosa di simile con Sam, in passato, quando il ragazzo aveva rischiato di morire, ma Bloom sapeva che Sebastian avrebbe dovuto presentare qualche effetto collaterale su di lui, se quello era ciò che le stava facendo.

Eppure, lui traspariva più tranquillo che mai, come se lei non lo avesse minacciato di trasformarlo in un fiammifero consumato.

Le mani di Bloom si rilassarono dai pugni in cui erano stati stretti fino ad allora, improvvisamente non sembrava avere più senso resistere.

Sebastian, notando sicuramente la sua calma improvvisa, così rara per lei, e non più pronta a incenerire tutto, le avvolse anche l’altra guancia. Le sue mani le tenevano la testa e la portarono a puntare lo sguardo solo su di lui e nient’altro intorno a loro.

Non che avrebbe mai potuto distogliere lo sguardo da Sebastian. Era come una calamita ogni volta che entrava in una stanza.

«Tutto questo può risolversi senza altre morti, se le fate decidono di seguire il mio comando» le disse, poi alzò il mento e la guardò con gli occhi quasi socchiusi: «averti dalla mia parte li convincerebbe ad arrendersi».

Bloom aveva il presentimento che il discorso non fosse ancora finito, quindi si impose di trattenere la lingua e ascoltare ogni sua parola, fino alla fine.

«Da soli siamo forti, ma insieme saremmo imbattibili», un’altra carezza, di entrambi i suoi pollici, le movenze ricordavano lo spolverare un tesoro sepolto appena ritrovato e che si maneggia con estrema cura. La sua voce le strisciò nei padiglioni auricolari, sentì sulla pelle le tracce lasciate dalla loro marcia.

«Bloom…» sembrò voler concludere il suo discorso lasciando un’aria di aleggiata attesa intorno a loro.

Il suo volto si avvicinò al suo, come a scrutarla meglio, e lei non provò a scansarsi. Non ci riuscì, era come assuefatta da lui, la sua figura, le sue parole, i suoi occhi neri come il male incarnato.

Non se ne rese conto finché non era già accaduto.

 

Le labbra di Sebastian toccarono le sue, e Bloom chiuse gli occhi.

 

 

   
 
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