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Autore: annapuff    21/05/2023    0 recensioni
Yoongi e Isabel si sono incontrati all'aeroporto così proprio come il fato aveva deciso.
Entrambi ormai divisi da tre anni, provano ad andare avanti con le proprie vite e i propri problemi.
Continuano a essere separati, lei alle Hawaii dalla madre, e lui in tour con gli altri membri.
Ci troviamo nel 2017 che prospetta tante tragedie, tanti personaggi sia vecchi che nuovi e anche scandali!
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maybe it's fate'
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CAPITOLO 41: SECRET PLANE
17 LUGLIO 2017 HAWAII
Era pomeriggio inoltrato quando Isabel seguita da Chung-hee e suo padre si diresse verso la clinica privata dove era ricoverata Claudia.
Si avvicinarono alla reception e Isabel provò a sorridere gentile.
“Salve sono Isabel Kim ci siamo già conosciuti”
“Oh signorina Kim…” disse tentennante la receptionist.
“Lui è il signor Kim Joon Bin, e l’altro è il mio compagno Choi Chung-hee, siamo qui per far visita a mia madre se è possibile, o prendere un appuntamento.” Disse la ragazza.
“Quale appuntamento. Io voglio vederla ora.” Disse con rabbia Joon Bin.
“Non dipende da noi, ma da loro e le loro regole. Non credo te la faranno vedere te lo già spiegato.” Provò a dire lei leggermente stanca di dover ripetere sempre la stessa cosa si massaggiò il collo indolenzito e provò a sorridere cordiale alla donna di fronte a lei.
“Chiamo il direttore!” trillò la ragazza guardando Isabel impaurita.
“Grazie mille” disse Isabel.
“Io la devo vedere e anche subito.”
“Prenditela con loro non con me non le faccio io le regole.” Disse Isabel con rabbia, Chung-hee si accosto a lei mettendole una mano sulla spalla.
“Smettila ora.” Disse lui e lei sbuffò ma si zittì comunque, avrebbe continuato dopo a stuzzicarlo.
“Tu.” La voce in inglese arrabbiata di un ragazzo arrivò alle loro spalle.
Isabel si voltò improvvisamente a guardare Michael che le stava andando contro con un passo spedito.
Iniziavano i giochi.
“Michael?” chiese lei con tono sorpreso.
“Cosa diavolo ci fai tu qui!” disse lui urlando con rabbia.
“Sono venuta a incontrare mia madre le devo parlare” disse Isabel guardandolo stupita per via della reazione dell’infermiere.
“Troppo tardi ormai! Tu non incontrerai nessuno!” urlò lui avvicinandosi a lei e afferrandole la maglia.
Isabel strillò leggermente impaurita.
“Che cosa fa! La lasci andare!” Chung-hee si frappose provando a strattonare il ragazzo che levò la presa dalla maglia di Isabel che cadde a terra perdendo l’equilibrio.
Michael sferrò un pugno anche a Chung-hee che perse l’equilibro anche lui cadendo per terra vicino a Isabel che sguardava sotto shock Michael di fronte a lei che a breve si sarebbe riscagliato di nuovo contro.
Il signor Kim rimaneva fermò non sapendo bene se intervenire o meno, d'altronde era sua figlia quella a terra, e solo lui poteva picchiarla.
“Michael!” urlò il direttore apparendo dall’altra parte della stanza.
Michael si fermò immobile e guardò il direttore con rabbia.
“Lei non dovrebbe essere qui!” disse indicando Isabel che era ancora per terra e lo fissava priva di espressione sul volto.
“Michael ci penso io vai via. Dovrei denunciarti per una cosa del genere!” esclamò il direttore, facendo poi segno a due vigilanti di avvicinarsi e scortarlo via.
“Denunciarmi? La colpa è sua, e io dovrei prendermi una denuncia. La colpa è di tutti questi bastardi! Che cosa fate qui? Non dovreste essere qui!” urlò lui, mentre i due vigilanti lo afferravano, cercando di calmarlo.
“Andate via! Bastardi, andrete all’inferno!” urlò ancora il ragazzo mentre cercavano di portarlo via.
Chung-hee guardava tutta la scena sconvolto, mentre aiutava Isabel ad alzarsi che tremava visibilmente impaurita.
“Che cosa sta succedendo qui?” chiese il signor Kim verso il direttore, “Le sembra normale che un suo dipendete si scagli verso mia figlia?” disse lui adirato.
“Dov’è Claudia?” chiese invece Isabel tremando con la voce.
“Seguitemi nel mio ufficio, vi spiegherò tutto, anche il perché di questa reazione esagerata del mio infermiere” disse serio il direttore, guardando il signor Kim che annuì con il capo, mentre pensava a come denunciare tutti e a farla pagare per l’affronto diretto alla sua famiglia. Solo lui poteva punire sua figlia.
“Claudia sta bene?” chiese Isabel dopo essersi voltata un attimo a guardare il punto in cui prima era Michael.
“Vi spiegherò tutto nel mio ufficio, seguitemi” disse con cennò del capo.
Isabel guardò Chung-hee sbattendo le palpebre sembrando inquieta, si attaccò al suo braccio continuando a tremare.
 
“Accomodatevi pure” disse il direttore indicando i divani, mentre si dirigeva a uno schedario per prendere un fascicolo che dopo di che appoggiò sul tavolo di fronte ai divani, si avviò verso un armadietto e prese una scatola che appoggiò sempre sul tavolo.
“Devo vedere la mia ex moglie è urgente” disse con far autoritario il signor Kim.
“Mi dispiace dirle che ciò non potrà avvenire” disse con serietà il diretto mentre prendeva il fascicolo tra le mani, lo apriva e prendeva il primo foglio.
“Lei non ha capito con chi ha che fare” disse con far intimidatorio.
“Se non vuole farla incontrare  te, potrei io” disse Isabel con voce lieve, per poi beccarsi un’occhiataccia dal padre.
“Non può neanche lei signorina Kim.” Disse sempre serioso l’uomo per poi passare il foglio che aveva preso al signor Kim.
Joon-bin lo afferrò riluttante e incominciò a leggero.
“Che c’è scritto?” chiese Isabel cercando di allungare la testa per sbirciare, ma Chung-hee che si trovava al centro tra entrambi la fermò evitando di farla guardare, lui aveva visto la prima dicitura.
Si voltò a guardare Isabel con un’espressione di triste in volto.
“È uno scherzo!” urlò il signor Kim
“Non è uno scherzo. È accaduto due settimane fa” disse con tristezza il direttore.
“Che cosa è accaduto?” trillò Isabel “Dov’è mia madre? L’avete trasferita?” chiese lei guardando il direttore, ma sapendo già cosa le avrebbe detto, l’espressione sul volto dell’uomo sembrava di condoglianze.
“Sua madre, si è suicidata due settimane fa, le mie più sentite condoglianze” disse l’uomo con far professionale.
“Co-sa?” disse tremante Isabel sgranando gli occhi, con una mano andò all’altezza del cuore. “Cosa?” disse con voce leggermente più acuta.
“Come diavolo è potuto succedere! Io pago questo posto!” disse con irritazione il signor Kim.
“Al dire il vero lo paga sua figlia, non sappiamo bene come abbia fatto ad andare sul terrazzo, è stato uno spiacevole incidente” disse dispiaciuto.
“Spiacevole? Io le farò causa!” saltò in aria il signor Kim.
“No aspetti! È colpa mia?” chiese Isabel saltando anche lei in piedi, il padre si voltò a guardarla.
“La scelta è stata di sua madre… noi non sappiamo bene le dinamiche, l’unica cosa che sappiamo e che ha ricevuto una chiamata qualche giorno prima da una donna che si è presentata due giorni fa qui e nulla.” Disse scusandosi.
“Una donna! Chi era?” esclamò Joon Bin
“Era Coreana si chiamava Park Jisoo… mi dispiace non so dirle altro, le abbiamo dato la notizia ed è letteralmente scappata via.” Informò di tutto il direttore.
Chung-hee si voltò a guardare Isabel esterrefatto, non capendo cosa stesse succedendo, Jisoo era con Dashimen in America, non poteva essere stata alle Hawaii.
Isabel era in piedi immobile e bianca come un cadavere, la mano ancora ferma all’altezza del suo petto, sembrava come se facesse fatica a respirare.
“Isabel?” chiamò Chung-hee, anche Joon Bin si voltò a guardarla.
“Cosa ci faceva quella pazza qui?” disse lei, rivolgendosi al padre con rabbia.
“Con chi cazzo sei andato a immischiarti! Cosa cazzo è successo!” scoppiò in piena ira lei guardando il padre con gli occhi assottigliati.
“Io… non lo so..” boccheggiò per la prima volta il signor Kim perdendo ogni sicurezza in se stesso.
“Tu lo sai! È colpa tua!” disse lei per poi provare a lanciarsi contro il padre come una furia per colpirlo.
“Isabel no!” esclamò Chung-hee stranito da tutto, bloccandola però per la vita.
“È colpa tua! L’hai portata alla morte! Sei felice? Era quello che volevi!” incominciò a urlare piangendo con singhiozzi isterici.
“Hai distrutto la sua vita, e finirai con il distruggere la mia!” cominciò a divincolarsi tra le braccia di Chung-hee che provava a tenerla ferma.
“Io… non so perché Jisoo sia venuta qui” provò a dire il padre guardando la figlia con terrore.
“Ti odio! Sei un mostro! Tu menti! Io ti odio!” urlò lei continuando a piangere.
“Isabel calmati ti prego, Isabel non fare così” provò a dire Chung-hee mentre continuava a trattenerla.
“Signor Kim forse è meglio uscire, diamo a sua figlia un momento, la porto dove è seppellita.” Disse il direttore intromettendosi, il signor Kim guardava sua figlia, che continuava a urlare una serie d’insulti verso di lui, la guardava senza sapere bene cosa dire e cosa fare, troppo sotto shock per la reazione di lei.
“Signor Kim mi segua” disse con voce più alta il diretto e il signor Kim alla fine lo seguì fuori da lì.
 
La porta di chiuse alle spalle di Isabel che veniva trattenuta da Chung-hee.
Isabel si bloccò improvvisamente smettendo di piangere.
Chung-hee la lasciò andare guardandola preoccupato.
“Mi dispiace” provò a dire studiandola attentamente.
Lei alzò gli occhi su di lui, e con gli occhi lucidi si andò a sedere sul divano.
“Isabel come ha fatto Jisoo a venire qui?” chiese lui stranito dalla situazione, gli mancava qualche passaggio, altri segreti sicuramente, ma la reazione di Isabel era stata così vera da essere completamente confuso da tutto.
Isabel non rispose si avvicinò e aprì la scatola.
Dentro c’erano alcuni effetti personali inclusa la collana, la prese tra le mani, sganciò il gancetto e poi se la mise al collo.
Il ciondolo a forma di stella sbatté leggermente contro il suo collo e lei con le dita andò a sfiorarlo chiudendo gli occhi.
“Isabel?” chiamò Chung-hee.
“Reggi il gioco finché puoi, per te lei è morta, come per tutti.” Disse lei secca guardandolo fisso negli occhi.
“Tua madre è morta o no?” chiese lui.
“Ti ho detto che per tutti è morta. Usciamo da qui e raggiungiamo il posto dove è sepolta. Hai deciso tu di venire, ora segui il flusso delle cose. Ne parleremo quando lui non sarà nelle vicinanze. Prendi la scatola” Disse lei secca per poi alzarsi.
Chiuse di nuovo gli occhi.
Doveva concentrarsi.
Tirò un grande respiro.
Riaprì gli occhi e fece segno a Chung-hee di seguirla.
SHOW MUST GO ON
Sempre avanti, c’è qualcuno che sappia quel che cerchiamo?
Un altro eroe, un altro irragionevole crimine
Dietro il sipario, nella pantomima
Mantenere la posizione, c’è ancora qualcuno che voglia farlo?
Lo spettacolo deve andare avanti
Lo spettacolo deve andare avanti
Il cuore mi si sta spezzando dentro
Il trucco forse si sta sfaldando
Ma il mio sorriso permane

 
Erano rientrati tutti e tre in hotel e si erano diretti tutti nella suite privata del signor Kim.
Nessuno dei tre proferiva parola, Chung-hee sembrava incredulo da tutto, e non stava capendo poi molto di quello che Isabel stesse combinando.
Isabel aveva posato la scatola degli effetti personali di sua madre su un tavolo e la osservava senza proferire parola.
Il signor Kim stava versando da bere a tutti.
“Dovremo andare in giro a cercarla, prima che combini altri guai.” Disse serio.
Isabel alzò lo sguardò su di lui.
“Che cosa hai detto?” disse tra i denti.
“Che dobbiamo cercare Jisoo.” Ordinò lui.
“Io non cercherò nessuno per te.” disse lei con rabbia.
“Lo farai perché te lo ordino.” Disse lui con tono autoritario.
“Sei veramente una persona crudele, non mi dai neanche del momento per il lutto?” urlò con voce stridula lei.
“Non credo che lei sia morta, può essere che sia scappata con Jisoo!” urlò lui.
“Cosa c’è che non va in te?! Ti hanno fatto vedere la lapide e la cazzo di macchia di sangue sul cemento in giardino nel punto in cui si è buttata! E credi che non sia morta!” tornò a urlare lei.
“Non ho visto il corpo!” urlò lui con rabbia facendo dei passi verso di lei.
“Ah non hai visto il corpo? Affitta una gru vallo a riesumare se non ci credi! Ha lasciato la collana!” disse lei puntandosi il dito sul collo verso la collana.
Il padre la guardò assottigliando gli occhi.
“Non ho idea di quale valore abbia. Ma lei non se l’è mai tolta!” urlò Isabel.
“Dove l’hai presa quella?” chiese lui guardandola con ribrezzo.
“Nella scatola! Nella maledetta scatola con tutti gli effetti personali!” urlò lei cominciando ad aprire la scatola e a tirare fuori gli oggetti come una furia impazzita.
“È morta! È fottutamente morta! Per colpa tua e di quella puttana che volevi sposare!” continuò a urlare lei lanciando gli oggetti che aveva tirato fuori dalla scatola in aria rischiando di colpire il padre ma senza neanche preoccuparsene.
“Quella puttana che l’ha chiamata! E indovina lei si è suicidata! Per una che ti volevi sposare e che ti ha scaricato come si scarica una qualunque persona!” continuò a fare la pazza lei.
“Stai zitta!” urlò lui.
“No no no! Non è colpa mia se sei come tutti, e vieni scaricato come tutti! Sei una persona normale, non sei potente, non sei nulla. Lei ti ha lasciato. E tu sei come tutti quelli lasciati, un povero vecchio che ora va in giro a cercarla! Fallito!”  incominciò a insultarlo lei.
“Come ti permetti, Tu piccola mocciosa.”
“Mi permetto! Tanto sono sempre io a pagare le conseguenze di un pazzo, illuso e fallito che non sa tenersi una donna al suo fianco!”
“Taci! Taci, Taci! Stupida ragazzina che non sa i fatti!” disse lui in preda alla rabbia.
“Isabel! smettila!” urlò Chung-hee raggiungendola e cercando di fermarla ma lei lo scansò spingendolo.
“Non so i fatti! Quello che so è che mi hai ridotto a uno schifo! Mi hai picchiata senza una minima ragione! Ho sgobbato come un mulo per il tuo cazzo di matrimonio! Speso soldi! E tu mi ha aggredita!” disse con rabbia scaraventando la scatola contro un muro.
“Te la trovi da solo la tua PUTTANA!” urlò lei per poi rovesciare una sedia a terra e tirarle un calcio.
“Devi stare zitta.”
“Vai picchiami di nuovo, vai ammazzami! Questo non cambia il fatto che probabilmente ti ha lasciata per qualcuno di più giovane. Probabilmente è tornata a Seul a scoparsi Namjoon!” incominciò a ridere Isabel guardandolo come una pazza esaurita.
Il padre si avvicinò minacciosamente a lei e le tirò uno schiaffone in piena faccia.
Isabel continuò a ridere, il viso inclinato verso sinistra e i capelli a coprirle il volto.
“Ora basta, mi dispiace la porto via, è sconvolta per la morte della madre” provò a dire Chung-hee afferrando Isabel per la vita.
Isabel si divincolò, con una mano spostò i capelli dal volto.
Guardò il padre con odio.
Sputò per terra, vicino a lui.
Sputò sangue.
“Fossi in te mi preoccuperei di chi ti metti accanto e no di me. Ti sono stata fedele come solo un cane sa fare, ti mando avanti tutto, e non mi lamento neanche di non avere un posto come dirigente amministrativo. Ho deciso di stare con una persona che tu avresti approvato. Sto facendo tutto per te. Sputò sangue per te.” disse lei digrignando i denti.
“Tu invece non ti fidi di me. Perché? Perché sono di razza mista? Perché sono donna? Faccio tutto per compiacerti. Sei andato a pensare subito che c’entrassi io con la fuga di quella puttana. IO?” disse lei sputando di nuovo a terra altro sangue, e incominciando a piangere.
“Volevo solo una famiglia, una vita tranquilla. Ho una madre morta. Un fratello idiota che vorrebbe solo farmi stuprare dai suoi amici e assistere. Un padre che non mi accetterà mai, che non si fiderà mai di me perché è paranoico. Io sono l’unica che fa quello che deve, e tu non mi consideri.” Disse lei guardandolo con disprezzo.
“Forse ho esagerato…” disse Joon Bin guardando sua figlia inorridito.
“Dici? perché non vuoi vedere che io farei di tutto per compiacerti?” urlò lei.
“Non c’entri niente con tutto questo?” chiese insicuro per la prima volto Joon Bin.
“Ancora?” disse stremata. “Ancora pensi che io possa tramare contro di te?” disse lei sfiancata.
 “Io… no forse questa volta non c’entri niente” disse lui guardandola serio in volto.
“Sono stanca… posso andare via?” chiese lei con tono affranto.
“si… puoi andare a riposarti.” Disse lui  sotto shock e fece segno a Chung-hee di portarla via.
Chung-hee si affrettò ad affiancare Isabel e a portarla nella loro stanza dell’hotel.
 
Entrarono velocemente e Chung-hee chiuse la porta alle loro spalle.
Isabel si staccò da lui e corse in bagno.
 
“Isabel?” lui si avvicinò alla porta del bagno.
“Prima o poi mi doveva spaccare anche un dente.” Disse lei guardandosi allo specchio con la bocca aperta facendo delle smorfie.
Lo disse come se fosse una cosa da poco, come se non avesse appena avuto nessuna crisi di pazzia.
“Che cosa sta succedendo?” chiese lui sconvolto.
Lei si voltò a guardarlo “ Mi passi l’asciugamano?” chiese per poi tornare al lavandino e sciacquarsi la bocca e sputare ancora del sangue.
“Isabel?” disse con voce greve passandole l’asciugamano.
“Sto bene… non sono impazzita. Era il piano. Te l’avevo detto che bisognava farlo impazzire e diventare più paranoico.” Disse lei asciugandosi la faccia.
“Tua mamma?” chiese lui guardandola fissa negli occhi.
“Sta bene. Nessuno la troverà.” Disse in modo pacato.
“Sono stanca, ho bisogno di riposare, fare la pazza mi ha tolto molte energie.” Disse lei, per poi far per andare via ma lui la bloccò per un braccio.
“Era tutto pianificato?” chiese lui agghiacciato.
“Più o meno… ho improvvisato un po’” disse lei scuotendo la testa e poi passandosi una mano sulla guancia.
“Devi mettere del ghiaccio sulla guancia.” Disse lui con far da rimprovero.
“Non guardarmi così… ti ho detto più di una volta che puoi andartene, e ti sto dando molto chance per farlo. Chung-hee non mi fermerò questo è solo l’inizio.” Disse lei seria.
“Fare la pazza è solo l’inizio?” disse lui con rammarico.
“Mia mamma è salva, Jisoo anche, io probabilmente per un po’ non avrò ripercussioni, probabilmente con la pazzia l’ho convinto. Era tutto già organizzato. Eh si tu dovevi sembrare spaesato, eh si ti ho mentito di nuovo. Te l’avevo detto che probabilmente sarebbe successo. Non devo scusarmi. E non devo darti conto delle mie azioni, azioni studiate a tavolino con Chin-hae.”
“Parlerò con lui una volta tornati a Seul.”
“E lui ti dirà di farti da parte se non ti sta bene.” Disse lei secca “Ho bisogno del ghiaccio e di andarmi a stendere e prendere degli antidolorifici. Fammi passare.”
Lui si scostò riluttante.
“Con Yoongi?”
Lei si voltò a guardarlo indecisa su cosa dire.
“Non lo so. Non credo che ci sarà al mio rientro…” disse lei con tono triste.
“Perché?” chiese lui confuso.
“Perché non si aspettava tutti i lividi sul mio corpo, non li aveva mai visti… penso sia stato un po’ troppo.”
“Secondo me ci sarà… ti ha aspettato per tanti anni, ti ama, lo si vede”
“Waoo… incomincia a starti simpatico?” disse lei con uno sbuffo.
“Penso che entrambi siate degli sprovveduti, forse tu non po’ di meno dato tutti questi piani, che a quanto sembra sono stati ideati con una persona intelligente. Il problema è che non ti sei mai fidata, e io potrei esserti d’aiuto.”
“Tu non sei Do-yoon. Era lui la mia spalla, lo è sempre stata, appena ci siamo ritrovati a dirci i nostri segreti, abbiamo fatto un patto avremmo combattuto insieme, avremmo eseguito il piano insieme in ogni parte. Avremmo sconfitto tutti insieme. Lui aveva un movente, avevamo lo stesso.” Disse lei con voce triste e gli occhi lucidi.
“Io posso aiutarti”
“Tu non hai il mio movente, non vedo perché dovresti rischiare, sei padrone della tua vita.”
“E Yoongi?” chiese lui
“Yoongi può essere padrone della sua vita, Yoongi ha altre sei persone a cui pensare, non è solo. Io e Do-yoon eravamo soli.”
“Non è vero. Ci sono io, Dashimen, Yun-hee e anche Yoongi e i bts che ti vogliono bene!”
“Quindi cosa dovrei fare? Chung-hee hai la risposta? Lo vedi ho provato ad andare avanti con te, ma non ne sono stata capace, c’è sempre lui che ritorna in un modo o nell’altro. Quindi quella di chiudere con il mio passato e crearmi una vita non ha funzionato come scelta. Che cosa dovrei fare suicidarmi? No. Non la do vinta così. Stare con te per finta e vedermi con Yoongi in segreto per tutta la vita?”
“Non è male come alternativa non rischieresti”
“Invece si. Lui se la prende con me sempre. Appena va storto qualcosa  rischierei di essere beccata e si metterebbe male per tutti anche per te. Te l’hai chiesto lui non io.”
“Lo so tu non me l’avresti mai chiesto…”
“Sono stanca vado a riposare un po’, scusami”
“Ti prendo del ghiaccio vai  stenderti” disse lui per poi guardarla andare via.
Non poteva credere al fatto che lei stesse organizzando piani su piani.
Sembrava completamente un’altra persona, non più la ragazza bisognosa di aiuto in crisi depressiva.
La Isabel che aveva di fronte a lui la stava spaventando e anche non poco.
Era più pazza di Do-yoon.
 
Isabel entrò in camera e si andò a sedere sul letto, prese il telefono tra le mani, incominciò a digitare per scrivere un messaggio.
Grazie per il vostro aiuto, appena sarà possibile e al sicuro tornerà da voi. Michael è stato un ottimo attore. Non rispondete, al messaggio. A breve vi manderò una donazione, direi che è il minimo.
Isabel inviò il messaggio lasciò per un attimo il telefono sul letto si sfilò la collanina con la stella facendola penzolare davanti alla sua faccia.
Lei avrebbe ripreso la sua luna, doveva solo concludere il suo piano che era agli sgoccioli.
Continuò a guardare la stella d’oro, si morse un labbro con indecisione, se suo padre non l’avrebbe seguita a Chicago forse lei sarebbe potuta passare a Los Angeles per riconsegnare la collana a sua madre.
 
FLASHBACK
12 LUGLIO 2017 UN GIORNO PRIMA DELLA FUGA DI JISOO.
Era mattina presto e Chin-hae aveva chiamato Isabel nel suo studio per continuare a discutere del piano a tu per tu.
“Hai convinto Chung-hee ieri?” chiese serio l’uomo.
“Non lo so… sembra in conflitto con se stesso, e non voglio forzarlo ad aiutarmi sarebbe scorretto”
“Isabel, mia cara, penso sia arrivato il momento di essere anche scorretti. Abbiamo detto che questo è solo l’inizio. Hai deciso di salvare Jisoo, di andare contro tuo padre.”
“Sono convinta di riprendere il piano di Do-yoon in mano, sono più stabile ora. Voglio farlo a qualunque costo.” Disse lei seria in volto.
“Io ci credo, avevamo interrotto tutto per via della tua gravidanza isterica, ma ora che stai meglio possiamo continuare, anche Bang-si-hyuk è d’accordo, terrà i ragazzi sempre più sotto controllo  e protetti.”
“Quindi tutto questo discorso è per dirmi che dovrei tenermi stretto Chung-hee a qualunque costo, anche in modo scorretto? Usarlo?” chiese lei pungente.
“Chung-hee è stato il primo ad accettare di proteggerti. Ti fai troppi problemi morali, è giunto il momento di non farteli più.” Disse lui scuotendo il capo e guardandola con cipiglio alzato.
“Ci proverò… dubito che tu mi abbia chiamata qui solo per parlare di lui” disse lei studiandolo attentamente.
“Ho un’idea!” disse Chin-hae serio in volto.
“Hai ancora timori per il piano vero?”
“si.. Isabel..”
“La tua amica” disse imitando il segno delle virgolette con le mani “Ha detto che ci sta vero?”
“Si prenderà la macchina e farà finta di essere Jisoo e andrà fino a casa, poi sparirà a piedi.”
“Quindi è okay… lui penserà che Jisoo è in giro a Seul” disse lei annuendo con il capo, non pensando che ci fosse qualcosa che non andasse nel piano.
“Ho preso dei biglietti per le Hawaii” disse lui.
“Per far cosa?” chiese lei incerta.
“Ti spiego il mio piano, tu devi solo dirmi se ti va bene ok?” disse lui sorridendo “Vai… spiega, anche se qualunque cosa tu abbia in mente penso sia stata studiata parecchio” disse lei ghignando.
“Facciamo che Jisoo vada alle Hawaii, potremmo mettere nel suo telefono il numero di tua madre, e questo lo devi fare tu.”
“Okay, in realtà alle Hawaii ci andrebbe questa tua amica?”
“Si,  le pago tutto io, fa finta di andare alle Hawaii e tuo padre sicuramente lo capirà”
“Vuoi fargli credere che Jisoo sia andata da mia mamma?  Per denunciarlo immagino!” trillò lei ghignando “Creiamo lo scompiglio così?” chiese lei.
“Si creiamo un po’ di scompiglio, lui penserà che stanno confabulando contro di lui.”
“Andrà alle Hawaii…. Non manderà me.” Disse lei certa che suo padre non si sarebbe mai fidato e avrebbe pensato che lei centrasse qualcosa anche con quello.
“Si andrà lì.”
“Se la prenderà con mia madre che non saprà niente di niente… potrebbe avere un crollo. Non so se mi va di farlo, non voglio che lei lo rincontri.”
“Isabel ti ho detto è il momento di mettere da parte la morale” la rimproverò.
Isabel sospirò e si morse il labbro a disagio poi annuì con il capo.
“Possiamo far in modo che non trovi tua madre, ne ho parlato con il dottor Miller”
“Trasferimento in un’altra clinica?” chiese lei confusa.
“No, si può creare un documento di morte. Possiamo fingere la sua morte. Tuo padre troverebbe solo che si è suicidata e  che è seppellita lì. Hanno un cimitero in quella clinica per chi non ha parenti.”
“Mia mamma sarebbe libera? Dici che accetterebbe?” chiese lei titubante.
“La convinceranno in clinica”
“E quelli della clinica lo farebbero? Rischierebbero tanto a far risultare una persona morta, dovrebbero anche fare una lapide, e nasconderla!” disse Isabel.
“Il dottor Miller è già lì a spiegare la situazione”
“Chin-hae… domani mandiamo via Jisoo non credi che sia rischioso farlo ora?” leggermente scettica di quel piano studiato all’ultimo.
“Isabel io non sono sicuro del piano, e la situazione tra te e Chung-hee è sul filo del rasoio.”
 “Chin-hae sappiamo cosa accadrà comunque…”
“Si, ma perché non farlo alla grande? Perché non farlo andare subito in paranoia. Temere che qualcuno trami contro di lui, qualcuno che non sia tu”
“Allora devo andare alle Hawaii con lui… e recitare mentre mi dicono che lei è morta. Deve lasciare la collana lì quella con la stella. Lui saprà solo così che è morta davvero, Claudia non si separa mai da quella.” Disse lei soppesando all’idea, che era parecchio incasinata, ma che poteva andare bene.
“Lo dirò al dottor Miller, e farò un bonifico per le spese e il silenzio”
“Usi l’azienda fantasma quella Americana con la casa intestata?” disse lei
“Mmh… si direi di si, è una buona opzione.”
“Fallo allora, fai tutto quello che ti viene in mente, ma non diciamo niente a nessuno, troppa gente sa che la sto facendo scappare. La morte di mia madre deve sembrare vera.” Sentenziò lei.
“Sei sicura di voler fare tutto?” disse lui provocandola leggermente.
“Chin-hae sono sicura. Nessuno deve patire quello che hanno patito mia mamma e Jisoo, quello che subisco io. Nessuno più. L’hai detto tu il dottor Miller è già lì” Disse lei agguerrita.
“Sembri molto più sicura di te. Allora mando avanti tutto. E me la vedo io con Chung-hee.” Disse serio.
“Perfetto… per quell’altro fatto? Novità?” chiese lei.
“È completamente in rosso, a breve penso che proverà a vendere alcune quote dell’azienda.  Probabilmente quando tuo padre andrà in viaggio. Spero lo faccia mentre siate alle Hawaii”
“Come faccio ad averle io?” chiese lei
“Proverà uno degli azionisti a comprale, è uno molto all’apice, ma odia tuo padre è lì da parecchi anni, era molto amico di tuo zio. È dei nostri” disse lui serio.
“É del board?” chiese lei
“No… esterno, come altri.”
“E io come sempre non devo sapere chi siano questi nostri”
“No è più sicuro così”
“Quanti sono? pochi immagino”
“Si… non lo so. Hai quelli di Chicago” disse lui.
“Quelli lo sapevo… Alcuni del Giappone anche”
“Si brava… quelli della Cina non saranno mai dalla tua parte” disse lui.
“Troppo patriarcali, ci inventeremo qualcosa.” Sbuffò lei, odiava gli azionisti della successale in Cina.
“Quindi vuole vendere delle quote, se così accadesse mio padre e quelli del board potrebbero volerlo fuori o sbaglio? Se lui va via dal consiglio d’amministrazione posso fare domanda io per accedervi?” chiese lei.
“Si può esser un’opzione. Stando i fatti di ora tuo padre non lo permetterebbe.”
“Comprendo… mi ci vuole ancora molto per finire nel consiglio”
“Si… ma il tuo voto ha valore.”
“Se prendo le azioni di mio fratello, che comunque non potrà vederle tutte” disse lei seria.
“Si, ma continua a spendere, e tuo padre non li da più soldi.”
“Qualcosa di scandaloso in mano?”
“Si, ma ci sono altri amici suoi di mezzo, aspettiamo un altro po’ per mandare le notizie in giro”
“Perfetto, quando sono alle Hawaii allora fai pubblicare la notizia dell’annullamento del matrimonio, ti lascio anche Win-hoo che ha tutta la documentazione delle spese, ho speso veramente tanto.” Ghignò lei.
“Sperperò di soldi, tuo padre che annulla il matrimonio perché la sua futura moglie è scomparsa, direi che è tanto e ne esce un bello scandalo.”
“Tornati dalle Hawaii passato un mese colpiamo con mio fratello, dopo un po’ facciamo l’annuncio della mostra e dei soldi di beneficienza, articolo più tagliente che dici?” chiese lei
“Si, dove facciamo risaltare il fatto che tu sei quella che aggiusta gli scandali di tuo fratello.”
“Ottimo… se la prenderà di nuovo con me.. si sentirà come se stesse perdendo potere.”
“Devi giocartela bene alle Hawaii, Isabel devi convincerlo che faresti di tutto per la famiglia.”
“Sarà fatto… Abbiamo altro di cui discutere?” chiese lei.
“Si… Yoongi…” tentennò lui nel nominare il ragazzo.
“Non pensavo che l’avrei visto lì, non pensavo ci andasse.” Si giustificò subito lei.
“A quanto sembra accade fin troppo spesso che vi incontriate. Penso accadrà di nuovo dato l’appartamento e al fatto che lui ormai vi acceda a suo piacimento”
“Colpa di tuo nipote quella, non mia.” Disse lei infastidita.
“Isabel… forse è il momento di smetterla di proteggerlo.”
“Che cosa stai dicendo… non posso smetterla.” Disse lei inquieta.
“Si invece, ogni volta che lo incontri per caso ci stai male e fai di tutto per allontanarlo, dopo ragioni poco. Penso sia il caso che tu smetta di lottare contro di lui. Devi essere lucida per lottare contro tuo padre, l’unica soluzione è che appena le acque si calmino, ti incontri con lui e chiarisci smettendo di allontanarlo.”
“Se mio padre lo venisse a scoprire?” chiese lei guardandolo dubbiosa.
“Tuo padre non ha scoperto il tuo rapporto con Dashimen, devi solo stare attenta e anche lui deve. Spiegali come controllare se è seguito, ma dovrebbe saperlo dato le saeseng se scappa da loro saprà come non farsi beccare da tuo padre.”
“Pensi sia la scelta migliore?” chiese lei.
“Si, lasciali credere che ti stia aiutando, avrà meno crolli nervosi. Bang Si-hyuk è preoccupato. Da quello che mi hai detto: che ha rimodernato casa tua si vede che è vicino a crollo nervoso, non è il caso. Ci sarà Namjoon in crisi lo sai.”
“Va bene, quindi dici che posso incontrarmi con loro dopo aver fatto scappare Jisoo per raccontare tutto a Namjoon?” chiese lei fremendo.
“Si.. no con tutti, ma si potrà far in modo che Namjoon venga qui vi potete incontrare nell’appartamento di Dashimen, è molto più sicuro qui, che tu che vada da loro. Eviterai che ci stiano troppo male per tutto e calmerai Yoongi che sembra una mina vagante, potrebbe fare qualcosa di avventato come al ristorante.”
“Quanto rimangono qui a Seoul?” chiese lei dubbiosa.
“Parecchio.. ripartono per un paio di date ad agosto, ma settembre hanno il lancio del nuovo album, staranno qui.”
“Okay… appena ci sarà possibilità allora lo farò. Se credi che io possa permettermelo allora va bene” annuì lei, comunque dubbiosa su tutto, aveva fatto di tutto per tenerlo lontano, un cambio repentino così sarebbe stata dura da fare.
“Isabel devi avvertirmi sempre quando lo incontri, devo saperlo sempre.”
“Sarà fatto, sarai al corrente di tutto, come sempre.”
“Ottimo, direi che abbiamo finito qui, riposati un po’ domani ci sarà da impazzire” sorrise lui gentile e lei annuì.
 
Angolo dell’autrice:
Bene! Lei non è impazzita come potete vedere dal flashback.
Se ha ceduto con Yoongi è perché già l’aveva deciso anzi le lo avevano consigliato.
Ora iniziando i momenti  turbolenti, lei è in movimento, e sta veramente entrando in azione. 
 
 
 
 
   
 
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