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Autore: syila    17/04/2023    1 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
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Capitolo XXVIII
Fai un passo falso oggi e cento vite non basteranno a redimerti.

“A-Ling? Sei sicuro?”
“So quello che ho visto Xue Ge, non posso sbagliarmi... a-Ling era davanti a me, al margine del bosco, così vicino che avrei potuto toccarlo.”
“Ma questa tecnologia... la realtà virtuale, forse è incompatibile con la nostra razza, può aver generato una specie di... corto circuito mentale e tu hai visto qualcosa che razionalmente non poteva essere lì.”
“Lo ha visto anche Alaric.”
Il sospiro del suo mentore si perse nel rombo delle cateratte che scorrevano sotto il Laboratorio, precipitando nel bacino sottostante.
L'improvvisa convocazione da parte di Ye Feng aveva interrotto la romantica gita in gondola con Yun Bai e prospettava l'ennesima grana da risolvere tra l'allievo e quella mina vagante del francese.
Apprendere la verità lo aveva turbato, tanto che si era fatto ripetere due volte tutta la storia e ancora stentava a crederci.
“Aspetta qualche giorno almeno, rafforza l'equilibrio del Qi, medita un po'...”
“Tu che mi consigli di prendere tempo? Mi domando se questa non sia ancora la realtà alternativa...” ribatté l'altro accennando ad una risatina ironica.
Ye Xue gli posò una mano sul capo e prese a scrollarlo con ruvida malagrazia, un gesto affettuoso che si permetteva ormai di rado.
“Idiota! Ti comporti come se avessi tutto sotto controllo e invece sei spaventato a morte!”
“Mi spaventa di più rimanere nel dubbio... Se quello fosse davvero a-Ling perderei l'unica occasione che ho di chiedergli perdono.”
Il mentore lasciò la presa e si affacciò al belvedere, cercando nell'ampio scorcio prospettico un sollievo alla sua inquietudine.
Comprendeva fin troppo bene le ragioni di a-Feng.
Il Fato non offriva spesso seconde occasioni ai Signori degli Shen; lui aveva aspettato e sofferto mille anni per trovare un riflesso di Jin Yè negli occhi di Yun Bai, mentre l'allievo aveva smarrito sé stesso infinite volte, divorato dal mostruoso senso di colpa nei confronti di a-Ling.
Quella figura che aveva incontrato nella realtà virtuale gli avrebbe permesso di fare pace col passato guardando al futuro in modo più ottimistico; poco importava se era frutto della sua suggestione.
“Sii prudente e non lasciarti sopraffare dall'angoscia quando lo incontrerai...”
“So che mi ritieni vulnerabile a causa di a-Ling, ma non sono così sprovveduto.”
Ye Feng gli indicò la piccola compagine ferma all'ingresso della terrazza, che al suo cenno di saluto si avvicinò.
“Non andrò da solo.”
“Callisto?” chiese perplesso Ye Xue, vedendo profilarsi dietro il Dottor Tersilius la figura allampanata del Maestro della Morte.
Il giovane uomo ammiccò strizzandogli l'occhio, ostentava dei modi informali e un'aria da rockettaro ribelle, con quella lunga chioma bruna e il soprabito di pelle borchiata era molto lontano dall'idea macabra che si poteva avere di un occultista.
“Il Doc ha una teoria su questa entità, io ne ho un'altra, voglio verificare di persona.”
Ye Xue annuì.
Callisto era disordinato e sregolato, suonava musica infernale e leggeva fumetti imbarazzanti, ma era anche un mago capace e incredibilmente dotato.
La sua presenza non era un capriccio dettato dalla curiosità o dalla noia, inoltre conosceva abbastanza bene Ye Feng e avrebbe saputo come gestirlo, se la situazione fosse degenerata.
"Allora siamo pronti?" chiese Alaric, che fino a quel momento era stato zitto e in disparte, con le braccia incrociate sul petto e l'aria spazientita di chi voleva risolvere in fretta un imprevisto sgradevole.
Ye Feng aveva dei dubbi sulla sua partecipazione: l'apprendista non aveva chiesto spiegazioni riguardo ad a-Ling o perché avesse reagito in quel modo quando lo aveva avvicinato.
Il suo silenzio astioso non presagiva niente di buono, tuttavia il Dottore riteneva utile la sua presenza, perché era stato testimone della prima apparizione e forse le due cose erano correlate.



Accomodandosi sulla poltrona reclinabile gettò uno sguardo fugace alla sala controllo: Ye Xue e Yun Bai lo salutarono e gli sorrisero, poi il Maestro dei Portali diede l'autorizzazione ad applicare i recettori e tutto divenne buio.
Il salto nella realtà virtuale fu impercettibile.
In un istante si ritrovò sulle vecchie assi traballanti del pontile, che ora gemevano a causa del peso degli occupanti.
“Il sistema ambiente è stabile, la simulazione è fluida, i glitch dello scenario sono contenuti entro percentuali trascurabili, in linea coi valori standard...”
Tersilius si affiancò all'Immortale reggendo sul palmo della mano la chibi Maya, impegnata a fornire le prime valutazioni sulla situazione.
“Che posto meraviglioso!” esclamò invece Callisto, attratto dall'aspetto estetico e poetico del paesaggio “È perfetto per meditare o... per un wuxia* in costume!”
Il Signore degli Shen gli rivolse un sorriso indulgente, il giovane mago adorava i racconti a base di arti marziali e romanticismo e divorava i manga con una voracità seconda solo a quella del piccolo Dieter.
“Alaric dove vai?”
Il rapido allontanarsi dell'apprendista dal gruppo destò la sua preoccupazione.
In tutta risposta l'interessato fece spallucce e proseguì lungo il pontile.
“Vado a cercare l'intruso, o sperate che salti fuori da solo?”
“Non risultano altre presenze oltre alla nostra Dottore.” ribadì Maya.
“Beh, se non risultano allora lui chi è?”
Alla domanda di Callisto i presenti lo videro indicare un punto sulla sponda del lago dove, seminascosta tra canne e la vegetazione, faceva capolino una testa bruna.
L'espressione di Alaric s'indurì, mentre il viso dell'Immortale impallidì fino a diventare un'esangue maschera bianca.
“I miei filtri olografici non lo rilevano...” obiettò Maya, che nella versione tascabile ostentava un adorabile broncio.
“Prova un filtro spirituale...” disse il Maestro della Morte, indossando un monocolo dorato su cui era montata una lente di smeraldo “Perché sono disposto a mangiarmi il Libro delle Otto Porte, se quello non è un fantasma!”
Il giovane francese accennò a muoversi, ma il Signore degli Shen lo anticipò materializzandosi al bordo del canneto.
“Maledizione...” imprecò l'apprendista sottovoce, correndo a sua volta verso la riva.
I due maghi non gli badarono; la scoperta che la presenza apparteneva all'Aldilà aveva messo in subbuglio la sala controllo, dove X-Cal tentava freneticamente di chiudere la falla isolando l'ambientazione, mentre Callisto provava a capire come trattenere il fantasma per interrogarlo.
“È del tutto illogico che un'entità entri nella bolla di Realtà Virtuale...” disse Maya “Le sue interazioni sono comunque limitate dalla mancanza del corpo fisico, che funge da supporto alle dinamiche cognitive.”
“Forse non è entrato da solo, lo ha portato qualcuno.” obbiettò l'occultista.
“Intendi il maestro Leng?”
“Potrebbe aver utilizzato il suo corpo come tramite fisico dato che ora si trova in uno stato di quiescenza e i normali meccanismi difensivi sono abbassati; un'idea semplice, ma geniale.” convenne Callisto.



“Sta' lontano da lui!”
Alaric nel frattempo aveva raggiunto i due nel canneto, deciso a risolvere le cose a modo suo.
Dopo aveva affrontato gli spettri alla sorgente termale sentiva di aver maturato una certa esperienza nel campo del paranormale e i fantasmi non gli facevano più tanta paura.
Il fatto che il ragazzino smilzo fosse così vicino a Ye Feng e l'Immortale in lacrime si trovasse inginocchiato davanti a lui, immerso nell'acqua torbida fino alla vita, lo fece infuriare.
Non lo aveva mai visto piangere, nemmeno sulla Montagna Spezzata quando lo aveva tenuto tra le braccia, ormai morente.
Che diritto aveva quel tizio di farlo soffrire?
“Alaric per favore...”
“Non farmi la predica, se questo stronzetto vuole entrare nelle nostre vite per tormentarci ha fatto male i suoi conti!”
L'apprendista fece un passo nella direzione dell'intruso deciso ad allontanarlo e lui retrocesse spaventato.
“Hai capito? Vattene!”
Tentò di spingerlo via, però le sue mani attraversarono solo un denso strato di nebbia.
Nello stesso momento una stretta gli arpionò la spalla e lo strappò di peso da punto in cui era, scaraventandolo sul prato.
Il francese avvertì distintamente la fitta di dolore irradiarsi dall'articolazione a tutto il corpo.
“Cazzo...” farfugliò disorientato sollevando la testa, in piedi sulla sponda del lago l'Immortale lo stava fissando; c'era odio in quello sguardo, uno odio folle e omicida.
Si ritenne fortunato, nel mondo reale con una mossa del genere avrebbe potuto ucciderlo e fu costretto a rivedere l'importanza che l'evanescente mangiariso aveva per il Signore degli Shen.
Non riuscì comunque a fare ulteriori congetture, perché la situazione precipitò in fretta: la presenza parve farsi ancora più inconsistente, sentì il Maestro della Morte intimare all'intruso un ordine in una lingua sconosciuta, mentre il Dottor Tersilius chiedeva con urgenza la disconnessione.
Il ritorno alla realtà fu brusco e privo delle usuali accortezze tecniche, come se avessero staccato la corrente smurando tutta la spina dalla parete.
Alaric si trovò già in piedi, ansimando col fiato corto e la sensazione che stesse accadendo qualcosa di brutto.
Di fianco a lui il corpo di Ye Feng era attraversato da violenti spasmi, che lo facevano inarcare e contorcere sulla poltrona, finché non si girò sul lato ed espulse dalla bocca un copioso fiotto di sangue scuro.
A quel punto erano già accorsi il Dottore, Maya e la Capo Infermiera con le ancelle mediche, raggiunti immediatamente da Ye Xue.
Davanti allo sguardo incredulo del giovane francese iniziarono ad affaccendarsi attorno al Signore degli Shen, mentre la pozza di sangue continuava ad allargarsi sul pavimento, imbrattando l'abito immacolato.
L'apprendista sentì il suo mentore dire che era normale e dopo si sarebbe sentito meglio.
Balle! Chi vomita sangue di solito sta morendo!
Spronato da quella terribile consapevolezza provò ad intromettersi; non aveva la minima idea di cosa fare, voleva solo stare vicino a Ye Feng.
“Lasciamo lavorare gli esperti.” sussurrò una voce molto vicina al suo orecchio, mentre accanto a lui si materializzò un morbido fruscio di stoffe in cui rotolava l'eco di una lontana risacca marina.
Una mano, cesellata nel marmo più fine, calò davanti ai suoi occhi e l'orrore del sangue scomparve nella gloria di un tramonto estivo.



“Wow...”
“Bentornato tra noi apprendista Lafayette!” esclamò Ekto.
Non aveva scelto un saluto a caso.
Alaric era andato via in effetti.
Non in una dimensione virtuale, ma comunque aveva fatto un viaggio.
Ricordava il colore viola dei campi di lavanda, campagne e colline a perdita d'occhio, così simili al paesaggio della Provenza e per questo così familiari.
Annusò cauto la manica della felpa e gli parve di riconoscere l'intenso profumo della macchina mediterranea.
Gli occorse qualche istante per realizzare che aveva la mano sinistra impegnata con un'analoga appendice e che questa apparteneva alla Prima Signora di Serannian.
Cosa facesse seduta accanto a lui nella sala di osservazione medica e per quale motivo gli stesse tenendo la mano erano quesiti destinati a rimanere senza risposta.
La sorpresa ebbe il sopravvento e lui reagì di conseguenza.
Al grido seguì un salto che fece balzare il francese dalla sponda del letto alla parete opposta, contro la quale si appiattì sotto lo sguardo perplesso della maga.
Bien, sei pieno di energie, il trasferimento è stato un successo.” concluse, mostrandosi molto soddisfatta.
L'interessato si sentiva bene in effetti, anzi per essere più precisi si sentiva alla grande; aveva abbastanza forza in corpo da correre fino all'Himalaya e scalare tutti gli Ottomila in scarpette da ginnastica.
“S-si... Il trasferimento. Certo.”
Il tono esitante del giovane la diceva lunga sul suo stato confusionale.
“Scommetto che non sai di cosa sto parlando!” cinguettò la Prima Signora.
“S-si... n-no... Ehm... Mi arrendo e compro una vocale.”
“Ho formulato un incantesimo Primevo per infonderti energia magica.” ammise la donna, con la stessa naturalezza che avrebbe usato per comunicargli un bonifico “Ne avrai bisogno nei prossimi giorni, dovrai rimanere vicino al Maestro Leng, mentre noi ci occupiamo di risolvere questa... piccola anomalia.”
Di colpo la nebbia mentale scomparve e Alaric riuscì a fare ordine nelle sue priorità.
“Ye Feng!” esclamò lanciandosi nel contempo verso l'uscita.
“A destra, poi sempre dritto, è la stanza in fondo al corridoio.” precisò Ekto nel vederlo correre fuori.
L'apprendista a metà percorso tornò indietro e si affacciò alla porta della sala, dove la donna sembrava attendere la sua ricomparsa. “Io ho visto qualcosa prima! Ero in un posto... sembrava la mia casa in Provenza, che significa?”
“Una manifestazione secondaria dell'incantesimo, a volte la magia Primeva porta con sé immagini ancestrali, non è nulla di preoccupante.”
“Ah, sembrava così reale... Io... allora vado da Ye Feng!”
L'espressione stralunata dell'apprendista scomparve e ricomparve di nuovo “E-e grazie del... trasferimento!”
La maga accompagnò con un sorriso la sua uscita di scena; poi il suo sguardo dorato si perse in un punto indefinito sul muro di fronte.
“Oh Axia, tesoro sei stata tu, vero?”



La stanza in cui avevano sistemato il Signore degli Shen faceva parte del piccolo reparto degenza del Laboratorio e somigliava più ad una suite di lusso che ad una camera ospedaliera.
I colori neutri e le linee morbide, che scorrevano fluide dal pavimento al soffitto, la rendevano molto accogliente nonostante l'estrema essenzialità dell'arredo e i monitor olografici erano l'unico indizio della sua reale funzione.
L'apprendista entrò quasi di soppiatto e fu sorpreso nel vedere Ye Feng seduto in poltrona anziché moribondo sul letto.
Gli avevano fatto indossare un pigiama pulito, di semplice cotone bianco e avevano ravviato i suoi capelli, lasciandoli sciolti sulle spalle.
Appariva comunque terribilmente pallido, o meglio... opaco, come se insieme al sangue avesse espulso anche la sua scintilla vitale.
Xue Ge e il maestro Sheng si voltarono e sorrisero al francese, senza nascondere un certo sollievo.
“Hai visto? Sta bene.” disse il più anziano rivolgendosi al suo allievo.
L'interpellato annuì e rispose con un sospiro stanco.
Seguì un momento d'imbarazzo finché Yun Bai non ruppe il silenzio che minacciava di prolungarsi a oltranza.
“Resti tu a fargli compagnia? Noi dobbiamo parlare con Callisto e la Prima Signora.”
All'ovvia risposta affermativa i due svicolarono talmente in fretta da far nascere nel francese il sospetto che non vedessero l'ora di dileguarsi.
“Mi hanno mollato la patata bollente...” concluse, abbandonandosi all'avvolgente abbraccio del divano e l'Immortale abbassò lo sguardo.
“Scusa...”
“Perché? Adoro le patate bollenti.”
“Il mio comportamento durante la sessione è stato... inqualificabile.” ammise l'Immortale sul filo di un altro sospiro “Ho reagito senza riflettere e ho perso il controllo.”
“Colpa mia.” ammise Alaric, facendosi più vicino “Dovevo chiederti subito chi fosse il ragazzino, ma avevo paura di sentire la risposta.”

Di sapere che lui è molto più importante di me.
Così importante da farti vomitare sangue e da meritare un tuo sguardo di odio.


Le mani di Ye Feng si chiusero a pugno e raccolsero tra le dita contratte la stoffa del pigiama; una piega amara deformò le sue labbra tremanti, che tuttavia rimasero chiuse su parole troppo difficili da pronunciare.
“A-Ling è...”
“Senti, non sei obbligato a parlarne adesso.” lo interruppe il francese “Anzi non sei obbligato a parlarne in generale, alcune cose fanno male solo a pensarle, io lo so.”
L'apprendista poteva affermarlo con cognizione di causa; in vent'anni scarsi aveva maturato un notevole bagaglio di rimorsi e quando guardava alla sua vita, specie dietro il vetro appannato di un bicchiere, trovava infinite ragioni per commiserarsi.
Lui per primo aveva dei ricordi che non era pronto a condividere con Ye Feng, tuttavia ignorava quanto l'amante invece avesse bisogno di dare voce alla sua anima tormentata...



Faceva caldo nella regione di Henan.
La stagione del Grande Calore* non dava tregua ai sui abitanti, né di giorno, né di notte.
Le notti anzi erano perfino peggiori, perché al tramonto il velo di nebbia che si levava dai canali portava con sé un esercito invisibile e affamato, che si nutriva di sangue e spargeva la febbre nei piccoli villaggi a ridosso dei fiumi.
Al mattino quell'esercito si ritirava lasciando le culle silenziose e i vecchi rigidi nei loro giacigli.
Era una battaglia impari per l'uomo, che da sempre tentava di combatterla con le poche armi a disposizione: incensi, preghiere, erbe e rimedi empirici.

La casa del Dottor Yi era buia e tranquilla, la lanterna davanti allo studio dove riceveva i pazienti era rimasta spenta, solo in cucina i resti del focolare tenevano in caldo una pentola di stufato illuminando le pareti di un riflesso sulfureo.
“A-Ling?”
Alla domanda qualcosa si mosse nella stanza attigua e rispose un mugugno svogliato.
Ye Feng abbandonò la pesante borsa coi medicamenti all'ingresso e si affacciò cercando tra le ombre il profilo più scuro del letto.
“Ti è tornata la febbre.” constatò appoggiando la mano sulla fronte sudata del ragazzo, che emerse dal viluppo di coperte e gli rispose di nuovo con un borbottio intellegibile.
“Accendo la lucerna.”
“No, mi da fastidio.”
Il malato strizzò gli occhi e provò a scacciare quel senso di vertigine che si stava insinuando nella sua testa, prima che si trasformasse in un dolore pulsante alle tempie e infine diventasse nausea.
“Volevo aspettarti alzato...”
“Hai fatto bene a metterti a letto, adesso ti preparo qualcosa per farti stare meglio.”
Il ragazzo rispose con un sorriso grato, avrebbe voluto dirgli di mangiare un po' di stufato prima e di rinfrescarsi, ma il malessere non gli dava tregua, se avesse aperto la bocca per parlare avrebbe finito col rimettere quel poco che aveva nello stomaco.
Ye Feng gli rassettò amorevolmente coperte e cuscino, raccomandandogli di rimanere al caldo mentre lui si procurava il necessario per la medicina.
Prima di uscire accese il brucia essenze versandovi alcune gocce di olio di cedro, il suo profumo intenso e agrumato avrebbe contrastato la nausea di a-Ling.
Passando dalla cucina dedicò un sospiro alla pentola sul fuoco; lo stufato aveva un odore molto invitante e lui era a digiuno da ore, ma non poteva mettersi a banchettare, mentre il suo protetto soffriva divorato dai tremori e dalla debolezza.

Entrò nello studio e al buio cominciò a prelevare i vasi di ceramica dalle mensole.
Sapeva esattamente dove erano collocati i vari ingredienti, perché da quando era cominciata la stagione del raccolto la preparazione dei farmaci riguardava per lo più la malattia delle febbri.
Dispose sul bancone il sambuco e il Qinghao* per farne un decotto, l'argilla verde per i cataplasmi e la radice di zenzero, poi dosò le quantità con la mano pratica di chi aveva già compiuto la stessa operazione decine di volte.
Alcuni colpi di tosse provenienti dalla camera da letto lo fecero sussultare; si era assopito in attesa che l'infuso fosse pronto e non se ne era nemmeno accorto.
Aveva sulle spalle due giorni massacranti di visite alle fattorie più remote, in cui nessuno aveva ancora portato la notizia della morte del vecchio Dottor Yi e dove si era trovato a intavolare delle trattative diplomatiche più che veri consulti medici.
La sua giovanissima età lo rendeva sospetto agli occhi dei contadini, già diffidenti per natura verso gli estranei.
Alcuni non gli avevano nemmeno aperto la porta.
Ling-Ling diceva che avrebbe conquistato in fretta la loro fiducia, perché il suo talento come medico era fuori discussione.
Gli sarebbe piaciuto avere almeno la metà di quel candido ottimismo.
Sciolse del miele nella tazza per rendere il sapore più gradevole e raggiunse il giovane, portando anche una lucerna che sistemò sulla finestra, lontano dai suoi occhi affaticati dalla malattia.
“L'infuso di Quinghao farà effetto in un paio di ké*, presto ti sentirai meglio.”
A-Ling annuì conciliante.
“Ma nel caso non ne trovassi giovamento domani prenderò in prestito l'asino e il carretto degli Ao e ti porterò al Nido della Fenice.”
Il ragazzo sgranò gli occhi e mandò giù il piccante boccone di zenzero che rimestava in bocca senza decidersi a deglutirlo.
“Il Tempio? È a un giorno di cammino da qui!” esclamò.
“Usando il carretto è solo mezza giornata, i loro daoshi sono esperti nelle arti curative.”
“Anche tu sei un esperto!”
“Ma i sacerdoti conoscono le vie del Tao e sono in grado di manipolare il Qi, si dice che possano guarire con un semplice tocco, i loro poteri vanno oltre le capacità di un medico di paese.”
“Le tue parole sono molto ingrate a-Feng... Il Dottor Yi ha fatto di te un medico e noi gli dobbiamo tutto.”
“Gli sarò debitore per cento vite...” lo rassicurò l'altro sistemandogli la coperta, a-Ling si stava agitando e nuoceva alla suo stato“Tuttavia lui diceva che ci sono casi in cui bisogna mettere da parte l'orgoglio e chiedere aiuto a chi ne sa più di noi.”
“E se qualcuno avesse bisogno del dottore mentre tu non ci sei?”
“Lascerò detto alla signora Ao dove andiamo.”
Il ragazzo sembrò persuaso, si mise sotto le coperte e sorrise quando Ye Feng gli accarezzò il capo.
“Non sarà necessario andare al Nido della Fenice.” mormorò con la voce impastata, mentre le palpebre si facevano pesanti “Domani migliorerò e ti aiuterò a sistemare le erbe essiccate...”
“O magari rimarrai sotto la veranda a prendere il fresco, senza fare niente...”
“Se lo dice il giovane Dottor Yi allora lo farò, bisogna sempre seguire le prescrizioni.”
L'interessato convenne soddisfatto.
L'infuso, i cataplasmi e il riposo gli avrebbero sicuramente giovato.
A-Ling era giovane, mangiava cibi sani e non aveva vizi, la malattia delle febbri non sarebbe riuscita ad avere ragione del suo fisico.

Vedendolo infine scivolare tranquillo verso il sonno anche Ye Feng si rilassò.
Dimenticò la fame, gli abiti da viaggio impolverati e si lasciò andare finché la schiena non trovò la superficie del muro dietro al letto; era talmente stanco che perfino la sua durezza gli apparve confortevole.
Chiuse gli occhi e precipitò in un sonno profondo, in cui neppure i sogni riuscirono a raggiungerlo.
Fu un sussulto brusco a svegliarlo svariato tempo dopo; il letto stava tremando come se fosse posseduto da un demone.
Le sue percezioni ancora immerse in un torpore viscoso lo attribuirono da principio ad un terremoto e tanto bastò a fargli spalancare gli occhi.
La stanza era tranquilla, l'origine di quel tremore era nel letto ed era a-Ling a provocarlo; mentre stava dormendo il ragazzo si era liberato dalle coperte e giaceva riverso sul bordo del materasso, boccheggiando in cerca di aria.
A quella vista l'ottundimento di Ye Feng svanì del tutto, lo prese tra le braccia e lo sollevò, sorreggendogli il capo per aiutarlo a respirare.
Avvertì un rantolo faticoso e irregolare dentro la cassa toracica e quando provò a tastargli il polso trovò un battito disordinato e debole.
“A-Ling! A-Ling! Parlami... guardami!”
Il malato spalancò gli occhi e li fissò nei suoi prima di rovesciarli verso il soffitto, ricadendo esausto tra le lenzuola sfatte.
A quel punto il Dottore, l'uomo di studi e di scienza, aveva già cominciato a pregare ogni divinità e demone conosciuto, perché se nemmeno la medicina poteva salvare il suo protetto non gli restava che affidarsi ad un prodigio.
Qualcuno, dal cielo o dagli inferi, prestò orecchio alla sua disperazione, perché dopo il violento parossismo l'affanno di Ling-Ling parve affievolirsi e i suo volto si distese; tuttavia era presto per ringraziare la buona sorte.
“Serve altro infuso di Quinghao, non muoverti, torno subito.”
“Non posso muovermi a-Feng...” gli rispose il ragazzo in un sussurro roco, poi cercò di stringergli la mano con la sua, che però ricadde fiacca sul letto“Sento le gambe pesanti e anche le braccia.”
Il medico davanti al nuovo sintomo faticò a dominare il panico, ma lo sentì correre in brividi gelidi lungo la schiena.
“Sono le convulsioni della febbre, ti sfiniscono.” dichiarò, mascherando la paura con quel poco di autorevolezza che riuscì a mostrare “Vado a prendere il tonico alle erbe del vecchio Dottor Yi, ne tengo ancora da parte un flacone.”
Nel frattempo cerca di non morire... pensò in preda all'angoscia.
“Sei sempre così previdente.”
Ye Feng si alzò e uscì in fretta dalla camera; non riusciva più a sopportare l'espressione fiduciosa di Ling-Ling, non ne era all'altezza.

Quando era successo?
Quando aveva sbagliato la diagnosi?
Possibile che fosse stato superficiale e frettoloso proprio con la persona che gli era più cara al mondo?
Ogni domanda era una prova della sua incompetenza nell'arte medica.
Gli anni di apprendistato, le notti perse sui libri, a provare le ricette, a seguire il suo mentore nelle case dei malati non erano dunque serviti a nulla?
O forse si trattava di un nuovo morbo, una forma sconosciuta che si era insinuata astutamente sotto le sembianze della più comune malattia delle febbri.
Quel pensiero rassicurò il giovane medico e al tempo stesso lo spaventò.
Se era davvero una malattia nuova identificarla e trovare un rimedio poteva essere fatale a Ling-Ling, che non avrebbe resistito ad una seconda violenta convulsione.
Come supponeva i libri del suo mentore non gli furono d'aiuto e consultarli assottigliò ulteriormente il tempo a sua disposizione. Ormai dalle imposte cominciava a filtrare la luce dell'alba e in lontananza si sentivano i primi galli cantare.
Abbandonò i fogli sullo scrittoio e dopo aver controllato le condizioni del ragazzo, che si era assopito in un agitato dormiveglia, decise di mettere da parte la scienza e di affidarsi al sovrannaturale.
Non dubitava che al Nido della Fenice lo avrebbero guarito, il problema era arrivarci.
Il carretto li avrebbe condotti fino all'inizio del sentiero montuoso, poi con il suo protetto sulle spalle avrebbe dovuto affrontare la parte più impervia della via, dove occorreva tenersi ad una fune fissata alla parete per non precipitare nel vuoto.
Alla fine non gli aveva mentito su tutto: il tonico del Dottor Yi gli serviva davvero per  affrontare il difficile viaggio.
Prelevandolo dallo scaffale il suo sguardo fu attirato dai vasi di ceramica con gli ingredienti che aveva utilizzato nell'infuso di Qinghao; li aveva lasciati sul tavolo perché aveva fretta di occuparsi del ragazzo, ma alla luce del giorno ormai fatto gli svelarono una terribile verità: quella notte nell'infuso non aveva messo il Qinghao, bensì il Du Qin*.
Il contenitore ancora aperto era un'accusa silenziosa, testimoniava la dimensione di un disastro senza rimedio.
Le tossine del Du qin erano letali e non esisteva alcun antidoto.
Aveva condannato a morte a-Ling; lo aveva avvelenato mentre era convinto di curarlo.
Gridò, sconvolto e inorridito, poi indietreggiò inciampando nelle assi del pavimento e trascinandosi appresso lo sgabello.
Maledì la sua goffaggine e raggiunse carponi la camera da letto dove il malato giaceva immobile con un braccio a penzoloni fuori dal materasso.
Ye Feng lo raccolse e lo baciò con l'ardore di un fedele verso una santa reliquia e poi gli tastò il polso.
“No, no, Yangliu Guanyin*, signora misericordiosa e immortale non farlo morire adesso!”
A quell'invocazione un debole sospirò sollevò il petto del ragazzo, che socchiuse le palpebre e lo guardò.
“Perché urli a-Feng?”
“Siano ringraziati gli dei!” esclamò e, senza indugiare oltre, lo avvolse nella coperta e lo prese in braccio.
La Signora della Medicina* teneva acceso il suo bastoncino d'incenso, gli stava concedendo più tempo per portarlo al Nido della Fenice e lui aveva disperatamente bisogno di credere che fosse così.
“Ti agiti come un giunco nella tempesta, non c'è motivo...” mormorò Ling-Ling “Adesso sto bene, non sento più niente.”
Le sue parole bloccarono il medico sulla veranda; pochi gradini e una manciata di passi lo dividevano dalla casa degli Ao, ma anche se il loro carretto fosse stato pronto nel cortile vi avrebbe deposto un cadavere.
Nel ragazzo albergava ancora un barlume di coscienza e un filo di fiato le dava voce, mentre il suo corpo aveva già ceduto all'insensibilità della morte.
Ecco perché non sentiva niente.
“Sei davvero un bravo Dottore a-Feng... il dolore è scomparso.”
Alle labbra del suo protetto rimase appesa l'intenzione di un sorriso, che non riuscì a schiudersi lasciandogli sul viso l'aria serena di un dormiente.

Ye Feng si accasciò contro lo stipite della porta, annientato da un dolore impossibile da quantificare.
Per quanto si sforzasse i lamenti, le urla, la disperazione si rifiutarono di uscire dalla sua gola e rimasero a pesare sul petto, opprimendogli il respiro.
All'esterno intanto i rumori del villaggio che si stava svegliando amplificavano il silenzio profondo calato sulla casa del Dottor Yi.
La signora Ao se lo vide comparire sotto la tettoia come un fantasma e sobbalzò per lo spavento.
Il vicino si scusò del disturbo e chiese in prestito il carretto con l'asino.
Alla donna non furono necessarie spiegazioni, perché il medico teneva in braccio a-Ling, ben avvolto nelle coperte.
Il giovane aveva il capo reclinato sulla sua spalla e sembrava profondamente addormentato.
“Si è aggravato.” le riferì a voce bassa, quasi nel timore di svegliarlo “Lo porto al Nido della Fenice, affinché siano gli dei a prendersi cura di lui.”
“Nessuno ti biasimerà perché hai deciso di affidarti alla misericordia divina.” convenne la signora Ao annuendo comprensiva.
Conosceva il profondo legame tra i due ragazzi che il vecchio dottore si era preso in casa, li aveva visti crescere e gli era sinceramente affezionata; aveva sepolto due figli e tre nipoti a causa della malattia delle febbri, poteva capire lo stato d'animo di Ye Feng.
“Vi preparo qualcosa per il viaggio.” aggiunse premurosa.
“Non occorre, ma grazie signora Ao, grazie di tutto... vi farò recapitare il carretto prima possibile.”
Nonostante le rassicurazioni la donna lo salutò preoccupata.
Aveva un brutto presentimento: come se il medico congedandosi le avesse detto addio.




Le dita strinsero la presa sulla stoffa; a volte il Signore degli Shen aveva l'impressione di tenere ancora le redini del carretto, alle quali si era aggrappata l'ultima esile speranza di salvare Ling-Ling.
“Lui... è la mia colpa.” ammise infine.
Alaric lo fissava inquieto, in silenzio, ignorando il travaglio interiore col quale conviveva da secoli.
“Ciò che sono stato lo devo a lui... ciò che sono ora lo devo sempre a lui.” mormorò.
“Quindi è una specie di... vincolo per te? Non fraintendermi!” il francese si corresse appena vide spuntare una profonda ruga sulla sua fronte ”Intendo un legame col passato e la ragione del tuo essere Immortale, è un punto di riferimento e al tempo stesso un motivo di sofferenza.”
Ye Feng esitò a lungo poi rispose con un cenno affermativo.
“Un occidentale lo spiegherebbe così presumo.”
“Beh... Questo complica le cose.”
“Perché?”
“Perché gli danno la caccia da quando si è introdotto nel Sistema! Lo ritengono un possibile pericolo per la sicurezza e stanno rivoltando Serannian per catturarlo!”

Fine ventottesima parte


⋆ La voce dell'onniscienza ⋆

Carissimi e carissime benritrovati (✿◠‿◠)!
I nostri eroi si avventurano ancora nella realtà virtuale in cerca di questo strano "bug di sistema" portandosi appresso un paio di rinforzi e non impiegano tanto a scoprire che il mangiariso è in realtà un fantasma!
Come abbia fatto un fantasma ad infilarsi nel Matrix magico rimane per ora un quesito irrisolto, anche se l'ipotesi formulata da Callisto non è tanto lontano dalla realtà...
Il brevissimo contatto col fantasmino è comunque sufficiente a far sbroccare sia Alaric che Ye Feng e soprattutto il secondo, che ritorna alla realtà in piena crisi da disallineamento del Qi.
Dobbiamo ringraziare l'efficienza del Laboratorio e la provvidenziale (casuale???) presenza della Prima Signora se i due litiganti riescono a metterci una pezza.
Come potete immaginare il Signore degli Shen ne esce devastato e l'apprendista cerca di consolarlo, anche se l'unica cosa in grado di aiutare Ye Feng è condividere il motivo della sua eterna dannazione.
Lo vediamo così giovane e promettente dottore commettere un tremendo sbaglio, che condannerà a morte il suo protetto, facendolo sprofondare in un mostruoso senso di colpa da cui inizierà una spirale discendente nella follia e nel delitto.
Più avanti ci sarà modo di ascoltare anche la versione di a-Ling, ma nel frattempo, per alleggerire gli animi, i due senior alla pagoda riceveranno la visita di un ospite MOLTO INGOMBRANTE, a cui è impossibile dire di no!
Restate a bordo del cestone, dopo questa tappa decisamente angst, il panorama si farà molto più ameno!

Termini e spiegazioni:
Grande calore: è la stagione estiva
Wuxia: l'equilvalente cinese dei nostri film di cappa e spada.
Yangliu Guanyin: Bodhisattva protettrice della Medicina e figura ampiamente diffusa (con moltissime varianti) nel buddismo e nella religione tradizionale cinese.
Qinghao: artemisia annua, un antico rimedio antilamalarico.
Du Qin: cicuta, alcune varietà si trovano anche in Cina.



   
 
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