Note: ho deciso di usare i nomi italiani semplicemente perché sono quelli con cui sono cresciuti e a cui sono affezionata.
Buona lettura.
     



 

                                                                                              Luna fredda
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ancora immerso nel dormiveglia, si rende conto che qualcosa è fuori posto e, come il torpore del sonno lo abbandona, Sirio percepisce il vuoto che c’è nel letto.
Completamente sveglio, si mette seduto e si guarda attorno: Fiore di Luna non è con lui.
Resta in ascolto per qualche secondo, ma non sente alcun rumore, nessuna presenza ostile, e il maestro, benché non sia lì in casa con loro, è alla cascata: abbastanza vicino per poter intervenire in caso di necessità.
Il cavaliere si alza.
In quei giorni le temperature si sono abbassate, e fuori dalle coperte c’è freddo.
Si affaccia alla finestra e, alla luce lattiginosa della luna, scorge una figura minuta.
Prende una coperta e si incamminare verso l’esterno.
Fiore di Luna, raggomitolata con la schiena contro un albero, non si accorge subito della sua presenza.
<< Fa freddo, >> esordisce lui, e lei sobbalza nel sentire la sua voce. Solleva la testa, restando seduta, sorpresa di essere stata scoperta << non preoccuparti, >> scuote la testa << torna a letto. Sei appena tornato, sarai stanco. >>
Lui si inginocchia accanto a lei, le mette la coperta sulle spalle, e le prende il volto fra le mani << sei fredda, >> mormora preoccupato. << C’è troppo freddo qua fuori, torniamo a letto, >> cerca di convincerla.
Lei scuote nuovamente la testa << non ho sonno. >>
Sirio la osserva interdetto.
<< Mi dispiace. >>
Lei sobbalza, si stringe la coperta attorno al corpo, e china la testa evitando lo sguardo dell’uomo.
<< Fiore di Luna, >> la richiama lui in un mormorio basso.
<< Torna a letto, >> ancora non lo guarda << devi riposare. >>
<< Prenderai freddo, se resti qui. >>
<< Ti ho già detto che non ho sonno. >>
Lui sospira. << Mi dispiace, >> ripete.
<< Non è colpa tua. Sei un cavaliere, la tua lealtà va ad Atena, >> mormora e, per via della stanchezza, non riesce a nascondere l’amarezza nella sua voce come avrebbe voluto fare, come ha sempre cercato di fare.
Il cavaliere allunga una mano per accarezzarle i capelli.
<< Ora sono qui. >>
Non sa quanto potrà restare ai Cinque Picchi, e sanno entrambi che non si tratterà di un tempo lungo.
Le sistema meglio la coperta sulle spalle, e la attira fra le sue braccia per tenerla maggiormente al caldo finché non si sarà calmata.
<< Così prenderai freddo anche tu. >>
<< Non ti preoccupare. Possiamo restare qui finché non sarai più tranquilla. >>  
La luna piena, tonda e lattiginosa, splende sopra i Cinque Picchi. Sopra le loro teste, le stelle rischiarano il nero della notte: un fiume d’argento che brilla nel cielo nero, incantevole e antico.
Fiore di Luna si abbandona contro il corpo del Dragone: non sa quanto tempo avranno a disposizione, e sarebbe stupito non approfittare di tutto quello che viene concesso loro.
Non vuole avere rimpianti, non vuole perdere occasioni.
<< Ti amo. >> Non vuole tenersi nulla dentro, non vuole essere perseguitata da sentimenti a cui non ha dato abbastanza voce.
<< Fiore di Luna, >> sospira, e poggia il mento sopra la sua testa << ti amo anche io, >> mormora dolcemente.