Serie TV > House of the dragon
Segui la storia  |       
Autore: Kikiletoway    22/05/2023    1 recensioni
Chiunque, dal Principe di Pentos al semplice contadino nell’Altopiano, sapeva che Re Viserys aveva fatto sposare il suo secondogenito maschio col suo secondo nipote in un ultimo tentativo di ricucire la vociferata frattura tra le due fazioni in conflitto della sua famiglia.
 
I pettegolezzi suggerirebbero che i due principi si odino a vicenda e che il matrimonio non avesse fatto nulla per cambiare tale circostanza.
 
È esattamente per quel motivo che uno dei misteri più inafferrabili nell’intero mondo conosciuto rimane il come abbia fatto un’unione così volubile a generare così tanti figli.
 

 
Costretti in un matrimonio che nessuno dei due voleva o si aspettava, Aemond e Lucerys dovranno esplorare i dolori del crescere, dell’innamorarsi, del matrimonio e del diventare genitori — anche se non necessariamente in quell’ordine.
 
Aemond/Lucerys.
Tags: Kid Fic, Molteplici POV, Matrimonio Combinato, mpreg, incesto zio/nipote, il canon è un misto: ha parti sia dello show HOTD sia del libro Fire and Blood, Nessuna Danza dei Draghi tra Aegon II e Rhaenyra!
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aemond Targaryen, Alicent Hightower, Jacaerys Velaryon, Lucerys Velaryon, Rhaenyra Targaryen
Note: Traduzione | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 POV di Jace (+ POV di Luke, con un po’ di lucemond)
 
 
 
 
 
Come erede dell’erede al trono di spade, Jace sa che un giorno lui occuperà il seggio della sua residenza ancestrale, Roccia del Drago, governando come principe ereditario del suo castello. Roccia del Drago era la sua casa d’infanzia e lui si porta nel cuore quel tetro castello.
 
 
Ciò non significa che non possa essere geloso della fortezza che è stata regalata al suo fratello minore dal loro regale nonno. 
 
 
Volando sopra le Montagne Rosse delle Terre della Tempesta, il gran palazzo di Summerhall viene avvistato dall’alto. Il castello di per sé è grosso e splendido – nascosto in modo sicuro nel retro di una delle ampie montagne e oscurato esternamente da alti alberi e da un lago con un grosso fossato. C’è soltanto un altro piccolo villaggio entro due leghe dal castello, ma la fortezza stessa sembra essere una residenza autosufficiente. Vermax e Moondancer sorvolano entrambi l’umido paesaggio delle terre basse di Dorne nordiche, atterrando davanti alla Fossa del Drago – una struttura a cupola molto più piccola di quella sulla Collina di Rhaenys, ma costruita con l’intenzione di far alloggiare solo il drago di Lucerys e quelli dei suoi figli. Moondancer rilascia un gridolino stridulo, e Baela abbassa una mano per accarezzare le scaglie del suo drago. L’enorme massa verde nei pressi della struttura di pietra si sposta improvvisamente di fianco a loro, ed è solo quando un grosso occhio giallo si apre sbattendo la palpebra che Jace si rende conto che Vhagar se ne sta stesa, ferita, intorno alle mura della fossa. 
 
 
Scendendo velocemente da Vermax, Jace cammina verso Baela per aiutarla a scendere dalla sua sella.
 
 
“Riesco a scendere senza problemi, Jace.” Sua moglie gli allontana la mano. “Sono incinta, non impotente.” 
 
 
I maestri di Driftmark hanno da poco confermato lo stato delicato di sua moglie, ma Baela ha insistito nel volare comunque a Summerhall per unirsi ai festeggiamenti per il nuovo figlio di Lucerys. 
 
 
Visenya e Rhaenys avevano entrambe volato in battaglia sui loro draghi mentre erano incinte.’ Lei aveva controbattuto quando Jace aveva espresso le sue preoccupazioni sul farla volare. 
 
 
Un gruppo di custodi di draghi arriva per recuperare le loro bestie e condurle nella fossa, mentre un ragazzo più giovane vestito da servitore si avvicina a loro. “Buongiorno, Principe Jacaerys e Principessa Baela.” Il ragazzo si inchina. “Sono stato mandato per scortarvi verso la fortezza principale.” Lui fa segno di seguirlo verso un tratto scavato di montagna. 
 
 
Jace prende il braccio di Baela e iniziano a seguire entrambi il servitore. Raggiungono un’apertura nel lato della montagna – non più grande di una porta – e il servitore sblocca un cancello che la teneva chiusa. Un grosso uomo dall’aspetto robusto se ne sta in piedi accanto a una corda e a un argano, e Jace annaspa dallo stupore.
 
 
“Un ascensore!” Lui guarda Baela. “Incredibile! Avevano uno di questi aggeggi alla Barriera quando ho visitato Castello Nero insieme a Cregan.” 
 
 
Baela fa un verso d’assenso, “Sì, sì – Ho sentito anche troppo sul tempo che hai passato col tuo lupo del nord.” Lei osserva poi quel marchingegno con diffidenza. “Sembra… pericoloso.” Il servitore chiude il cancello del gabbiotto. 
 
 
“Non temete, Principessa Baela – questo congegno è stato progettato da maestro Anson, che è uno dei migliori della Cittadella per quanto riguarda la costruzione di castelli.” L’argano inizia a ruotare mentre l’uomo robusto tira la corda, e iniziano la loro discesa lungo il fianco della montagna.
 
 
Baela fa un verso d’approvazione, guardando verso il castello. “E’ davvero un posto bellissimo.” Si volta verso Jace con un cipiglio. “Tolmiot tolī syt skoros ziry iksos enkagon (è molto più di quanto lui si meriti).” 
 
 
Jace sospira. Lui non prova nessun affetto per Aemond, suo zio e… cognato. Quando sua madre aveva informato sia lui che Luke del fidanzamento del suo fratello minore, Jace si era infuriato. Non riusciva a credere che il Re – che, anche se scostante, era sempre stato molto amorevole con entrambi – potesse anche solo intrattenere l’idea di far sposare Luke con quella bestia che aveva provato ad ucciderli entrambi. Ma aveva avuto a malapena il tempo di manifestare il proprio dispiacere, che Luke si era già sposato e aveva avuto i suoi gemelli. Una volta che Summerhall era stata finita di essere costruita, il suo fratello minore era stato portato via verso il nuovo castello, e Jace era divenuto pienamente occupato ad aiutare sua madre a gestire Roccia del Drago. Da allora, aveva visto di rado Luke. Si scambiavano lettere, ma Luke parlava sempre e solo dei suoi figli e mai della sua relazione con loro zio. Sua madre sostiene che Aemond sia per lo meno buono coi nipoti e con le nipoti di Jace, ma lui deve ancora comprovare queste affermazioni. 
 
 
Escono fuori dall’ascensore e Baela boccheggia dalla meraviglia. 
 
 
Summerhall è ancora più bella vista così da vicino. Il grande castello è circondato da una spessa muraglia di torri fatte con pietre grigie, bianche e rosse. Jace riesce a vedere degli uomini corazzati indugiare nelle torrette di guardia e sui bastioni, perché solo suo zio potrebbe avere come casa un duplicato di una fortezza di guerra. Devono oltrepassare un largo ponte acciottolato per raggiungere la Porta Ovest, visto che l’intera facciata del castello sorge dall’altra parte di un imponente lago circondato dai boschi, che gli dà un aspetto inquietante ma sereno. 
 
 
È molto più verde di qualsiasi posto a Roccia del Drago, non riesce ad evitare di notare.
 
 
La disposizione della zona esterna gli ricorda molto Grande Inverno, l’imponente castello capeggiato dal suo caro amico Cregan, anche se in modo notevolmente più piccolo. Un vasto cortile si estende dall’altra parte della cinta muraria, dotato di una stalla ad un’estremità e di una fucina vicino alla base dell’edificio. Il castello in sé sorge al centro della fortezza, col retro che dà sulla montagna – alto e scintillante, con delle grosse torri agli angoli. 
 
 
È piuttosto splendido, ed è all’altezza del suo status come nuova residenza estiva di Casa Targaryen; non c’è da meravigliarsi che Luke ami così tanto questo posto. 
 
 
Servi e guardie gironzolano di qua e di là, ma si piegano in inchini rispettosi quando vedono lui e sua moglie. Passano sotto la Porta Ovest, camminando per quello che sembra essere un grosso giardino ben tenuto, fino a quando non raggiungono l’entrata del castello.
 
 
Suo fratello se ne sta da solo ai piedi delle scale che portano al castello, senza neppure l’ombra del suo zio-marito, con due testoline dai capelli argentati che gli corrono intorno. Gli scuri capelli di Luke sono cresciuti fino a sfiorargli le spalle, e sono tenuti indietro in modo approssimativo da un qualche tipo di forcina. Il clima delle Terre della Tempesta è animato dalla leggera brezza dei fiumi limitrofi, quindi ha addosso una semplice tunica blu allentata, con un mantello dalle maniche sottili. 
 
 
Luke non sembra notarli mentre si avvicinano – troppo occupato a recuperare sua figlia maggiore e suo figlio maggiore. Saera sembra la stessa di quando Jace l’aveva vista l’ultima volta; i suoi ricci capelli argentati sferzano nella brezza mentre lei insegue suo fratello, con addosso una versione lillà di uno di quei vestiti sofisticati che la loro sorella minore tanto ama. L’ultima volta che aveva visto suo nipote, Aenys non era più alto del ginocchio di Jace, mentre adesso la parte superiore della testa del piccolo raggiunge il girovita di Luke. Ironicamente, nonostante il fatto che i bambini hanno preso il loro colore di capelli e occhi da Aemond, non assomigliano molto a loro zio oltre a quello. Saera e Aenys hanno entrambi i visi più piccoli che lui e Luke hanno ereditato entrambi dalla loro madre, e mentre i capelli di Aenys sono corti e leggermente mossi, Saera sembra che sia appena tornata dall’aver volato a dorso di drago. 
 
 
Saera sembra stia tormentando Aenys quando Luke finalmente alza lo sguardo dai suoi figli battibeccanti. Suo fratello ci mette un attimo a registrare pienamente ciò che ha di fronte a sé, prima di correre attraverso il cortile e dritto tra le braccia di Jace.
 
 
“Jace!” Suo fratello sbatte contro di lui con un grido di gioia. Mentre Jace è diventato alto e robusto come Ser Harwin, Luke è rimasto delicato come la loro madre – anche se è cresciuto in altezza. “Dèi, è passato così tanto tempo. Sono così felice che tu sia riuscito ad esserci.”  
 
 
Luke si allontana da lui e sorride. Il suo fratellino ha delle leggere borse sotto agli occhi, ma le iridi marroni gli brillano nella luce del sole. Fa un passo indietro e abbraccia Baela. “Anche tu, Cugina.” Luke sorride in modo ampio. “O dovrei dire, Cognata.” Baela condivide il suo ampio sorriso, premendogli un bacio sulla guancia.
 
 
“Luke, ti trovo benissimo.” Baela gli scompiglia i capelli. “Se solo tuo fratello potesse essere accomodante quanto te.” Luke dà vita a un sorriso incerto, ma non dice nulla.
 
 
Jace abbassa lo sguardo e vede due paia di occhi curiosi che lo fissano. Luke spinge i bimbi in avanti. “Sono certo che ti ricordi i miei gemelli,” Lui incoraggia il piccolo bambino e la piccola bambina. “Avanti, salutate vostro zio e vostra zia.” 
 
 
La bimba, Saera, si illumina dall’emozione. “Salve! Il mio nome è Saera – mio padre è il figlio del re e il lord di questo castello. Quello fa di me una principessa una lady!” Accanto a lei, Aenys la schernisce, alzando gli occhi al cielo. 
 
 
Aenys si inchina invece. “Salve Principe Jacaerys e Principessa Baela. Vi diamo il benvenuto nella nostra dimora.” Jace alza le sopracciglia sentendo il linguaggio formale. Guarda Baela che condivide un’espressione simile, e poi guarda Luke, che si limita a scrollare le spalle. 
 
 
“E questa,” Luke si sposta di lato per rivelare un piccolo corpicino nascosto dietro il tessuto del suo mantello. “E’ Naerys.” Suo fratello si piega per inginocchiarsi accanto alla piccola bambina. “Puoi dire ciao, tesoro mio? Questi sono tuo zio e tua zia.” 
 
 
Jace non ha mai incontrato Naerys prima d’ora. A quanto pare, la seconda figlia femmina di Luke ed Aemond era nata cagionevole di salute, almeno stando a quello che aveva detto suo fratello, e la malattia le aveva causato la perdita della vista. Per questo motivo, Aemond permetteva raramente a chiunque di stare intorno alla loro figlia femmina più piccola, e apparentemente è molto severo nell’esaminare le balie e le septe della bambina. Nonostante la sua cosiddetta indisposizione, Naerys è una cosettina davvero molto graziosa. Lei ha dei capelli di una tonalità leggermente diversa da quella dei suoi fratelli – risplendendo di un oro chiaro invece che di argento – e sono tenuti nascosti sotto un cappuccio blu scuro che si abbina al mantello di Luke. Agli occhi di lei mancano delle normali pupille, e sembrano più delle brumose pozze lillà che dei veri e propri occhi. 
 
 
Jace si inginocchia così da poter essere alla stessa altezza della piccola bimba. “Ciao, Principessa. Io sono il Principe Jacaerys, ma puoi chiamarmi Zio Jace.” Allunga una mano per accarezzare la testolina della piccola, quando un forte ringhio si fa sentire dietro di lei.
 
 
Un enorme cane elghund nero e beige se ne sta dritto con la bocca tirata indietro in un ringhio – i suoi denti seghettati sono in bella vista. Jace ritrae la mano, ma Naerys non sembra per niente spaventata, alzando invece un braccio così che il cane possa poggiarci sotto la testa. 
 
 
“Ciao, Kēpa.” La voce della bambina è pacata e ovattata visto che sta tenendo le dita vicino alla bocca. Gli occhi di Naerys vagano, ma lui capisce che lei sta cercando di seguire i suoni che le sono intorno. “Questo è Syndor – lui è mio amico.” 
 
 
Jace si rialza e guarda Luke, che sembra completamente imperturbato dall’enorme bestia con cui sua figlia sta giocando. “Un regalo da Casa Tully – li addestrano nelle Terre dei Fiumi per prestare servizio come cani da caccia e da guardia, e ne ho comprato uno per lei su richiesta di mio marito quando Lord Kermit stava trattando con noi.” 
 
 
Luke non ha chiamato Aemond ‘zio’ o col suo nome, ma l'ha chiamato marito. Quello provoca a Jace un brivido lungo la spina dorsale.
 
 
“A proposito di nostro zio, lui dov’è? Il Lord di Summerhall non ci ritiene degni della sua presenza?” Era intesa come una battuta leggera, ma Luke gli rivolge uno strano sguardo che viene rispecchiato sui volti curiosi di sua nipote e di suo nipote. 
 
 
Luke si schiarisce la gola. “Aemond ha dovuto ritirarsi nel suo studio per occuparsi di una questione riguardante alcuni accordi commerciali con Lunga Tavola.” Sospira, prendendo in braccio Naerys, che strofina il suo faccino nel collo di Luke. “Lord Merryweather ha deciso improvvisamente di fare l’avaro con le tassazioni delle nostre importazioni di grano, ed Aemond non ha alcuna intenzione di sopportare le sue assurdità.” 
 
 
Suo fratello parla di commercio come se fosse una sua seconda natura, ma potrebbe benissimo star parlando del basso Valyriano per quanto suoni strano sulle sue labbra. 
 
 
“E cosa diciamo ai lord avari, mio dolce tesoro?” Luke fa rimbalzare Naerys tra le sue braccia. 
 
 
La bambina cieca ridacchia. “Diamoli in pasto a Vhagar!” Baela lo guarda sconvolta, ma Luke ha un sorriso orgoglioso sulle sue labbra.
 
 
“A lei piace fare i suoi pisolini con Aemond nel suo studio mentre lui lavora.” Si gira di spalle, i gemelli gli restano vicini, ed inizia a salire le scale verso la parte principale del castello. “Ma adesso non è importante. Venite, voglio farvi conoscere il bambino.” 
 
 
Baela guarda Jace con la bocca spalancata come un pesce – una sensazione che lui condivide parecchio – ma Saera si gira di nuovo per far cenno loro di venire avanti, come se la stiano infastidendo. Con un’espressione confusa condivisa da entrambi, lui offre il suo braccio a Baela e la coppia segue suo fratello e la sua strana famigliola. 
 
 

 
 
Le stanze nella torre per gli ospiti sono ben arredate, con una vista eccezionale sul territorio circostante, così la mattina dopo Jace si prende il suo tempo nel prepararsi, solo per godersi l’alba. Si sta infilando gli stivali di pelle quando Baela si muove nel letto con un grugnito, i suoi corti capelli argentati sono un disastro mentre lei dorme. I maestri li avevano avvertiti che la gravidanza sarebbe stata stancante, ma sembra che il bambino abbia già consumato tutta l’energia di sua moglie. 
 
 
Lasciando Baela ai suoi sogni, lui si incammina verso la parte principale del castello, che è sorprendentemente movimentata nonostante sia a malapena l’ora dell’anguilla. Una serva gli indica la direzione verso la Sala Grande, nella parte più nascosta del castello, e lui si prende un momento per ammirare l’architettura.
 
 
Luke gli ha spiegato che anche se il castello di per sé si appoggia contro la montagna, non finisce lì – invece, è stato costruito più in profondità nella montagna, come Castel Granito, con le camere da letto della famiglia nascoste al sicuro nella parte posteriore. 
 
 
Il favoritismo di Re Viserys per suo fratello sta diventando sempre più evidente, ma lui può considerarlo uno scusarsi per aver fatto sposare Luke col suo terribile figlio. 
 
 
Raggiungendo la Sala Grande, trova suo fratello appisolato con davanti un piatto d’avena e di airone affumicato – col piccolo Gaemon intento a fare i capricci e che gli si dimena sul bacino. Saera sembra intenta a lanciare dei mirtilli con un cucchiaio alla sua povera balia, e Naerys sta dando da mangiare delle carote a Sydnor dalla sua ciotola, in maniera non molto sottile. 
 
 
Jace allunga una mano oltre suo fratello per afferrare un pezzo di pane dal cesto accanto a lui, e Luke si sveglia di colpo – Gaemon gli balbetta allegramente sul bacino. A differenza di Saera e Naerys che sono entrambe vestite in modo impeccabile e in modo abbinato, con dei vestitini e dei cerchietti rosa chiaro, Luke sembra essere ancora in vestaglia con delle tracce di sonno – o meglio di mancanza di sonno – sul suo viso. 
 
 
“Non riesci a dormire, fratellino?” Luke si strofina la faccia, passando Gaemon alla sua balia.
 
 
Suo fratello affonda di più nella sua sedia. “Naerys, smettila subito di dare da mangiare il tuo pasto a Syndor, oppure ti manderò a letto senza cena.” La piccola bimba si ferma, sbuffando. “E per rispondere alla tua domanda, Daemon e nostra madre hanno pensato che fosse appropriato volare qui dopo che era passata da un pezzo l’ora del lupo, e ho dovuto aiutare a far sistemare tutte le bestioline.” 
 
 
Jace gli dà una pacca solidale sulla spalla. Per quanto possa essere geloso dell’immenso castello che suo fratello chiama casa, non è per niente invidioso dello sforzo che ci vuole per gestirlo. 
 
 
“Dov’è tuo figlio?” O Aemond? Sembra che loro zio faccia ben poco per supportare suo marito. 
 
 
Luke si alza, stiracchiandosi la schiena. “Aenys è già nel cortile d’addestramento.” Lui sospira. “Te lo giuro, Aemond dà una spada a quel bambino e improvvisamente lui si crede già il prossimo cavaliere del drago di Valyria.” Nonostante il suo tono, Luke sorride. “Sei il benvenuto ad andare a guardare o ad esercitarti insieme a lui – sono sicuro che ne sarebbe entusiasta. Io, in compenso, andrò a farmi un bel bagno prima di unirmi a tutti voi.” 
 
 
Suo fratello esce dalla Sala Grande e Saera si materializza subito accanto a Jace, tirandogli la manica del farsetto con la sua piccola manina.
 
 
“Posso mostrarti la strada!” Lei cinguetta. “Mio padre non mi lascia avere una spada, ma mi insegna ad usare arco e frecce su uno dei fantocci!” Senza aspettare, sua nipote lo tira via dalla stanza e lungo dei corridoi tortuosi con una disinvoltura data dalla pratica. Riesce a sentire Naerys e il suo cane che li seguono, mentre Saera apre con fatica una grossa porta di quercia. Una volta all’esterno, si rende conto che la bambina è riuscita a farli arrivare su fino ai bastioni che si affacciano sul grosso cortile, e lui ridacchia. 
 
 
Il primogenito maschio del Lord di Summerhall è in piedi in quello che sembra essere il cortile d’addestramento, accanto a un uomo dai capelli scuri, oscillando aggressivamente una spada di legno contro un pupazzo di paglia. 
 
 
Syndor abbaia in modo strano per un attimo, e Jace si ritrova spinto di lato dalla sua nipotina cieca sorprendentemente forte.
 
 
Kēpa!” Naerys strilla con gioia, correndo in avanti con passo incerto, col suo cane che la tiene in equilibrio. 
 
 
Jace è abbastanza uomo da ammettere che il sangue gli si gela nelle vene nel sentir menzionare suo zio. L’ultima volta che aveva visto quell’uomo era stata dopo la sua cerimonia di nozze con Baela a Driftmark, e anche allora Aemond si era fatto vedere poco – più focalizzato sul parlare con la propria madre, la Regina Alicent, e col Primo Cavaliere. 
 
 
Aemond volta la testa al suono della voce della nipote di Jace, e lo sguardo che suo zio gli rivolge è come un pugno nello stomaco. Negli ultimi dieci anni o giù di lì, Jace è cresciuto diventando forte e alto, ma il singolo occhio di Aemond lo fa sentire come se lui sia di nuovo un bambino che sta per farsi sfondare il cranio. Suo zio rimane alto e imponente, col suo occhio mancante nascosto sotto una benda di pelle ricca di dettagli, il che lo fa apparire ancora più cupo. I suoi capelli sono mollemente intrecciati lungo la schiena e i suoi vestiti sono piuttosto irrilevanti, eccetto per il mantello nero che indossa. C’è il dettagliato sigillo della loro casata ricamato nello spesso tessuto con del filo verde, e gli occhi dei draghi sono stati rimpiazzati da delle gemme gialle. Chiunque sia stato commissionato per fare quell’indumento lo ha fatto con dettaglio e con abilità, meticolosamente. 
 
 
Aemond tiene poco in considerazione la sua presenza, ma si piega per prendere in braccio Naerys quando la bambina cieca si schianta contro la sua gamba.
 
 
“Buongiorno, Kēpa.” Naerys avvolge le braccia intorno al collo di Aemond. “Abbiamo portato Zio Jace.” 
 
 
Aemond fa un verso d’assenso, osservando Jace con disprezzo. “Buongiorno, byka perzys (piccolo fuoco).” Goffamente, Jace si avvicina al punto dove l’uomo se ne sta a supervisionare il cortile d’addestramento. Gli ci vuole un attimo per notare che Aemond non è da solo. 
 
 
Con uno seduto accasciato su una sedia e l’altro in piedi accanto ad essa, ci sono i suoi altri due zii, Daeron e Aegon, con uno che ha un aspetto annoiato e l’altro che sembra mezzo addormentato. È passato un bel po’ di tempo anche da quando aveva visto il suo zio più grande l’ultima volta, e lui ha un aspetto… decente – per quanto Aegon possa apparire decente considerando che passa la maggior parte del suo tempo ubriaco fino a perdere i sensi. Aegon lo osserva con un misto di disprezzo e di curiosità, e nel frattempo Saera corre tornando al suo fianco.
 
 
“Questo è Zio Aegon!” Lei gli dice. “Anche lui è un principe, come mio padre, e il suo drago è più bello del tuo!” Saera non lo dice per crudeltà, ma solo per schietta onestà infantile.
 
 
Daeron lancia un’occhiata alla piccola bimba. “Non dici niente di me, Nipote?” Saera si limita a scrollare le spalle, ed Aegon sghignazza tra sé e sé, mentre Aemond non dice nulla. Gli Dèi decidono di mostrargli misericordia quando una forte mano familiare gli dà una pacca sulla spalla. 
 
 
“Non mi sono perso i festeggiamenti, vero ragazzi?” Daemon sorride in modo ampio. Saera si volta verso il patrigno di Jace e lo saluta con la mano, ma Naerys resta in silenzio nel suo posto tra le braccia di Aemond. 
 
 
Aemond, il temuto Principe di Summerhall con un occhio solo, è decisamente un uomo di poche parole, limitandosi semplicemente a fare un breve cenno con la testa a Daemon prima di voltarsi di nuovo a guardare oltre i bastioni. Jace prende posto ad una distanza rispettabile da suo zio, e va anche lui a guardare. 
 
 
Due ragazzini si sono uniti ad Aenys nel cortile d’addestramento, entrambi con dei capelli scuri che contrastano coi capelli chiari di suo nipote. 
 
 
“Chi sono quei bambini?” Jace chiede, voltandosi verso Aemond. 
 
 
Suo zio sposta Naerys da un braccio all’altro. “Toron Greyjoy e Royce Baratheon – i miei protetti.” Daemon rilascia un basso fischio, mentre Jace alza le sopracciglia. Luke non gli aveva raccontato nulla riguardo al prendere in custodia dei protetti – tanto meno un Greyjoy e un Baratheon. Aemond deve avere percepito la sua confusione, perché continua, “Dopo la piccola parentesi di Dalton Greyjoy a giocare a fare il ribelle, il Re ha richiesto che io mi tenessi l’erede di Lord Dalton come ostaggio per assicurarmi che lui resti sotto controllo.” Jace fa un cenno d’assenso, comprendendo.
 
 
“Per quanto riguarda il piccolo cervo, bè, Lord Borros si era sentito offeso dal fatto che ho sposato tuo fratello invece di una delle sue figlie, così ho accettato di tenere in custodia suo figlio, per il momento.” Le sue parole irritano Jace. Aemond dovrebbe sentirsi grato di aver ricevuto la mano di qualcuno meraviglioso quanto suo fratello. 
 
 
Saera si alza sulle dita dei piedi per poter guardare oltre il muro. “A me non piacciono.” Lei afferma alla leggera. “Toron è cattivo e Royce puzza di carne bollita.” Curvando le mani sulla bocca, lei urla, “Aenys! Idaña (gemello)!” 
 
 
Sua nipote sventola la mano con entusiasmo quando Aenys si volta con una smorfia. Il più alto dei due ragazzini dai capelli scuri – Toron, sghignazza, dando una gomitata a quello più basso, Royce, che è rosso come un pomodoro. La reazione tutt’altro che piacevole del suo gemello non sembra turbare Saera. 
 
 
“E’ proprio un ragazzino stoico tuo figlio, Nipote.” Daemon ride, salutando con la mano gli scudieri improvvisamente emozionati dall’essere di fronte a quelle importanti persone. 
 
 
Aegon prende un sorso del proprio vino, ridacchiando allo stesso modo. “Vuoi dire che ha un bastone infilato su per il culo proprio come il suo paparino.” Aemond schiaffeggia il retro della nuca di Aegon e il suo zio più grande strilla. “Che vuoi? La tua mocciosa è persa nel suo mondo e Nae è tipo svenuta.” 
 
 
Suo zio ha ragione. Naerys sembra essersi addormentata tra le braccia di Aemond che la stanno cullando – la saliva si sta accumulando sulla spalla del mantello di Aemond, mentre lei russa leggermente. 
 
 
“Aenys diventerà il Lord di Summerhall dopo di me – a differenza di altri nella nostra famiglia, intendo assicurarmi che il mio erede sia in grado di governare.” Quell’offesa fa accigliare Jace, e lui riesce a sentire l’affilata occhiataccia di Daemon da dietro le spalle. 
 
 
Jace non è uno sciocco – è ben conscio che Re Viserys aveva fatto sposare Aemond e Luke solo come ultimo disperato tentativo di risanare la frattura nella loro famiglia, che non è né cresciuta, né guarita. La Regina e sua madre sono tutt’al più civili l’una con l’altra, e il Re continua solo ad invecchiare. Avere dei nipoti in comune non può sanare delle ferite che sono ormai divenute infette dopo tutti questi anni. 
 
 
Gli uomini si fissano a vicenda, Aemond con un ampio sorriso esasperante, fino a quando Saera non cinguetta improvvisamente, “Ed io lo sposerò e diventerò una vera e propria lady!” Il ghigno di Aemond svanisce subito e la sua espressione compiaciuta diventa inorridita. Aegon sputacchia nel suo vino, dando vita a una sonora risata. 
 
 
“E quello chi te l’ha detto?” Aemond grida, e Daemon ridacchia. 
 
 
Saera guarda suo padre con confusione. “Septa Mira! Lei mi ha detto che un giorno mi sposerò e avrò tantissimi bambini, proprio come te e Mūna.” Lei piega la testa di lato come un uccellino. “Anche se non mi ha detto come.” 
 
 
“Basta!” Aemond si pizzica la parte superiore del naso, cercando di stabilizzare una Naerys che si è destata. 
 
 
Il rumore di legno che colpisce altro legno riecheggia da sotto i bastioni, e gli uomini fanno tutti tornare la loro attenzione ai bambini nel cortile. Un altro ragazzino dai capelli chiari, che Jace riconosce come Jaehaerys, si è unito agli scudieri che si stanno esercitando. 
 
 
Aenys, nonostante il fatto di essere a malapena abbastanza grande da poter tenere in mano una spada d’allenamento, ha chiaramente ereditato il talento di suo padre nell’arte della spada. Suo nipote sbatte la propria spada contro quella del ragazzo Baratheon con una precisione che gli può essere stata insegnata solamente da Aemond, che Jace deve ammettere a malincuore essere un ottimo combattente. Un cavaliere molto alto e con una barba marrone scuro abbaia degli ordini, e Aenys annuisce, comprendendo. 
 
 
Ser Medrick Manderly faceva parte del gruppo di cavalieri e di cappe dorate che avevano giurato di difendere suo fratello e la sua nuova famiglia quando si erano trasferititi a Summerhall, e l’ultima volta che aveva avuto notizie a riguardo aveva sentito che l’uomo del nord era diventato il capitano del loro presidio. Luke aveva scritto che Aenys era entusiasta di essere stato scelto come scudiero di quel cavaliere.
 
 
“Ha talento.” Jace commenta, guardando suo zio. 
 
 
Aemond sorride addirittura in modo ampio, “Certo che ha talento – è mio figlio.” 
 
 
Ser Medrick fa in modo che i bambini si scambino di avversario e Jace riesce a vedere Greyjoy squadrare Aenys con un ghigno. I bambini ricominciano il loro allenamento, Aenys affonda contro Toron con precisione e velocità. Ma dove Aenys è veloce, Toron ha dalla sua parte la sua massa – spingendo il proprio peso in avanti per far barcollare suo nipote.
 
 
“Ruota il tuo piede posteriore, Trēsy (figlio).” Aemond grida a suo figlio in basso. “Trova il tuo centro e disperdi il tuo peso in modo uniforme.” 
 
 
Aenys si volta verso di loro, e il modo in cui gli occhi gli si spalancano dalla sorpresa per via del numero di spettatori fa ricordare a Jace il suo fratello minore. Suo nipote deglutisce, guardando Aemond prima di annuire. 
 
 
Il combattimento continua come ci si aspetta fino a quando Aenys non calcia via i piedi di Greyjoy e il ragazzino più grande dice qualcosa che Jace non riesce a sentire. Qualsiasi cosa fosse, fa in modo che Aenys getti via la sua spada e si butti addosso al ragazzino con un urlo infuriato. 
 
 
I bambini cadono per terra e nel cortile d’addestramento scoppia il putiferio. 
 
 
Aemond spinge subito Naerys tra le braccia di Aegon per poi correre giù per le scale che portano al cortile. Saera si guarda intorno confusa e Daemon la afferra, facendo segno a Jace di seguire Aemond. 
 
 
Nelle sue lettere, Luke racconta sempre a Jace di quanto sia orgoglioso del suo figlio maschio maggiore. 
 
 
‘Lo adoreresti, Jace! Mi ricorda te quando eravamo piccoli. Aemond gli ha regalato la sua prima daga ed Aenys ha promesso di usarla solo per proteggere me – non è la cosa più dolce che tu abbia mai sentito?’ 
 
 
‘Aenys ha deciso che vuole rivendicare Seasmoke in onore di Ser Laenor – il nonno che non ha mai conosciuto. Temo che potrebbe diventare invidioso di Saera e detesterei vedere nascere dei dissidi tra di loro per colpa di qualcosa di così futile. Potresti chiedere a Nonno e Nonna se sarebbe possibile permettere ad Aemond di portarlo a vedere il drago quando verremo per il matrimonio?’ 
 
 
Suo fratello non gli aveva mai parlato del fuoco che ribolle nelle vene di suo nipote.
 
 
Aenys è sopra Toron Greyjoy, martellando il viso del ragazzino più grande coi suoi pugnetti. Ser Medrick si muove per dividere i bambini, ma Aenys riesce a schivare le sue mani per poter placcare di nuovo Greyjoy a terra.
 
 
“Ti ammazzo!” Aenys grida, tirando i capelli di Toron mentre il bambino più grande prova a graffiargli la faccia. “Rimangiatelo!” Gli dà un pugno dritto in testa. “Rimangiatelo!” 
 
 
Aemond si precipita in avanti, strappando via suo figlio dal suo protetto. “In nome dei Sette, che sta succedendo qui?” Suo zio abbaia, tenendo stretto Aenys come se fosse un cane rabbioso. Toron prova ad afferrare di nuovo Aenys, ma Jace gli stringe un braccio – abbassando lo sguardo sul ragazzino con un’occhiataccia che lo fa irrigidire. “Separatevi — adesso!” Suo zio urla.
 
 
“Lo ammazzo!” Aenys ringhia. “Ha detto che Mūna è un bastardo e una puttana!” Jace osserva Aemond fermarsi del tutto – con una smorfia sul viso, mentre suo figlio si dibatte tra le sue braccia.
 
 
Toron cerca di liberarsi dalla stretta di Jace. “E’ vero! Me l’ha detto mio padre – tua madre è un bastardo e tutta la tua famiglia è completamente matta!” Il cortile d’addestramento ha iniziato a riempirsi di spettatori curiosi, e qualcosa dice a Jace che questa non è la prima volta che è accaduto un incidente del genere.
 
 
“Basta così!” Aemond ruggisce. Entrambi i bambini si fermano di colpo e Jace può vedere delle lacrime accumularsi negli occhi di Aenys. “Ser Medrick, prendi Lord Toron e puniscilo adeguatamente.” Il cavaliere prende con sé un Greyjoy adesso impaurito, trascinandolo verso l’altro lato del cortile. 
 
 
Un lieve singhiozzo si fa sentire da sopra i bastioni e, all’improvviso, sopra il cortile d’addestramento risuona il rumore di qualcuno che piange in modo disperato. Aegon tiene in braccio una Naerys singhiozzante con un’espressione confusa – la piccola bimba vagisce mentre si agita tra le braccia dello zio. Saera si sta aggrappando a Daemon con un’espressione ugualmente turbata, e una balia corre in avanti per prendere con sé la sua nipotina cieca. 
 
 
Aemond stringe la mascella – il suo occhio rimanente è pieno di quello sembra un misto contrastante di frustrazione e di tristezza, prima di afferrare Aenys per la spalla. 
 
 
“Dentro – adesso.” Suo zio freme di rabbia, spingendo suo figlio verso l’entrata dell’interno del castello. 
 
 
Luke non gli manda mai dettagli sul rapporto tra Aemond e i loro figli. È piuttosto ovvio che suo zio abbia una certa predilezione per le sue figlie femmine, ma lui non può fidarsi del fatto che Aemond non sarà eccessivamente severo verso il suo figlio maschio.
 
 
Così Jace segue i due in sordina, mentre Aemond trascina suo figlio in un sottoscala vuoto. 
 
 
Aemond si inginocchia davanti ad Aenys così che possano essere sullo stesso livello visivo – le sue mani stanno stringendo le spalle del ragazzino con una presa salda. Aenys rimane a fissare il pavimento con un labbro tremante. “Che ti è saltato in mente per pensare che una cosa del genere fosse appropriata, Figlio?” La voce di Aemond è bassa e arrabbiata, ma anche velata di preoccupazione. “Davanti alle tue sorelle? Sei pazzo?” 
 
 
Il viso di Aenys è incrostato di terriccio e di sangue e, per un attimo, assomiglia completamente a Luke. “Ha insultato Mūna e le mie sorelle.” Suo nipote ringhia. “Avrei dovuto ucciderlo!” 
 
 
“Non parlare in quel modo, ragazzo.” Il rumore di passi che corrono lungo i corridoi di pietra riecheggia per la sala vuota, e Luke svolta l’angolo con una faccia arrossata e in preda al panico. Suo fratello ha scambiato la sua vestaglia per una lunga tunica grigia e dei pantaloni – con un mantello rosso a maniche lunghe intorno alle spalle. 
 
 
Si precipita in avanti, scivolando in ginocchio accanto ad Aemond. “Per amore della Madre, che è successo?” Tampona il viso sanguinante di Aenys. “Oh, mio caro ragazzo – chi ti ha fatto questo?” Luke guarda Aemond e Jace per avere delle risposte, il suo volto giovanile è segnato da un’ansia profondamente radicata che solo un ragazzo che è diventato genitore troppo presto può provare. 
 
 
“Greyjoy.” Aemond sospira, rialzandosi per strofinarsi il lato della faccia dove gli manca un occhio. Luke arriccia le labbra, annuendo per far cenno di aver compreso.
 
 
Aenys tira su col naso e le lacrime colano dai suoi occhi violacei. “Ti ha chiamato un bastardo e una puttana, Mūna.” Luke risponde in modo molto più calmo di quanto Jace si sarebbe aspettato. Il bambino che si era lanciato addosso a loro zio con un coltello non c’è più — suo fratello si limita solo ad annuire con la testa, alzando lo sguardo su Aemond con degli occhi tristi e delusi. “Dovevo difendere il tuo onore – Kēpa dice che è quello che i figli maschi devono fare.” 
 
 
“Lo capisco, mio dolce bambino.” Luke si alza, ripulendo il viso sporco di Aenys col suo pollice. “Ma ciò che hai fatto non è appropriato. Hai spaventato le tue sorelle e hai fatto una scenata davanti all’intera fortezza.” 
 
 
Suo zio abbassa lo sguardo su Aenys, e Jace sente di star interrompendo qualcosa di fin troppo intimo. “Non sono arrabbiato con te per aver difeso la tua mūna, Trēsy.” 
 
 
Aemond non è un uomo tenero e il diventare padre non ha cambiato quel fatto. Jace aveva visto il tipo di violenza di cui suo zio era capace quando erano stati mandati entrambi nelle Isole di Ferro per sedare la ribellione. Aemond aveva bruciato gli uomini di ferro senza rimorso e aveva ucciso senza battere ciglio. Immaginare un tale uomo violento che tornava a casa dove vivevano suo fratello e i loro bambini aveva riempito Jace di un immenso terrore. 
 
 
E lo disturba vedere un uomo così vile parlare in modo così sincero con suo figlio. 
 
 
“Ma ci sono modi migliori di occuparsi di queste cose. Quello che hai fatto è sbagliato, e mi aspetto che tu e Lord Toron vi chiediate entrambi scusa e facciate pace prima di cena.” Lui fissa il ragazzino. “Sono stato chiaro?” 
 
 
Aenys tira su col naso, asciugandoselo. “Sì, Padre.” 
 
 
Luke si piazza di fronte a Jace e lui trasalisce. Luke sembra stanco, ma gli rivolge un sorriso fiacco – appoggiandogli una mano sul petto. “Potresti accompagnare Aenys nelle stanze di Maestro Anson? Lui conosce la strada.” 
 
 
Prima che Jace possa rispondere, suo fratello gli spinge il ragazzino tra le braccia e li spinge lungo la sala. Aenys non lo guarda mentre camminano, ma Jace riesce a sentire Aemond e Luke parlare.
 
 
 Līs ao sagon sīr nūmāzma? Ziry iksos sepār nykeā valonqar. (devi essere per forza così cattivo? è solo un bambino).” Luke dice. 
 
 
 Skoros would ao emagon issa gaomagon? Ziry threatened īlva ward — skoros lo issa kepa found hen (che cosa vorresti che facessi? ha minacciato il nostro protetto – e se mio padre lo dovesse scoprire?)” 
 
 
Lui non sa se Aenys abbia già una buona conoscenza del Valyriano antico, ma il bambino si irrigidisce – stringendo le mani a pugno ai lati del suo corpo. Sospirando, Jace gli appoggia una mano sulla spalla e lo segue nel tragitto verso il maestro senza dire una parola.
 
 
 

 
 
 
Il banchetto di festeggiamento per la nascita di Gaemon è imbarazzante nel migliore dei casi e un disastro nel peggiore. Col re bloccato ad Approdo del Re per via della sua salute cagionevole, Daemon siede ad un’estremità del tavolo, e Aemond all’altra – entrambi gli uomini si stanno fissando come se fossero separati da un campo di battaglia e non da un banchetto di carni arrosto e di stufati. 
 
 
I figli e i nipoti sia della Principessa Ereditaria Rhaenyra e sia della Regina Alicent si sono riuniti, e lo stomaco di Jace è pieno di terrore e di vino rosso di Arbor. Il povero Luke sembra stia quasi per svenire, stando seduto accanto a loro zio e di fronte alla Regina – sta irradiando ansia da tutti i pori mentre i servi dispongono il menù che ha pianificato meticolosamente per l’occasione. 
 
 
Con sua grande sorpresa, Aenys e le sue sorelle si stanno comportando nel migliore dei modi – Saera sta ridacchiando con Visenya, che è seduta accanto a lei, ed Aenys sta pungolando un delicato Maelor con domande sulla capitale. 
 
 
“La tua casa è incantevole, Lucerys.” Helaena sorride dolcemente, stuzzicando un ammasso d’anatra arrosto con la forchetta. 
 
 
Luke sorride stancamente, consapevole degli occhi che ha addosso. “Grazie, Zia Helaena.” Suo fratello giocherella con le proprie mani. “Dovete scusarmi, non sono abituato ad ospitare così tante persone.” 
 
 
“Stai facendo un lavoro magnifico, mio dolce ragazzo.” Sua madre sorride accanto a un Daemon dall’espetto annoiato. “Le tue cucine hanno fatto un lavoro fenomenale col menù – la trota è deliziosa. Non è vero, amore mio?” Daemon si limita a fare un verso d’assenso, prendendo un sorso del suo vino rosso di Arbor. 
 
 
La Regina Alicent – vestita in un abito verde smeraldo, con le dita adornate di anelli – appoggia una mano sul braccio di suo figlio. “Summerhall è splendida come me la ricordavo. Dimmi, c’è qualche piano di espandere gli insediamenti oltre i terreni del castello?” Aemond ha ancora il suo occhio fisso su Daemon, socchiudendolo con incertezza.
 
 
“Sì, Vostra Grazia. Siamo stati recentemente in trattative con Casa Meadows riguardo lo stabilire una rotta commerciale tra il Mander e la Strada delle Ossa – creando così una città commerciale tra entrambe le località per incrementare il flusso di merci da Dorne e dall’Altopiano.” Jace è contento che un giorno diventerà re – la costanza dell’essere un lord sembra incredibilmente noiosa. 
 
 
Alicent batte le mani. “Oh, che cosa magnifica. Una casa incantevole, dei figli bellissimi e attività commerciali di successo – mi hai resa davvero tanto orgogliosa, Aemond.” Suo zio fa un verso d’assenso, ma ovviamente Daemon deve intromettersi nella conversazione.
 
 
“In gran parte grazie a mio figlio, non è vero, Nipote?” Luke si irrigidisce accanto ad Aemond. Nonostante la sua particolare abilità nel crearli, a suo fratello non piacciono i conflitti. “Lucerys sembra occuparsi tutto da solo dell’allevare i bambini, come anche della gestione della fortezza – e anche di difenderla. E tu invece che fai?” 
 
 
Aemond stringe la mascella, e Jace vede Luke appoggiare una mano su quella di suo marito – le sue dita sottili fanno roteare l’anello che adorna la mano di Aemond. Ospite o no, mancare di rispetto ad un uomo nella sua stessa casa è una cosa incredibilmente audace, e lui riesce a comprendere l’irritazione di Aemond.
 
 
La Regina Alicent si acciglia. “E’ responsabilità della lady di casa – o in questo caso – del lord di casa, di mantenere l’ordine così che tutto possa funzionare alla perfezione. Il Principe Lucerys sta semplicemente facendo ciò che ci si aspetta da lui.” 
 
 
“Mio figlio è un principe, non la giumenta da monta del tuo ragazzo.” Accanto a lui Baela sospira, mentre sua madre sibila a Daemon. 
 
 
Luke piagnucola quietamente, “Non davanti ai bambini, per favore.” Ma soltanto Jace sembra ascoltare la sua richiesta. I bambini appaiono ammaliati dalla conversazione – ad eccezione di Naerys che sta stuzzicando il suo cibo con un’espressione corrucciata. 
 
 
“Avanti, Nipote – sguaina la tua spada e mostraci se sei capace di difendere la tua famiglia.” Daemon sfodera Sorella Oscura e ser Criston – l’ombra fedele della Regina Alicent – si muove per fare lo stesso. 
 
 
I bambini boccheggiano tutti in eccitazione, ma Naerys, che ha tenuto un cipiglio sul viso per tutto il tempo del pasto, fa ricadere improvvisamente la sua forchetta e si copre le orecchie con le mani – un grido stridulo lascia i piccoli polmoni della bambina. Il frastuono improvviso fa esitare addirittura Daemon, e Luke si alza dalla propria sedia così velocemente che essa ricade per terra in modo rumoroso. Anche Aenys si alza dal suo posto, e tutti e due, sia madre che figlio, si prendono cura della bimba afflitta che sta strillando come un’arpia.  
 
 
Jace si guarda intorno per la stanza, confuso, ma tutti – ad eccezione di sua madre e della Regina – sembrano ugualmente perplessi. 
 
 
“Mio marito ed io ci congediamo.” Aemond si alza dal suo posto, incamminandosi per prendere in braccio una Naerys in lacrime, con un’espressione di gelida rabbia sul viso. “Perdonateci, vi prego continuate col vostro pasto.” Sua madre ha un’espressione triste e addolorata guardando suo figlio e suo fratello uscire dalla Sala Grande insieme alla nipote di Jace. Luke sembra tremare mentre si aggrappa al fianco di Aemond – la loro figlioletta sta ancora piangendo, sofferente. 
 
 
Una volta che la coppia scompare dalla vista, tutti si voltano a guardare Aenys. Il bambino sta aggrottando le sopracciglia in modo intenso – trafiggendo con lo sguardo sia Daemon che Ser Criston. 
 
 
Saera fa un verso intorno a una cucchiaiata di torta alla crema, da dov’è seduta accanto al proprio fratello, le sue piccole gambine calciano avanti e indietro sotto al tavolo. “Naerys è cieca, ma è molto sensibile ai sentimenti delle persone. Mio padre e la mia Mūna la tengono lontana dagli altri così che lei non resti sopraffatta.” Lei incespica con le ultime parole. 
 
 
“Credo che dovreste andarvene tutti.” Senza un genitore a tenerlo a bada, Aenys parla liberamente. “Mūna si è stancato parecchio per assicurarsi che Gaemon passasse una bella serata e adesso è stato rovinato tutto.” Il neonato in questione era tornato da tempo nella sua cameretta per poter essere messo a letto a dormire, ma ciò che ha detto suo nipote è comunque valido. 
 
 
Saera posa il suo cucchiaio. “Sono stanca – voglio tornare nelle mie stanze.” Lei scivola fuori dal suo posto e afferra la mano del suo gemello. “Grazie per avermi mostrato la tua cosa con gli insetti, Zia Helaena – penso che fosse davvero carina.” Strattonando Aenys, lei saluta con la mano, e gli ultimi membri della famiglia di Luke spariscono, per questa serata. 
 
 
Jace sopporta il resto di un pasto estremamente imbarazzato fino a quando Baela non lamenta della nausea, e la coppia di sposini la usa prontamente come scusa per fuggire dalla sala tesa. 
 
 
 

 
 
 
“Voglio che se ne vadano tutti entro domattina.” 
 
 
Aemond sbatte con forza la porta della loro camera da letto condivisa. Fa ancora trasalire Luke, ma è qualcosa a cui si è abituato dal loro matrimonio. Gli sbalzi d’umore di Aemond sono rapidi e violenti, anche se non ha mai messo le mani addosso a Luke al di fuori del loro letto coniugale. Suo marito sta ribollendo di rabbia, e Luke vorrebbe scoppiare a piangere.
 
 
Naerys è al sicuro. La sua mente cerca di calmarlo. Lei sta dormendo nella sua camera, sorvegliata da un cavaliere fidato. 
 
 
Quello però non riesce a calmare il suo cuore che batte all’impazzata. Luke ruota l’anello che porta al dito, concentrandosi sul modo in cui il metallo gli scivola contro la pelle, guardandosi intorno per la stanza che sembra essere poco più che una macchia indistinta da quanto è sfocata. 
 
 
“Come fa Daemon a sapere quello che è successo a nostra figlia?” La voce di Aemond sembra essere molto lontana – come se le orecchie di Luke siano state imbottite di piume. “Mi avevi giurato che la mia sorellastra era l’unica a cui l’avevi detto, Lucerys.” 
 
 
‘Non ho detto niente,’ Luke vorrebbe urlare. ‘Lo so – sono stato uno sciocco a credere che lei avrebbe tenuto nascosta una questione così delicata al mio patrigno.’ 
 
 
Gli manca il respiro, e invece lui replica, “Voglio vedere Naerys.” Vuole stringere la sua piccolina – vuole accarezzarle i suoi morbidi capelli, rassicurandosi sul fatto che lei stia bene. “Voglio vedere mia figlia.” Voltandosi di scatto, prova a raggiungere le porte della camera, ma una mano forte gli afferra il gomito e lo tira indietro.
 
 
“Tu non vai da nessuna parte, taoba (ragazzo).” Aemond abbaia, premendo la schiena di Luke contro il proprio petto. “Non permettere alle parole di quel vigliacco di mio zio di farti agitare in questo modo.” 
 
 
Luke sbuffa in modo derisorio, ma il peso alle sue spalle gli fornisce del conforto strano e ancorante. “Non sono io quello che si sta agitando per via di Daemon, Marito.” Si muove per fronteggiare Aemond. Luke è cresciuto negli ultimi cinque anni, ma suo zio resta una figura più imponente di lui. “Te lo giuro – non ho detto a nessuno, eccetto mia madre e la tua, di quello che è accaduto a nostra figlia. Daemon deve aver visto la lettera o,” Le sue parole si interrompono, ma sembrano funzionare a sufficienza. Aemond sbuffa attraverso il naso, distogliendo lo sguardo da lui. 
 
 
“Nostra figlia è al sicuro, Lucerys.” La voce di suo marito è piatta, ma certa. “Non verrà mai più fatto del male né a te né a lei.” 
 
 
Luke vorrebbe credergli così tanto. Nonostante tutto, Aemond lo ha trattato in modo molto più gentile di quanto Luke si meriti. Lui aveva tagliato via l’occhio di suo zio così brutalmente, e poi era stato legato a lui sia dagli Dèi e sia dal re; Luke aveva rubato la vista di Aemond e anche la sua possibilità di un matrimonio felice.  
 
 
Non sa se sarà mai in grado di esprimere a parole il modo in cui Aemond lo fa sentire. L’unico amore che Luke aveva mai provato era quello che gli mostravano sua madre e i suoi fratelli. Quando lo guarda in certi modi, Aemond gli fa venire dei brividini lungo la pelle e gli fa venire le farfalle nello stomaco. Per quanto Luke desidererebbe avere un bambino che somigli a lui, gli porta gioia nel cuore guardare i loro figli e vedere in loro degli sprazzi di sua madre, di sua zia e di suo marito. 
 
 
Ma Aemond riesce anche a riempirlo di terrore – col pensiero che in qualsiasi momento lui potrebbe sbottare e alzare finalmente un coltello contro il suo viso. Luke darebbe volentieri entrambi gli occhi se ciò significasse che i suoi figli sarebbero amati e al sicuro. 
 
 
Premendo la fronte contro il petto di Aemond, lui sospira. 
 
 
“Aspetto un bambino.” Aemond si irrigidisce contro di lui, e Luke deglutisce nervosamente. Avevano giurato entrambi che Naerys sarebbe stata l’ultima, ma poi Gaemon li aveva presi alla sprovvista. Lo stress dell’occuparsi della nuova indisposizione di loro figlia aveva fatto in modo che Luke non avesse notato quando non aveva avuto il suo sangue di luna, e una volta che se n’era accorto era ormai troppo tardi per bere il tè. 
 
 
Però non hanno nessuna scusa per questa nuova gravidanza. Aemond era appena tornato dall’aver risolto un conflitto a sud delle terre basse di Dorne, e il combattere aveva sempre fatto ardere il sangue nelle vene di suo marito – è lo stesso modo in cui avevano finito per concepire Naerys dopo la ribellione degli uomini di ferro. 
 
 
Non ha aiutato neppure il fatto che i maestri avessero dato a Luke il permesso di avere rapporti intimi dopo soli tre mesi da quando aveva partorito Gaemon. Quindi è semplicemente… successo. 
 
 
“Ne sei certo?” Aemond non pare arrabbiato – solo leggermente esasperato. 
 
 
Luke annuisce, continuando a non guardare Aemond. “L’ho fatto già tre volte, Zio. Mi fa male il petto e il mio naso è diventato sensibile.” È a malapena nel suo ventunesimo anno di vita, e Luke ha già partorito quattro bambini – la Fanciulla piangerebbe per la sua promiscuità, mentre la Madre si rallegrerebbe per la sua fertilità. 
 
 
Potrebbe incolpare il sangue forte di sua madre per questo. 
 
 
Suo marito inala profondamente, tenendo dentro l’aria per un istante, prima di espirare con abbastanza forza da spostare Luke con l’espansione del suo petto. “Suppongo che non dovrei essere sorpreso – hai bevuto a malapena un sorso del vino al miele.”
 
 
È il vino preferito di Luke. Aemond si assicura sempre di ordinarne una quantità generosa quando ordina qualcosa dalle Città Libere. 
 
 
“Mi dispiace.” Piega la testa per guardare suo marito. “So che non ne volevi altri.” 
 
 
Aemond alza una mano, togliendosi la benda – le sue dita callose massaggiano la cicatrice che gli deturpa il viso dal sopracciglio al labbro. Lo fa quando si sente particolarmente stressato, così Luke gli allontana la mano con la propria, sfregando gentilmente il palmo ruvido di Aemond. Luke riesce a sentire la tensione abbandonare suo marito. 
 
 
Cinque anni di matrimonio gli hanno insegnato parecchie cose su suo marito e sui piccoli trucchetti per tenere sotto controllo il caratteraccio di Aemond: lui è intelligente dal punto di vista politico, ma non a livello emotivo. Preferisce la sua carne ancora rossa al centro e odia i profumi troppo intensi. È inutile tentare di placare i suoi malumori, ed è meglio lasciarglieli espellere facendolo allenare o facendogli visitare Vhagar – anche se, negli ultimi tempi, il passare del tempo con Naerys o Saera nei giardini sembrava aiutare. 
 
 
Sa che l’avversione di Aemond per la paternità deriva dal suo rapporto con il re, ma lui non vuole rivelare i dettagli. 
 
 
“E’ tardi.” Aemond prova ad allontanarsi, ma Luke lascia semplicemente che il proprio corpo si muova con quello di suo marito. “Devi riposare – lo stress dell’ultima settimana non può essere stato buono per il bambino,” Suo marito deglutisce. “O per te.”
 
 
Luke fa un verso d’assenso, accoccolandosi più vicino al petto di Aemond, mentre restano entrambi in piedi. Suo zio è forte, stabile e ama i loro figli fieramente – quello fa sentire Luke al sicuro. 
 
 
Facendo scorrere le mani lungo i fianchi di Aemond, lui sbircia il viso di suo marito. “Ti unirai a me?” Con entrambi i suoi occhi visibili, Aemond lo fissa sia con l’occhio di zaffiro sia con l’occhio color ametista. Lui e suo marito hanno delle camere separate all’interno della fortezza, ma è meno confusionario per i bambini quando ne condividono una, quindi le camere di Luke spesso non vengono usate. Aemond alza una mano per giocherellare col fermaglio nei capelli di Luke, e lui riesce a sentire le proprie guance arrossire. 
 
 
Nonostante gli insulti nei primi tempi del loro matrimonio, con lui che definiva l’aspetto di Luke “da bassifondi”, Aemond sembra essersi affezionato ai ricci di Luke col passare degli anni.
 
 
“Muori dalla voglia, non è vero?” La voce di Aemond è bassa nel suo orecchio, e gli fa venire la pelle d’oca. “Aspetti di nuovo un bambino – non voglio fare male al piccolo.” 
 
 
Luke sorride – un sorrisino sfacciato. “Non puoi mica mettermi dentro un altro bambino al momento. E non sei così tanto ben dotato.” Suo marito fa un verso leggermente infastidito, ma non si scosta quando Luke gli preme un bacio vicino alla bocca. Aemond li fa indietreggiare lentamente a ritroso, fino a quando Luke non è schiacciato contro i piedi del letto – col suo sedere appoggiato sulla struttura di legno intagliata, e lo bacia sotto l’orecchio. 
 
 
“Solo se prometti di non fare troppo rumore, taoba.” 
 
 
 

 
 
 
Jace se ne sta seduto a letto quando decide che ha bisogno di trovare Luke per scusarsi.
 
 
“Non hai fatto niente di sbagliato, Jacaerys. Il comportamento imbarazzante di nostro padre non ha nulla a che fare con noi.” Baela gli dice sdraiandosi per cercare di dormire. 
 
 
Quello fa ben poco per alleviargli la mente, quindi una volta che è certo che sua moglie si sia addormentata profondamente, scivola nel corridoio e inizia a girovagare senza meta. Luke gli aveva spiegato che le camere da letto della sua famiglia si trovavano nella parte più profonda del castello, così lui continua verso sud nella speranza di imbattersi in Luke.
 
 
Visto che l’ora del lupo è scoccata già da un po’, dubita che suo fratello sia sveglio, ma la sua coscienza non gli permetterà di riposare fino a quando non avrà saputo se Luke sta bene. 
 
 
Crede di aver trovato la zona giusta quando vede una stanza solitaria in fondo al castello, ancora illuminata dalla luce di una candela. Camminando sulle punte dei piedi, per non disturbare il sonno dei suoi nipoti e delle sue nipoti, Jace si insinua lungo il corridoio. 
 
 
Mentre si avvicina alla stanza, dei suoni si fanno sempre più forti – sussurri bassi e aggressivi, e il rumore di corpi che vengono sbattuti in giro. 
 
 
Uno schiaffo. 
 
 
Jace sente il suono di suo fratello che guaisce dal dolore, e si ritrova a correre verso la porta della camera da letto. 
 
 
Sono stati tutti degli sciocchi a pensare che Aemond sarebbe stato un marito decente con Luke. Sposati o meno, mettere le mani addosso a suo fratello è una cosa imperdonabile. Fa per aprire la porta e scatenare l’inferno su Aemond per essersi azzardato a fare del male a suo fratello e,
 
 
 Qybor !”
 
 
La voce di Luke è acuta e ariosa, e a Jace basta vedere la schiena molto nuda di suo zio con le gambe di suo fratello avvolte intorno ai fianchi, per decidere che il suo senso di colpa può attendere fino alla mattina dopo. 
 
 
Scappa nelle sue stanze – cercando disperatamente di scordarsi i suoni di pelle che sbatte contro altra pelle in modo bagnato, e i grugniti quasi animaleschi di suo zio – facendo un appunto mentale di non guardare negli occhi suo fratello, più tardi a colazione. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Ci sono un paio di paroline in Valyriano che non vi ho tradotto nel capitolo. L’ho fatto di proposito per farvene qui una spiegazione più approfondita.
In Valyriano la parola “Kēpa” ha due significati, il primo è quello di “zio”, nello specifico si usa solo quando ci si rivolge al fratello del proprio padre. Mentre il secondo significato è proprio quello di “papà”. Ecco perché la piccola Naerys usa questa parola sia per Jace sia per Aemond, perché la usa per chiamare Jace “zio”, col significato di “fratello di mio padre”, e la usa per chiamare Aemond “papà”.
 
E poi c’è la parola Qybor. Anche la parola Qybor significa “zio” in Valyriano, ma la si usa col fratello della propria madre, ecco perché Lucerys la usa per rivolgersi ad Aemond, perché Aemond è il fratello della madre di Luke…MA… in futuro vedremo delle situazioni dove Luke chiamerà Aemond “Kēpa”, e non lo farà per il significato di “zio”, ma per l’altro significato della parola…e lo farà, molto spesso, quando si tratta di situazioni…intime. Perché Corviids ha infatti voluto metterci dei bei daddy issues per Aemond e Luke haha. Corviis in persona ha appunto confermato che le volte in cui Luke chiama Aemond “Kēpa”, lo fa per chiamarlo “Daddy”. Muoio.
 
Mūna invece significa “Mamma”.
 
 
- Non tradurrò in italiano i nomi dei draghi, per motivi di mio gusto personale. Ad esempio preferisco di gran lunga chiamare il drago di Baela “Moondancer” rispetto a “Danzatore di Luna”, come nella versione italiana.
 
 
- Vi avevo scritto sotto il primo capitolo che non bisogna fidarsi troppo di quello che i personaggi pensano, molto spesso. In questo capitolo Jace ce ne ha dato ampia prova (a proposito, rip sanità mentale di Jace, poiché ha visto cose che nessun fratello maggiore vorrebbe mai vedere), ma ce ne ha data una in particolare riguardante Royce Baratheon, anche se non appare evidente. Secondo Corviids, Jace era infatti convinto che Royce fosse arrossito perché aveva visto Saera o perché aveva visto tutta la folla radunata e si era sentito imbarazzato…non era nulla di tutto ciò. Infatti Corviids ha spiegato che Royce era arrossito perché aveva notato che c’era anche la piccola Naerys, per cui Royce ha una cotta folle!!! Era arrossito nel vedere la sua Nae! E Corviids ha anche confermato che ha in programma di far sposare Naerys e Royce da grandi, facendo diventare Nae la lady di Capo Tempesta (che bello immaginarsi Luke, Aemond e Lord Borros tutti consuoceri, lol). Quello di Naerys è l’unico futuro dei figli Lucemond che Corviids ha già pianificato.
Royce è un personaggio realmente esistente nel libro (come Dalton e Toron), anche se è nato solo pochi giorni dopo la morte di Lord Borros, e infatti non ha mai conosciuto il padre (che in vita voleva addirittura chiamarlo Aegon, in onore di Aegon II come segno di alleanza, ma poi il nome gliel’ha dato la madre, vista la morte di Borros). Borros qui è ancora in vita, non essendoci stata nessuna guerra tra Rhaenyra ed Aegon.
 
 
- Corviids ha anche dato dettagli su un’altra cosa che magari potrà incuriosirvi. Ovvero, com’era qui il rapporto tra Luke ed Aemond pre-matrimonio?
 
Prima della cosa dell’occhio, avevano un buon rapporto. Luke era il nipotino irritante che seguiva sempre Aemond dappertutto come un cucciolo, e che voleva giocare sempre con lui, ed Aemond lo accontentava controvoglia. Luke pensava che Aemond fosse questo bambino più grande e più “fico” e, per davvero, non era con cattive intenzioni che seguiva Aegon a Jace nel prendere in giro Aemond, voleva solo che gli fosse permesso di giocare insieme a loro. Dopo la faccenda dell’occhio, da parte di Aemond c’era molto risentimento, e da parte di Luke c’era un forte senso di colpa. Aemond aveva sempre pensato che Luke fosse molto bello, anche prima che venissero fatti fidanzare da Viserys, ma ha passato molto tempo ad odiarsi per il fatto di sentirsi attratto da Luke, lol. Il giorno del loro matrimonio, Aemond aveva pensato che Luke fosse una vera e propria visione da quanto era bello, e trovava i suoi occhi così profondi ed ipnotici da essere in grado di denudare Aemond con un solo sguardo.
 
 
- Luke è eccessivamente insicuro. Questo è ovvio. Quindi quando leggete di quanto lui creda di aver destinato Aemond ad un matrimonio infelice, di come lui non sia degno di nulla e altre cretinate, non prendetele troppo sul serio. Ma man mano capirete sempre di più. Giuro.
 
 
 
 
 
 
Altre fantastiche fan-art di Corviids:
 
 
Luke con Saera e Naerys, Aenys con in braccio Gaemon (+ un Luke perplesso per il fatto che su 4 figli nessuno ha preso il suo colore di capelli).




Naerys e Royce Baratheon.






Aenys e Saera che mi fanno ammattire il povero Luke, lol.







 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > House of the dragon / Vai alla pagina dell'autore: Kikiletoway