Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    13/09/2009    11 recensioni
< Pronto? >
< Ehm…sei Robert Pattinson? >
< Sì, sono io. Con chi parlo? >
< Tu non mi conosci. Mi chiamo Carol e sono di New York. So che non avrei mai dovuto telefonarti, ma ho bisogno di un favore enorme da chiederti. >

In un tranquillo pomeriggio, Robert Pattinson riceve una telefonata da una sconosciuta. Quello che non sa, però, è che quella telefonata, gli cambierà la vita...
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Save you.


Stavo studiando le battute per il film Remember me, quando il mio telefono di casa iniziò a squillare.
< Pronto? >
< Ehm…sei Robert Pattinson? > domandò una voce femminile con un sussurro.

Come diavolo hanno fatto a scovare anche questo numero?” pensai disperato: ogni volta che cambiavo numero di telefono c'era sempre qualche ragazzina che riusciva a rintracciare il mio nuovo numero e ogni volta scoppiava in lacrime dicendo che mi amava e mi chiedeva di sposarla, oppure più semplicemente mi pregava di andare da lei e di morderla.
< Sì, sono io. Con chi parlo? > chiesi scocciato.
< Tu non mi conosci. Mi chiamo Carol e sono di New York. So che non avrei mai dovuto telefonarti, ma ho bisogno di un favore enorme da chiederti >
< Dimmi tutto > dissi fingendomi interessato.
< Se non è un problema, preferirei parlartene di persona. Non è che possiamo vederci? Sono disposta a venire anche io a Los Angeles… >
< Aspetta > la interruppi < hai detto che sei di New York? >
< Sì >
< La prossima settimana dovrò venire lì per girare il mio nuovo film. Se ti va di aspettare un'altra settimana, possiamo vederci lì >
< Sarebbe fantastico, grazie mille > rispose entusiasta, e dopo avermi lasciato il suo numero, chiedendole di chiamarla non appena fossi arrivato a New York, riattaccai.



< Rob, avanti, tra poco atterreremo > disse il mio manager svegliandomi.
Erano le quattro di notte e stavamo viaggiando con un aereo privato per arrivare a New York, senza essere disturbati da paparazzi ed eventuali fans.
< Quanto manca? > chiese Emily, la mia coprotagonista, sbadigliando.
< Stiamo atterrando giusto ora > rispose la sua manager Alexandra.
< Non vedo l'ora di buttarmi su un letto morbido > brontolai massaggiandomi il collo.
< Pazienta figliolo, ormai siamo arrivati >
Atterrammo cinque minuti dopo e riuscimmo ad uscire dall'aeroporto senza dare nell'occhio. Sfrecciammo verso il nostro hotel, e quando entrai nella mia stanza mi buttai sul letto senza svestirmi.
< Rob? Avanti, svegliati! Tra venti minuti iniziano le riprese! > esclamò il mio manager svegliandomi nuovamente.
< Che palle > brontolai uscendo dal letto e buttandomi sotto la doccia.
Dopo essermi vestito scesi nell'atrio, dove il mio manager mi aspettava con tanto di caffè e ciambelle.
< Ben svegliato! > esclamò sorridendo.
< Chiudi il becco, Michael > borbottai addentando una ciambella e, continuando a mangiare, arrivai al Greenwich Village, pronto per girare la prima scena della giornata.
< Buongiorno > salutò Emily sorridendomi.
< 'Giorno > risposi mugugnando.
< Non sei ancora sveglio, eh? > domandò ridendo.
< No, per niente > grugnii in risposta e mi allontanai verso la sala trucco.
Girammo varie scene fino all'una, poi riuscimmo a sganciarci per la pausa pranzo.
< Alle tre e mezza vi rivoglio qui. Né un minuto prima, né un minuto dopo > disse il regista senza degnarci di uno sguardo.
< Certo > risposi.

Idiota” pensai passandogli accanto.
Tornai in camera e dopo aver fatto un'altra doccia veloce presi il cellulare e chiamai Carol.
< Pronto? > rispose dopo il terzo squillo.
< Ehm…Carol? Sono Robert >
< Oh, ciao. Grazie per avermi chiamata. Ero convinta che non lo avresti mai fatto >
< Ma no, figurati >
< Hai già pranzato? >
< No >
< Dove ti trovi in questo momento? >
< In un hotel vicino al
Greenwich Village >
< Sì, ho capito. Dammi venti minuti e sono da te. E non pranzare, per favore > disse terminando la chiamata.
< Ok > risposi con ancora il telefonino in mano, e dopo essermi camuffato per bene scesi ad aspettarla in un angolo della strada.
Attesi dieci minuti e poi vidi una ragazza uscire da una BMW nera e guardarsi attorno.
<
Carol? > urlai e lei si voltò per guardarmi.
< Ciao! > esclamò agitando il braccio e mi fece segno di entrare in macchina < piacere, sono
Carol > disse sorridendo quando entrai in macchina e mi porse la mano.
Era davvero una bella ragazza: non era molto alta e aveva un fisico asciutto e muscoloso, aveva i capelli lunghi fin sotto le spalle neri e lisci, gli occhi di un marrone vispo e la carnagione olivastra.
< Robert > risposi stringendole la mano.
< Hai qualche preferenza sul posto dove mangiare? >
< Non direi >
< Perfetto > disse sorridendo e dopo essere ripartita guidò fino a un McDonald's < se ti va di aspettare qui dentro prendo la roba e poi torno > aggiunse guardandomi.
< Ma non c'è un McDrive? > ribattei.
< Sì, ma sono lenti da far schifo. E poi… > disse guardandomi < conosco molto bene chi ci lavora dentro e ho modo di farmi fare un po' di sconto > aggiunse furbamente < che cosa ti prendo? >
< Mmm…un Big Mac, le patatine grandi e una coca con dentro il ghiaccio > dissi senza esitazione < offro io >
< Scherzi? Hai deciso di incontrarmi senza nemmeno sapere chi fossi e pretendi pure di offrirmi il pranzo? > ribatté ridendo.
< Ok, beh…grazie >
Sorrisi passandomi una mano tra i capelli.
< Figurati > ribatté uscendo dalla macchina.
Una volta rimasto, solo accesi la radio e feci partire il CD che Carol aveva dentro e, in pochi secondi, le note di
Misery Business dei Paramore riempirono l'abitacolo.
Attesi altri cinque minuti e poi la vidi tornare sorridendo trionfante.
< Ti hanno fatto lo sconto? > domandai appena rientrò in macchina.
< Sì, di sei dollari > rispose entusiasta.
< Fammi indovinare: hai qualche spasimante che pur di farsi notare da te, lì dentro, ti fa lo sconto? > ipotizzai ridacchiando.
< Spasimante? Nah! Semplicemente ci lavora mio cugino > ribatté ridendo < ti piace? >
< Cosa? > domandai senza capire.
< La canzone > rispose aggrottando le sopracciglia.
< Oh sì, certo! Mi piacciono molto i Paramore >
< Io li adoro > ribatté < non mi sono mai persa un loro concerto. No ok, forse uno solo… >
< Quello in Texas? >
< Scherzi? Lì ero in prima fila! Non mi sono mai divertita così tanto! > esclamò riaccendendo il motore della macchina < quello in Gran Bretagna >
< E come mai? >
< Mi ero rotta la gamba mentre facevo surf… >
< Fai surf? > chiesi sbigottito.
< È la mia seconda passione > ammise sorridendo imbarazzata.
< Bello. Mi piacerebbe imparare ad andarci… >
Carol guidò per diverso tempo, mentre sgranocchiava la sua porzione di patatine, ma nessuno dei due era deciso a interrompere il silenzio parola.
< C'è un motivo per cui ti ho chiesto di vederci… > sussurrò d'un tratto.
< Immaginavo > risposi mentre finivo la coca cola < ti serve un autografo? Vuoi che venga al ballo della scuola con te? >
< Spiacente, ma non sono una tua fan > disse brevemente < cioè, senza offesa… >
< Figurati > risposi sorridendole e facendole cenno perché proseguisse < posso farti una domanda prima? >
< Una sola > disse ridendo e mi unii alla sua risata.
< Come hai fatto ad avere il mio numero? > domandai e con la coda dell'occhio la vidi sorridere.
< Tu conosci Michael Gutierrez? >
< Certo, è il mio manager > risposi senza capire.
< Ecco, è mio cugino. Cioè, è il cugino di mia madre…Serena Gutierrez… >
< Serena Gutierrez? La violinista Serena Gutierrez? La… >
< Regina del violino? Sì, proprio lei > rispose sorridendomi < ecco, il numero me l'ha dato lui > sussurrò con un sospiro < dovresti licenziarlo > aggiunse dopo una breve pausa.

< Sì, forse… > sussurrai ridendo < quindi, vediamo se ho capito bene…non sei una mia fan, quindi non vuoi un mio autografo o un appuntamento… >
< Esatto >
< E dal momento che tua madre è Serena Gutierrez, immagino che tu non abbia la minima intenzione di mettere le mani sui miei soldi… > continuai concentrato.
< Perspicace il ragazzo > rispose ridendo.
< E allora, perché hai voluto incontrarmi? > chiesi curioso.
< Vorrei che tu incontrassi una persona >
< Chi? >
< Forse la tua fan numero uno… > sussurrò forzatamente < mia sorella >
< Tua sorella? >
< Nicole > precisò continuando a guardare la strada.
< Vuoi che vada a farle gli auguri di compleanno… > ipotizzai annuendo.
< No, Robert, non centra. Vedi, mia sorella ha… > incominciò, ma lo squillo del mio telefono la interruppe.
< È Michael. Aspetta un attimo > sussurrai accettando la chiamata < non sono in ritardo, vero? >
< No, tranquillo. Ma dove sei? >
< In macchina con tua cugina >
< Quella giovane? >
< Sì >
< Salutamela > rispose ridacchiando < ti ha già detto di Nicole? >
< Stava per farlo giusto ora >
< Va bene, ci vediamo dopo > disse sospirando < Rob? Non mi licenzierai, vero? > aggiunse ridendo.
< Dipende. Ciao >
< Michael? > domandò Carol.
< Già. Ti saluta >
< Grazie > rispose sorridendo e ricadde nuovamente nel suo mutismo.
Dal canto mio, io mi stavo contorcendo le mani per l'imbarazzo che si era creato.
< Avanti, dicevi di Nicole? Perché vuoi che la incontri? >
< Vorrei che tu la aiutassi > rispose con il magone e in quel momento aprii bocca < no, lasciami finire > sussurrò < Nicole è malata…ha la leucemia… > riprese, ma un singhiozzo la interruppe di nuovo < sono mesi ormai che le siamo tutti vicini, ma da due settimane ha deciso di non voler più combattere. E allora ho pensato che se tu l'avessi incontrata, forse lei avrebbe ritrovato la voglia di vivere… >
< Michael non mi ha mai detto niente >
< Mamma non voleva che si sapesse in giro > ribatté tirando su col naso.
< Quanti anni ha? > domandai terrorizzato.
< Quattordici >
< È… >
< Troppo giovane per morire > m'interruppe guardandomi negli occhi < ti prego, Robert. Se non fossi così disperata, non ti avrei mai chiesto niente >
< Lo farò >
< Sul serio? > domandò guardandomi speranzosa.
< Sì, sul serio >
< Grazie > sussurrò sorridendomi timidamente < siamo arrivati > aggiunse indicando il set cinematografico < domani in pausa pranzo, va bene? > domandò mentre scendevo dalla macchina e dopo che mi appoggiai sul finestrino, annuii e Carol mi fece un cenno con la mano, per poi ripartire.
Mi diedi una veloce lavata, mi feci truccare e poi tornai a girare, anche se avevo la testa totalmente altrove.
Alle nove di sera rientrai nella mia camera, e dopo aver fatto una doccia il mio cellulare vibrò. Con indosso ancora l'asciugamano, mi sedetti sul letto e lessi il messaggio.

Se proprio domani non vuoi presentarti a mani vuote, puoi andare a prendere una vaschetta di gelato al pistacchio. È il suo preferito. Carol. P.S. Questo numero? Sempre per opera di Michael

Sorrisi, e dopo essermi infilato un paio di pantaloni della tuta, andai a dormire.


< Un chilo di gelato al pistacchio può andare bene? > domandai quando Carol mi venne a prendere.
< È perfetto! > rispose sorridendo e in quel momento vidi che sul sedile accanto a lei c'era un ragazzo < lui è il mio ragazzo, Adam >
< Piacere > ci salutammo entrambi e dopo essere salito in macchina, ci dirigemmo verso un ospedale poco distante dal centro della città.
< Meredith ti ha chiamata? > domandò Adam prendendo la mano di Carol e stringendogliela.
< La dottoressa Grey? No, non ancora > rispose Carol.
< Meredith Grey? Come la protagonista del telefilm? > domandai sgranando gli occhi.
< Già > rispose Carol guardandomi negli occhi utilizzando lo specchietto < le hanno copiato il nome, lo sai? > continuò.
< Davvero? > domandai sempre più sorpreso.
< Ti giuro. Ma non è stato solo per lei. Nell'ospedale c'è un'infermiera che si chiama Izzie Stevens, poi c'è George O'Malley e anche Derek Shepherd, ma tutte lo chiamano Stranamore >
< Mi stai prendendo in giro, vero? > chiesi ghignando.
< Direi proprio di sì > ribatté ridacchiando < forza, siamo arrivati > aggiunse aprendo lo sportello della macchina < oh, Robert? >
< Sì? >
< Ti prego, se inizia ad urlare non spaventarti >
< Ci proverò > risposi stringendo la vaschetta di gelato e infilandomi gli occhiali da sole.
Entrammo dentro l'ospedale, e prima di arrivare dentro la stanza 559, venni fermato non so quante volte per firmare autografi.
Una volta arrivati di fronte alla stanza, Carol mi disse di non farmi vedere subito e lei e Adam entrarono dentro.
Restai lì sulla porta, finché Carol non mi disse di entrare e quando entrai, vidi due occhi color nocciola farsi pieni di lacrime.
< R…Robert? > domandò incominciando a piangere < sto sognando per caso? >
< Non direi > risposi imbarazzato mentre mi avvicinavo a lei < tanto piacere, Nicole >
< Il piacere è tutto mio > disse e in quel momento le sue labbra carnose si curvarono all'insù.
< Ho portato un po' di gelato. Spero ti piaccia il pistacchio >
< Da matti > continuò senza smettere di sorridere < Michael non sa tenere a freno la propria lingua, eh? > domandò verso la sorella.
< Esattamente come mamma > rispose Carol ridendo < vado con Adam a cercare la dottoressa Grey, torniamo tra poco > riprese baciando la fronte di Nicole e mi sorrise dolcemente.
< Hai anche le coppe di cialda? > domandò Nicole tornando a guardarmi.
< Certo > risposi servendola < e così sei una mia fan, eh? >
< Già. Ho visto tutti i tuoi film >
< Qual'è quello che ti è piaciuto di più? >
< Little Ashes > rispose senza esitazione < adoro Salvador Dalì > si spiegò dopo aver notato la mia faccia perplessa.
< Ero convinto che dicessi Twilight > ammisi mentre mi gustavo il gelato.
< Oh sì, quello è al secondo posto > rispose ridendo.
< Posso farti una domanda? >
< Chiedi pure > disse sorridendomi.
< Perché hai deciso di smettere di combattere? > domandai e vidi il suo sorriso spegnersi.
< Fa…fa troppo male > ammise mentre una lacrima iniziava a scendere < è…troppo stressante, non so se mi spiego. E poi che senso ha continuare se tanto dovrò morire? >
< Tua sorella e i tuoi genitori sostengono che tu ce la possa fare >
< Loro sperano troppo. Lo sento che andrà così. È come se tu desiderassi ardentemente la Gioconda, ma sai che non potrai mai averla perché appartiene al Louvre. Ecco, io mi sento così. Mi sento come se che la mia vita fosse la Gioconda e il Louvre fosse il mio destino >
< Il destino si può sempre cambiare, così come uno sconosciuto può dare talmente tanti soldi al Louvre da farsi vendere la Gioconda > risposi guardandola negli occhi.
< Forse sono solo troppo vigliacca per combattere >
< O forse hai troppa paura di non farcela e di deludere tutti per provarci… >
< Ma tu cosa sei? Un attore o uno psicologo? > domandò ridendo.
< Fino a qualche minuto fa avrei detto un attore, ora non lo so > risposi unendomi alla sua risata < facciamo un patto. Tu continuerai a lottare e io ti porterò con me alla premier di Remember Me >
< Lo faresti davvero? > chiese con occhi lucidi.
< Sì, ma tu in cambio devi promettermi che non mollerai, che cercherai di sopravvivere per te e per i tuoi familiari. Nicole, la vita è troppo breve e bisogna fare di tutto per viverla fino in fondo. Non credo che una ragazzina di quattordici anni l'abbia vissuta già pienamente >
< Potrei essere una bambina prodigio. Oppure potrei essere come Benjamin Button > rispose sorridendo.
< Se tu fossi come Benjamin Button, non mi avresti detto che hai paura >
< Io non l'ho mai detto >
< Non direttamente > dissi sorridendo < verrò a trovarti domani, ora devo tornare sul set >
< Non sei costretto a farlo >
< Lo so, ma voglio farlo > risposi facendole l'occhiolino < e domani ti porterò il mio gusto preferito, nocciola >
< A domani, Robert >
< A domani, Nicole > sussurrai andandomene.



Trascorse quasi un anno dall'ultima volta che vidi Nicole, ovvero il giorno in cui terminai le riprese di Remember Me. Come mi aveva promesso, stava combattendo e si stava riprendendo alla grande, così come io stavo per mantenere la parola data. Quella sera ci sarebbe stata la premier del film.
Arrivai sotto casa sua e suonai al campanello.
< Robert! > esclamò Carol abbracciandomi.
< Ciao Carol, come stai? >
< Sto bene> rispose sorridendomi < forza, Nicole ti sta aspettando in sala > aggiunse facendomi entrare.
< Rob > sussurrò Nicole guardandomi e sorridendomi.
Quella sera era semplicemente divina: indossava un vestito color azzurro pastello che le arrivava fin sotto il ginocchio e aveva uno scialle dello stesso colore che le copriva le spalle.
< Sei splendida > risposi sorridendole mentre l'abbracciavo.
< Anche tu >
< Vogliamo andare? > domandai porgendole il braccio, ma Carol bloccò la sorella.
< Prima voglio farvi una foto! > esclamò sorridendo e dopo averci immortalati con qualche scatto, ci fece uscire.
< Ho un po' di paura… > ammise Nicole quando arrivammo davanti al tappeto rosso.
< Non averne, ti starò accanto > la rassicurai.
< Sì, ma… >
< Siamo amici, no? >
< Certo > rispose sorridendomi dolcemente.
< Bene, allora fidati di me > sussurrai prendendola per mano e trascinandola sul tappeto accanto a me.
Per tutto l'inizio, Nicole se la cavò egregiamente. Si fece fare un paio di foto con me e iniziò a ridere quando le mie fans mi reclamarono per fare delle foto. Dopo una decina di minuti entrammo dentro la sala per vedere il film.
< Rob? > mi chiamò stringendomi il braccio.
< Sì? >
< Il regista sarà anche uno stronzo, ma tu hai recitato da dio >
< Grazie > risposi imbarazzato e non parlammo più fino alla fine del film.
Verso le undici e mezza lasciammo la sala e ritornammo sul tappeto rosso per scattare altre foto.
< Allora Robert, chi è questa deliziosa fanciulla? > domandò una giornalista sorridendo.
< Lei è la mia amica Nicole > risposi entusiasta.
< Rob? > mi chiamò Nicole aumentando la presa sul mio braccio.
In quel momento mi voltai verso di lei e quando vidi che era pallida come uno straccio, mi preoccupai.
< Nicole, che cos'hai? > domandai, ma lei non mi rispose e svenne < aiuto! Aiuto! > iniziai ad urlare disperato mentre mi guardavo intorno.
< Sono un medico, fatemi passare! > esclamò un uomo e dopo aver scansato la sicurezza, mi raggiunse < ha difficoltà a respirare ed è troppo pallida. Ha assunto qualche droga prima di venire qui? > domandò il dottore guardandomi.
< No, ha la leucemia > risposi stringendo la mano di Nicole.
< Oh, no. Presto, bisogna chiamare un'ambulanza > disse afferrando il telefono, e nell'attesa che l'ambulanza arrivasse, il dottore le fece la respirazione artificiale.
L'ambulanza arrivò nel giro di cinque minuti e quando la fecero stendere dentro, volli salire con lei.
Accanto all'ambulanza, però, trovai un fotografo di una rivista scandalistica che ce l'aveva a morte con me, anche se io non ne avevo mai capito il motivo.
< Pure dei malati si prende cura Pattinson? Certo che pur di far crescere la sua notorietà ne inventa una tutti i giorni > sussurrò il fotografo mentre scattava diverse foto, ma lo sentii chiaramente e tornai indietro solo per tirargli un pugno, centrando il naso.
Entrai dentro l'ambulanza e chiusi entrambi gli sportelli.
< Spero che non le faccia causa… > disse il medico guardandomi.
< È l'ultimo dei miei problemi… > risposi continuando a guardare Nicole.
< Il suo respiro si è stabilizzato, ma è ancora priva di coscienza >
Arrivammo all'ospedale dove Nicole veniva curata e rimasi lì finché non si riprese.
< Robert? > mi chiamò Carol con gli occhi gonfi < mia sorella vuole vederti > sussurrò facendomi entrare.
< Nicole > dissi avvicinandomi al letto.
< Credo di aver movimentato un po' troppo la serata > rispose ridendo.
< Come stai? > chiesi accarezzandole un braccio.
< Come una ragazza leucemica che è appena svenuta. Ma sto meglio. Se non altro, sono ancora viva > sussurrò sorridendo < tu perché sei ancora qui? >
< Che vuoi dire? >
< Credevo che dovessi partire per girare Eclipse >
< Prima volevo che tu ti riprendessi >
< Ecco, fatto. Sto bene ora, Rob. Ma torna non appena hai finito di girare il film >
< Lo farò, te lo prometto > risposi chinandomi per baciarle la fronte e poi me ne andai, prendendo il primo aereo per Vancouver, per raggiungere il set di Eclipse.


< Michael, sono Rob. Lo so che sei in luna di miele, ma sei anche il mio manager. Chiamami appena puoi, devo parlarti >
Spensi il telefono e poi mi diressi verso la mia roulotte. Le riprese di Eclipse duravano ormai da cinque mesi e non vedevo l'ora che finissero per potermi riposare e tornare a casa.
< Robert? > mi chiamò Kristen mentre si avvicinava a me.
< Oh, ciao Kris > risposi mentre mi accendevo una sigaretta.
< Fumare ti fa diventare i polmoni neri > obiettò.
< Parla la santarellina >
< Io perlomeno ho smesso > ribatté facendomi la linguaccia < nella mia posta c'era una lettera per te. Te l'ho portata davanti alla tua roulotte >
< Grazie > risposi sorridendo.
< Figurati, ma chi è che ti scrive da New York? > domandò curiosa.
< New York hai detto?! > risposi sgranando gli occhi.
< Sì, ma… >
Non le diedi il tempo di finire la frase, che corsi fino alla roulotte per leggere la lettera. Avevo spedito anche io una lettera a Nicole due settimane fa e aspettavo ancora una sua risposta.
Presi la lettera, aprii velocemente la porta, mi sedetti sul letto e poi aprii la busta, iniziando a leggere.

Robert,
immagino che tu sia sorpreso di ricevere questa lettera ed io, se devo essere sincera, sono sorpresa di scriverla. Anzi, speravo proprio di non dovertela mai scrivere.
Vedi, non è facile quello che sto per dirti, ma glielo avevo promesso…e in ogni caso, l'avrei fatto.
Nicole è morta. Ieri sera, verso le undici. Stavamo parlando, e d'un tratto ha iniziato a piangere, dicendomi una frase che non mi scorderò mai. “Carol, è finita. Non posso neanche lottare, è troppo tardi. Ti voglio bene e ne voglio anche a mamma e a papà. Da quando ho incontrato Robert, ho ricominciato a sperare. Ho deciso che voglio essere forte e coraggiosa come Benjamin Button. L'unica cosa che mi dispiace è che non potrò vedere Eclipse quando uscirà, ma di sicuro sarà bello quanto Twilight e New Moon… ”
E dopo aver detto questo, ha chiuso gli occhi, si è appoggiata al suo cuscino ed è morta, col sorriso sulle labbra. E come aveva detto lei, non c'era modo di salvarla.
Robert, prima di lasciarti voglio solo dirti un'ultima cosa: grazie. Grazie perché hai fatto tornare la voglia di vivere ad una persona che era stanca di soffrire. Le hai cambiato la vita e per questo te ne sarò sempre riconoscente.
Ti meriti tutta la fortuna del mondo, Rob.

Carol.


Rimasi a fissare la lettera per un tempo indeterminabile e versai tante lacrime. Avevo perso un'amica e non ero nemmeno accanto a lei per salutarla.
Verso sera mi ripresi e dopo aver rinunciato a cenare, uscii dalla roulotte e m'incamminai verso un parco, per fare una passeggiata. Mi strinsi dentro il cappotto da quanto faceva freddo e ripresi la lettera di Carol in mano, rincominciando a leggerla. La rilessi due volte, e quando alzai la testa per vedere il cielo stellato, sorrisi: c'era una stella che brillava di più tra tutte ed ero certo che quella stella fosse la mia piccola amica Nicole.


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Tecnicamente, questa dovrebbe essere la mia ultima storia triste che ho scritto in vacanza… ma cercate di capirmi, ero in un posto isolato dal mondo, era ovvio che mi venisse da scrivere storie così xD
Però, finalmente, mi sono decisa a postarla…c'è una cosa che vorrei fare, prima di tutto, ovvero spiegarvi perché ultimamente uccido la gente xD
prendendo ad esempio questa storia, la cosa è molto semplice.
Carol sarei io, Nicole il mio migliore amico (o per meglio dire, ex migliore amico) e la morte di Nicole sarebbe la fine della nostra amicizia, per la quale ho sofferto molto e ci sto ancora soffrendo.
Comunque, non credo che vi interessi sapere la storia della mia vita, ma volevo darvi giusto una dritta…
Parlando d'altro…da domani si ritorna a scuola (anche se per me è martedì il ritorno) che palle, oserei dire…credo che tra poco incomincerà il conto alla rovescia per le vacanze estive (9 mesi ancora, purtroppo…)
Possiamo sempre consolarci con l'uscita di New Moon al cinema! (tra parentesi: avete visto quanto è bello il nuovo trailer, anche se ora l'hanno già [più o meno] tolto da youtube? Ho il presentimento che New Moon sarà MOLTO più bello di Twilight [in ogni caso, io mi porterò dietro i fazzoletti xD])

Bene, grazie mille per esservi soffermati a leggere questa one-shot, lo apprezzo molto.
Godetevi questo/i ultimo/i giorno/i di vacanza!

Un bacio, la vostra Giulls


P.S. Un grazie ai Simple Plan per concesso, anche se loro non lo sanno e non lo sapranno mai, che utilizzassi il titolo di una loro canzone per questa storia. Inoltre: non conosco Robert Pattinson, non l'ho mai visto né ho mai avuto contatti con lui (o con il suo manager). Scrivo per puro divertimento e bla bla bla :D

   
 
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