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Autore: lmpaoli94    06/04/2023    0 recensioni
Gabriele, un bambino normale di dieci anni come tutti gli altri.
Una famiglia felice, la scuola, gli amici.
Ma purtroppo deve fare i conti con alcuni pregiudizi di altri bambini che per colpa dei loro stessi genitori, guardano di malo modo quel ragazzino così solare.
Un ragazzino che all’apparenza è diverso dagli altri solo perché ha due mamme e non una mamma e un papà.
Ma un bambino di soli dieci anni come può difendersi dalle prese in giro di alcuni bambini come lui?
Ma soprattutto, cosa potrebbero pensare le mamme di Gabriele nel vedere il loro stesso figlio così triste e afflitto solo perché ha due mamme?
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'incontro.
Perchè serve veramente? Perchè Gabriele doveva vedere gli occhi di quegli adulti che non sanno minimamente il vero significato e il senso della vita?
Non riusciva a sopportarlo.
E anche se ho solo dieci anni, vorrei andarmene da questo mondo e trasferirsi con la sua famiglia in un luogo in cui sarebbe stato accettato.
Un luogo che mi amava per quello che ero. E per quello che era la mia famiglia.
Si trovava al cospetto della preside che ki fissava con occhi guardinghi.
Gabriele era ferito ma solo nell'orgoglio. Era riuscito a difendermi da quel bullo del suo compagno che non mi aveva mai sopportato.
Non so se per gelosia e invidia (questo non lo scoprirò mai), ma sta di fatto che per la prima volta nella sua vita, Gabriele aveva fatto la voce grossa facendosi finalmente sentire, ma purtroppo facendolo nel modo sbagliato.
< Gabriele, sai che picchiare qualcuno ti getta dalla parte del torto. Sempre. Tu ti sei difeso dalle ingiurie e dalla cattiveria di quel ragazzo. Ma perchè non venire subito qua da me a parlarmene? >
< E rischiare che quel ragazzo la facesse franca? Assolutamente no. So che incorrerò in guai molto pi+ grandi di me, ma non m'interessa. Adesso devono smetterla di prendermi in giro. >
Ero sotto anche gli occhi guardinghi dei miei genitori che per nessuna cosa al mondo mi avrebbero mai abbandonato.
Anzi, Azzurra si avvicinò a me abbracciandomi mentre alcune lacrime sgorgavano sul suo viso.
Non volevo vederla soffrire.
Non volevo vederla conciata in quel modo.
Volevo soltanto aiutarla e renderla felice e questo periodo così oscuro che ci aveva segnato per sempre, ci spingeva ad essere quello che in realtà non siamo.
< Signora Preside, che cosa rischia mia figlio? >
< Se i genitori del bambino non sporgeranno denuncia, se la potrebbe cavare con una sospensione. Altrimenti rischia addirittura l'espulsione. >
Veronica non ebbe il coraggio di controbattere.
Quelle parole furono troppo dure anche per una come lei che con quella disgrazia avrebbe crepato per sempre le radici di una famiglia che voleva essere lasciata in pace una volta per tutte e che presto ci saremmo confrontati in una realtà molto più grande di noi.
< Signora Preside, se per lei non c'è altro, noi andremmo. >
< Certo. Ci vediamo nei prossimi giorni per cercare di arginare questa dannata pandemia che viene definita indifferenza. >
< Sto cominciando a pensare che non succederà niente che possa cambiare le cose. >
< Perchè dice così, Veronica? >
< Perchè conosco il mondo sociale in cui viviamo. E non sarà sufficiente alzare la voce. L'indifferenza è troppo grande. E poi devo pensare a mio figlio ed evitare che tutto ciò si realizzi. Nessuno tra qui presenti vuokle che venga espulso. Sarebbe una sconfitta per tutti. Anche per la stessa scuola. >
La preside non riuscì a dire niente, limitandosi a fare un cenno d'assenso con la testa.
< Ne usciremo. Assieme. Dovete capire che voi non sarete mai da soli finché ci sarò io qui. >
< La ringrazio > replicò Veronica prendendo tra le braccia un'Azzurra distrutta dal dolore e trascinando

 

I giorni dopo furono come un macigno da superare.
Il piccolo Gabriele non aveva nessuna intenzione di tornare a scuola, ma facendosi forza mentre aveva tutti gli occhi addosso, lo spingeva a chiudersi a riccio e rimanere in quell'indifferenza in cui si stava purtroppo abituando.
Ma una volta giunto il giorno fatidico della riunione tra i genitori e i bambini nell'aula magna della scuola per parlare di una piaga sociale che non poteva rimanere ancora all'oscuro, Gabriele sentì dentro di sé una sorta di rinascita.
Una sorta di speranza che doveva essere assolutamente scritta in quegli occhi oscuri che i genitori si guardavano a vicenda.
E una volta che il bambino s'imbatté nella madre di quel compagno di scuola che aveva picchiato, la resa dei conti non poteva più tardare.
Inizialmente il bambino era solo mentre le sue madri cercavano di riscuotere i consensi e di far cadere una volta per tutte quei pregiudizi che colpivano il loro bambino.
Con grande sorpresa le due donne capirono che in fin dei conti, quella gente non aveva così una mente bigotta e malvagia, ma vedere e carpire quell'amore che spingeva le due donne ad amare il loro unico figlio, fecero cambiare non poche idee a quelle persone.
Ma tutto ciò doveva essere ancora scritto.
Doveva essere carpito verso quella donna di quel bambino che Gabriele aveva deciso di danneggiare gettandosi nella parte del torto e confrontandosi contro una realtà che poteva essere molto più grande di lui.
< Sei tu, Gabriele? >
< Sì, Signora. E io so chi è lei. >
< Credo che noi due dobbiamo parlare. >
< Sicuramente. Non aspettavo altro. >

   
 
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