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Autore: MissAdler    15/05/2023    6 recensioni
Queste piccole OS su Anakin e Obi-Wan partono da un'iniziativa pensata da GladiaDelmarre e Martina, che hanno scelto dieci parole + un bonus da usare entro maggio come prompt per storie e disegni.
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Contesto: Clone Wars, Obi-Wan pov
What if
Oneshot
Rating: arancione



 
LANTERN


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Che sapore avevano le sue labbra? Fino a che punto erano morbide? Quanto calde?

Alla luce fioca della lanterna la pelle del suo torace sembrava la superficie vellutata di una pesca. Obi-Wan si chiese se ne avesse anche il sapore.

Erano soli, in quella tenda montata in fretta e furia nel mezzo della tempesta. La paura era scemata, ma era stata troppa, pesante e logorante, gelida come il ghiaccio che aveva incollato i capelli di Anakin in sottili stalattiti castane.

Lui non cadeva mai. Il Generale Skywalker saltava dagli speeder in volo, si catapultava volontariamente in mezzo alle schiere di droidi nemici e precipitava in picchiata nel campo di battaglia, ma non si ritrovava quasi mai nella posizione di dover essere salvato. Di certo non inciampava da solo durante una camminata apparentemente innocua.
Eppure la stanchezza fa strani scherzi. La guerra stanca. La violenza, la morte, le responsabilità del comando stancano.


Era una semplice ricognizione su Hoth, solo loro due. Stavano chiacchierando, punzecchiandosi e cazzeggiando come sempre, troppo distratti dalla risata dell’altro per fare attenzione ai propri piedi, quando all’improvviso il ghiaccio aveva ceduto.
Obi-Wan si era tuffato nell’acqua gelida con tutti gli stivali, ancor prima di processare ciò che era appena successo.
Non l’aveva nemmeno visto, il ghiaccio. Sembrava solo neve congelata, altrimenti non avrebbe mai rischiato di camminarci sopra!

Le labbra di Anakin erano blu. Tutta la sua pelle lo era, all’inizio, mentre il Generale Kenobi gli sfilava in fretta e furia i vestiti di dosso, la tenda montata alla bell’e meglio, lui stesso che batteva i denti e tremava senza rendersene conto.
Era riuscito ad attivare la piccola lanterna d’emergenza che teneva nello zaino – almeno quello aveva avuto la lungimiranza di levarselo dalle spalle, prima di tuffarsi nel lago ghiacciato con tutto il giaccone termico – e aveva avvolto il corpo tremante di Anakin nella coperta, anch’essa parte della dotazione per eventuali missioni sottozero.

“M- Maestr…”

Ma non era stato sufficiente. I Jedi guariscono più rapidamente attingendo forza dai Midi-chlorian, ma Anakin non riusciva nemmeno a controllare gli scatti involontari dei suoi muscoli, figurarsi la sua mente!

“Ssshh, è tutto ok, starai bene, te lo prometto!”

Obi-Wan sapeva cosa fare, ma era terrorizzato all’idea di farlo.
Trattenendo il respiro aveva sistemato la lanterna vicino alla testa di Anakin, per poi iniziare a spogliarsi a sua volta, tremando per qualcosa che non era il freddo, che forse era proprio il contrario: un calore fluido e viscoso che gli saliva in gola insieme a un’ansia insopportabile.
Si era infilato sotto la coperta con movimenti goffi e scattosi, un brivido incatenato all’altro come in un febbrile effetto domino. Lentamente aveva premuto il corpo contro quello del suo ex-Padawan, circondandolo con il braccio destro, poi era rimasto immobile, respirando pianissimo, stringendo forte le palpebre e aspettando con pazienza che il calore tornasse a riempirli entrambi.

E infatti era arrivato. Dapprima timido e strisciante, come sottilissimi viticci luminosi, tiepidi e tremolanti, poi come una marea calda e avvolgente, che li aveva pervasi completamente, ridando loro colore e vita, sangue bollente nelle vene, un battito forte e regolare nel petto.
Obi-Wan poteva avvertirlo, non tanto il suo, quanto quello di Anakin, mentre ancora il suo avambraccio gli premeva sul torace. E se fino a quel momento aveva tentato con tutto se stesso di ignorare quella vicinanza, le curve solide dei suoi muscoli, l’odore deciso e adulto che emanava ogni singolo poro della sua pelle, adesso Obi-Wan era totalmente soggiogato da quella sensazione nuova e surreale.
Ancora addormentato, Anakin si era voltato verso di lui, crogiolandosi come un bambino troppo cresciuto in quell’abbraccio inopportuno.

Che sapore avevano le sue labbra? Fino a che punto erano morbide? Quanto calde?

Obi-Wan non riusciva a non pensare a quanto l’avesse desiderato, negli ultimi anni, da quel maledetto giorno in cui gli aveva insegnato a radersi, o forse dalla prima volta in cui si era reso conto che era diventato più alto di lui, più forte, più testardo, così fastidiosamente indipendente.
Era terribile che Anakin non avesse più bisogno di lui, ma allo stesso tempo anche un sollievo, perché in questo modo erano semplicemente due uomini adulti, alla pari, per i quali non era così assurdo incappare in pensieri a dir poco discutibili, di tanto in tanto. Finché restavano pensieri, che male potevano fare?

Ritirò il braccio senza troppa convinzione, lasciando indugiare la mano sul petto glabro di Anakin. Non l’aveva mai toccato lì. C’erano state pacche sulle spalle, carezze innocenti sulle guance, dita che spettinavano capelli, che curavano ferite o aggiustavano movimenti imprecisi durante l’addestramento. Ma niente di più. Obi-Wan era troppo severo con se stesso per approfittare del loro rapporto, troppo onesto per tradire una promessa.

Eppure adesso stava toccando il suo migliore amico in un modo che poteva considerarsi sbagliato da ogni punto di vista: perché entrambi erano Jedi, perché un tempo era stato il suo Maestro – e il suo ex-Padawan continuava ostinatamente a chiamarlo così anche se ormai non aveva alcun senso – ma soprattutto perché Anakin era privo di sensi, incapace di opporsi e mandarlo al diavolo per quel contatto non richiesto.
Nonostante questo Obi-Wan non riuscì a fermarsi. Con la punta del pollice sfiorò il piccolo capezzolo viola, rendendosi conto della gravità del gesto solo quando lo sentì fresco e rigido contro il suo polpastrello.
Se solo fosse stato buio pesto avrebbe potuto fingere di non essere lì, che il corpo appiccicato al suo non fosse di Anakin, risparmiandosi quella che stava diventando eccitazione a tutti gli effetti. Ma quella maledetta lanterna, la sua luce calda e tremolante come quella di una vera candela, i giochi di ombre che proiettava sulla spalla di Anakin, sulla sua guancia, sulle sue labbra…
Un mugugno impercettibile e Obi-Wan ritirò la mano di scatto, l’aria colpevole di un bambino sorpreso a rubare caramelle con le mani nel sacco. Ma l’arto meccanico di Anakin fu più veloce, schizzò fuori dalla coperta e gli strinse il polso in una morsa dolorosa. Le sue palpebre si sollevarono rivelando due iridi blu quasi interamente divorate dal nero delle pupille.

“Anakin…”

Obi-Wan desiderò soltanto scomparire, scattare in piedi e correre fuori dalla tenda completamente nudo, ché tanto i vestiti non gli sarebbero serviti per gettarsi di testa in qualche precipizio ghiacciato.
Passò in rassegna tutte le scuse più assurde che riuscì a trovare, ma niente poteva giustificare il fatto che stesse accarezzando il petto del Generale Skywalker mentre entrambi se ne stavano svestiti, abbracciati sotto la stessa coperta. La motivazione dell’ipotermia reggeva solo fino a un certo punto, le carezze non erano affatto necessarie nel primo soccorso.

“Non smettere.”

“C- come?”

“Mi piaceva…”

Le labbra di Anakin si curvarono in un sorriso strano, i suoi occhi sempre più scuri, sempre più liquidi. La stretta sul polso si allentò appena, mentre le dita di duracciaio guidavano la mano di Obi-Wan di nuovo sul suo petto.

Era strano adesso. Non era più solo suo, quel gesto, così come quello sbaglio imperdonabile. Ma Obi-Wan, sebbene ne fosse totalmente consapevole, non riuscì a non obbedire.
Con gli occhi sbarrati osservò la luce della lanterna scivolare sui loro corpi, tremolare come il bagliore riflesso di un pianeta in lontananza, finché Anakin non lo baciò sulle labbra una, due, tre volte. “Solo per stanotte” supplicò prima di schiuderle e spingere la lingua tra quelle di Obi-Wan.

Solo per stanotte.

Era questo che Anakin chiedeva al suo giovane Maestro, quando era ancora un bambino tormentato dal buio solitario della sua stanza. Forse lo era ancora, dopotutto. O forse non lo era mai stato.
A quel punto, con gli occhi chiusi, per Obi-Wan la luce dorata della lanterna era solo una patina arancione che gli lampeggiava contro le palpebre.

In fondo lui non era lì, Anakin non era Anakin, il silenzio ovattato della neve era solo il vuoto cosmico di un sogno.

O magari no.



 
FINE


 
 
 
 
ANGOLINO DELL'AUTRICE

Queste piccole OS partono da un'iniziativa pensata da GladiaDelmarre e Martina, che hanno scelto dieci parole + un bonus da usare entro maggio come prompt per storie e disegni. 
Seguitele entrambe su Ig: https://www.instagram.com/martina_huni/, https://www.instagram.com/_gladiadelmarre_/.
Spero che anche questa OS vi sia piaciuta, se vi va fatemelo sapere!  Grazie a chi continua a seguire le mie storie su questi due bellissimi tonti, penso che questa sia l'ultima della raccolta, per ora, visti gli esami imminenti, ma spero di riuscire a pubblicarne almeno un'altra, visto che l'ho già iniziata.
A presto ♥

 
   
 
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