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Autore: ladypink88    17/04/2023    2 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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"La cosa più probabile è che io sia totalmente impazzita !"

Serena continuava a ripetersi questo mentre si incamminava verso "la panchina" . Mai nella vita si era sentita così agitata prima di un appuntamento e la cosa le dava sommamente inaccettabile da un punto di vista razionale, perchè quello spilungone le aveva sempre fatto venire il nervoso! Lei semplicemente non lo aveva mai sopportato!
Il motivo non lo aveva mai compreso a fondo, ma d'altro canto era sempre stato così nella sua mente.

E ora si arrabbiava con se stessa perchè quel ragazzetto le faceva provare delle emozioni inaspettate che  faticava o comprendere o forse le faceva semplicemente comodo ammettere a se stessa la cruda realtà : in questi giorni in cui non era venuto in università lui le era semplicemente... mancato.

" Ma che diamine mi passa per il cervello!?! Come può essermi mancato quello spocchioso spilungone?".

Serena si fermò un momento davanti alla vetrina di un negozio ormai chiuso. Era una profumeria per essere precisi. Vide la sua immagine riflessa : un vestito rosso scuro fasciava la sua figura snella e i suoi capelli sciolti incorniciavano il tutto. Si piaceva, si era vestita bene. Ma per chi? Voleva risultare bella ai suoi occhi? Osservò il suo cipiglio riflesso nella specchio della vetrina.

Era palesemente in lotta con se stessa. Una parte di lei cercava Alex e la sua vicinanza... l'altra avrebbe voluto tenerlo a debita distanza perchè aveva profondamente paura di scottarsi . Per lei Alex era come una fiamma imperscrutabile : lui si mascherava con la sua saccenza e il suo apparente distacco da tutto e tutti, con quel suo fare da "filosofo onniscente" ed ironico. E questo la incuriosiva. Ma era sicura che ci fosse qualcosa in più.

Per un istante il suo sguardo cadde sul make-up certosino di Silvia e sul suo smokey-eye per l'esattezza : le venne in mente il sogno della sera prima in cui Alex le diceva che assomigliava ad un panda. Sorrise tra sè e sè  e sperò che questo sogno non si avverasse. Ci sarebbe rimasta decisamente male, dopo il tutto il tempo che aveva dedicato alla preparazione del suo make up.
Poco dopo arrivò alla panchina designata, ma di lui neanche l'ombra. 
Diede un'occhiata al suo orologio : erano le 8.25. Era arrivata perfino 5 minuti prima all'appuntamento.
Poco male.
Sospirò e si sedette. Ne approfittò per guardarsi attorno. Era una serata mite per essere ai primi di maggio. Indossava un giacchino in jeans che sdrammatizzava il suo look piuttosto elegante e fu lieta di esserselo portato : se avesse fatto diversamente avuto freddo con ogni probabilità.

Dieci minuti trascorsero piuttosto velocemente e si chiese se lui veramente si sarebbe presentato : d'altronde avrebbe potuto benissimo prendersi gioco di lei. Lo aveva fatto varie volte, il rischio che questa fosse l'ennesima era più che reale.

" Se anche tu hai intenzione di tirarmi il bidone con gli uomini ho chiuso!" esclamò avvilita tra sè e sè.

" Che bello iniziare la serata con ottimismo!" sussurrò una voce alle sue spalle col solito tono scanzonato.
Lei si girò e immediatamente i suoi lineamenti si rilassarono.
" Buonasera signorina, vedo sempre molto casual senza pretese!" esclamò osservando il suo vestito rosso ed i suoi tacchi.

Serena arrossì:
" Dici che avrei dovuto vestirmi un pò più elegante?" chiese un pò intimidita.
Lui sorrise e scosse il capo :
" Mi sa che non hai capito l'ironia! Sei perfetta... come sempre!" la rassicurò. E si sedette accanto a lei.
Lei non disse nulla, ma quella specie di complimento le fece sicuramente piacere. Se di complimento si trattava. Il punto è che aveva qualche dubbio a riguardo. Alex non era certo tipo da complimenti.

E in quel momento venne insidiata dall'incertezza . I suoi lineamenti si irrigidirono e indagò :
" Cosa sarebbe un modo per raggirarmi e farmi stare zitta forse? " 
Lui la osservò. Sembrava non comprendere ciò che lei volesse dire.
" Farti stare zitta? A te? Penso che sia una missione impossibile tranquilla! Non mi cimenterei mai!" esclamò convinto.
" Cioè mi stai dicendo che parlo troppo?" si scaldò lei.
" Biondina, mi pare che ora tu stia andando oltre non trovi? " sussurrò lui con fare rilassato.
" Cioè parlo troppo e pure  a sproposito!?!" andò avanti lei come se fosse sul sentiero di guerra.

Ad un certo punto lui si zittì.
E con fare sconfitto alzò le mani.
" Dai mi arrendo, non voglio la guerra!" esclamò facendo la finta vittima.
Lei si calmò e non disse nulla.
Abbassò per un attimo lo sguardo.

"Uhm forse ho un pò esagerato..." 
" Perchè sei sempre sulla difensiva con me? In fondo il mio era un complimento sincero... è vero sei perfetta... per me!" ammise e assunse un'espressione molto tenera e sincera.
Lei si sentì nuda. Spogliata delle sue scuse e della sua rabbia . Senza più alcuna difesa.

Alzò lo sguardo e lo osservò. Ringraziò mentalmente che fosse quasi buio, perchè al contrario Alex avrebbe potuto notare quanto il suo volto fosse paonazzo per l'imbarazzo.
Si sentiva talmente a disagio che l'unica parola che riuscì a dire a stento fu :
" G..grazie!" e tornò a fissare il pietrisco a terra di fronte a lei.

" Sei carina quando non sei troppo impegnata a darmi contro sai? " e in quella si alzò.
Le offrì una mano.
" E ora vuole accompagnarmi signorina? " chiese mentre un sorriso timido appariva sul suo volto.
" D-dove?" sussurrò Serena.
" Questa è una sopresa, ma non dovrai aspettare molto, te lo prometto!".

Lei afferrò la mano che lui gli offriva... e iniziò a camminare al suo fianco.
Lei si sentiva come su un'altra dimensione. Normalmente avrebbe immediatamente frenato questo suo stato d'animo, perchè tutte le volte che si permetteva di essere felice, inevitabilmente succedeva qualcosa per cui sarebbe stata inevitabilmente male poco dopo.
Ma questa volta accadde una cosa diversa.
Si diede il permesso di vivere questa sensazione.
E giusto in quella si rese conto che Alessandro non aveva lasciato la sua mano. Il suo tocco era dolce e delicato.

Serena si sentiva ribollire talmente tanto che era convinta che se qualcuno in quel momento le avesse rovesciato un secchio d'acqua gelata, probabilmente sarebbe evaporato in men che non si dica. 
Ma andava bene così. Anzi benissimo. Non si ricordava più quando era stata l'ultima volta che era stata così bene. E mentre era avvolta da questo mulinello vorticante di emozioni si incamminò mano nella mano con Alex .

***

Manuel e Laura stavano tornando a casa dopo aver trascorso buona parte della giornata assieme. La moretta si sentiva così felice e grata che non sapeva come comunicarglielo . L'unica cosa che riusciva a fare fu stringere ancora più forte la mano di lui.
Lui la osservò e le chiese :
" A cosa pensi puffa?"
" A niente di particolare a dire il vero. Se non che sono tanto felice per la giornata di oggi! Grazie Manuel!" sussurrò con fare dolce.
Lui sorrise e dato che erano arrivati sotto casa di lei l'abbracciò stretta a lui.
Ad un certo punto però gli venne in mente una cosa e si staccò velocemente :
" Prima però volevo darti questi!"
e aprendo il suo inseparabile Eastpack estrasse una cartelletta di appunti riscritti in bella a chiara calligrafia.

Laura sgranò gli occhi : " Ma questi sono...." disse titubante.
Ma venne interrotta da Manuel :
" Sì sono gli appunti di economia politica di questa settimana! Viste le tue vicissitudini e dato che mi hai detto che facevi fatica a seguire le lezioni ho pensato che forse questi avrebbero potuto esserti utili!"

Laura sorrise soddisfatta: questa da Manuel proprio non se l'aspettava. Era sempre stata lei quella diligente che passava gli appunti a lui e da qualche tempo a questa parte sembrava che i ruoli si fossero capovolti.
" Io... ti ringrazio! Penso proprio che domani mi metterò dietro lo studio per recuperare sia le ore di economia politica, sia le ore di spagnolo che mi sono persa questa settimana!"
" Sullo spagnolo proprio non so come aiutarti, non è una materia che frequento a dire il vero... " susurrò lui.
" Sì, fa parte dei corsi opzionali. Non ti preoccupare, chiederò a Lucrezia, l'amica di Serena..." lo rassicurò lei.
Lui assentì e la riabbracciò un'altra volta.

" E va bene puffa! Io domani mattina ho gli allenamenti di palla nuoto e lunedì mattina dovrò andare in università un pò prima perchè a quanto pare il magnifico rettore, nonchè il papà di Serena, mi vuole vedere!" esclamò poco convinto.
Laura annuì.
" Me ne ero dimenticata è vero... chissà cosa vorrà!"
Lui alzò le spalle.
" Non ne ho proprio idea... ma dato che Serena si è raccomandata di andare mi conviene andare a sentire!"
"Ti accompagnerei volentieri ma lunedì mattina devo andare da Barbara per capire come iniziare il cambio di benzodiazepina... e non vorrei far passare troppo tempo!"
" Fai benissimo!" la rassicurò lui.
" Dai allora ci vediamo lunedì direttamente in Uni ok Manu?" e fece per andarsene, quando ad un certo punto sentì che lui l'afferrava per il polso.
" Pensi di andartene così?" fece lui mentre la riavvicinava a sè.
" Cioè... io... " sussurrò lei titubante.

Lui non le fece finire la frase perchè la baciò nuovamente. Questa volta però il suo bacio non era solo dolcezza, ma qualcosa di molto più travolgente.
Lei rispose al baciò con altrettanto trasporto e si lasciò travolgere da lui. 
La naturale dolcezza di Manuel venne inevitabilmente sostituita da una passionalità impetuosa ed esigente nel momento in cui le loro lingue iniziarono una danza avvolgente e tormentosa che durò fino a quando i due ragazzi restarono senza fiato.
Staccarsi l'uno dall'altra divenne quasi una necessità e lui sussurrò :
" Ti lascio andare solo perchè continuare qui diventa poco fattibile. A presto puffa!" 
Le stampò un ultimo bacio a fior di labbra e si avviò verso casa. Laura lo osservò allontarsi con un sorriso da pesce lesso.

Si sentiva talmente emozionata che non era riuscita a dire nulla. Quel bacio l'aveva lasciata di sasso. Stava imparando a conoscere delle sfumature di Manuel piuttosto imprevedibili e questo la stuzzicava non poco. Osservò la figura del biondino sparire in lontananza e si avviò verso casa.
Si chiese se sua madre stesse meglio e se avesse gradito il piatto caldo che aveva lasciato pronto per lei.
Entrò con molta discrezione . Il silenzio regnava sovrano nell'appartamento.
Bussò alla porta della camera di sua madre, ma non ottenne alcuna risposta.
La socchiuse per salutarla ma vide che Roberta stava russando beatamente.

 " Meglio così! Dormire potrà farla stare solo meglio!" sussurrò tra sè e sè.

Poi andò in cucina e vide i piatti e le pentole sporche nel lavabo, segno che sua madre aveva mangiato e sicuramente apprezzato. Giusto in quel momento si accorse che il suo stomaco stava brontolando, ma la voglia di mettersi a spadellare adesso era pressocchè inesistente.
Tolse una pizza surgelata dal congelatore e la mise nel forno. Per quella sera andava bene così.
Dopo cena andò nella sua stanza e si lasciò letteralmente crollare nel suo lettino. Fu pervasa da un senso di stanchezza, ma anche di felicità. Quella giornata con Manuel era stata pressocchè perfetta e le aveva restituito la giuste dose di coraggio e ottimismo che le sarebbe servito nei giorni successivi.

Si alzò e si preparò per andare a dormire : l'indomani l'attendeva un'intensa giornata di studio per rimettersi a pari.
Ebbe giusto il tempo di prendere la sua ormai solita dose di maledette e venne accoltà in men che non si dica tra le braccia di Morfeo. Quella notte non ebbe incubi, il suo sonno fu tranquillo e profondo.
   
 
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