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Autore: Risa_chan    02/05/2023    2 recensioni
Hinata e Kageyama tronano ad allenarsi insieme dopo i rispettivi campi di allenamento. Tutto è compre prima ma , allo stesso tempo, tutto è cambiato. Devono trovare un nuovo equilibrio e ritrovarsi non è semplice...
[Partecipante alla challenge "è nato prima l'uovo o il titoletto?" del gruppo fb "Non solo Sherlock]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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span style="font-size:14px">FANDOM: Haikyuu!!
TITOLO/PROMPT: Abbiamo corso insieme fin dove arrivava la strada @AmaliaFrontali
PERSONAGGI: KageHina
GENERE: generale
AVVERTIMENTI: //
TW: arancione
Premessa:Nel testo sono presenti delle citazioni tratte della quarta stagione, e ho cercato di seguire gli eventi canonici ma sono andata a memoria, quindi potrebbero esserci degli errori.Non credo affatto che questa storia sia degna del titolo/prompt (un piccolo capolavoro di suo) ma visto che sono in ballo, tanto vale ballare. Traduzione: visto che sono riuscita a completarla la pubblico.
 


Abbiamo corso insieme fin dove arrivava la strada

 
 

Il club di pallavolo del Liceo Karasuno era in fermento. Takeda-sensei era riuscito a organizzare un amichevole con la squadra dell’Istituto Dateko.  Affrontare il muro di ferro prima dei nazionali era un’opportunità allettante, la quale aveva reso i ragazzi più rumorosi e vivaci che mai.
Stranamente, Hinata rimase tranquillo. Palleggiava da un punto all’altro della palestra silenzioso e pensieroso: stava ancora assimilando le nozioni che aveva imparato durante il campo di allenamento; cercava di riprodurre un movimento preciso, tenendo conto anche del modo in cui sarebbe arrivata la palla, la sua angolazione e il punto di impatto. La giusta posizione in cui mettersi, considerando le possibili azioni della squadra avversaria. Tante informazioni da registrare nell’asso di tempo in cui la palla passava dal campo avversario al loro.
Il suo incubo più grande era sempre stato quello di essere messo in panchina mentre i suoi compagni combattevano per vincere la partita.  Quanto si era sbagliato!
Imbucarsi al ritiro del primo anno alla Shiratorizawa gli era sembrata una gran bell’idea al momento. Purtroppo, le idee impulsive non portano mai un buon consiglio, così Shoyo, oltre a ricevere una strigliata dopo l’altra, non poté fare altro che raccogliere palloni, passare lo spazzolone, lavare le pettorine, riempire le borracce, passare gli asciugamani ai gicatori, e segnare i punti sul cartellone. In parole povere, fare il raccattapalle.
Imparare soltanto con gli occhi lo aveva fatto sentire perso e immobile intrappolato nei rovi, fino a quando la vista del campo non gli aveva dato la via di uscita. Rincorrendo la palla, non si era mai reso conto di quante informazioni si potevano ottenere, semplicemente osservando.
Si voltò in cerca di Kageyama e dopo una rapida occhiata, lo individuò.  Se ne stava dall’altra parte della rete assorto e sembrava di cattivo umore; era nervoso per qualcosa, un pensiero o un idea stupida. Ebbe l’istinto di avvicinarsi per svegliare il suo alzatore dall’incubo che lo tormentava, però qualcos’altro lo bloccò.
Kageyama trovava sempre l’occasione di ribadire le sue debolezze e Hinata era un po’ stufo di quel suo modo di sbattergli in faccia i suoi punti deboli, o il fatto di non essere particolarmente bravo.
 
"Hey... Sto allungando"[1]

Di strada da fare ne aveva parecchia, Shoyo lo sapeva ma non poteva smettere di sentirsi deluso. Quello che aveva fatto più male era stato il sorriso sul volto di Kageyama mentre parlava. Uno schiaffo in pieno viso come se non fosse già abbastanza dura essere rifiutato per ben due volte. Non era abbastanza per il campo di allenamento della nazionale under 19, non era abbastanza per il coach Tanji Washijō; Shoyo senza Tobio non valeva nulla.  Era la verità ma questo non voleva dire che non facesse male lo stesso.
 
"Hey... Tu puoi saltare ancora di più"[2]
 
Poi però gli diceva quelle frasi capaci di spazzare via ogni forma di risentimento e gli faceva battere forte il cuore. Non importava davvero quanto fosse duro con lui, anzi la sua severità lo spingeva a fare ancora meglio e ancora di più perché significava che Tobio credeva fermamente che lui potesse volare sempre più in alto.
Non importava quanto lo faceva arrabbiare, vinceva sempre quel sentimento che sentiva crescere ogni volta che stavano insieme, non poteva farci nulla, lo amava com’era, caratteraccio compreso.
Hinata mise da parte ogni freno e si avvicinò a Tobio, ma non poté parlargli; in quel momento arrivò il Dateko.  La squadra si mise velocemente in riga per il saluto e la partita iniziò.
Come c’era da aspettarsi il muro di ferro era rinato più forte di prima, il loro Bunch shift dava al Karasuno il suo bel da fare, e più venivano murati più Tobio si innervosiva, Shoyo poteva vederlo. 
Il primo segno di cedimento arrivò quando Nishinoya prese un pallonetto insidioso fermandosi proprio sul punto in cui avveniva l’attacco dalla seconda linea. 
Kageyama gli urlò: “Nishinoya sei tra i piedi!”
Il disastro venne evitato semplicemente perché Yuu  comprese subito il suo errore. Tuttavia, Tobio era troppo silenzioso quel giorno, prima o poi, il re avrebbe fatto la sua comparsa.
Il Karasuno chiese un team auto per rompere il ritmo del Dateko.
“Ehi Kageyama, volevo dirti…” Cominciò Asahi. Kageyama non lo fece finire: “se le mie alzate sono buone, per favore impegnati a segnare!” 
La squadra si ammutolì.

“Era da tempo che il Re non si faceva sentire con le sue pretese assurde…” Commentò Tsukishima
 Mentre Kageyama rimase a testa bassa, congelato dalle sue stesse parole: “Scusate…”
"Lo penso da un po' di tempo, ma che male c'è se si comporta da Re? È perché ha delle pretese assurde? O perché è egocentrico? Comunque, in ogni caso, se ciò che dice non mi va giù, semplicemente non lo ascolto!"[3] esclamò Shoyo improvvisamente.
Tobio era così: ruvido, diceva sempre quello che pensava senza badare ai sentimenti degli altri ma non lo faceva mai con cattiveria, semplicemente diceva quello che pensava. La sincerità non poteva essere un difetto tanto terribile, bastava non badarci quando non si era d’accordo con lui, oppure, litigare se fosse stato necessario.
Le parole magiche sciolsero la tensione in un batter d’occhio.
“E’ vero!  Non è importante quando fa le sue pretese assurde, neanche lo ascolto!” Disse Tanaka, e Tsukishima confermò, “nemmeno a me importa.”
La partita ricominciò con maggiore scioltezza tanto che, finalmente, il Karasuno segnò.
Al fischio dell’arbitro, Shoyo si avvicinò a Tobio con il suo asciugamano trasformato in una specie di corona.
“«Il palleggiatore è come un sovrano», è il ruolo più figo. Non scorderò tanto facilmente quando hai detto quelle parole. Anche se ti comporti da bravo ragazzo, la tua vera natura è quella di un sovrano, quindi rassegnati... Oggi viene incoronato il nuovo Re del Campo!"[4]
Con un balzo gli ficcò in testa la corona rimediata, simbolo della nascita di un nuovo Re consapevole, scacciando i brutti ricordi di un passato ormai privo di importanza.
 
***
 
“Facciamo un pezzo di strada insieme?” Shoyo sorrise; invece di mettersi in sella sulla sua bicicletta cominciò a spingerla a mano incamminandosi verso il cancello, Tobio si limitò a seguirlo senza dire nulla.
“Alla fine ti è passata,” disse Hinata.
“Certo Boke!”
Shoyo annuì: “Bene, non voglio più vederti depresso per quella storia.”
Kageyama si strinse i pugni dentro le tasche della felpa sforzandosi di fare uscire fuori i sentimenti che non riusciva a esprimere. Non aveva l’abilità di dire sempre le cose giuste al momento giusto come Hinata. Shoyo era un folletto magico con il potere di cancellare le sue paure ancora prima che Tobio potesse rendersi conto di provare. Mentre lui non riusciva neanche a dire un semplice grazie.
Raggiunsero l’incrocio fin troppo presto. “Beh, io vado…”
“Hinata!”
“Sì?”
Quando Tobio lo baciò Shoyo rispose subito, aprendo la sua bocca per accogliere la sua. Un bacio umido e accogliente, dolce e così dannatamente bello da fargli sentire la testa leggera.  Le loro lingue si muovevano in perfetta sincronia come quando giocavano, una danza sensuale da torcere le budella.
 “Oh, è…”, Shoyo aveva gli occhi lucidi e le labbra era tumide e aperte in cerca d’aria, “è il tuo modo di dirmi grazie?”
Tobio ridacchiò: “grazie e…”, gli sfiorò il labbro inferiore, “…tutto sommato mi piaci.”
Shoyo si alzò sulle punte e gli stampò un altro bacio: “anche tu mi piaci tanto, Bakeyama!”
Montò sulla sua bici: “Ci vediamo domani!” Esclamò prima di pedalare via verso casa.
Kageyama Tobio sorrise al vuoto: era un ragazzo davvero fortunato.
 
[1] Haikyuu!! Stagione 4 episodio 1
[2] Haikyuu!! Stagione 4 episodio 5
[3] Haikyuu!! Stagione 4 episodio 7
[4] Haikyuu stagione 4, episodio 7
   
 
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