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Autore: dirkfelpy89    22/04/2023    2 recensioni
Questa storia partecipa al “Torneo Tremaghi - Harry Potter Edition” indetto sul gruppo Facebook L’angolo di Madama Rosmerta’
|Le menti di James e Sirius però erano altrove: entrambi pensavano alla stessa cosa, partecipare al torneo.
E quella sarebbe stata l'ultima e la più grande avventura dei Malandrini.
Prima della guerra.|
|“Allora è deciso, io parteciperò.”
“Penso… penso che ti seguirò!” esclamò Regulus, sollevato dalle parole dell’amico.
"Benissimo!” ululò Barty, prendendo sotto braccio l’amico. “Andiamo subito e il mondo si ricorderà di Barty Crouch jr. e Regulus Black!"|
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bartemius Crouch junior, I Malandrini, Marlene McKinnon, Regulus Black, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Capitolo 5, La Seconda Prova prt.2

 



Destra… sinistra e poi com'era? Ah sì, sinistra ancora una volta.
Marlene avanzava a tentoni ormai da diversi minuti, cercando di ricordare le indicazioni dei suoi compagni, compito tutt'altro che facile quando aveva mille pensieri che le passavano, vorticosi, per la testa.
Poteva chiaramente sentire, nelle vicinanze, dell'acqua che scorreva, non il massimo quando ti trovi nelle fogne.

Fortunatamente la memoria non fallì Marlene e infatti, dopo qualche minuto passato in dei cunicoli particolarmente stretti e oscuri, finalmente riuscì ad entrare in un ambiente più grande e luminoso e capì da dove proveniva l'acqua che sentiva.
Un tubo aveva ceduto e nel mezzo della stanza si era venuta a creare una grande, apparentemente profonda e puzzolente pozza d'acqua verde.
Tappandosi il naso con una mano, la ragazza decise di passare alla sinistra della pozza, cercando di tenersene bene alla larga.

Ovviamente le cose non si rivelarono così facili: non appena Marlene mosse un passo, un qualcosa di oscuro schizzò fuori dall'acqua, diretta a velocità folle verso di lei.
Prima che potesse reagire, la ragazza sentì delle fredda dita serrarsi intorno al suo collo e stringere. Solo allora si rese vagamente conto di che cosa l'avesse attaccata: un'Avvincino.
Erano delle creature pericolose, sebbene di piccole dimensioni, e Marlene poteva giurare che i presidi delle scuole avessero particolarmente preparato gli Avvicini per attaccare i campioni.
Non aveva mai sentito prima che uno di loro attaccasse direttamente la gola dell'avversario.

Lottò per scrollarselo di dosso, provando ad afferrarlo, con le mani libere, e tirarlo via, prendendolo a pugni, ma quello non mollava e già sentiva le forze, e il respiro, venir meno.
Ragiona.
Non farti prendere dal panico.
Non poteva mollare ora.

Gli Avvicini, pensò mentre si accasciava contro un muro, la gola sempre più serrata, il loro punto debole erano le… maledizione, ma certo, erano le dita! La loro stretta d'acciaio ma le dita erano molto fragili!
Smise di lottare inutilmente, afferrò gli artigli della creatura e strinse con tutta la sua forza.
Sentì distintamente l'Avvicino strillare con la sua vocetta acuta e malvagia e lasciare per un attimo la presa: era la sua unica occasione.
Afferrò la creatura per la testa e la gettò contro il muro della parete opposta.
Vide distintamente il suo avversario, dopo una breve parabola, rimbalzare e poi ricadere nella pozza. Non ne uscì più… ce l'aveva fatta!

/ / / / / / /

L'atmosfera, nella piccola aula in disuso, nel corso di quelle ore aveva vissuto di momenti molto diversi tra loro.
Sirius e Barty ormai avevano capito che potevano parlare con Marlene per pochi minuti ogni ora, perciò i momenti immediatamente precedenti e successivi a quei brevi incontri a distanza erano pervasi da ansia ed eccitazione.
Che cosa stava facendo Marlene? Quali ostacoli aveva e avrebbe dovuto superare?
Ma per il resto, nella piccola stanza calava il silenzio e una certa apatia. I due ragazzi si guardavano a malapena, parlando solo dello stretto necessario.

Capivano benissimo che quella era solo una breve tregua, che terminato il torneo, e l'anno scolastico, si sarebbero trovati su posizioni molto diverse, dopo la scuola.
E allora a che cosa serviva fraternizzare con il nemico, come diceva giustamente James?
Per quale motivo avrebbe dovuto parlare con quel traditore, come saggiamente suggeriva Severus?

Non gli tirava un pugno solo perché c'era la vita di Marlene in gioco.
Non lo Cruciava solo perché erano all'interno della scuola.

"Mancano pochi minuti al prossimo collegamento," mormorò Sirius, osservando l'orologio e prendendo carta e penna.
"Potrebbe essere l'ultimo, dato che manca a malapena una ventina di minuti al raggiungimento delle tre ore," notò Barty.
"Ce la farà," rispose l’altro, più a se stesso che a Barty.

"Ragazzi…"
La voce di Marlene arrivò lontana. Videro dallo specchio che aveva diversi graffi sul volto e una specie di granchio sui capelli.
"Queste maledette bestiacce!"
"Come va? Cosa è successo?" Chiese Barty.
"Ho dovuto affrontare un nugolo di Chizpurfle in un corridoio ma per fortuna parevano prive di sostanze magiche e quindi me la sono cavata, correndo velocemente," spiegò Marlene, afferrando il granchio magico e gettandolo via.
"Ti hanno ferito?" Chiese Sirius.
“E dove ti trovi?” aggiunse, pratico, Crouch.
"No e… uhm, mi trovo in un corridoio abbastanza largo che sembra procedere dritto per metri e metri," rispose la ragazza.

Sirius e Barty immediatamente consultarono la mappa, cercando di capire dove potesse trovarsi la loro compagna.
"Guarda, qui!" Disse infine Barty.
Aveva effettivamente indicato quello che sembrava un lunghissimo corridoio.
"Ascoltami, Lene, se effettivamente ti trovi dove noi crediamo… manca poco, davvero poco all'uscita!" Esclamò Sirius, raggiante.
La ragazza sorrise e fece per replicare ma l'immagine svanì.

Barty osservò la mappa, scuotendo la testa.
"Cosa c'è?" Chiese l'altro, suo malgrado.
"Tutto qui? Un lungo corridoio e poi è finita?" Rispose il Serpeverde. "No, ci deve essere sotto qualcosa… un’ultima prova, ne sono sicuro."

/ / / / / / /

Marlene dopo quelle ore di ansia, angoscia e prove fisiche era lo stremo delle forze ma, vedendo la meta così vicina, corse il più velocemente possibile verso la fine di quel corridoio.
Verso la sua tanto agognata meta.
Giunta a quel punto, non le importava più se alla fine del percorso avesse trovato qualche strana creatura o inganno partorito dalle menti sadiche dei tre presidi. Voleva solo uscire da quel labirinto.

E alla fine, dopo aver corso per quelle che le parvero ore, arrivò al termine del corridoio. Ma non trovò una porta, solo solida pietra. No, non era possibile, quel passaggio che aveva appena percorso non poteva portare a un vicolo cieco.
Avanzò ancora e improvvisamente una parete apparve alle sue spalle. Era in trappola?
Si preparò mentalmente ad affrontare qualsiasi tipo di ostacolo o creatura, ma quando vide che da alcune aperture della parete iniziò a entrare una copiosa quantità di acqua, le sue certezze crollarono.

Si voltò e provò ad analizzare la parete apparsa dietro di lei… ma non c'erano maniglie o varchi dove infilare le dita.
Sentendo montare di nuovo l'ansia (l'acqua era già quasi alle ginocchia) la ragazza prese a toccare, spingere, colpire ogni centimetro disponibile. Niente.
No, c’era qualcosa che non andava, non potevano avere escogitato una trappola che la uccidesse. No?

L'acqua era ormai alla vita quando scorse una possibile via di uscita.
All'inizio si era concentrata unicamente sulle cose che poteva toccare e raggiungere con le sue mani, ma dopo aver lasciato vagare lo sguardo per la stanza riuscì a intravedere, sul soffitto, una specie di pulsante.
Ma certo… era l'unica cosa possibile.
Doveva lasciare che l'acqua riempisse la stanza, lasciarsi andare, farsi guidare dall'acqua fino a quando questa non avesse raggiunto il soffitto e allora spingere con tutte le sue forze.
Più facile a dirsi che a farsi.

Già provata dall'incontro con l'Avvincino, da quelle ore frenetiche e dall'ultima corsa, Marlene trovò molto difficile rimanere a galla e lo fece aggrappandosi alla parete… ma questo le costò ulteriori forze.
Ben presto l'acqua riempì la stanza e la ragazza, aggrappandosi alla parete, poteva iniziare a scorgere nitidamente che sì, c'era un pulsante a pochi centimetri sopra di lei. Un pulsante con sopra incisa una porta.
Provò a raggiungerlo, ma era ancora troppo lontano: doveva lasciarsi trascinare in alto dalla forza della corrente ancora per qualche secondo.
Per sua fortuna non soffriva di claustrofobia altrimenti sarebbe impazzita.

Finalmente, dopo un'ultima spinta si distaccò dalla parete e nuotò verso la sua salvezza presunta. Sentiva ormai la forza dell'acqua travolgerla ma non poteva mollare, non dopo tutto quello che aveva dovuto affrontare nel corso di quelle tre ore maledette.
Allungò la mano e premette il pulsante.
Niente.
Riprovò ancora e il pulsante di pietra si mosse appena di qualche millimetro.

Il panico pervase Marlene.
Doveva spingere con più forza ma come faceva se non ne aveva più?
Se si sentiva svuotata e a malapena riusciva a rimanere a galla?

E riprovò ancora, cercando di prendere a pugni, spingere con tutte le sue forze quel maledetto pulsante.
Ormai l'acqua le arrivava alla gola e non c'era più possibilità, nessun'altra via di uscita.
Ormai le spinte e i suoi tentativi si stavano facendo via via meno insistiti e forti.
L'acqua le arrivò alla bocca e al naso.

Era finita.
Ci aveva provato ma aveva fallito, pensò, mentre sentiva che trattenere il respiro diventava più difficile e mille coltelli le pugnalavano i polmoni.
Spinse ancora ma niente.

Vide le facce di Sirius, di James e dei Malandrini.
Di Lily, delle sue amiche e di tutti i Grifondoro.
Perfino Barty.

Aveva deluso tutti.

No, era una Grifondoro, non poteva mollare.
Avrebbe combattuto, dando tutta se stessa… la sua avventura non sarebbe finita là.
Spinse ancora e questa volta, come per magia, fu come se dalle sue mani fosse scaturito un incantesimo “Depulso” perché sentì distintamente il pulsante muoversi, con un rombo secco. E poi il nulla.

/ / / / / / /

Quando si riscosse la prima cosa che vide fu una finestra, illuminata dalla luce solare rimpiazzata, subito, dalla faccia di Sirius.
"Sei sveglia!" latrò.
"Lasciala respirare, Black, te la puoi sbaciucchiare quando sarete da soli."
E quello era Barty.

"Dove sono?"
Chiese, si sentiva ancora intontita e solo con estrema difficoltà stava cominciando a comprendere che si trovava in una stanza, sdraiata su un comodo letto.
"In infermeria, la prova…"
Quelle parole riscossero completamente la ragazza.
"La prova! Come…"
"Tranquilla, schiacciando quel pulsante sei immediatamente comparsa nella stanza dove si trovavano i giudici," spiegò Sirius, sorridendo, orgoglioso. "A quanto pare, sei riuscita a ottenere il tempo migliore! La ragazza di Durmstrang non ha completato il labirinto mentre il campione di Beauxbatons è arrivato un quarto d'ora dopo di te!"

Ce l'avevano fatta. Ce l'aveva fatta.
Aveva affrontato quei pericoli e ne era uscita viva e vittoriosa.
"Ovviamente il nostro aiuto è stato di fondamentale importanza," ghignò Barty. "Ma te la sei cavata bene, lo devo ammettere.”
“É stata la migliore!”
“Non ti allargare…”

“E gli altri ragazzi?” chiese Marlene, interrompendo quell’ennesimo battibecco.

"Madama Chips ha insistito affinché ti riposassi e non ha ammesso nessun altro al di fuori di noi due," spiegò Sirius.
Dietro di lui, Barty alzò gli occhi al cielo ma a Marlene ormai non importava. Non le importava più nulla.

Mancava solo una prova ma era così lontana nel tempo…
Si sarebbe potuta godere un ultimo trimestre di pace e tranquillità… per quanto fosse possibile a Hogwarts, in compagnia dei Malandrini, e con una guerra fuori che infuriava.

/ / / / / / /

Eccoci qui alla fine di questa seconda prova che mi sono divertito a scrivere, sebbene all'inizio, davanti al bando, sia rimasto parecchio interdetto xD
Protagonista è stata Marlene, guidata da quel duo (che ormai nel mio cuore si piazza al secondo posto dopo Sandra e Raimondo) improponibile composto da Barty e Sirius.

Spero che questi due capitoli vi siano piaciuti, appuntamento con la prova finale.

  
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