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Autore: Marlena_Libby    15/05/2023    4 recensioni
Nel covo di Ursula vengono ritrovate cinque potentissime gemme
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ariel, Eric, Re Tritone, Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo la scomparsa di Ursula, molti dei misteri e dei poteri magici di quella strega erano rimasti sepolti per anni, tra le profondità di quello che un tempo era il suo covo.
Se Flounder e Sebastian non avessero ricevuto l'ordine esplicito di indagare per conto di Re Tritone, probabilmente certi segreti sarebbero rimasti tali. Nessuno avrebbe saputo delle cinque pietre che la Strega del Mare custodiva gelosamente nelle profondità della sua caverna, né delle loro speciali proprietà, ma il potere che esse irradiavano era tale che molte creature marine ne percepivano la presenza.
Re Tritone aveva interpellato tutti i saggi e i maghi di Atlantica per risolvere il mistero e, dopo vari giorni di studi e di ricerche, tutti concordarono sulla natura magica di quelle strane pietre cerulee.
- Maestà, abbiamo serio motivo di credere che le pietre rinvenute dai vostri servitori siano le cinque Gemme di Ionyos, l'antico Tesoro del Mare scomparso secoli fa! - disse il portavoce dei saggi.
Re Tritone accolse la notizia con grande sbigottimento.
Il nome di Ionyos faceva parte dei miti e delle leggende di Atlantica. Ogni creatura marina conosceva il nome di colui che, in virtù di immensi poteri, era riuscito ad infondere il soffio vitale nell'elemento liquido. In un'epoca remota, quando sia la terra che gli oceani erano vuoti e sterili, Ionyos generò cinque gemme lucenti direttamente dal palmo della sua mano e le collocò su altrettanti angoli del fondale marino. Grazie al loro potere, l'acqua cominciò a generare il primo Plankton e tutte le creature ad esso collegate, dai pesci più piccoli ai grandi cetacei.
Anche il mondo della superficie, come diretta conseguenza del popolo marittimo, subì i mutamenti e le evoluzioni della propria storia. Le origini della vita del mare e della vita sulla terra erano dunque indissolubilmente unite, le gemme costituivano un tesoro per entrambi i mondi...
Prima che qualcuno le sottraesse, almeno.
- Probabilmente Ursula cercava un modo per invertire il potere magico delle pietre - spiegò il saggio al sovrano. - E se ci fosse riuscita, avrebbe anche potuto decidere di servirsene per consumare le proprie vendette, distruggendo ogni forma di vita sia ad Atlantica che in superficie!
- Il solo pensiero è agghiacciante - osservò Re Tritone. - Fortuna che quella strega ormai non può più nuocere a nessuno ma... Dimmi, saggio, cosa dovremmo fare perché le gemme tornino al sicuro?
- Appunto, questo è proprio il guscio del problema, Vostra Maestà!
Il vecchio spiegò che ormai il potere delle pietre non era più necessario, né per il mondo sottomarino né per quello della superficie, tuttavia era impossibile distruggerle o nasconderle. Si trattava pur sempre di un tesoro di origine divina e, secondo logica, la cosa migliore sarebbe stata trovare il modo di restituirlo agli dèi.
- Ma è assurdo! - esclamò il re. - In che modo sarebbe possibile una cosa del genere?
- L'unica cosa certa, mio sire, è che non possiamo farlo da soli...
- Ma che deduzione brillante - borbottò Sebastian.
Re Tritone gli scoccò un'occhiataccia, al che questi si limitò a sorridergli pieno di imbarazzo, ma subito tornò a concentrarsi sulle parole del saggio.
- Io e gli altri membri del consiglio siamo giunti ad una conclusione unanime - spiegò il vecchio. - Le pietre sono state create per entrambi i mondi, rappresentano il patto che unisce il popolo del mare a quello della terra, e questo significa che è compito di entrambi restituire le gemme!
- Mi state dicendo che dovrei mettere a parte del problema anche gli abitanti di sopra?
- È necessario, sire!
Re Tritone sospirò
Anche se dopo il matrimonio di sua figlia Ariel con il principe Eric, il suo odio e il suo risentimento verso gli esseri umani era cambiato in meglio, parte del suo carattere conservava ancora una spiccata diffidenza nei confronti della superficie.
Ciononostante non poteva mettere la sua ottusità davanti al problema.
- Sebastian.
- Agli ordini, sire - rispose il piccolo granchio, sbattendo obbediente la propria chela sul capo.
- Ho un incarico da affidarti: dovrai recapitare una lettera a mia figlia Ariel... Personalmente!
- Ma certo... COSA?!
- Qualche problema?
- Come? No sire, certo che no... Ci mancherebbe, solo che... che...
- Bene allora, se non c'è problema, andrai a consegnare il messaggio oggi stesso!
Gli occhi di Sebastian divennero grandi quasi come due gigantesche ostriche marine. Il poverino ebbe un mancamento e, nonostante i tentativi di Flounder di sventolarlo con la pinna, ci vollero diversi minuti prima che riprendesse i sensi.

In realtà la paura di Sebastian non era del tutto ingiustificata.
Il castello del principe Eric non era il posto più sicuro per un granchio... E non lo erano specialmente le cucine, dove l'implacabile cuoco Louis passava i giorni ad affilare le accette e i coltelli da cucina, aspettando pazientemente che un certo granchio gli capitasse di nuovo a portata di tagliere.
Il povero Sebastian ebbe il suo bel daffare per sfuggire alla mira dello chef, finendo suo malgrado protagonista di un rocambolesco inseguimento per sale e corridoi. E con l'aiuto di Poseidone e di qualche granchio patrono degli abissi, riuscì a portare a termine con successo la sua missione e a giungere quasi indenne nella camera di Ariel.
- Parbleu, lasciatelo a moi! Je veux scorticare vivo con le mie mani quel viscido carapace ambulante!
- Va tutto bene, Louis, calmati - intimò Ariel al cuoco, sottraendo Sebastian alla vista di quest'ultimo.
- Mais non che non va bene - strillò l'altro, ormai in preda ad una crisi isterica. - Je l'ai vu venir qui proprio con questi occhi, sono sicur...
- Davvero, ti ripeto che non c'è proprio nessuno qui... Visto?
Quando finalmente giunsero le guardie di palazzo, attirate da tutto quel fracasso, Louis non poté far altro che inchinarsi e scusarsi. La principessa rassicurò tutti dicendo che non era successo niente di grave e, una volta rimasta sola nella stanza, fece uscire Sebastian dal suo nascondiglio... ovvero, il contenitore portacipria.
Sebastian uscì bianco, proprio come quella volta in cui il cuoco lo aveva impanato di farina, e guardandosi accidentalmente nello specchio cacciò un urlo per lo spavento.
- Calmati, è andato via - lo tranquillizzò Ariel. - Adesso puoi spiegarmi cosa...
Con l'ultimo guizzo di energie rimastegli, Sebastian porse ad Ariel il rotolo di pergamena chiuso con il sigillo reale di Atlantica e si accasciò sfinito su una scatola di morbidi nastri per capelli.
Ariel lesse il documento con molta attenzione, facendolo poi vedere anche ad Eric, ed entrambi compresero la serietà della situazione.
Secondo il saggio di corte, le gemme potevano essere riconsegnate agli dèi solamente da due individui di sangue nobile: uno per il mondo acquatico e uno per il mondo di superficie. E accompagnando il ritorno delle gemme con le loro preghiere di ringraziamento avrebbero assicurato ad entrambi i popoli la pace e la prosperità di Ionyos per sempre.
- Mio padre ci chiede di celebrare insieme la cerimonia - spiegò Ariel.
- Sì certo, capisco - rispose Eric. - Anche se forse può sembrare un po' presuntuoso, da parte nostra... Ma qualcuno dovrà pur assumersi questa responsabilità, non credi?
Ariel sorrise.
Se millenni e millenni di tempo addietro quelle gemme non avessero diffuso il loro potere nei mari e sulla terra, lei ed Eric non sarebbero mai potuti esistere.
Nessuno sarebbe potuto esistere, né sopra né sotto, e di conseguenza non sarebbero potuti esistere neppure i sentimenti.
Anche l'amore non sarebbe mai esistito.
Eric le prese dolcemente la mano, sfiorandogliela appena con le labbra, e lei si commosse al pensiero che delle cose tanto piccole avessero contribuito a generare cose tanto immense.

Qualche giorno dopo, tutto era pronto affinché i due principi potessero restituire le gemme magiche a nome di entrambi i popoli.
La cerimonia si svolse sul mare, proprio come il felice giorno del loro matrimonio. La nave ammiraglia di Eric si incontrò al largo della costa con la delegazione della corte reale di Atlantica al completo. Re Tritone in persona si fece issare dai suoi sudditi sopra il pelo dell'acqua, così da consegnare le preziose gemme nelle mani della figlia e del suo sposo.
Ariel ringraziò il genitore, non senza un lungo abbraccio, prima di tornare a concentrarsi assieme ad Eric sull'importanza di quel rituale.
Entrambi i principi rivolsero le loro preghiere e la loro riconoscenza a Ionyos, augurandosi che mai più le pietre potessero cadere in mani sbagliate, e nei loro pensieri vi era tutta la sincerità e la purezza del sentimento che li univa.
Improvvisamente le pietre si misero a brillare di luce propria, risplendendo più del sole sulla superficie dell'acqua, dopodiché schizzarono verso il cielo lasciando dietro di loro una sensazione di pace e benessere grande come il mare aperto.
Così, se guardiamo verso la linea del mare all'orizzonte con cuore sereno, non è escluso che le gemme tornino a brillare davanti ai nostri occhi.
In fondo facciamo tutti parte di un'unica, immensa e meravigliosa realtà...
Il miracolo della vita!
   
 
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