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Autore: Domenico De Ferraro    08/04/2023    0 recensioni
Avanza il tempo e non trovo la forza per capire il prossimo, ora mi ridestò in piedi , attraverso metriche poco usate.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Canto Sabato Santo
 
Sanctus Saturni Canto
 
 
Canto sabato santo  in questa lingua   che ha molti significati , versi  senza senso , immagini germoglianti,  sentimenti primaverili, , miti antichi nati in  altre regole grammaticali . Parole che custodiscono molti sapere. Parole  con braccia serrate , sopra  un cuore di pietra,  tra il dire ed il fare che s’infiamma. Invano , gioco con le  mie rime in vari amori senili. Avanza il tempo e non trovo la forza per capire il prossimo, ora mi ridestò in piedi , attraverso metriche poco usate.
 
 
Immagino di divenire un agnello, vedo cambiare la mia pelle, mi trasformo in nuove arcane figure , angeli,  demoni . Alcuni bambini, giocano sulla sabbia lungo spiagge infinite  , bagnati dalla pioggia primaverile , in un crescendo di parole incomprensibili . Eterna innocenza , sensazioni corporali. Il corpo  si trasforma nell’amore. Immagino altri  mondi possibili , mentre  evado da questa mia dimensione poetica, da questa pazzia ,nata in  piazza ,strade dai denti aguzzi , ove vari dannati dormono , strade senza sassi  , senza udire, nessun   canto di salvezza. Un  angelo  riposa sopra una statua di marmo bianco.  In questa lingua naturale, mi trasformo , attraverso  altri versi possibili .  Ed oltre ogni inganno ,non conosco una via per giungere a questa salvezza, attraverso questo strano verso, nato dentro di me. Ora io fingo , fuggo , ritorno ,dove tutto ,aveva potuto avere inizio ,dove tutto si tramutò in mille ipotesi .  Parole in fila pronte a lottare , con un cuore infranto , con una croce accanto , con te che parli alle stelle,  sotto lune immaginarie in universi sconfinati ,divenire nell’inverosimile . Cercando un senso a questa guerra , pronta ad esplodere. Navi solcano  il mare  del nord,  vanno verso altri lidi ed altre sponde , vanno verso altre terre , vanno a combattere per  una  dignità che non ha più braccia.
 
Io ,ora cosa debbo pensare ,cosa debbo inventarmi,  devo rincorrere l'onda di questo mare sporco di sangue. Devo ingoiare   parole mai dette,  d’ ignoti  poeti,  assaporare languide carezze,  baci , sussurri,  tutto svanisce,  scema in questa scena, ed io corro all'interno del corpo d'una città che balla,  abbracciata ad una chimera ubriaca di poesie e  d'arte  . Quando la guerra   avrà inizio,  quando i cannoni canteranno , ed il cielo diventerà oscuro . Pasqua senza certezza, senza  carezze , resurrezioni  ed altri misteri nel vento , le passioni mi conducono a cercare  nel fluire di un divenire ,tra  vecchi sepolcri . Agnelli sgozzati , uova schiacciate , occhi pieni di lacrime, sul dorso d'un asinello,   il messia, passa , mentre la folla  grida  Shalom E la voce  del popolo , si diffonde per le strade piene di soldati , piene  di rancore per   questa vita infame.
 
Strani versi, perire come l'agnello appeso a testa giù. Questo cuore, batte lento ,tanto lento, fragile  come una voce innocente nell'eco dei monti .  Ascolto me stesso nell’ossesso del mio verso strisciante , piumato , purulento, ascolto la voce degli angeli , nell’eco della rivolta , la guerra,  l’angelo benedetto . Soldati ai confini di una linea indelebile , fermi in arme . Tanti soldati ,simili ad  una mandria di cavalli . Tanti come le dita delle mani di Dio. Tanti come i canti che s’odono nel pianto  di una  madre bagnata dalle lacrime di tante vittime . Guerra, galleggia,  naufrago in   una scialuppa  , ignobile  vita, ignuda , riversa sulla sabbia ,sporca  di sangue, in versi che  salgono  verso l'alto, verso un nuovo  mondo, nella dolcezza di un divenire legato a molte lingue.
 
Son felice, forse folle, forse sarò salvo e ritornerò a casa  con i miei tanti dubbi,  racimolati lungo la strada. Salvo in questo guazzabuglio , incomprensibile . Eccomi son qui, su questo calvario non mi vedi , si ricomincia, seduto sopra una pietra santa, tra tanti dolori, dopo la  guerra  , mentre il mondo intero  , attende  tu risorga dal male generato . Attendere, tu ritorni a pregare ed io nel vento, ascolterò le voci sparse,  perdute nel tempo ,in quell’amore proibito ,rincorso per  tanti giorni  gloriosi, colorati, tinti di tanti sorrisi , fatti d’amore giovanili.  Sabato santo, quale croce,  pesa sulla mia coscienza di padre ,di uomo che sogna vicino al mare,  una vita  diversa , intrisa di  versi , pieni di sentimenti.   Nati  da canti, caduti, goccia dopo goccia , come lacrime, salate , lungo un  pallido viso coronato di spine . Croce senza tempo , ogni cosa ritorna , ritorna con le parole , con l'onda dei ricordi  ed il  mare,  ci bagna  con le tante domande,  naufraghe in noi.  Siamo in tanti , tutti in fila ,pronti a passare a nuova vita,  pronti ad essere uccisi ,appesi per il collo come agnelli  fuori una macelleria.
 
Sabato santo , qui difronte al mare , seduto su un sasso , cercando la verità in me  , varie risposte, attraverso i miei versi. Chete parole bugiarde, simile ai tuoi baci ,simili alle mie illusioni, simili ai tuoi pensieri che liberi volano via verso altri lidi, attraverso  tanti destini , congiunti,  tutte allo spirito santo.  Le campane ,risuonano  lontano nel  fiato delle trombe,  tra chitarre elettriche, mandolini acuti , la festa di questa primavera , di questo divenire, verso una sola vita che ci conduce, verso il padre , nel suo spirito ,nel suo corpo che ci sazia  con la carne  di questo giovane agnello.
   
 
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