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Autore: Terreno    30/04/2023    0 recensioni
Vi era un tempo in cui draghi, fate e umani erano vincolati a terra. Un giorno arrivò su quel mondo la Dea del Volo e fece in modo che chiunque si fosse impegnato a far crescere le proprie ali, avrebbe potuto volare con esse.
 
Tuttavia, dopo diverso tempo, il Visionario inventò delle ali meccaniche ed iniziò a vendere le sue ali artificiali alla gente.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi era un tempo in cui draghi, fate e umani erano vincolati a terra. Il cielo potevano vederlo solo alzando la testa verso l’alto. Era uno spazio a loro precluso, dominio degli uccelli e di altri volatili.
Un giorno, però, discese su quel mondo la dea del volo. All’inizio, gli abitanti non la trattarono amichevolmente; tanto che la divinità volle confrontarsi con loro, per capire dove fosse il problema.
“Dunque il punto sta nel fatto che trovate ingiusto che io possegga dei poteri a voi inaccessibili.”
Concluse lei, dopo aver ascoltato le parole dai rappresentanti dei locali.
“Credete che le mie capacità derivino da una qualche privilegio? Non avete mai pensato che siano frutto del mio impegno e sacrificio?”
Puntualizzò.
“Molto bene, allora farò in modo che tutti voi possiate ottenere il potere che maggiormente desiderate, tra quelli a mia disposizione: il volo.”
Proseguì calma.
“Chiunque avrà la pazienza, l’impegno e la disciplina per crescere secondo un percorso da me indicato, si vedrà spuntare due ali sulla schiena, con le quali potrà volare.
Non sarà facile, ma le ali di chi accetterà tale via, saranno sue e di nessun altro. Nessuno potrà togliervele, nemmeno io. Un potere, per essere tale, dev’essere ottenuto con l’impegno. Quando ciò avviene è intrinseco al proprietario e lo emancipa.”
Fece allora un gesto e comparvero dei libri dove vi era spiegato il cammino di formazione. Poi salì in aria e lascò quel mondo.
 
I draghi furono tra i primi a registrare i primi individui a cui spuntarono le ali, possenti e verdi, ma non passò molto che anche gli altri videro crescere le proprie. Presto spiccarono le ali delle fate, eleganti e colorate, come quelle delle farfalle e quelle degli umani, candide e piumate.
Il cielo divenne anche la casa anche di quelle creature. Certo, non era facile riuscire a farsi spuntare le ali e anche quando ciò accadeva, bisognava prima imparare a usarle, prima di poter spiccare il volo.
Non tutti le avevano; vi era gente che, vuoi per mancanza di interesse, vuoi per pigrizia, non intraprendeva quel percorso e continuava ad essere una creatura appartenente alla sola terra.
Per molto tempo tutto andò bene e chiunque voleva davvero volare poteva farlo.
 
Tra queste persone vi fu Alita, una giovane umana che già da ragazzina vide spuntare le proprie e in un solo anno era già in grado di padroneggiare il volo, tanto eseguire acrobazie difficili. Avrebbe continuato a migliorare, perfezionando sempre più ciò per cui si era impegnata. Non sempre però, le cose vanno come previsto.
Un giorno, infatti, una persona nota come Il Visionario inventò delle ali meccaniche e iniziò a venderle. Per vedersi sollevati da terra non occorreva più impegno, né costanza. Bastava solo pagare una modesta cifra per acquistarle. Erano più veloci e non era necessario imparare ad usale, dato che si muovevano da sole, grazie a un computer interno che si aggiornava in tempo reale, in grado di portare coloro che se le erano fatte installare, alla destinazione indicata.
La gente iniziò a non volersi impegnare più. Semplicemente acquistava la licenza per protuberanze meccaniche. Alcuni arrivarono persino ad amputare le proprie, pur di potersi far installare quelle artificiali, più veloci e facili da usare.
Pochi furono quelli che decisero di intraprendere il percorso per farsele crescere, così come quelli che rinunciarono a quelle del Visionario, a favore delle prprie, tra cui Alita. Le loro ali, frutto del proprio impegno, erano qualcosa di intrinseco, così come gli sforzi profusi per ottenerle. Privarsi di queste sarebbe stato come privarsi di una parte di loro stessi. Per alcuni, poi, l’affare proposto dal Visionario era sin troppo vantaggioso nei loro confronti per poter essere accettato con leggerezza, senza considerare l'eventualità di una fregatura.
 
Gli anni passarono ed Alita divenne una giovane donna. Si fece una ragione delle piccole rinunce che comportava non avere ali meccaniche e di cosa, alcune persone, pensassero di quelli come lei.
Un giorno si svegliò tardi e siccome il luogo dove lavorava si trovava sul monte opposto a quello dove vi era la sua casa, decise di fare un compromesso e comprò un biglietto per un volo sul dorso di un drago; così da arrivare per tempo per il suo turno.
Si sedette su uno dei sedili e il drago si alzò in volo, grazie alle ali meccanizzate. La gigantesca creatura fermò per due fermate e presto lo spazio adibito ai passeggeri, divenne affollato.
Mentre il drago era in volo tra i due monti un uomo iniziò a lamentarsi di avere addosso al viso, le ali della donna. Quelle meccaniche potevano infatti ripiegarsi, così da occupare meno spazio, cosa che non potevano fare quelle della passeggera.
“Ma perché l’anno fatta salire?”
Disse costui, spezzante. Presto altri iniziarono ad attaccarla. Dicendo che non sarebbe dovuta entrare vedendo che lo spazio era così affollato, altri la disprezzavano perché non aveva le ali come quelle che avevano addosso loro.
Solo un bambino prese le parti di costei.
“Ma che colpa ne ha se sono grandi?”
Intervenne lui.
“Se fossero di ferro non occuperebbero così tanto spazio.”
Rispose un uomo.
“Ma se a lei piace avere le sue? Che male c’è?”
Provò a controbattere il piccolo.
“Io le mie me le sono amputate e non sto dando fastidio a nessuno.”
Urlò un vecchio. Ancora una volta il bambino provò a rispondere, ma Alita lo bloccò: non vi era alcun beneficio a scaldare ulteriormente gli animi.
Qualche minuto dopo, però, le ali che montava il drago si bloccarono e prese a precipitare. I passeggeri, sospettando un’avaria, si sganciarono le cinture per uscire fuori dallo spazio dove stavano, privo di tetto. Il drago scese più velocemente di loro e quindi decisero di aprire le ali, ma i loro dispositivi non risposero. Presto iniziarono a battere ripetutamente sulle leve di attivazione, ma le ali meccaniche non accennarono ad aprirsi.
Alita, l’unica a volare e quindi sopra di tutti, capì che qualcosa non stesse andando. Come mai nessuno di loro aveva preso il volo. Erano usciti fuori dalla zona passeggeri; cosa aspettavano? Forse anche le macchine che avevano addosso non stavano più funzionando.
Subito si gettò in direzione del bambino. Lo raggiunse, ma le ali meccaniche che avevano addosso pesavano e costituivano un impedimento per quelle della donna. Allora tirò fuori dalla tasca un pezzo di ferro ed iniziò a svitarle, mentre il terreno si faceva sempre più vicino.
Staccò quindi l’ultima vite e liberato il bambino dalle protuberanze di metallo, lo strinse tra le braccia e aprì le proprie ali. Fece appena in tempo a rallentare la caduta e a far sì che i due si posassero a terra con dolcezza, cosa che non potette fare per tutti gli altri, che si schiantarono a terra. Era esausta, ma lei e il bambino erano salvi!
 
 
In molti si sono chiesti cosa sia accaduto quel giorno. Come mai tutte le ali meccaniche si siano improvvisamente bloccate. Alcuni ipotizzano che una tempesta magnetica, prodotta dalla stella del mondo, abbia danneggiato i computer dei dispositivi, ma questa ipotesi presenta delle incongruenze.
Gira voce anche che Il Visionario, quel giorno, furente per non essere riuscito ad alzare ancora il prezzo delle batterie di alimentazione delle protesi da lui inventate, abbia schiacciato un bottone che abbia bloccato il funzionamento di tutte. Ciò spiegherebbe perché tutte abbiano smesso di funzionare più o meno contemporaneamente e perché ciò sia avvenuto ovunque, dato che la tempesta magnetica avrebbe potuto coinvolgere solo la parte del pianeta rivolta verso la stella.
 
 
Non rinunciare mai alle tue ali, perché saranno tue e tue soltanto.
Non rinunciare a fartele crescere, perché saranno una parte di te e ciò che ti è intrinseco non ti tradirà mai.
   
 
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