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Autore: ClostridiumDiff2020    03/05/2023    0 recensioni
In un altro universo...
Un ragazzo ha incontrato un altro ragazzo cambiando radicalmente la sua storia...
Julian e Billy frequentano la stessa scuola ma non si erano mai incontrati e le loro strade sembrano su binari paralleli finché un giorno si ritrovano per caso seduti uno accanto all'altro e finiscono inesorabilmente per incontrarsi scontrarsi intrecciarsi...
Julian è della squadra di nuoto, punta ad essere preso da un'Università prestigiosa così da poter magari un giorno andare alle Olimpiadi.
Tra lui e il suo sogno c'è un piccolo ostacolo, la sua media voti è tragicamente bassa e deve assolutamente aumentare così quando la sua Tutor gli propone di affiancarsi a un altro compagno si ritrova costretto ad accettare.
Billy è più grande di lui, ha perso un anno di scuola pe motivi personali.
Si ritrova al suo ultimo anno, ha intenzione di arruolarsi nell'esercito e lasciarsi alle spalle la casa-famiglia dove è cresciuto sperando di trovare nell'esercito finalmente famiglia.
Quando i loro occhi si incroceranno Julian scoprirà che il suo cuore potrebbe aver saltato un battito...
Heartstopper...
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billy Russo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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03. Kiss

 


 
Quando finalmente batté sul blocco guizzando oltre la superficie, dal boato che ne scaturì Julian comprese di aver vinto.
Sorrise esaltato mentre il palazzetto esplodeva di luce.
In quell’oceano di volti ce n’era solamente uno che veramente contasse in quel momento ai suoi occhi.
 
Billy!
 
L’altro esultava e saltava sugli spalti, alle sue spalle intravide anche i suoi amici.
 
Violet e Oscar lo scrutavano felici quanto Billy ma Marco lo scrutava torvo.
Si era seduto il più lontano possibile da quell’intruso, ogni tanto gli scoccava occhiate ostili.
 
Julian preferì ignorarlo, Billy stava correndo nella sua direzione, seguito con lentezza dagli altri tre.
 
Quando Billy si protese per aiutarlo ad uscire dalla vasca con un guizzo Julian lo afferrò e lo trascinò in acqua.
 
«Dannazione! E adesso chi li tirerà più fuori di lì?»
Esclamò Marco alzando le braccia al cielo prima di imprecare.
«Andiamo ragazzi! Uscite! Dobbiamo festeggiare!»
«Julian deve uscire, quell’altro coso per me può anche affogare!»
 
Marco gemette quando Violet gli rifilò una decisa gomitata allo stomaco.
«Aspetteremo quanto serve, Billy dovrà cambiarsi!»
«Dobbiamo trovare il modo trascinarlo ad ogni singola gara!»
 
Marco ringhiò in direzione di Oscar.
«Questa è senza alcun dubbio la peggiore delle idee!»
«Io direi che è geniale! Hai mai visto Julian andare così veloce? Non aveva mai virato così agilmente, ed è matematico, se vuoi fare colpo ci metti più impegno! Se ce lo portassimo dietro a ogni gara il nostro Julian avrà l'oro assicurato e la qualifica per i mondiali, fidati!» esclamò Violet.
 
Oscar annuì e Marco li mandò entrambi a quel paese.
«Sei solo geloso perché prima Julian metteva sempre te al primo posto! Ma questo atteggiamento è veramente molto infantile lo sai vero? Non ti facevo così tanto possessivo… E credimi sarà questo a farti perdere Julian, non Billy!»
 
Marco si isolò appoggiandosi alla parete, osservò con rabbia Julian uscire dall’acqua aggrappandosi a un fradicio Billy, afferrare l’asciugamano per avvolgerlo con fare protettivo. Odiava quel suo modo di essere così mamma chioccia!
O meglio odiava quando lo faceva con qualcuno che di certo non lo meritava, non con Billy Russo. Come poteva dirgli che non lo conosceva davvero.
Lui non c’era stato quando erano girate le voci.
Osservò Julian.
Era rimasto imbambolato a rimirare la schiena di Billy allontanarsi.
Non avrebbe sopportato di vedere il suo cuore spezzarsi ancora una volta, ricordava le chiamate nel cuore della notte, aveva rimesso assieme i pezzi una volta, non voleva doverlo fare ancora, gli voleva troppo bene per tollerare che gli facessero ancora del male.
 
Prima di tuto doveva chiarire le cose con quel Russo.
Si mosse piano, cercando di non essere notato, soprattutto da Violet.
Lei era la più cieca di tutti a quella verità, ma avrebbe fatto ricredere anche lei.
 
Quando uscì dal palazzetto ogni suo dubbio trovò conferma.
Billy se ne stava appoggiato alla parete ancora avvolto dall’asciugamano di Julian e parlottava con una ragazza dagli scuri capelli ricci.
Marco l’aveva già vista in zona, sua madre era avvocato, si chiamava Dinah.
Erano decisamente troppo vicini, troppo in confidenza per essere dei semplici conoscenti.
 
Rientrò nel palazzetto e si riunì agli amici.
Avrebbe tanto voluto dire a Violet quanto sbagliasse a incoraggiare Julian, lo avrebbe spinto verso una bruttissima delusione, Ma Marco si risollevò dicendosi che ci avrebbe pensato lui a proteggerlo, era il suo migliore amico dopotutto.
 
 
 
Julian sollevò lo sguardo, ancora non aveva chiesto a Billy se volesse unirsi a loro per la cena. Non vedendolo da nessuna parte dovette decidersi a ritirarsi per una doccia.
 
Ancora non sapeva cosa volesse dirgli.
 
Ti prego vieni, vorrei presentati la mia gattina Benny
 
Dette un colpetto alla parete dello spogliatoio con la fronte. No, decisamente non era il migliore degli approcci.
 
«Ehi cerca di non romperla zucca dura!»
Marco gli lanciò l’accappatoio.
«Sbrigati, se ci fai aspettare ancora Oscar finirà per azzannare me o Violet, non vorrai davvero averci sulla coscienza vero?»
Julian aspettò un momento prima di rispondere.
«Aspettavo Billy, lo hai visto?»
 
Marco lo scrutò per un po’
«A Billy interessa una tipa della sessione F! Li ho visti assieme!»
 
Julian aprì la bocca ma non riuscì a dire nulla.
«Mi spiace sbatterti in faccia la verità ma è bene che la finisca con queste illusioni, Quel ragazzo è etero e non solo è un poco di buono! Prima te lo scrollerai di dosso e meglio sarà!»
 
Julian gli dette le spalle e entrò nel vano docce senza una parola, rimase sotto il getto di acqua calda ad occhi chiusi.
Davvero ci era cascato ancora? Si era illuso perdendo così tanto di vista l’obbiettivo?
Quando tornò al borsone Billy era seduto mezzo svestito e cercava invano di sciugare al bocchettone dell’aria calda a parete.
Era così impacciato, i pantaloni sbottonati i capelli ancora umidi.
 
Non impiegò molto nel decidersi a dirlo, aprì l’armadietto, afferrò la tuta da corsa e si avvicinò a Billy per porgergliela.
 
«Tieni! Non puoi andare a giro mezzo fradicio!»
Billy prese i vestiti borbottando un sommesso «Grazie…»
Quando si abbassò i pantaloni Julian si voltò improvvisamente imbarazzato.
 
«Violet, Oscar e io pensavamo di uscire per mangiare un boccone…»
Ma tu probabilmente hai da fare con la tua ragazza…
 
«Bene, ci vediamo domani! Sai dove trovarmi!»
 
Julian si voltò incerto su come proseguire, le parole di Marco ancora gli bruciavano nella mente. Non lo aveva mai visto con nessuno in quella scuola, ne ragazzi ne ragazze, se ne stava sempre in disparte, chiuso in se stesso, come se aspettasse le ore che trascorrevano assieme per dischiudersi.
Quando stavano assieme spesso gli si appoggiava, sorrideva e i suoi grandi occhi scuri si illuminavano di nuova vita.
 
Forse sarebbe stato respinto, ma non poté impedirsi di fare quel passo avanti.
 
«Altrimenti verresti da me?»
Aveva parlato quasi senza riflettere.
«Potremmo vedere un film se ti va o…»
 
Ogni pensiero si sciolse quando Billy lo strinse a se in un forte abbraccio.
 
 
Quando comunicò la sua decisione di tornare a casa fu grato a Oscar e Violet che trascinarono via un ribollente Marco.
Non gli portava quello che gli aveva detto, magari era vero o magari no.
Non aveva importanza, Billy lo aveva guardato ancora in quel modo, i grandi occhi scuri sgranati, non voleva lasciarlo da solo anche se non gli aveva voluto dire cosa lo turbasse, era evidente che lo fosse.
Lo aveva stretto per un tempo quasi infinito senza dire nulla, la sua pelle odorava ancora di cloro.
 
Viaggiarono in auto in silenzio e quando arrivarono a casa Julian non si sorprese di trovarla vuota, sua madre probabilmente aveva avuto di nuovo da coprire un turno in più. Non la vedeva quasi mai, ma era il suo modo di affrontare la realtà. Tanto Julian si dedicava allo sport tanto lei rifuggiva nel lavoro. Docente di anatomia, direttore del suo dipartimento, era orgoglioso di lei e felice che avesse come lui un posto dove ritrovare la serenità ma talvolta era dura dover affrontare il dolore da solo.
Era felice che quella sera Billy fosse là assieme a lui, odiava affrontare il silenzio di quella grande casa, soprattutto dopo una gara la mancanza si faceva quasi insostenibile.
 
Si sistemarono nella sua stanza ignorando quel buio silenzio.
Tra poster, medaglie, trofei scolastici, vestiti aggrovigliati Julian cercò di far spazio per l'altro.
Billy si tolse le scarpe sedendosi sul letto con sguardo circospetto Julian si sorprese a chiedersi come potesse essere la stanza dell’altro e se mai gli avrebbe concesso di vederla. La prima cosa che aveva capito di Billy era che non amava parlare di sé e del luogo dove viveva così si sdraiò in silenzio accanto a lui e accese la televisione.
 
Alla fine optarono per un classico della fantascienza, MATRIX.
 
Billy alternava momenti rilassati ad altri in cui controllava il telefono con fare preoccupato.
Quando il film finì era quasi mezzanotte.
 
Julian si ritrovò ad appoggiarsi alla spalla dell’altro più stanco di quanto pensasse.
Era tanto che non si rilassava davvero, che non provava conforto nella sua vecchia casa. Non voleva lasciarlo andare.
 
«Ehi Bill… Posso tenerti con me?»
 
«Come?»
Julian si sollevò per scrutarlo negli occhi, Billy sembrava sia sorpreso che felice di quella domanda.
Aveva parlato senza riflettere troppo, così deglutendo tentò di nuovo.
 
«Visto che si è fatto tardi potresti dormire qua, altrimenti domani…»
«Chi ti butterà giù dal letto? Afferrato» rispose Billy completando la frase dell'altro.
 
Julian gli passò uno dei pigiami e non poté impedirsi di sorridere guardandolo con altri dei suoi vestiti indosso.
 
«C’è sempre tanto silenzio a casa tua?»
A quella domanda Julian annuì, da due anni sì… c’era davvero troppo silenzio in quella casa… Ma non era sempre stato così, ma non aveva davvero voglia di parlarne.
«Vieni, il letto è grande, c’è spazio per entrambi…»
Fu la sola cosa che riuscì a dire.
 
Quando spense la luce e si ritrovò al buio però le lacrime affiorarono inesorabilmente. Il vuoto era sempre là, rovente e piantato nel suo cuore.
 
Poi nell'oscurità Billy gli si avvicinò, i suoi capelli gli solleticarono la pelle, il suo respiro alla menta lo trattenne in bilico tra il mondo dei sogni intriso di ricordi e la veglia.
Il suo braccio lo avvolse, il suo corpo caldo un salvagente che lo tratteneva oltre quel mare di tristezza che minacciava di sommergerlo come ogni volta che chiudeva gli occhi. Avrebbe voluto ringraziarlo, condividere le sue ombre e chiedergli di fare altrettanto, ma riusciva solo a nascondersi ricercando il calore del corpo che lo stava avvolgendo
 
«Grazie…»
La voce esitanti di Billy lo raggiunse oltre il buio, poi le sue labbra sfiorarono quelle di Julian, fu un contatto breve e disperato. La mano di Billy gli si era aggrappata alla nuca e ogni altra emozione aveva cessato di esistere.
Quando gli si raggomitolò accanto Julian rimase immobile, cercando di imprimersi nella mente il suo sapore, mentre il cuore in petto ballava la quadriglia.

   
 
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