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Autore: Tomoe_Akatsuki    07/05/2023    0 recensioni
Tre momenti.
Una frase in grado di capovolgere le situazioni.
Una parola, che racchiude non solo un semplice significato, ma sentimenti, ideali, una storia intera.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cassian Andor, Jyn Erso, Principessa Leia Organa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cassian si gettò dietro il riparo di fortuna - una pila di scatole da trasporto - raggiungendo Luthen e sedendosi di fianco a lui, mentre con la coda dell'occhio controllava i movimenti degli stormtrooper, alla loro ricerca.
Si sporse sopra la cassa giusto il minimo indispensabile per mirare e colpire i due più vicini.
«Allora?» chiese rivolto al compagno - e superiore - mentre si rimetteva al riparo.
«Dobbiamo pazientare. E sperare che i rinforzi arrivino.» rispose pragmatico Luther, rimettendo a posto il comlink.
Cassian lo guardò confuso, accigliandosi.
«"Sperare"?» la sua voce si era fatta tesa con una vena aggressiva, mentre si sporgeva verso l'altro uomo «Cosa dobbiamo farci con la speranza? O arrivano i rinforzi o non ci lasciamo la pelle e la missione salta.»
Luther assottigliò lo sguardo, minaccioso, come succedeva tutte le volte che Cassian lo contrariava.
«Stammi bene a sentire, Andor.» si girò solo il tempo necessario per ferire uno stormtrooper, e dunque guadagnare del tempo,«La speranza è l'unico sentimento positivo che un ribelle o sovversivo, chiamalo come vuoi, può avere. Può solo permettersi di sperare che tutti i suoi piani, strategie, sacrifici vadano a fine.»
Cassian percepì qualcosa - una scintilla, un qualcosa di luminoso, dietro quelle parole, dietro quella maschera seria di un uomo che ha dato tutto per un ideale. E sentì, che in fondo, era uguale per lui. Era stato coinvolto in quella scintilla e non poteva più tirarsi indietro.
«Quando sono venuto su Ferrix per incontrarti, ero certo che mi avessi seguito? No, ho sperato che lo facessi. Ero certo che la missione su Aldhani fosse riuscita? No, ho sperato che riuscisse.»
Gli occhi di Luthen incontrarono quelli di Cassian, che ebbe la conferma di ciò che aveva percepito - non gli aveva mia visti così vivi prima d'ora - e comprese, prima che l'altro parlasse.
«Le ribellioni si fondano sulla speranza. Senza speranza non c'è ribellione.»

~

«Cittadini di Jedha. Dovete fornire informazioni utili a localizzare questo pilota da trasporto scomparso. È prevista una ricompensa di seicento crediti a informazione
Una voce, molto probabilmente proveniente da un ologramma segnaletico, sovrastava i rumori della folla.
Jyn non ci fece molto caso, impegnata com'era a non perdere di vista Cassian e ritrovarsi ad urtare di nuovo per sbaglio qualcuno - e questa volta magari finire alle mani.
  «Avevo un contatto.» disse il Capitano appena si allontanarono dal folto della folla, abbassando la voce e continuando a guardarsi intorno prudentemente ma discretamente.
«Uno dei ribelli di Saw. Ma è appena scomparso. Sua sorella lo sta cercando.» svoltarono in una via secondaria, perpendicolare a quella che stavano percorrendo «Il tempio è stato distrutto, ma lei è lì che lo attende. Le daremo il tuo nome e speriamo ci procuri un incontro con Saw.»
Jyn si fermò, e con tono sarcastico, insieme ad un sorriso canzonatorio, commentò: «"Speriamo"?»
Cassian si voltò, e fece un passo indietro verso di lei.
«Sì.» disse con tono leggero, lanciando un'occhiata intorno, neanche minimamente sfiorato dal suo scherno. «Le ribellioni si fondano sulla speranza.»
Jyn non diede molto peso a quelle parole, poiché la voce di diversi stormtrooper attirò la loro attenzione. Ma senza saperlo, avevano messo radici dentro di lei, in attesa di ciò che le avrebbe fatte germogliare.

~

«Se l'impero ha questo genere di potenza, che possibilità ci resta?» chiese la Senatrice Pamlo, mentre il suo sguardo si spostava dal Generale Draven a Mon Motha, in una muta richiesta di una risposta definitiva.
«Che possibilità ci resta, lei si chiede?» Jyn la guardò, arcuando le sopracciglia verso l'alto, stupita dal fatto che la Senatrice avesse posto una domanda del genere.
«Io mi chiedo che scelta.» a sottolineare quelle parole, poggiò le mani sul tavolo, la sua attenzione sui leader, ma allo stesso tempo su tutti i presenti.
La sua voce si fece più forte, per essere udibile a tutti, e infervorata, perché non accettava il fatto che nonostante avessero la possibilità di mettere fine al dominio dell'Impero si ostinassero a non agire, ma anzi rimanere nascosti nelle rovine di una civiltà - una fine simile a quella che avrebbero fatto loro, se avessero continuato così.
«Fuggire, nascondersi, implorare pietà, smobilitare le forze... Piegatevi ad un nemico così malvagio e così potente e condannerete la Galassia ad un'eternità di sottomissione.» diversi mormorii di approvazione si diffusero nella sala, a quelle parole.
«Il tempo di combattere è ora. Ogni momento perso è un ulteriore passo verso le ceneri di Jedha.»
Le sue parole diedero vita ad una serie di discussioni e a occhiate tra i capi della Ribellione - era ciò che lei voleva, installare il dubbio che autoconservarsi non serviva a niente. Bisognava agire, e subito.
«Che cosa propone?» chiese qualcuno alle sue spalle, in mezzo alla folla.
«Lasciatela parlare!» disse qualcun'altro, non troppo distante.
  Jyn si concesse una manciata di secondi per riprendere fiato. Poi i suoi occhi si fermarono sulla Senatrice Mon Motha, sapendo che era lei che doveva convincere. Era lei il vero capo lì dentro, per quanto si proclamassero eguali.
«Inviate le migliori truppe su Scariff.» altri mormorii si dispersero per la stanza - se negativi o positivi, non lo capì.
«Inviate la flotta ribelle, se dovete. Impadronitevi dei piani della Morte Nera e avrete una speranza di distruggerla.»
Il brusio si fece più forte, mentre Jyn vide diversi segni di disapprovazione. Mon Motha scambiò un occhiata dubbiosa con uno dei generali.
Ma l'attenzione di Jyn venne spostata dalla Senatrice alla Senatrice Pamlo, che parlò con tono basso, carico di dubbio e diffidenza.
«Tu ci stai chiedendo di invadere un'installazione imperiale... basandoci solo sulla speranza.» l'ultima parola venne troncata bruscamente, con disprezzo.
Per un attimo, Jyn rimase senza parole, senza una risposta. Poi la sua espressione persa mutò in un sorriso, sincero e convinto, ricordando alcune che parole che molto probabilmente erano state loro, la svolta che cercava, il cambiamento che le serviva per credere in qualcosa.
«Le ribellioni si fondano sulla speranza

In un angolo della sala, Cassian sorrise. I fatti si erano ripetuti una volta, avrebbero potuto ripetersi un'altra volta ancora, e ancora, ancora, ancora, finché la Ribellione non avrebbe vinto.
Per questo, quando la proposta venne rifiutata, non esitò a mettersi alla ricerca di uomini che si sarebbero lanciati in quella missione suicida. Uomini che lo precedettero, e gli vennero incontro.
Perché anche loro, dopo tanto tempo, avevano trovato la speranza.

~

«Altezza.» a quel nome e al rumore della porta che si aprì, Leila si girò verso il soldato che era appena entrato, scendendo il gradino del piano rialzato su cui era.
«La trasmissione che abbiamo ricevuto.» disse, e le tese una scheda in cui erano contenuti dei dati - dati che erano il motivo per cui l'intera flotta ribelle si era mobilitata, dati che un gruppo di eroi aveva recuperato e trasmesso, perdendo la loro vita nel farlo.
«Che cosa ci hanno inviato?» chiese il soldato, totalmente all'oscuro di tutto ciò.
Leila, guardando quel così semplice pezzo di metallo eppure importante, sorrise.
«Speranza
Finalmente.









 

Adoro Rogue One.
È il mio film preferito della saga, giusto per renderlo chiaro.

Ovviamente, la prima scena - Luthen e Cassian - è totalmente inventata dal sottoscritto. Perché, nonostante quanto la frase "Rebellions are built on hope" (sì, in inglese suona alquanto meglio) possa sembrare naturale di Cassian, dopo aver visto Andor e rivisto Rogue One - per la... non lo so, ho perso il conto delle volte che l'ho visto - l'ho sentito come un retaggio di Luthen. Perché Luthen è fondamentale per Cassian, perché è grazie a lui - e a Maarva, non dimentichiamoci di Maarva - se Cassian decide di fare effettivamente qualcosa per cambiare la condizione in cui ha sempre vissuto e quella di molte altre persone.
  Il resto è fedele al film, sia le battute che i movimenti, solo le introspezioni dei personaggi è personale - e Cassian nella sala, perché sicuramente era lì quando Jyn ha citato le sue stesse parole.
  Leila c'è perché sì, perché lei è praticamente l'incarnato della speranza. Sia nella trilogia originale che nei sequel, anche se lì ha un ruolo più marginale - ma rimane comunque importante.
  Il progetto iniziale prevedeva Poe e Finn sotto un cielo stellato, a ricordare il Generale Organa e a parlare di lei e della speranza citando una frase che dice nell'ultimo Jedi: "La speranza è come il sole. Se ci credi solo quando lo vedi, non ce la farai mai a superare la notte."
Però poi ho sentito come se stonasse. Non manteneva più l'idea di collegamento tra ribellione e speranza, che è la chiave in questa one-shot - che doveva essere corta, non superare le cinquecento parole, invece come al solito si arriva sotto le mille perché non ho il dono della sintesi quando si tratta di scrivere.

Tomoe

 

   
 
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