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Autore: hotaru    13/09/2009    4 recensioni
My carillon and me
Were two inseparable strange melodies

“Da piccolo aveva aperto il minuscolo coperchio di velluto che celava il meccanismo, curioso di conoscerne i segreti più reconditi.
Aveva osservato a lungo il moto delicato delle piastrine di metallo: urtavano contro le minuscole punte del rullo girevole, producendo le note di quella continua melodia. Non servivano pile, né elettricità: bastava caricare il meccanismo, girando la chiavetta che si trovava sotto il piedistallo, perché lei continuasse a danzare all’infinito.”
Hinata/Gaara, accenni Kankuro/Ino sulle note di “Carillon” dei Magic Box
Dedicata a eringad
Prima classificata al 90's dance contest indetto da LalyBlackangel e Bambi88 e vincitrice del premio per il miglior uso della canzone
Genere: Drammatico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sabaku no Gaara , Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1- Due strane melodie inseparabili
Dato che si tratta di una song-fic, questa storia andrebbe letta ascoltando “Carillon” dei Magic Box.




Il demone e il carillon


Il demone e il carillon




Due strane melodie inseparabili


Last night I had a dream
Where I was all alone walking on the street
My carillon and me
Were two inseparable strange melodies

[La scorsa notte ho fatto un sogno
In cui ero tutto solo a camminare per la strada
Il mio carillon ed io
Eravamo due strane melodie inseparabili]


Da piccolo aveva aperto il minuscolo coperchio di velluto che celava il meccanismo, curioso di conoscerne i segreti più reconditi.
Aveva osservato a lungo il moto delicato delle piastrine di metallo: urtavano contro le minuscole punte del rullo girevole, producendo le note di quella continua melodia. Non servivano pile, né elettricità: bastava caricare il meccanismo, girando la chiavetta che si trovava sotto il piedistallo, perché lei continuasse a danzare all’infinito.
Un altro sistema, altrettanto semplice ma ingegnoso, le permetteva di danzare in eterno sull’acqua, umana ma elegante quanto l’animale in cui si trasformava.
Ed era allora che il cervello iniziava a pulsare e la bestia a ruggire.

Di norma quella musica lo calmava, riuscendo a sedare il mostro almeno finché non lo riportava sotto il suo controllo. Quel che non aveva capito in tempo era che quella cosa si tranquillizzava solo perché era lei a danzare, per lui e soltanto per lui.
“È bella.”
- Sì, lo è -.
“E affascinante.”
- Già -.
“Trovala.”
Non era in grado di opporsi ai suoi ordini. Non lo era mai stato. Se voleva qualcosa, lui l’avrebbe messa in pratica senza discutere.
Specialmente se, per una volta, i loro desideri erano sulla stessa lunghezza d’onda.


- Mio Dio, Tem, hai letto? -.
- Che cosa? -.
- Stanotte hanno ucciso una ragazza -.
- Come? Stai scherzando? -.
- Magari. Senti qua – Kankuro iniziò a leggere, mentre la sorella si sedeva di fronte a lui con la   tazza del caffé in mano – “Ritrovato stamani nella zona del porto il corpo di una giovane donna di nazionalità cinese. Liang Ten Ten, questo il nome della vittima, era arrivata da Hong Kong su una nave per il trasporto animali. Stava occupandosi in questi giorni di uno speciale carico di cigni di un’antica razza cinese, destinati ad andare ad adornare i laghetti di ricchi giardini borghesi. La scientifica ritiene che sia stata strangolata ieri sera in tarda ora, mentre rientrava da un ultimo controllo ai pregiati animali” -.
- Fantastico. Ci mancava soltanto un altro pazzo maniaco – commentò la ragazza, passandosi una mano fra i capelli scompigliati.
- In realtà non credo sia un maniaco. Qui scrivono che “dall’autopsia non è risultata alcuna violenza di tipo sessuale. Non sono presenti nemmeno tracce di percosse: il corpo è inviolato, eccezion fatta per i segni intorno al collo” -.
- Non l’ha stuprata? – domandò Temari, piuttosto sorpresa.
Kankuro scosse la testa.
- Anzi, sembra quasi che abbia avuto anche qualche attenzione per lei. Qui dice che “la ragazza, la cui abituale pettinatura era costituita da due codini, è stata ritrovata con i capelli sciolti. La polizia sostiene che sia stato l’assassino, che le avrebbe anche lisciato i capelli con le dita”. Pazzesco -.
- Sì, davvero – convenne Temari – Senti, vado a vedere che fine ha fatto Gaara -.
- Come, è ancora a letto? Di solito a quest’ora è già sveglio da un pezzo -.
- Lo so anch’io. Per questo vado a vedere -.
 
Dopo aver bussato, Temari aprì piano la porta della stanza, non stupendosi più di tanto quando trovò il fratello seduto alla scrivania.
- Gaara, la colazione è pronta -.
- Sì -.
La ragazza lanciò un’occhiata al letto praticamente intatto e al pigiama sul cuscino, che sembrava essere stato solo stropicciato.
- Hai dormito, stanotte? -.
- Ho sognato -.
Temari annuì, anche se quando rispose un impercettibile sospiro si intrecciò alla sua voce.
- Se hai fame, vieni in cucina. Tra un po’ sparecchio -.
Gaara non diede segno di averla nemmeno sentita, ma la ragazza non vi badò e uscì dalla stanza.
- Allora? – domandò Kankuro una volta che fu tornata in cucina, alzando gli occhi dal giornale.
- Credo abbia passato un’altra notte davanti a quel carillon. Non si è nemmeno cambiato -.
- Quello della mamma? – indagò lui.
- Già -.
- Dopo tutto questo tempo, mi sorprendo che funzioni ancora -.
Temari scrollò le spalle.
- Lo tratta con cura. Credo che, se si rompesse, lo saprebbe perfino riparare -.
Kankuro non commentò, ripiegando il giornale e portando la propria tazza nel lavello.
- Beh, è ora che vada -.
- Ti ricordi che oggi ce lo devi accompagnare tu dallo psicologo, non è vero? – indagò la sorella, alzando un sopracciglio.
- Sì, sì, tranquilla – replicò lui, seccato da tale mancanza di fiducia – L’ho mai dimenticato? -.
- Non si sa mai – ribatté Temari, aprendo l’acqua bollente e gettando la spugna nel lavandino – C’è una prima volta per tutto.

 

Now that I am awake
I’m still feeling the call that I won't forsake
It's an elusive love
That you contain into seven strange notes

[Ora che sono sveglio
Sento ancora il richiamo a cui non rinuncerò
È un amore sfuggente
Che contieni in sette strane note]


Quel candore l’aveva sempre affascinato. Forse perché aveva passato insonni migliaia di notti, ma aveva notato che la pelle della ballerina aveva lo stesso biancore della luna.
Si era chiesto se fosse porcellana, alabastro o anche avorio. Di certo non plastica dipinta, di questo era sicuro.
Un tempo adorava sfiorarla con le dita, seguendone le linee eleganti delle braccia alzate, ma ora quasi non osava più. Aveva paura di scalfirla, rovinarla, o anche solo danneggiarla col sudore della pelle.
Lui taceva, in quei momenti.
Ammirava le sottili increspature dell’acqua sotto i suoi piedi delicati- sui malleoli ancora tracce delle piume candide che si stavano trasformando.
La splendida creatura che ogni sera si liberava dalla prigionia del corpo di un mostro.
Se un cigno si poteva definire tale.


- Senti, Gaara – gli disse Kankuro quel pomeriggio, mentre salivano in auto dopo la seduta – Ti secca se facciamo un giro più lungo per tornare a casa? -.
Il fratello si bloccò davanti alla portiera aperta, guardandolo con gli occhi acquosi che tanto contrastavano con le profonde occhiaie.
- Non fare quella faccia, vorrei solo andare a trovare un’amica. Sta lavorando qui vicino, deve occuparsi dei fiori da piantare lungo il laghetto nel parco cittadino. Ti ricordi di Ino, vero? -.
- Il laghetto? – chiese lui, senza badare alla domanda.
- Sì, quello col nido dei cigni. Ci andavamo spesso una volta, ma forse eri troppo piccolo – Kankuro fece una pausa, mentre Gaara sembrava cercare quei ricordi nella sua memoria – Allora? Che ne dici? -.
Il fratello minore aprì la portiera e si sedette accanto al posto del conducente.
- Andiamo a casa – disse, come a constatare un dato di fatto.
Kankuro sospirò, ma non ribatté. Avrebbe comunque incontrato Ino il giorno dopo.
Peccato solo che non sarebbe più stata in grado di respirare.


La pelle poteva essere quella giusta, priva di imperfezioni e candida al punto giusto. Anche il collo, esile e delicato, aveva quell’eleganza tipica dei cigni.
Ma il resto era completamente sbagliato. A partire da occhi e capelli- così disgustosamente solari- per finire col carattere da oca, piuttosto che da cigno.
Pensare che lei, quando l’aveva incontrato nei pressi del laghetto, dopo il primo spavento l’aveva addirittura accolto con un sollevato “Oh, sei tu! Com’è che tuo fratello non si è fatto vedere, oggi?”.
Un sollievo durato poco.
Quando ebbe finito, lo sentì ringhiare dal profondo.
“Il posto giusto. Il momento giusto.”
Non obiettò. Effettivamente era una nottata splendida.
“Ma un’oca al posto del cigno.”
Aveva ragione anche in questo.
“Gettala dentro. È comunque un uccello acquatico più dell’altra.”
Prima di obbedire, però, le sciolse i lunghi capelli biondi. Erano lunghi fino alla cintola, morbidi, ma alla luce lunare apparivano quasi sbiaditi. Niente a che vedere col meraviglioso nero lucente che stava cercando.
Pochi secondi dopo, il corpo senza vita di Ino Yamanaka scivolava dolcemente nell’acqua.






Dato che questa storia è un’AU, ho voluto caratterizzare Shukaku più come una “voce” nella testa di Gaara. Qualcosa che sente perché soffre di una specie di schizofrenia, e che solo lui riconosce come un demone.

È stata una bella sorpresa arrivare prima al “90’s dance contest” indetto da Bambi88 e LalyBlackangel, anche se alla fine è rimasta solo Laly a fare da giudice.
E sono anche contenta di aver vinto il Premio per la miglior Trattazione della Canzone! Che tra l’altro non conoscevo, e sono rimasta piacevolmente sorpresa sia dalla musica che dal video. Vi consiglio davvero di vederlo.

Grazie alla giudice e complimenti a tutte le partecipanti!

 
   
 
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