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Autore: serendipityh    07/04/2023    0 recensioni
Negli ultimi secondi della sua vita, poco prima di morire, una persona rivive tutti i momenti significativi vissuti. Questo è quello che tanti affermano.
Non so se sia vero e non mi importa, l'unica cosa che so è che nei suoi ultimi istanti io ho rivisto la sua vita passarmi davanti agli occhi
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Un matrimonio combinato tra due perfetti sconosciuti.
Due persone ribelli, anticonformiste ed estremamente masochiste.
Da una parte il bianco, dall'altra il nero.
La via di mezzo? L'arcobaleno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"A quanto pare Siwoo ha richiesto il suo aiuto" questa fu la semplice risposta che, nel modo più tranquillo che potesse esserci, Taehyung aveva dato alla mia domanda.
Non poteva essere, c'era ovviamente qualcosa che non andasse. E poi, a me era stato riferito qualcosa di diverso: mi avevano detto che Hea fosse stata richiamata a lavorare nel palazzo reale per Dea, non per suo figlio e la sua famiglia.

"E perché tuo fratello ha chiesto proprio di lei?" Chiesi ancora.

La sua prima risposta fu, nuovamente, una semplice alzata di spalle, la quale ovviamente non fu sufficiente per me e la mia espressione fu ancora una volta più efficace di qualsiasi cosa potessi dire. Il moro accanto a me sembrò capirlo immediatamente. 

"Elisabeth, io e Siwoo siamo cresciuti con Hea. Lei c'è sempre stata, dal primo momento. Onestamente non so per quale motivo mio fratello mi abbia chiesto di lei, ma la cosa non mi è sembrata strana, come non dovrebbe sembrarlo a te, perché probabilmente lo avrei fatto anche io" potevo capire le sue parole, ma c'era un dettaglio ulteriore che non gli avevo ancora riportato e di cui lui forse non era al corrente, dettaglio che per me era stato un tarlo per tutto quel tempo e che mi aveva fatto intuire che dietro la sua 'scomparsa' ci fosse qualcosa di più grande di un semplice bisogno del suo aiuto. 

"Siwoo lo ha chiesto direttamente a te?" domandai per riuscire ad avere due risposte contemporaneamente, ma questa volta la risposta che ricevetti non  fu esaustiva come le prime che mi aveva rivolto, anzi, non ricevetti proprio nessuna risposta alla mia domanda. 

"Perché ti interessa così tanto Elisabeth? Hai conosciuto Hea per pochissimo tempo, a te cosa cambia se lei sia qui o no e soprattutto che ti importa dove lavora?" la sua domanda non mi era piaciuta non per ciò che mi avesse chiesto in sé, ma per il modo in cui lo aveva fatto. Il suo volto non era più rilassato. Mi guardava scrutandomi attentamente e nonostante non fossi in grado di leggere i suoi pensieri, non era poi così difficile intuire che non fossero decisamente tutti positivi. Cosa stava succedendo?

"Tu rispondi alle mie domande e poi io risponderò alle tue, il patto era questo" il mio tono di voce risultò decisamente più stizzito e quello non fece altro che aumentare la paglia presente nel mucchio che una piccola miccia aveva già acceso e che presto sarebbe divampato sfuggendo da qualsiasi controllo. Io questo, però, non potevo di certo saperlo. 

"Io credo proprio che il nostro patto sia saltato. Vado a dormire" lasciò il posto accanto a me che aveva occupato e si voltò dandomi le spalle, pronto a dirigersi fuori dalla stanza.
Non glielo avrei permesso, non poteva semplicemente troncare la nostra conversazione così.

"No, aspetta. Perché fai così? Perché ti stai arrabbiando?" Mi affrettai a raggiungerlo per impedirgli di andare avanti.

"Perché non funziona così Elisabeth. Io rispondo alle tue domande, ma alla fine dei conti tu non rispondi alle mie" non era arrabbiato, ma infastidito. Stavo per rispondergli che avevamo concordato ciò ancor prima di iniziare la nostra conversazione, ma compresi che quella risposta non avrebbe fatto altro che aumentare il suo fastidio e spingerlo a lasciare la stanza ponendo ufficialmente fine alla nostra conversazione ed io non potevo permettermelo. Quelle erano le prime risposte che ricevevo e non ci avrei rinunciato così facilmente.

"Va bene, ti dirò perché mi interessa. Per favore, puoi sederti di nuovo?" cercai di addolcire il tono della mia voce sperando che questo potesse contribuire a salvare le acque.

"Preferisco restare in piedi" mi rispose lui semplicemente ed io feci un passo indietro, concedendogli più spazio, ma restandogli sempre vicina nel caso in cui avesse tentato un'altra fuga da quella stanza.

"Non c'è una motivazione particolarmente importante dietro Taehyung, è solo che Hea è scomparsa così all'improvviso che la cosa mi ha lasciata perplessa. La mattina del giorno in cui ha lasciato il palazzo ti stava cercando e sembrava così agitata che era più evidente che fosse successo qualcosa, e poi tu l'hai mandata via. Volevo solamente capire che cosa fosse successo" spiegai le mie motivazioni solamente in parte, non mentendo comunque al moro che mi guardava attentamente. Nel momento in cui gli avevo riferito che quel giorno avevo intravisto Hea agitata che lo stava cercando aveva aggrottato le sopracciglia.

"Io non ho parlato con Hea quella mattina. Ha fatto tutto mio fratello, io l'ho saputo solo perché me lo ha riferito Geon" pronunciò con un tono di voce più basso del normale.
Quindi lui non aveva mai parlato con Hea.
Annuii alle sue parole processando ciò che mi aveva detto e annotandole mentalmente. Per capire cosa ci fosse che non andava dovevo parlare con Hea. Era l'unica che poteva effettivamente darmi risposte.

"Perché non me lo hai chiesto subito?" Chiese di punto in bianco, mentre io fissavo il vuoto persa nei mille pensieri che la mia mente stava processando in quel momento.

"Volevo farlo, ma sono successe troppe cose velocemente. Il matrimonio di Jimin, i suoi genitori, la signora Ling. Non ho avuto modo di parlartene" A questo si aggiungeva il fatto che in quel momento i nostri rapporti erano ancora particolarmente compromessi. La mattina stessa in cui avevo incontrato Hea per l'ultima volta avevamo appena terminato di discutere. Questo, comunque, preferii ometterlo.
Questa volta fu il suo turno di annuire e restò in silenzio per qualche minuto fissandomi.
Decisi che quello fosse il momento giusto per toccare il secondo tasto, sicuramente il più pericoloso.

"E con tuo padre?" sussurrai. Usai un tono di voce talmente basso che temetti per qualche istante che non mi avesse sentito. Il fatto che per diversi minuti si limitò a restare lì in piedi, fermò e immobile, mi stava convincendo sempre di più che non avesse sentito la domanda che gli avevo posto. 

"La cosa ti darà fastidio, quindi pensaci bene prima di chiedermelo" rispose dopo minuti di silenzio facendomi sbarrare gli occhi in segno di sorpresa. 

"Ci ho pensato bene" risposi poi con tutta la sicurezza di cui fossi dotata, preparandomi ad ascoltare qualcosa che a suo parere non mi sarebbe piaciuta.

"Nel nostro Regno esiste una legge da tanti anni. Se debba essere attuata o no è il re a deciderlo, però" pronunciò silenziosamente interrompendo subito dopo il contatto che i nostri occhi avevano stabilito.

"Di cosa si tratta?" domandai ansiosa di ricevere quella risposta. La sensazione che avevo non era di certo positiva.

"Entro un anno dal matrimonio l'erede al trono deve generare un figlio, per garantire la successione" non seppi bene come reagire a quelle parole. Da una parte mi veniva da gridare e sottolineare quanto le leggi di quel Regno fossero totalmente prive di senso, dall'altra mi veniva quasi da ridere. Suo padre non poteva aver detto a lui che era costretto ad avere un figlio con me, quando solo poche ore prima mi aveva chiaramente rivelato ciò che pensasse di me.

"Altrimenti?" cercai di mantenere la calma e di continuare la conversazione senza che degenerasse. Taehyung poteva imporsi contro suo padre, ne aveva tutto il diritto.

"Lascia stare Elisabeth, me la vedo io con questa cosa" tentò di chiudere il discorso e quella per me fu una prima e abbastanza eloquente risposta.
Altrimenti un'altra donna si sarebbe intromessa tra di noi.
Nell'esatto momento in cui questa realizzazione mi colpì, mi tornò immediatamente in mente ciò che avevo appreso durante alcune delle lezioni che avevo tenuto nelle mie prime settimane a palazzo. Lo avevo dimenticato, ma io ero stata messa al corrente di quella legge, anche se qualcosa mi era stato omesso.
Non mi era stata riferita nessuna scadenza, né tantomeno mi era stato rivelato che a decidere se attuarla o meno sarebbe stato il sovrano.
Mantenendo lo sguardo su Taehyung riuscii a comprendere anche per quale motivo avesse scelto di non rivelarmelo, o almeno potevo credere di riuscire a capirlo. Io gli avevo rivelato ciò che mio fratello mi aveva detto quando era venuto a trovarmi a palazzo, cosa che mi aveva creato non poco fastidio per diverso tempo, e ora ci saremmo trovati in quella situazione che io avevo già immaginato e che non avrei mai potuto accettare. 

"Tuo padre vuole imporci questa regola?" risi amaramente non muovendo nessun passo e continuare ad osservare scioccata il moro di fronte a me che non sapeva evidentemente come reagire alla mia reazione. 

"Seriamente? Tuo padre, colui che ti ha creato tutti i problemi che oggi hai e che pensato solo a se stesso e a nessun altro, ora sta pensando di fare una cosa del genere?" avevo sempre criticato mio padre per il suo egoismo, ma in quel momento realizzai che non ci fosse mai veramente fine al peggio. La colpa, però, non poteva essere solo la sua. Se si era permesso di dire qualcosa del genere era sicuramente stato perché sapeva che in un modo o nell'altro l'avrebbe avuta vinta su suo figlio che, forse, non era stato mai veramente in grado di imporsi. Quello che Hwan Kim non aveva capito, però, era che io non ero suo figlio e soprattutto che non ero una che mollava così facilmente. 

"Con quale diritto pensa di farlo? Sa che puoi rivelare tutto ciò che lui sta nascondendo a-" non riuscii a terminare la frase perché Taehyung mi interruppe

"Sa perfettamente che non posso rivelare niente di tutto ciò che c'è sotto. Non posso farlo per mia madre e non posso farlo per il Regno e lo stesso vale per te" il tono che aveva usato per pronunciare l'ultima frase era stato decisamente più duro e severo. 

"Quindi hai accettato e basta questa cosa?" era quasi comico vedere come la situazione si era ribaltata nel giro di pochissimo tempo. Prima era lui quello che doveva essere calmato, ora ero io che avrei potuto ridurre a brandelli chiunque mi si fosse presentato dinanzi. 

"Sto cercando una soluzione" rispose abbassando il tono della voce e dandomi le spalle. Quelle parole mi infastidirono talmente tanto che non riuscii a far altro se non lasciare quella stanza il più velocemente possibile.
Camminai per diverso tempo vagando all'interno di quel palazzo vasto e buio a motivo dell'ora tarda fino a quando i miei piedi non mi condussero all'interno della biblioteca nella quale avevo trascorso fin troppo tempo al mio arrivo. Era lì che mi erano state comunicate alcune delle  norme di quel paese, tra le quali anche quella che ora mi avrebbe creato non pochi problemi.
Come avevo fatto a dimenticarlo? Come avevo potuto abbassare la guardia in quel modo? Avrei potuto trovare una soluzione in un momento diverso, quando avrei avuto la capacità di  pensare lucidamente e tutto il tempo per analizzare la questione e trovare il modo per uscirne fuori. 

Per evitare di farmi sopraffare da tutta la situazione decisi di raggiungere il posto che ero solita occupare quando mi trovavo lí, sedendomi sull'ultima poltrona presente nella sala, più nascosta della altre, e di cercare di provare a tranquillizzarmi: dovevo trovare una soluzione.
Hwan Kim aveva un obiettivo preciso in mente ed ero quasi certa di essere riuscita ad identificarlo: voleva che io me ne andassi, ma sapeva che suo figlio non sarebbe ritornato su suoi passi e voleva spingere me ad allontanarmi volontariamente. 

Non sapevo cosa fare, ma di una cosa ero assolutamente certa: come avevo detto a Taehyung in un'altra occasione, non avrei permesso a terze persone di entrare all'interno del nostro matrimonio e non avrei tollerato nessuna mancanza di rispetto così grande nei miei confronti come quella, dovevo quindi trovare una strada.
Non so quantificare le ore che trascorsi all'interno di quella grande stanza, facendo vagare i miei occhi sui vari angoli della biblioteca, cercando di trovare l'illuminazione che mi avrebbe potuta salvare da quella situazione, ma ad un certo punto sentii il rumore della porta, che avevo precedentemente chiuso, che mi indicava che qualcuno aveva fatto il suo ingresso all'interno di quella stanza. Non sarebbe stata una cosa troppo inusuale se non fosse stata piena notte. Che ci faceva quella persona in quel posto? Era Taehyung?
Da dove mi trovavo, in un angolo all'estremità della stanza, non mi era possibile scorgere neanche l'ombra di colui o colei che era appena entrato, per cui decisi di alzarmi velocemente, muovendomi silenziosamente, per cercare di capire chi si trovasse lì con me. Man mano che camminavo lentamente, stando attenta a non fare troppo rumore con le scarpe che indossavo per cercare di mantenere la mia presenza segreta, pregavo internamente che non si trattasse di Taehyung o ancora peggio di Hwan. In quel momento non avrei potuto reggere un confronto con nessuno dei due.
Anche Dea mi avrebbe seriamente causato problemi in quanto non ero certa di riuscire a tenere la bocca chiusa e non rivelarle tutto ciò che sapevo, ma avrei sicuramente preferito lei ai due uomini.
Per quanto avessi fatto attenzione e avessi cercato di essere il più silenziosa possibile, i mie piani erano sfumati improvvisamente quando un botto provocato dalla tempesta che si era scatenata all'esterno mi aveva fatto sussultare troppo rumorosamente. 

"Chi c'è lì?" riconobbi immediatamente la voce di Geon e tirai immediatamente un sospiro di sollievo realizzando che lui avrebbe potuto aiutarmi a risolvere tutta quella situazione. Senza esitare troppo tempo uscii allo scoperto e nel buio quasi totale della stanza l'uomo si voltò velocemente verso di me, spalancando gli occhi alla mia vista. 

"Sua Altezza, cosa ci fa qui?" chiese prontamente, inchinandosi subito dopo in segno di rispetto. Il suo gesto mi fece sollevare gli occhi al cielo, ma decisi di non dire niente. 

"Potrei farti la stessa domanda"  risposi semplicemente. Con molta tranquillità, a differenza di come avevo fatto io, Geon rispose alla mia domanda. 

"Sto semplicemente svolgendo il mio lavoro Sua Altezza" annuii leggermente non facendomi troppe domande su cosa nello specifico avrebbe fato. Ero più che certa che Geon fosse un uomo degno di ammirazione e stavo pian piano comprendendo per quale motivo lavorasse al fianco della corona da ormai diverso tempo: era disposto a sacrificare anche il suo sonno per svolgere al meglio il suo lavoro. 

"Geon, ho bisogno di parlarti" la disperazione perfettamente udibile nella mia voce fece irrigidire velocemente l'uomo che non poteva certo aver intuito cosa ci fosse che non andasse in quel momento. 

"Mi dica Sua Altezza" ero sicura che avesse pensato che avrei potuto aspettare il giorno successivo per parlargli, ma non mi disse niente al riguardo.
Io non potevo aspettare. Avevo bisogno di trovare una soluzione in quel momento o il mio cervello sarebbe scoppiato e insieme a lui il mio cuore. 

"Tu sai cosa è successo tra il re Hwan e Taehyung" la mia non era una domanda, ma lui la interpretò come tale. 

"Sua Altezza, io sono al corrente di ciò che riguarda l'aspetto amministrativo e burocratico, di ciò che accade nel privato non è compito mio occuparmene" rispose in fretta.

"Non era una domanda Geon, so che sai cosa è successo" ribattei ancora.

"Sua Altezza, non sono io che devo dirle co-" questa volta non gli lasciai la possibilità di terminare la frase e ripresi la parola.

"So già tutto, è proprio questo il problema"
Geon era stato sempre freddo e distaccato e non aveva mai lasciato trapelare nessuna reazione attraverso il suo volto, ma quella volta, in quel preciso momento, lo stupore sul suo viso fu perfettamente leggibile, seppure solo per qualche secondo. Cercò infatti di ricomporsi velocemente, tornando ad assumere la sua solita espressione. 

"Mi perdoni Sua Altezza, cosa desidera da me? Come posso aiutarla?" 

"Aiutami a trovare una soluzione. Ci deve essere un modo per fermare la pazzia di quell'uomo. Non può trattare così suo figlio e non è giusto" piagnucolai cercando di portare la sua attenzione su Taehyung e su quanto lui dovesse soffrire a causa di tutta quella situazione, sperando che il forte legame che avevo intuito ci fosse tra i due potesse spingere Geon ad aiutarmi a vincere quella guerra. La risposta che mi diede, però, questa volta spiazzò me.

"Sua Altezza, crede davvero che Taehyung starebbe così male in una situazione del genere?" non riuscii a comprendere inizialmente a cosa si stesse riferendo: al fatto che io e lui avremmo dovuto avere un figlio o al fatto che se io mi fossi rifiutata sarebbe dovuta subentrare una terza persona? In quale caso Taehyung non sarebbe stato male?

"Cosa vuoi dire?" gli chiesi quindi per risolvere velocemente quel dubbio. 

"Taehyung sapeva perfettamente che questa realtà prima o poi gli si sarebbe prospettata davanti una volta sposato e quando ha scelto lei ha messo in conto anche questo, non capisco quindi come questo dovrebbe farlo stare talmente male" e il suo discorso era più che logico, ma era diverso. Avremmo potuto semplicemente continuare così, senza bambini di mezzo. 

"Il problema è davvero Taehyung, Sua Altezza?" mi chiese subito dopo l'uomo muovendo un passo verso di me, ma mantenendo sempre la dovuta distanza tra noi. 

"Sua Altezza, mi perdoni se le dico ciò, ma è una cosa totalmente naturale quella di avere un figlio all'interno del matrimonio che sono più che sicuro che lei abbia messo in conto sin dal principio. O sbaglio?" si sbagliava, sì. Mi ero categoricamente rifiutata di pensare di prostrarmi a quel gioco sporco e mi ero convinta che ci sarei riuscita. Il mio sguardo fu una risposta sufficiente per lui che si prese qualche istante per riflettere sulla risposta da darmi. 

"Se non se la sente o pensa che sia presto, la legge dice che non deve prestarsi per forza. Può richiedere l'intervento di una-" nuovamente non gli diedi la possibilità di terminare quella frase. Non volevo neanche sentir parlare di quella ipotesi. 

"Non chiederò l'intervento di nessuno. Come fa ad essere così normale qui risolvere la questione in questo modo? Io sono sua moglie e solo io dovrei essere in grado di generare un suo figlio, non una totale donna scelta caso" alzai sicuramente il tono di voce in quel momento, presa dalla situazione, ma Geon non sembrò darci troppo peso. 

"Capisco che possa essere difficile da accettare per lei, ma nel Regno di Silla questa è la normalità. Mi perdoni nuovamente, Sua Altezza, ma se la cosa le dà così tanto fastidio allora non ha già trovato la risposta alla sua domanda?" a quella domanda che mi aveva fatto rimasi qualche secondo in silenzio. Le possibilità che avevo, a quel punto, erano solo due: andare via e chiudere definitivamente quel capitolo, o accettare quella regola garantendo al regno un erede. 

"Non c'è niente che Taehyung possa fare? Voglio dire, non sarà ufficialmente re, ma è come se lo fosse. Fa tutto ciò che dovrebbe, gli manca solo il titolo"  pronunciai in silenzio mentre la mia mente, pian piano, mi stava conducendo alla mia decisione. 

"Il problema sta proprio lì Sua Altezza, ufficialmente non è Taehyung ad essere re e purtroppo non può sottrarsi alle decisioni prese dal sovrano così come non può lei, io e nessun altro cittadino del Regno. Se la sua speranza è che il re cambi idea e scenda a compromessi, le posso garantire qui e ora che non sarà così" e quella risposta fu ciò che mi convinse di cosa avrei dovuto fare.
L'unica cosa possibile per uscirne totalmente vincitrice sarebbe stata quella di rivelare al Regno intero cosa il re stava nascondendo, ma questo non avrebbe fatto altro che danneggiare anche tutti coloro che dal principio con me erano stati gentili e disponibili, Taehyung e Dae per primi, e questo non avrei mai potuto perdonarmelo. Non volevo però  darla vinta a Hwan. Pensando alle parole che mi aveva rivolto quella mattina tutto tornava: quello era il suo modo di sbarazzarsi di me o di costringermi a non poter fare niente contro il suo Regno. Se me ne fossi andata avrei perso tutto il potere che in quel momento avevo, dimostrando di non volere e di non essere in grado di rispondere alle mie responsabilità; se fossi rimasta e avessi accettato di generare un erede al trono, invece, non avrei potuto fare niente per danneggiare quella che sarebbe stata la mia casa a tutti gli effetti.
Quello che Hwan non aveva capito è che io non avrei fatto niente contro il suo Regno perché avrebbe significato fare del male a Taehyung, perché tutte le altre persone non meritavano di pagare per qualcosa di cui era colpevole solo lui.

"Sarebbe davvero così terribile pensare di fare qualcosa del genere con Taehyung, Sua Altezza" aggiunse ancora Geon, avendo intuito anche lui, come me, che la mia decisione l'avevo già presa.
No, forse non sarebbe stato così terribile. 

"Ti ringrazio Geon, sei sempre così utile" e senza dargli tempo per rispondere mi precipitai all'esterno della biblioteca, aumentando il passo sempre di più fino a ritrovarmi quasi a correre, diretta in quella stanza in cui sapevo avrei trovato Taehyung. Il dettaglio a cui non avevo pensato, e che mi venne in mente solo nel momento in cui arrivai davanti alla stanza che ormai era diventata anche mia, era che eravamo in piena notte e probabilmente Taehyung stava dormendo. Per accertarmi di ciò abbassai la maniglia della porta, pronta a raggiungere la camera da letto e intravedere la figura del moro dormiente, ma le cose andarono diversamente. Taehyung era in piedi, mi dava le spalle. Si trovava di fronte alla finestra e stava ammirando lo spettacolo macabro che quella tempesta gli stava concedendo. Non appena sentii il rumore della porta richiudersi alla sue spalle, si voltò velocemente, trovandomi lì ferma a fissarlo, cercando di selezionare le parole per esporre nel modo più chiaro i tanti pensieri che avevo in mente. 

"Non lascerò che tuo padre vinca ancora su di te. Nè gli permetterò di vincere su di me" feci una piccola pausa camminando lentamente verso di lui e fermandomi nel momento in cui la distanza tra i nostri corpi era quasi nulla. 

"Posso farlo" sussurrai appoggiando la mia guancia sul suo petto e portando le mie braccia ad accarezzare la sua schiena, cercando di trovare un confronto attraverso il suo calore per tutto ciò che da quel momento in poi tutto ciò avrebbe comportato. 

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Insomma, situazione non troppo semplice. 
Questo capitolo è particolarmente denso di dialoghi e forse proprio per questo mi è piaviuto particolarmente scriverlo. 
Chissà come reagirà Taehyung alle parole di lisabeth. 
E Geon? Quanto è stato d'aiuto? Anche se alla fine Elisabeth alla conclusione ci è arrivata da sola. 
Avessimo comunque tutti un Geon a portata di mano che ci aiuta a risolvere i problemi così velocemente!
Fatemi sapere cosa ne pensate!

A lunedì e buona serata ♥️

   
 
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