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Autore: KaronMigarashi    13/05/2023    0 recensioni
[ fandom: Predator//Mass Effect Andromeda ]
Il Clan yautja Red Star ha scoperto recentemente che la Galassia di Andromeda è stata presa d'assalto da numerosi coloni multi-specie appartenenti alla lontana Via Lattea. Dopo un disastroso incontro alla stazione Nexus, il giovane gruppo di yautja stringe con i nuovi abitanti un patto di tolleranza avendo un nemico in comune: i Kett.
Finché i Kett resteranno la maggior preoccupazione dell'intera Galassia è stato vietato qualunque scontro tra Yautja e il resto degli alieni.
Nora Ternion, umana operaia, e Viper, l'ultimo giovane blooded del Clan, saranno i primi ad avvicinarsi e instaurare così un rapporto goffo e bizzarro di amicizia inter-specie.
( Tutti i termini in asterisco sono presi e tradotti in italiano dalla lingua ufficiale yautjana dei Predatori. )
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Red Star'
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Nora gridò di dolore mentre veniva afferrata per i capelli con una forza tale da alzarla dal pavimento senza alcuna fatica. 

" Argh! "

Qualcuno le strappò di mano la pistola e le diede un forte strattone al cuoio capelluto. Una mano a tre dita l'afferrò per un braccio e la trascinò di peso fino ad un gruppo di umani, ammassati tra loro come stracci sporchi, spaventati e muti. Alla fine erano riusciti a trovarla: da dopo la chiamata di Viper, Nora si era spostata di settore in settore con la massima attenzione, ma non era bastato, quando si era ritrovata davanti uno dei Roekar era rimasta paralizzata dalla paura: gambe molli e braccia pesanti, per l'angara ribelle che l'aveva trovata era stata una sciocchezza tirarla via dal nascondiglio.
La gettarono tra gli altri umani, sentì le mani gentili di qualcuno afferrarla per attutire la caduta e si specchiò tra una manciata di occhi spaventati e in lacrime. Tranne quelli di una donna, il cui ventre inequivocabilmente gravido sporgeva fiero dal camice mal abbottonato. I suoi occhi verdi erano asciutti e calmi, sprizzavano scintille di rabbia, ma non tremava come tutti loro. 

“ Sta bene, dottoressa? “

Nonostante la preoccupazione per se stessa, Nora ebbe subito a cuore l'incolumità della donna. La dottoressa Zoe Jean Kennedy, una delle menti più brillanti del gruppo di scienziati lì presenti era stata una dei pochi umani che l'aveva accolta ai blocchi dell'avamposto senza vederla come una scocciatura. Si era perfino fermata per scambiare con lei due chiacchiere e metterla a suo agio tra una decina di vecchi umani scettici e salarian infastiditi. Nora l'aveva trovata davvero dolce, di una gentilezza unica e materna. Sperò davvero che i Roekar non le avessero torto un capello. 

“ Umana Kennedy? “

Uno degli alieni che li aveva presi in ostaggio fece un passo avanti a loro e guardò dritto negli occhi la dottoressa incinta. Lei per tutta risposta si alzò dal pavimento, il mento alzato in una posa fiera e le braccia incrociate sul pancione, a proteggerlo. 

“ Akksul vuole la tua conoscenza sui satelliti ZK quindi userò la diplomazia che piace tanto a voi Jarevaon Imasaf, seguici senza resistenza. “

“ E gli ostaggi? “

“ Lasceremo ai kett vicini le loro inutili vite. A noi interessa soltanto la tua mente. Per ora. “

Nora assistette allo scambio di battute con rabbia crescente. La calma della Kennedy era stata davvero invidiabile, lei al contrario ribolliva d'indignazione e senza accorgersene la paura fece il posto al coraggio. 

“ Come osate?! “

Con uno scatto si era alzata e fissava i tre Roekar in cagnesco mentre sputava loro addosso tutta l'ostilità di cui era capace. 

“ Prima uccidete e poi pretendete di usare “ la diplomazia che ci piace tanto “ ?  Ma col cazzo che lei viene via con voi! Dovreste solo vergognarvi per ciò che fate! Siete proprio come i kett! “

Tutta la stanza era calata in un silenzio glaciale mentre lei si posizionava davanti alla dottoressa, una barriera contro armi pronte a far fuoco. Volevano la donna? Che si facessero avanti allora! Nora era pronta a mordere e a graffiare quei bastardi dalla pelle blu se solo si sarebbero azzardati ad avvicinarsi oltre. E glielo disse. Era stufa di restare a guardare mentre altri venivano oppressi in quel modo, era stufa di vedere violenza e minacce ovunque andasse. Non erano dei ladri, erano lì soltanto per salvare quel poco che restava della Via Lattea dopo l'attacco dei Razziatori. Erano lì per restare una colonia unita: lavoratori che si rimboccavano le maniche ogni santo giorno per sopravvivere. Molti erano morti da quando era partito il progetto Andromeda. Umani, krogan, turian, asari e salarian furono i primi a partire. Un piccolo gruppo per dare il via al Nexus, la nuova Cittadella. Più volte la sua nuova casa era stata attaccata e saccheggiata e adesso era il momento di dire basta. Il momento in cui la nuova Nora avrebbe sputato fuoco e furia contro chiunque altra creatura ostile si sarebbe ritrovata tra lei e il sogno di una semplice vita pacifica. 

“ La diplomazia dovevate usarla prima di attaccarci, stronzi. Adesso potete anche ficcarvela su per il culo! “

Spalleggiata man mano dagli altri ostaggi che, osservandola, ne presero l'esempio andando così a formare assieme a lei una barriera umana e unita davanti ad una Kennedy sempre più sbigottita. 
 

“ Avevi detto che era una s'yuit-de*. “

“ E così è... ur-r... o era... non sembra neanche lei. Krk... “

Nascosti sotto il mantello di mimetizzazione, tra felci violacee e attrezzatura varia, Viper e Bastion osservavano in disparte ciò che accadeva dentro il blocco B dell'avamposto scientifico in cui era riuscito a mettersi in contatto con Nora. Poco più indietro, verso la zona d'atterraggio delle navicelle, vi era lo scontro tra il Pioniere umano e il leader dei Roekar, Akksul. Non era di alcun interesse mettersi in mezzo a quello che ben presto sarebbe diventato un massacro interspecie, non dovevano essere lì affatto in verità loro due. Il Capo Clan non avrebbe mai permesso un intervento non richiesto sugli scontri tra gli altri alieni. Essere lì contro il volere di Elder poteva rivelarsi molto pericoloso. Per tutti. 

“ Sbrighiamoci Viper, tra poco una delle due fazioni arriverà fin qui. Quindi entriamo, prendiamo la tua ooman in pericolo e andiamocene via. “

Viper stava diventando irrequieto, attraverso la visione infrarossa dettagliata che gli donava la maschera metallica,riconosceva la figura di Nora oltre la parete-barriera olografica di una parte del laboratorio. La vedeva mettersi davanti ad una umana gravida per proteggerla dalle armi da fuoco puntate contro di loro e il resto del gruppo degli ostaggi a terra. La vedeva fiera, ma poteva annusare da lì la puzza della furia e della paura che emanava il suo corpo. Era come una bomba pronta ad esplodere. Vederla in quello stato così caotico e per nulla da lei lo rendeva irrequieto e non sapeva neanche il motivo di tanta preoccupazione per un'umana. Qualunque cosa Nora facesse riusciva sempre a smuoverlo emotivamente. Lo scuoteva di quell'apatia e noia che lo accompagnavano fin da cucciolo. 

“ Influenza yautjana? “

“ Credimi Bastion, la mia ooman ha più palle di un bad blood di Kadara. “

“ Krk? “

“ Se le ringhio addosso lei fa altrettanto, se alzo la voce lei urla più forte. Mi tiene testa, Bastion. Non ha paura di me. “

“ Una femmina che non teme il maschio? Non è buono... al tuo primo coito con una delle Anziane sarai divorato vivo, giovane blooded. “

“ Stronzate. “

“ E ancora parole umane. “

Viper stava ancora borbottando contro il suo maestro quando lo schermo del bio-elmo si riempì di allarmi, quelli che scattavano quando dispositivi e creature diventavano ostili spronando lo yautja ad attaccare nell'immediato. Perfino Bastion si lasciò andare ad un'imprecazione.

“ Shsc, kv'var-de. Shsc.** “

Viper non volle ascoltarlo. Per lui la parola attesa non aveva alcun significato quando l'intero corpo gli urlava di scattare e uccidere colpire. L'angara che teneva Nora sotto tiro stava aggiustando la mira e gli allarmi nel suo bio-elmo praticamente urlavano e scattavano davanti ai suoi occhi e nella testa. 

“ Devono attaccare loro per primi. Conosci le regole, Viper. “

I rimproveri di Bastion gli arrivarono da lontano, suoni e voci già troppo ovattate affinché potessero raggiungerlo e capirle in modo chiaro. Strinse i pugni, gli artigli si conficcarono nelle scaglie morbide dei palmi color crema. Entrambe le quattro mandibole puntute si svasarono e la schiena si arcuò in un chiaro messaggio: rabbia. Un calore innaturale lo costrinse a staccarsi il bio-elmo dal volto e a scaraventarlo contro la olo-barriera. Vibrò di anomalie. E lui vide rosso. E quando il sangue degli Hish-qu-Ten si risvegliò in lui per Bastion era già troppo tardi nel fermarlo. Era già scattato in avanti, scaraventandosi con tutto il proprio peso e la propria forza contro la parete olografica che, non calibrata per quel tipo di attacco, si ripiegò su se stessa fino a disinstallarsi davanti agli sguardi increduli dei presenti. La sua femmina preda era stata minacciata, tanto bastò a Viper per artigliare il collo dell'alieno a lui più vicino e ringhiargli in faccia tutta la ferocia dell'antico sangue ereditato. 

“ Mo'ke Ellos'de Pa'ya-te Kch-k'cha'ku M-di's'ke'i!! *** “
 

Le avevano detto che quando si era ad un passo dalla morte si riviveva la propria vita, gli errori e i momenti felici. Ora Nora poteva sfatare quel mito: non c'era niente nella sua mente, il vuoto totale quando capì che l'angara armato stava per spararle. L'avrebbe sicuramente uccisa, soldati come loro non sbagliavano mai la mira. Si chiese vaga dove l'avrebbe colpita... pregò di non sentire dolore. Avrebbe voluto pensare a sua cugina, morta per un sogno in cui aveva creduto fino alla fine. Avrebbe voluto pensare ai suoi genitori e al suo primo amore, sepolti tutti e tre nella loro amata Terra. E un pensiero lo avrebbe voluto anche per Viper, l'alieno testardo con cui stava imparando com'era vivere di nuovo con una figura costante a fianco.
Avrebbe voluto tante cose Nora, e per prima non accettare il lavoro su Havarl. Oppure non aver salutato Viper con la freddezza di un malinteso ancora da chiarire. E quando sentì lo sparo si aspettò soltanto la morte, non lo yautja stesso piombare nel laboratorio praticamente dal nulla disattivando la olo-parete e puntando dritto sull'angara che le aveva sparato, prendendosi al suo posto la pallottola. In un gesto automatico, Nora fece indietreggiare tutti coloro che erano ammassati sul pavimento e con cura mise al riparo la signora Kennedy. In una manciata di secondi fu il caos assoluto e lei stessa faticò a seguire ogni movimento di tutti i presenti: c'era Viper che aveva schiantato al suolo il Roekar più vicino, battendolo come uno straccio ovunque con pugni e testate, in modo quasi spasmodico e incontrollato. Selvaggio e irrazionale. Oltre lui, ma non lontano, era apparso un secondo yautja, nero come la pece e grosso il doppio di Viper, impegnato a lanciare fuori dalla barriera rotta gli altri due soldati ribelli con una manata ben assestata. Il gruppo di scienziati approfittò di quel momento per precipitarsi fuori dal Blocco e rifugiarsi nella selva circostante.
Poi vide il sangue. Sangue angara schizzare ovunque. Le nocche di Viper intrise di blu. Ne era sporco fino ai gomiti. E quella visione sembrò svegliare lei dalla paralisi di terrore in cui era caduta, ricordandosi che agli yautja non era permesso uccidere altri alieni al di fuori di animali pericolosi e Kett. La pena era esilio forzato dal Nexus con l'uso delle armi contro di loro. 

“ M-di****! Viper! “

Senza il bio-elmo lui non poteva capirla e a stento riuscì a mettere due parole in croce nella sua lingua, faticosamente appresa da Viper stesso. Ma senza una profonda conoscenza dello yautjano il suo tentativo risultò comunque incerto. Lo yautja però si rivelò sordo ad ogni negazione che lei gli rivolgeva e anzi, sembrò animare la cattiveria ancora di più, arrivando a usare gli artigli affilati per sfigurare l'angara che, stremato dalla brutalità dell'attacco e svantaggiato dalla stretta vicinanza, non ci provò neanche a difendersi. Incassava colpo su colpo in gemiti che andavano via via più flebili. 

“ Viper! Ki'cte!***** “

Provò ancora con parole differenti, quelle poche che ricordava. Ma fu solo quando decise di raggiungerlo, aggrappandosi ad una delle braccia con tutto il peso posseduto che ebbe finalmente una reazione. Si fermò. Entrambi con il fiato corto, si studiarono: Viper sembrò perdere almeno un po' della sanguinaria follia in cui era affogato e Nora cadde in ginocchio come una vestale in preghiera al suo Dio. 

“ Ti prego, Viper... basta. “

Strinse tra i seni il braccio dell'alieno e pianse in silenzio. Nel velo di lacrime vide a malapena una grossa figura nera farsi da parte fino a sparire del tutto. Era il secondo yautja? E se era lui perché era lì con Viper? Domande su domande le si affollarono nella testa, ma le accantonò tutte per un altro giorno.
Sospirò di sollievo però quando Viper decise di mollare la presa sul ribelle svenuto e dedicarle poi la completa attenzione: avvolgerla nel suo corpo come un mantello fu più che sufficiente a Nora nel capire che era tornato da lei. Niente più furia. Niente più Hish-qu-Ten. Soltanto Viper. 

“ No... rah. “

Il cuore di Nora perse e riprese battiti preziosi, più veloci di prima, sollevata nel sentire il familiare gorgoglio di fusa e ticchettii mandibolari del caro amico. Lo aveva sentito chiamarla per nome per la prima volta e tanto le bastò per affondare nel suo petto e piangere felice, espellendo con ogni lacrima paure e sollievo. Si lasciò accarezzare i capelli e il collo dai suoi artigli sporchi di sangue mentre le fusa la calmarono del tutto.

“ Norah. Norah. Norah. “

Viper continuava a ripetere il suo nome come un mantra, uno scoglio di certezza tra la nebbia sanguigna che si stava man mano diradando dalla sua testa e lei non riusciva a fare altro che annuire e chiudere le dita sulla sua rete termica per stringersi più in profondità, ritrovandosi piacevolmente schiacciata tra le braccia muscolose e l'ampio torace nudo. E restarono così, a specchiarsi negli occhi dell'altro, sorridendo e facendo fusa di apprezzamento. 
Entrambi persi l'uno nell'altra, non si accorsero nemmeno che il loro affetto era stato spettacolo per occhi differenti: quelli  rossi e increduli di Bastion e quelli umani e ostili del Pioniere Ryder appena arrivato sul posto.


NOTE D'AUTRICE

* letteralmente “ codarda “ o “ patetica “
** letteralmente “ Aspetta, cacciatore. Aspetta. “
*** letteralmente “ Non sei altro che un trofeo che deve ancora essere pulito!! “
**** letteralmente “ No “
***** letteralmente “ Basta “
  
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