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Autore: dragun95    02/04/2023    2 recensioni
Sono passati sei mesi dagli eventi della città di Nidolan in cui gli Inquisitori hanno trionfato. Nonostante ciò il lavoro degli Inquisitori non è ancora finito.
Havel un membro dei Consiglieri dell'ordine con il secondo potere decisionale più forte. Decide di riprendere le sue armi è mettersi alla ricerca di una reliquia che forse, potrebbe aiutarli. Ma trovarla non sarà semplice nemmeno per lui e l'epidemia della piaga, potrebbe complicare le cose.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
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CAPITOLO 4

 

<< È da un po' che non provavi a contattarmi >> disse la voce della divinità della luna nella sua mente. Le divinità preferivano non scendere sul piano fisico, almeno in determinati casi e sempre con un tramite ottenuto da un elemento fisico sia naturale che non.
Altri invece preferivano rivolgersi a chi li contattava direttamente con un collegamento telepatico, come stava facendo Tsukuyomi con Havel.
 
“Mi duole disturbarvi, ma ho bisogno di risposte!” ammise il lupo degli Inquisitori. Avrebbe dovuto consultare prima Tsukuyomi, ma sapeva che avrebbe dato risposte enigmatiche. Il dio era fatto così.
 
<< So che cosa vuoi chiedermi. Riguarda le rovine del tempio di Thoth e del Lago della luna >> non annuì, ma tanto il dio sapeva di aver centrato il bersaglio. La voce di quest’ultimo tacque per un breve lasso di tempo prima di rispondere.
 
<< Sfortunatamente non ho niente di utile da dirti >> ammise il dio della luna.
 
“Non sapete proprio niente?” gli sembrava strano che uno come lui ne fosse all’oscuro. La luna osservava sempre tutto di notte e quindi aveva molto tempo per ascoltare indisturbato.
 
<< Ero presente quando i fedeli dei tre schieramenti hanno iniziato quella futile guerra. La conoscenza è un dono di tutti…che ci siano divinità saccenti è un'altra cosa >> l’ultimo commento sembrava più personale: << Ma comunque se si tratta del tempio io non potrei vederci comunque dentro! >>
 
“Per via della benedizione?” il Consigliere sapeva che in tempi antichi quando un tempio veniva eretto in onore di una determinata divinità. Quest’ultima lo benediceva con il suo potere, così che le altre non potessero entrarvi senza il suo consenso.
Queste benedizioni erano molto potenti e potevano svanire solo se il luogo veniva distrutto completamente o se era la divinità stessa a rimuoverla.
 
“Quindi il tempio non è stato distrutto?” ma allora che cos’è il tempio in rovina che secondo le sue fonti si trovava sul lago.
 
<< Quell’ibis da biblioteca è più sveglio di quanto i mortali possano credere. Ma sfortunatamente non posso dirti il suo contenuto >> e questo poteva essere un problema, ma doveva risolvere una questione per volta.
 
“Come faccio a raggiungerlo?” domandò infine. In quel momento era la cosa che più gli premeva.
 
<< Il velo dell’acqua nasconde misteri sotto di esso. Ma per svelarli, segui la mia luce quando è totale >> ed ecco uno dei suoi enigmi, Tsukuyomi tendeva a porre risposte in quel modo. Ma non sapeva se il dio ci trovasse gusto o per qualche suo motivo che non capiva.
 
“Nient’altro?”
 
<< Per il momento pensaci su Havel >> dopo quelle parole, tutto tacque. Il dio della luna non aveva altro da potergli dire e di certo non lo avrebbe richiamato subito. Il Lupo degli Inquisitori si mise seduto poggiando le mani contro le ginocchia, doveva risolvere l’enigma perché la risposta era contenuto in esso. E visto che al momento non doveva andare da nessuna parte, poteva pensarci con tutta calma.
Ma vista l’ora sarebbe stato meglio pensarci la mattina dopo. L’uomo si sdraiò tra le spire della sua cavalcatura lasciando che lo avvolgesse con una coperta squamosa, prima di rimettersi la maschera sul volto e provare a dormire.
 
 
 
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La mattina seguente le teste dell’Anfisbena si mossero di scatto voltandosi verso le sbarre della cella, avendo sentito qualcosa. Havel si svegliò ma senza alcuna fretta, limitandosi a sistemarsi meglio la maschera.
 
-Quindi tu sei uno degli Inquisitori!- disse una voce femminile. Si alzò lentamente e altrettanto lentamente si voltò verso la figura oltre le sbarre.
Era una giovane donna alta nella media dal fisico snello e dalla carnagione verde sbiadito, il viso era incorniciato da dei capelli color rame tagliati corti e da cui spuntavano delle lunghe orecchie a punta.
 
-Buongiorno- la salutò lui cordiale, la giovane sembrava essere un’alchimista viste le caratteristiche e le mani nere, ma per il resto aveva anche altri tratti che non erano legati a quella razza.
 
-Che hai da guardare?- gli chiese infastidita, puntando gli occhi neri verso i fori della maschera per gli occhi. Mentre lui abbassava lo sguardo sul suo fucile.
 
-Quindi sei venuta ad uccidermi? Ma dimmi sono stati i capi villaggio o è una tua iniziativa?- la ramata sembrò rabbrividire, non tanto per quelle domande, ma più per il tono che aveva usato. Completamente calmo e rilassato, quasi freddo. Era come se non temesse di essere ucciso da un momento all’altro.
 
-Potrei- ammise Miriam puntandogli contro il fucile, tuttavia lui non si mosse di un millimetro: -Ma no…sono venuta a portarvi la colazione- disse allungandogli un vassoio dall’apertura ai piedi delle sbarre. Havel lo prese, la colazione era composta da del pane, con delle uova e una brocca d’acqua. Non era il suo pasto peggiore, anzi si aspettava di peggio.
 
-Grazie- gli disse prendendo il pane e passando le uova all’Anfisbena che le fece sparire in un battito di ciglia. Miriam gli lanciò un’occhiataccia prima di andarsene e portarsi dietro il fucile. Non disse niente, limitandosi ad alzarsi la maschera e mordere il pezzo di pane.
 
 
Aveva portato la colazione al prigioniero come gli era stato richiesto. Quindi Miriam poteva tornare ai suoi allenamenti. Mentre passava per il villaggio poteva percepire che l’aria era molto tesa così come i suoi compagni e amici.
L’arrivo di uno di quei “Corvi” era di pessimo auspicio. I suoi genitori avevano dato l’ordine di aumentare la sorveglianza e stare ancora più all’erta. Sospirò tornando alle fucine del villaggio, non aveva voglia di stare sulle mura ad annoiarsi.
 
-Miriam sei tornata- disse un altro Alchimista che la vide entrare, lasciando quello che stava facendo.
 
-Il nostro “Ospite” è così spaventoso come si dice?- si aspettava quella domanda, dopotutto i suoi genitori l’avevano incaricata di tenerlo d’occhio.
 
-Non saprei, visto che indossa sempre quell’uniforme non posso vederlo in faccia. Ma posso dirti che ha molto sangue freddo!- l’altro non rispose, anche se aveva salvato i loro, era restio ad avvicinarsi.
 
-A proposito, i miei cosa dicono delle sue armi?- guardò il fucile, trovandolo molto interessante. Tutti erano interessati alle armi degli Inquisitori, sia per la loro peculiare capacità di diventare altre armi, che del metallo da cui erano forgiate: Ignis.
In molti avevano provato a ricrearlo, ma senza successo. Era uno dei segreti meglio conservati dell’ordine e il solo pensiero di averne una a portava di mano stava attirando la parte Alchimista che era in lei.
 
-Scordatelo ragazzina!- i due si girarono trovandosi davanti un vecchio Alchimista con una barba folta color ruggine e dei capelli ricci con alcune ciocche grigie dovute all’età. Era Khalak il capo fabbro delle fucine del villaggio.
 
-So cosa stai pensando! I capi hanno detto di tenere l’arma sotto chiave e non farla toccare da nessuno- disse per poi aggiungere: -Specialmente da TE!- Miriam si sentì offesa da quelle parole. Perché i suoi non si fidavano a fargli tenere quell’arma, non era mica avvelenata.
 
-I miei genitori credono che dovrei essere controllata?-
 
-SI!- rispose il vecchio Alchimista. Facendo arrabbiare non poco la ramata, che se ne andò con passo pesante. Vedendola cosi il vecchio Khalak sospirò scuotendo la testa per la sua immaturità.
 
 
 
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<< Quindi al momento si trova bloccato in prigione?! >> disse una voce dal becco di un corvo-comunicatore. Un oggetto magico creato dagli Inquisitori per comunicare a distanza con i loro membri, modellato a forma di un corvo per passare inosservato.
 
-Già- rispose il Consigliere con tono piatto. Nel mentre stava parlando con chi era in ascolto dell’ordine il suo Anfisbena stava controllando la cella. Dall’altra parte dell’apparecchio magico non uscì alcun suono, forse chi era dall’altra capo stava valutando che cosa dire.
 
<< …uhm, aspetti Consigliere…stiamo cercando di.. >> sentì dei bisbigli e la voce di chi gli stava parlando che iniziò a discutere con qualcun altro.
 
<< Cos’è una specie di presa in giro questa? >> riconoscendo la voce di Sabina: << Perché sarebbe abbastanza divertente >> ammise lei dall’altro capo.
 
-No, non è uno scherzo!- il tono con cui l’aveva detto era così serio che non lasciava dubbi. La Imp si chiese quanto dovevano essere forti per aver catturato uno come Havel o se era stato solo un colpo di fortuna.
 
<< Come hanno fatto a catturarti? Avevi i pantaloni calati? >> la sua testa scivolò in basso per quel commento. La sua collega doveva sapere che non era come Varsos.
 
-Sarebbe troppo lunga da spiegarti- avrebbe potuto anche farlo, ma se fosse arrivato qualcuno e avesse trovato il corvo. Sarebbe potuto diventare un problema, visto che preferiva non ricorre alla violenza per il momento.
 
<< Ti dobbiamo mandare una squadra in soccorso? >> il solo pensiero che gli sarebbe servito l’intervento di altri era qualcosa di impensabile. Una cosa che sarebbe potuta accadere solo una volta su un milione e lei forse ne stava per essere testimone.
 
-No, conto di usare la diplomazia. E al massimo posso fare da solo!- concluse lui, aveva già individuato i punti deboli della cella. Quindi poteva scappare o evadere quando voleva.
 
<< Ricordati che hai una scadenza Havel! Più tempo passi lì e più il tuo si assottiglia…inoltre sei sicuro di trovare qualcosa?- lo scetticismo della Consigliera non si era per niente placato e forse nemmeno quello degli altri. Questo il Lupo degli Inquisitori lo sapeva benissimo, ma a lui bastava che gli dessero fiducia e quella era sicuro di avercela.
 
-Ho chiamato Tsukuyomi e mi ha confermato che il tempio c’è ancora…ma non ha potuto dirmi niente sul contenuto a causa della benedizione- a Sabina non occorse altro per capire cosa volesse dire, ma se non altro sapere che il tempio c’era la faceva sentire un pochino più sollevata e speranzosa.
 
<< Va bene, ma prendi il comunicatore nel corvo meccanico e teniamoci in contatto. Informerò io gli altri >> allungò la mano aprendo il petto del corvo meccanico e tirando fuori dallo scomparto un’oggetto piatto simile ad una conchiglia a spirale.
 
-Prima di chiudere…avrei un favore da chiederti Sabina- disse infine togliendosi la maschera dal volto.
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Ecco il nuovo capitolo. Havel ha avuto una chiacchierata col dio della luna del Giappone. Il quale ha confermato la presenza del tempio ma è rimasto comunque enigmatico.
Poi conosciamo un nuovo personaggi: Miriam, che è la figlia dei capi del villaggio. L’interesse per le armi dei Inquisitori è molta per molti individui.
 
Nel finale Havel ha comunicato con l’Ordine degli Inquisitori e ha chiesto un favore a Sabina. Chissà di cosa si tratta?
Dovrete aspettare il prossimo per saperlo, io vi saluto e ci vediamo al prossimo aggiornamento,
A presto.
  
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