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Autore: stocklitio    12/05/2023    0 recensioni
"Ad un tratto una piccola mano dalla chiara pelle toccò la sua fin troppo grande e fin troppo bianca. Alzò immediatamente lo sguardo e si trovò dinanzi ad un cespuglio di capelli ricci castani che incorniciavano un piccolo viso sul quale apparivano grandi gli occhiali posati sul naso.
Non poteva essere vero.
Era Ofelia."
Una nuova storia con protagonisti Ofelia e Thorn, partendo da un finale alternativo di Echi in Tempesta. Cosa sarebbe accaduto se Thorn fosse riuscito a ritornare nel Dritto? E cosa accadrebbe se anche l'Altro dovesse riuscirci?
Soprattutto come si comporterebbero in un mondo in cui non si è verificata la Lacerazione?
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gaela, Ofelia, Renard, Thorn
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Salve a tutti! Per un pò di tempo sarò la vostra Racconta Storie. Sono un nuovo utente di EFP e mi sono completamente innamorata dell'Attraversaspecchi e sono rimasta un pò delusa per il finale, quindi ho pensato:"Sai che c'è? Scrivo una nuova storia partendo da un finale alternativo di Echi in tempesta" e così ho fatto. Spero che sia di vostro gradimento. Prima di lasciarvi alla lettura 2 informazioni di servizio. Prima di tutto vorrei dirvi che resto fedele al 99% della trama dei libri, l'unica differenza è che Ofelia nella mia storia potrà avere figli. La seconda informazione è che pubblicherò 2 capitoli a settimana, per la precisione il lunedì e il venerdì. Detto questo, vi lascio alla lettura. Fatemi sapere cosa ne pensate!"

PROLOGO 
Odiava la gente.
Ogni volta che si trovava in mezzo alla gente si sentiva pervaso da una sensazione di fastidio e ogni muscolo era in tensione. Cercava di calmarsi con dei lunghi e profondi respiri, ma era inutile il suo corpo era in perenne attenzione. Ogni tanto lanciava sguardi minacciosi a coloro che lo fissavano: alcuni erano meravigliati dalla sua altezza al di fuori del normale e altri lo fissavano impauriti per quelle cicatrici che solcavano il suo volto.
In quell'occasione era ad una festa di paese, ricca di colori e di bancarelle che vendevano ogni cianfrusaglia. Il suo sguardo cadde su un libro di poesie con i lembi un pò consumati e le pagine ingiallite. Lesse il nome dell'autore: Alda Merini. Involontariamente un flebile sorriso nacque sulle labbra. "Questo le sarebbe piaciuto" pensò mentre allungava la mano per afferare il libro, ma la mano non lo raggiunse. Ad un tratto una piccola mano dalla chiara pelle toccò la sua fin troppo grande e fin troppo bianca. Alzò immediatamente lo sguardo e si trovò dinanzi ad un cespuglio di capelli ricci castani che incorniciavano un piccolo viso sul quale apparivano grandi gli occhiali posati sul naso.
Non poteva essere vero.
Era Ofelia. 
 
CAPITOLO 1
 
Passi. Voci. Luce. Sete.
Furono queste le prime cose che Thorn pensò appena aprì gli occhi. Osservò il soffitto ed era di un bianco quasi acceccante, poi abbbassò lo sguardo e vide che era coperto da un lenzuolo quasi più bianco del soffito. Si guardò un pò intorno e ben presto si rese conto che era in una stanza di ospedale. Provò ad alzarsi ma un dolore acuto si propagò dalla parte bassa della schiena fino al collo.
"Non sforzarti, dovrai rimanere a letto per un paio di settimane. Hai preso una bella botta".
Quella voce l'avrebbe riconsciuta tra mille, era Ofelia. Girò la testa cercando di capire da dove provenisse la voce e vide una una piccola figura nell'angolo della stanza avvolta dalle ombre.
"Cosa è accaduto?" Domandò con voce impastata.
"Ecco... Quando ho rispedito l'Altro nel Rovescio tu hai provato a trattenerlo e poi io ho cercato di tirarti fuori dallo specchio ma non ci riuscivo a causa.... per il fatto... non riuscivo a tenere la presa. Poi Elizabeth, o dovrei dire Eulalia, mi ha aiutato e tu sei tornato nel Dritto. Mentre ti tiravo siamo caduti entrambi e in quel momento è crollata una trave che ci ha colpito. Ti è caduta sulla schiena, fortunatamente niente di rotto ma dovrai rimanere a letto per un pò." Mentre parlava Thorn cercava di scrutarle il viso ma a causa dell'oscurità non riusciva a vederlo.
"Perchè ti nascondi?" Domandò dopo un paio di minuti di silenzio.
"Non voglio che tu mi veda" rispose lei senza esitazione.
"Avvicinati" disse Thorn in modo perentorio.
Titubante Ofelia si avvicinò al letto e sotto i tiepidi raggi solari Thorn potè osservarla. Metà del viso era coperta con delle fasciature, probabilmente la trave l'aveva colpita lì. Poi abbassò lo sguardo verso le mani e ricordò: mentre era nel Rovescio non riusciva ad aggrapparsi ad Ofelia perchè lei non aveva le dita.
"E' stato il prezzo da pagare per cercare di riportarti indietro" gli disse nonostante lui non avesse posto nessun quesito.
"Non avresti dovuto" sentenziò Thorn fissandola.
"Ho preferito perdere le dita che perdere te. Non me lo sarei perdonata." Stando sempre ben attenta a rimanere nel suo campo visivo Ofelia si avvicinò e si sedette sul bordo del letto. Facendo attenzione ad ogni suo movimento gli afferrò la mano. "Non riesco ad immaginare una vita senza te" e gli baciò delicatamente la mano.
"Ti lascio riposare. Passerò più tardi." Si alzò e si incamminò verso la sua camera lasciando Thorn sbigottito.
Quell'uomo non incrine ai sentimenti si sentiva rigirato come un calzino ogni volta che Ofelia era con lui. Non riusciva a comprendere come lei potesse amarlo.
 
Dopo qualche ora erano passati i medici per visitarlo e verso l'ora di pranzo arrivò Berenilde. Erano quasi 3 anni che non si vedevano. Berenilde appariva trascurata, ma appena vide il nipote scoppiò in un pianto di gioia. Pur conoscendo l'avversione di Thorn nei confronti del contatto fisico lo abbracciò forte come se cercasse di trattenerlo a sè. D'altro canto Thorn si lasciò abbracciare e baciare e a malincuore dovette ammettere che un pò quell'effusioni gli erano mancate. Berenlide gli mostrò Vittoria si ricordò di cosa aveva visto nel Rovecio. Si rcordò di sua madre, ma sopratutto si ricordò di Vittoria nel pozzo. Mentre i due si guardavano Thorn fu convinto che Vittoria si ricordava di lui, ma la bambina non disse niente. Si limitò ad avvicinarsi e a lasciargli un umido bacio sul braccio dato che non riusciva ad arrivare all'ispida guancia.
Gli fecero visita persino i parenti di Ofelia. I genitori si mostrarono contenti del fatto che fosse vivo ed in salute, ma dalle loro occhiatacce (specialmente quelle della madre) capì che presto avrebbe dovuto affrontare una discussione. Il prozio si rilevò più cordiale, ma appena i genitori andarono via gli sussurò: "Non ti azzardare a far soffrire più in quel modo mia nipote, intesi?". La sorella di Ofelia, Agata, lo travolse come un fiume in piena con tutti i suoi "Caro quanto mi dispiace" e "Dobbiamo assolutamente organizzare una festa adeguata per il vostro matrimonio".
Già il matrimonio... Lui e Ofelia dovevano discutere di molte cose e una di queste era il loro matrimonio.
Quando toccò alla signora Roseline salutarlo non potè non provare un poco di simpatia per quella donna che appariva tanto austera, ma che ogni suo gesto era finalizzato alla protezione della nipote. "Sono così felice che siate vivo. Berenilde era in pena per voi e devo ammettere anche io."
Le sorprese di quella giornata non erano finite. Infatti accompagnato da un frastuono di vetro rotto e di risate apparve sulla soglia della sua camera persino Archibald.
"Ex-intendente!" Esclamò togliendosi il cappello ed inchinandosi.
"Ex-ambasciatore" sibilò Thorn fra i denti.
"Dopo quasi 3 anni eccoci qui. Mi immaginavo diversamente il nostro incontro! Devo ammettere che durante questo tempo mi siete mancato" gli disse Archibald sedendosi sul bordo del letto.
D'istinto Thorn allontanò la gamba e lo guardò con la coda dell'occhio.
"Suvvia! Non siate così serio. Ammettetelo che vi sono mancato." Erano come il giorno e la notte, Archibald radioso e Thorn scuro in volto.
"E' permesso?" Era Ofelia che si era affacciata sulla stanza con la sciarpa agitata.
"Oh moglie di Thorn! Sono così felice che vi siete ripresa. Ci ha fatto prendere uno bello spavento. Ora vi lascio un pò d'intimità, dopo tutto siete ancora novelli sposi" le disse accompagnando il tutto con un occhiolino.
Ofeia gli sorrise e riuscì solo a mormorargli: "Grazie". Sapeva che Archibald aveva svolto un ruolo deciso per contrastare l'Altro e sapeva anche che avrebbero dovuto parlare della sua malattia, del suo ruolo al Polo, di quello che era accaduto e di altro. Ma per quello c'era tempo. Ora,il suo unico pensiero era Thorn.
Appena Archibald lasciò la stanza Thorn le chiese come mai l'avesse ringraziato e lei gli raccontò tutto quello che era accaduto, senza trascurare nessun minimo dettaglio. Iniziò parlando di ciò che aveva fatto dopo che lui era stato mandato nel Rovescio e terminò raccontando del ruolo di Elizabeth e la cacciata dell'Altro nel Rovescio.
Thorn ascoltò in profondo silenzio. Appena Ofelia terminò di parlare le raccontò a sua volta ciò che aveva visto nel Rovescio e le confessò che era nuovamente in grado di controllare gli Artigli.
"Ma questa è una notizia meravigliosa" disse Ofelia con un sorriso che scaldava il cuore mentre la sciarpa rivelava il suo nervosismo mentre cercava di legarsi al braccio di Thorn.
"Dovremmo discutere di un paio di questioni" le disse prendendole la mano.
"Lo so" sussurò Ofelia. Quasi istintivamente tolse la sua mano da quella di Thorn e si coprì il viso con entrambe le mani. Tra i due cadde un profondo silenzio che veniva interrotto dai profondi singhiozzi di Ofelia. Thorn fu colto alla sprovvista, non si aspettava una reazione di quel genere, nonostante il dolore cercò di sedersi e di avvicinare a sè il corpo di Ofelia scosso dai singhiozzi.
"Ho avuto paura di perderti. Non avrei resistito ad un'altra separazione" disse Ofelia con il viso nel'incavo della spalla di Thorn.
"Non ci separeremo mai più, promesso" le disse Thorn mentre affondava il suo viso nei ricci indomati di lei.
"Dovremmo parlare del matrimonio" le disse Thorn, sospirando e rompendo quell'abbraccio che aveva avuto un effetto curativo sulle ferite di entrambi.
"Hai ragione" concordò lei dopo un paio di secondi di silenzio.
"Come ti avevo anticipato vorrei chiedere l'annullamento e se tu vorrai ci potremo risposare, ma questa volta con le cose fatte per bene" le disse in maniera lenta e pacata.
"Tu vuoi ancora sposarmi? Nonostante non abbia...nonostante abbia perso la dote di lettrice?" Gli chiese abbassando lo sguardo. Thorn non poteva credere alle sue orecchie: era lei che aveva paura di non essere amata? Non aveva capito che lui l'avrebbe amata in ogni occasione?
"Ofelia,io ti amo. Anche un pò di più." Le afferrò il viso con entrambe le mani e la baciò.
Si erano ritrovati e quella volta sarebbero stati uniti per sempre. 
   
 
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