Serie TV > Il paradiso delle signore
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Autore: ZioFaber    23/05/2023    0 recensioni
Ho scritto queste righe di getto, qualche giorno dopo la fine della sesta stagione, immaginando ciò che sarebbe potuto accadere, secondo i miei desideri, ai miei personaggi preferiti - Stefania e Marco. Per svariati motivi non l'ho pubblicata e solo oggi, ancora sconvolto e nauseato dallo schifo che gli autori hanno voluto riservarci, l'ho recuperata, riletta e deciso di pubblicarla. Mi aiuta a rivivere momenti indimenticabili, sebbene non tutti felici. Grazie
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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29 Aprile 1963
 
Ezio non riesce a darsi pace per essere arrivato troppo tardi e non aver potuto così nemmeno tentare di dissuadere Gloria da ciò che aveva capito lei stesse per fare. Eppure qualche dubbio sul suo comportamento, sulla sua reticenza a rispondere alla sua semplice domanda “Che succede, Gloria? Cosa c’è?” l’aveva avuto.
Mentre raggiungeva il luogo dell’appuntamento con lei, pensava al motivo per cui lei volesse vederlo proprio nel magazzino del Paradiso; che premura poteva avere, visto che avrebbe dovuto partecipare al matrimonio di Anna e Salvatore?
E poi averla trovata, al suo arrivo, intenta in una telefonata con Marco…
Cercava di fare chiarezza nelle sue idee, anche se in quel momento -proprio mentre riviveva lo stesso dramma di 15 anni prima, quando sua moglie andò via improvvisamente senza dare spiegazioni, lasciando lui e Stefania in preda ad un’angoscia infinita- proprio non riusciva ad essere lucido. Tornò alla sua auto e si sedette al posto di guida. Prese nuovamente la lettera di Gloria e la rilesse. Ancora una volta. Stavolta più lentamente, cercando di scolpire tutte quelle parole nella sua mente, ma soprattutto per provare a capire come mai non aveva intuito cosa stesse per accadere.
Pensava alle poche parole che era riuscito a percepire di quella telefonata fra lei e Marco; come lei lo esortava e lo pregava a seguire il proprio cuore e a saper riconoscere un bivio, quando nella vita ne avrebbe incontrato uno. Quando Gloria riattaccò, lui riuscì solo a chiederle conferma che stesse parlando proprio con Marco e, ancora una volta, stupidamente, non aveva capito la profondità del gesto di Gloria, sminuendo fra l’altro -ancora una volta- l’importanza e la gravità di quelli che lui chiama semplicemente “problemi che Stefania ha avuto con Gemma”.
Ezio aveva notato che, nonostante Gloria gli parlasse dell’emozione di trovarsi, insperatamente, lì con lui per parlare insieme del primo amore della loro figlia, lei aveva uno sguardo triste e pensieroso. Cosa mai poteva turbarla così tanto?
Si riscosse da quei pensieri e posò la lettera sul sedile accanto al suo; stavolta non la ripiegò. Provò a ripercorrere con la mente ciò che era successo fra loro da quando -diversi mesi prima- si erano rivisti dopo tanti anni; cosa era successo da quando, spaventato al punto da sembrare pietrificato, aveva visto Gloria al suo posto di capocommessa, mentre entrava in galleria, al Paradiso, lo stesso luogo dove lavorava Stefania.
Tornò con la mente ancora più indietro, a quando aveva pensato che non poteva continuare a restare lontano dal più grande affetto che le era rimasto in vita: la sua adorata figlia Stefania.
Almeno in teoria, a sentire ciò che diceva a sé stesso prima che agli altri, lui aveva cercato un lavoro fisso e poi una casa a Milano per riavvicinarsi all’amatissima figlia; per poterle stare finalmente vicino dopo anni di sacrifici e di rinunce per entrambi. E dopo solo qualche giorno, dopo aver praticamente illuso Stefania che avrebbero ricominciato una vita in famiglia (non obbligatoriamente vivendo sotto lo stesso tetto, cercando di rispettare la libertà che Stefania si era conquistata andando a vivere con le sue amiche), aveva cominciato ad infrangere la sua promessa. Anzitutto rivelando a Stefania l’esistenza di una vedova, Veronica, con la quale aveva stretto un rapporto che era più di un’amicizia e della sua intenzione di portarla a vivere con lui a Milano. Nascondendole però, in un primo momento, la presenza di un’altra persona che avrebbe condiviso con lui e Veronica la loro casa milanese; la casa nella quale, proprio Stefania, aveva suggerito a suo papà di abitare: casa Cattaneo. E Stefania si era ritrovata un padre che inizialmente la illude proponendole una nuova vita insieme; che si preannuncia inviandole un bellissimo e profumatissimo mazzo di fiori, facendola diventare la venere più invidiata per quell’inaspettato dono floreale… e poi ancora andando a trovarla proprio lì dove lei lavora, regalandole una sorpresa che, almeno in quel momento, forse nemmeno Federico Cattaneo avrebbe potuto superare.
 
E dopo averla convinta ad accettare prima una matrigna e poi addirittura una sorellastra, nei suoi pensieri martellanti, all’interno dell’abitacolo della sua auto, con in mano -ancora una volta- la lettera di Gloria, Ezio rivede sé stesso, a casa Cattaneo, che non riesce quasi mai a schierarsi in favore del suo stesso sangue ogniqualvolta Grimilde e Genoveffa infieriscono contro Stefania; si indigna giusto un po’ quando le due intruse colpiscono lui con le loro cattiverie, ritornando però troppo presto sui suoi passi per perdonarle, cercando di non vedere una realtà che, in tempi non sospetti, Irene aveva intuito e preannunciato alla sua amica del cuore.
Tutti questi pensieri facevano fatica a restare nitidi nella mente di un uomo stremato da una giornata che sembrava fosse cominciata quindici anni prima, perché si accavallavano cercando di offuscare quel po’ di chiarezza che lui pensava di avere finalmente percepito.
 
Era praticamente sicuro che non poteva essere stato Marco a chiamare Gloria; e già; come avrebbe potuto, il Sant’Erasmo, immaginare che lei si trovasse nel magazzino del Paradiso proprio in quel momento? No! Non aveva senso tutto ciò.
Forse Marco ignorava pure che dovesse celebrarsi, proprio di lì a poco, un matrimonio al quale anche Gloria doveva partecipare, ma lui era assolutamente sicuro che Marco non poteva sapere che avrebbe rintracciato Gloria al telefono del magazzino del Paradiso! Quindi era stata Gloria a chiamare lui.
E ripensava a quelle poche ma significative frasi sentite al suo arrivo in magazzino, prima che lei riagganciasse l’apparecchio. Ma non capiva ancora cosa mai lei avrebbe voluto comunicare al ragazzo con quella telefonata.
Riprese quindi a leggere la lettera, parola per parola.
Quando, poco prima, rientrando a casa si era accorto di avere una lettera nella tasca del cappotto, ci aveva messo un po’ per capire cosa stesse realmente accadendo e cosa effettivamente Gloria gli aveva scritto; ed era scappato via di casa, lasciando la sua valigetta posata sul pavimento, per tornare al magazzino sperando e temendo non solo di aver capito cosa lei avesse voluto fargli sapere, ma soprattutto pregando di poter arrivare in tempo per fermare Gloria, facendola desistere dal suo intento che a lui continuava a sembrare insensato. “Gloria, perché? Perché?”, aveva chiesto, incredulo, mentre cercava di afferrare la mano di sua moglie, che sporgeva dal finestrino dell’auto dei carabinieri che la portava via. Già; perché mai Gloria aveva deciso -ancora una volta- di abbandonare lui ma soprattutto Stefania? E rilesse per la centesima volta la frase che lo aveva scosso e spinto ad uscire di casa frettolosamente:
“Una madre che, a viso aperto, finalmente metterà al primo posto la felicità di Stefania […]; non permetterò mai che rinunci all’amore per colpa mia”.
Ma che colpa potrà mai avere una mamma che dopo aver rinunciato a sua figlia per tutta la vita, ha cercato un bieco sotterfugio che la faceva sentire una ladra e tutto questo solo per poter nuovamente provare a restare vicina a Stefania, adesso che era diventata una donna? La domanda che più di tutte rimbombava prepotentemente nella testa di Ezio era però un’altra: perché mai Stefania avrebbe dovuto scegliere fra l’amore per il suo Marco e quello recentemente ritrovato e solo appena riassaporato con la sua mamma? Non si dovrebbe mai essere obbligati a fare una scelta del genere; perché mai Stefania non può semplicemente vivere il suo grande amore con Marco, condividendo tutte le gioie e la sua felicità insieme ai suoi genitori?
Il gesto di Gloria, apparentemente sconsiderato, non riusciva ancora a capirlo; ma sapeva che lei non avrebbe mai fatto nulla per danneggiare nessuno, tantomeno la figlia tanto amata. Se Gloria ha fatto un gesto tanto estremo, è sicuramente venuta a conoscenza di qualcosa che potrebbe minare la felicità di Stefania e impedirle di vivere serenamente la sua storia d’amore con Marco. Ma cosa mai avrà saputo o sentito Gloria? E soprattutto chi potrebbe mai mettere Stefania in pericolo o addirittura minacciarla e ricattarla?
Ecco che finalmente Ezio ha come un’illuminazione; sbatte le mani sul volante della sua auto e si sente stupido per non aver minimamente mai sospettato di nulla fino a questo momento. In qualche modo tutti loro erano riusciti a superare il crollo di quel castello di menzogne che erano stati costretti ad erigere. Per tutti la capocommessa del più esclusivo negozio di abbigliamento di Milano era Gloria Moreau, un’elegantissima e bellissima donna che arrivava dal sud della Francia e della quale nessuno conosceva nessun dettaglio della sua vita e soprattutto del suo passato.
Nessuno a parte pochissime persone.
Se quindi Gloria ha deciso ci chiamare i carabinieri e costituirsi, rivelando quindi il suo vero nome, qualcuna di queste poche persone aveva sicuramente pensato di usare questa scomoda verità per fare del male a Stefania, minacciando Gloria.
Gloria non avrebbe mai fatto questo passo estremo senza una motivazione validissima; c’era sotto una verità scomoda e forse un ricatto. E, dalle parole della lettera, questo ricatto era stato fatto per colpire, ancora una volta, Stefania!
Come se lei non avesse già sofferto abbastanza!
Per la prima volta da quando si era trasferito a Milano, Ezio cominciò a vedere ciò che aveva, fino ad allora, ignorato o, almeno, cercato di non vedere e capire. Questa sua reazione era finalmente lucida e gli permise di arrivare ad una conclusione senza dover fare un conteggio ad esclusione per cercare di capire chi avesse potuto escogitare un piano tanto diabolico e crudele. Anzi, mentre tutta la faccenda si faceva chiara nella sua mente, si vergognò di aver accusato sia Gloria che il Signor Ferraris quando venne a conoscenza dell’esistenza della lettera minatoria anonima fatta recapitare alla capocommessa del Paradiso. Ma quanto era stato cieco?
E se, adesso, poteva anche sorvolare su tutte le volte che le intruse padovane avevano offeso e accusato lui direttamente, venne travolto dalla vergogna per aver permesso loro di aver inquinato il suo rapporto con Stefania e di aver in tutti i modi cercato di seminare zizzania con la loro cattiveria e la loro invidia.
Pensava di fare come quella volta in cui, sentendosi ferito dalle persone con cui avrebbe voluto formare una nuova famiglia, aveva deciso di trascorrere due notti in una pensione, cercando di restare solo per provare a mettere un po’ di ordine nei suoi pensieri. Poi però lucidamente pensò che la casa dalla quale si era allontanato era la sua e non delle Zanatta. Loro erano ospiti e, a pensarci bene, nemmeno tanto gradite. Anzi.
Pensava a quante volte era venuto loro incontro, perdonando ripetutamente le loro mancanze e la loro cattiveria; forse in quei momenti pensava che fare lui stesso il primo passo verso il perdono e la riappacificazione dovesse essere un modo di farsi perdonare a sua volta per le bugie che aveva dovuto propinare a tutti negli ultimi 15 anni, a proposito della presunta morte di sua moglie.
Adesso però si sentiva più lucido e capiva che non era lui che avrebbe dovuto lasciare casa Cattaneo. Ma, nonostante ciò, lo sfratto alle inquiline indesiderate non era la sua priorità in quel momento.
 
Gloria era stata portata via dai carabinieri praticamente sotto i suoi occhi. La donna che umilmente gli aveva chiesto perdono, cercando di spiegare le ragioni del suo gesto e della drammatica scelta di attuarlo. Quella donna che lui aveva insultato, calunniato e cercato con tutti i mezzi di allontanare da lui e soprattutto da Stefania, arrivando addirittura a minacciarla: l’avrebbe denunciata lui stesso se lei non fosse sparita nuovamente, così come improvvisamente era riapparsa nelle loro vite.
Adesso quel gesto estremo di Gloria, sicuramente doloroso non solo per lei stessa ma anche per Ezio e Stefania, lui l’aveva capito.
All’inizio di quello che lui ha definito un calvario, la sofferenza per Ezio era stata davvero tanta, soprattutto perché non sapeva che fine avesse fatto sua moglie. Tutti i pensieri più negativi l’avevano accompagnato per anni, facendolo sprofondare nel dolore e nell’angoscia. Ma, come aveva detto Gloria durante uno dei loro primi confronti pochi mesi prima, il passato non poteva essere cambiato e quelle scelte che sembravano inevitabili appartenevano comunque ad un passato doloroso ma, appunto, passato.
E oggi si rendeva conto che l’enorme cuore di Gloria era pronto, ancora una volta, a spingerla al sacrificio più grande per non ostacolare la felicità di Stefania. Proprio come Stefania aveva immaginato solo pochi giorni prima, quando aveva trovato il coraggio di confidare alla sorella che aveva scelto, Irene, che mai e poi mai Gloria avrebbe permesso che la figlia rinunciasse all’amore per colpa sua, sempre che di colpa si possa parlare in un frangente simile. E finalmente adesso Ezio riesce a capire che proprio come quello di sua mamma, anche il cuore di Stefania è enorme e pieno di amore; e capisce che la scelta di lasciare Marco era dettata anch’essa dal sacrificio di una figlia che non poteva accettare che sua mamma potesse andare in carcere per difenderla, ancora una volta. Due donne meravigliose che il destino ha accomunato e unito alla nascita di Stefania ma che ha anche portato loro tante sofferenze e tanto dolore. Quel destino che però le ha fatte crescere con gli stessi principi e la stessa lealtà. Entrambe oggi convinte e sicure che la scelta migliore è quella di proteggersi a vicenda, a costo di rinunciare. All’amore e alla libertà.
Ezio si sente schiacciato dal peso del senso di colpa; è furioso con sé stesso pensando alla sua leggerezza; alla lentezza con la quale arriva a capire cosa sta realmente accadendo nella sua vita e in quella delle persone che ama.
Ma finalmente sa che è il momento di fare qualcosa. E questo qualcosa bisogna farlo adesso. Gloria gli ha insegnato che se non si può cambiare il passato, si può comunque provare a cambiare il futuro. E lui vuole cominciare da quel venerdì, da quel momento straziante nel quale è riuscito a toccare la mano di Gloria dal finestrino della macchina dei carabinieri che la portavano via.
Ha deciso. Andrà alla caserma dei carabinieri e perorerà la causa di Gloria. Dopotutto non dovrà faticare a dimostrare la sua identità, avendo lei stessa dichiarato di essere, in realtà, Gloria Morelli in Colombo, condannata per omicidio in contumacia quindici anni prima.
È arrivato il momento di fare quello che ha sempre voluto fare: lottare per sua moglie e dimostrarle il suo amore e la sua vicinanza, soprattutto adesso che lei ne ha più bisogno.
Durante il tragitto che dal Paradiso delle Signore lo conduce alla caserma, Ezio pensa a Stefania che -ne è sicuro- è ignara del gesto appena compiuto da Gloria. Sa che dovrà darle una spiegazione per tutto questo e che per la figlia sarà un nuovo dolore che non merita. E pensa a come Gloria può aver intuito la presenza di una tale minaccia. E pensa alla faccia soddisfatta di Gemma che poche ore prima diceva a lui e Veronica che Marco e Stefania si erano lasciati; pensava a quante volte lui aveva giustificato e perdonato tutte le cattiverie dette e fatte da quella ragazza, avallata da sua madre, forse pensando che la colpa di quelle bieche e malvagie azioni dipendesse solo dalla loro complicata situazione familiare.
Finalmente Ezio arrivò in caserma e cercò di chiedere informazioni al piantone. Voleva sapere a chi poteva rivolgersi per scoprire dove fosse stata portata la donna che era stata tratta in arresto pochi minuti prima. Il piantone rispose che non era autorizzato a fornire risposte per quel tipo di domande, invitando Ezio a non insistere e ad andar via. Ma Ezio non aveva nessuna intenzione di andarsene, né di aspettare: aveva aspettato anche troppo. E quindi insistette, incalzando quel militare con la stessa domanda.
I due parlarono per un po’ di tempo e i toni della discussione si fecero più accesi al punto che il maresciallo che comandava la caserma, incuriosito e irritato da quel vociare, uscì dal suo ufficio per cercare di capire cosa stesse accadendo.
Ezio, intuendo che il maresciallo aveva il potere di aiutarlo, si calmò e provò a rivolgersi a lui con più garbo. Le voci concitate del suo scontro verbale con il piantone arrivarono però anche fuori dalla caserma, a causa delle finestre aperte per il tepore primaverile di quel venerdì di fine aprile.
Proprio mentre i due parlavano animatamente, all’esterno Rolando Berti, un giornalista dell’Eco della Sera stava riportando su un taccuino alcuni appunti, ma -incuriosito dalle frasi che aveva appena ascoltato- provò ad accedere all’interno della caserma, proprio mentre Ezio entrava nell’ufficio del maresciallo per spiegare il motivo delle sue richieste.
Il piantone accolse il giornalista di buon grado, avendolo conosciuto in passato e sapendo che spesso quel cronista riusciva ad intercettare al volo le notizie, proprio come in quel caso, trovandosi nel posto giusto al momento giusto.
Ezio, molto provato per tutto ciò che quella giornata aveva suscitato in lui, non faticò molto a convincere il comandante della caserma, il quale capì che si trovava di fronte ad un uomo molto addolorato. Il maresciallo disse ad Ezio che Gloria sarebbe stata trasferita a San Vittore il giorno seguente e che avrebbe quindi trascorso quella notte nella cella della caserma. Quel militare era davvero un uomo con un gran cuore e i suoi gesti genuini e carichi di umanità consentirono ad Ezio di rilassarsi un pochino, dopo tutte le vicende di quella fatidica giornata.
Comprendendo la gravità della situazione e valutando positivamente la spontaneità con la quale Gloria si era volontariamente consegnata ai militari, il maresciallo acconsentì ad un loro incontro, sebbene ciò non fosse una prassi consolidata.
Gloria trasalì di stupore quando vide Ezio, ma la gioia per il suo gesto la fece scoppiare in un pianto che aveva trattenuto con tanta fatica fino a quel momento. Il maresciallo li lasciò soli.
Si abbracciarono come avevano fatto poco più di un’ora prima nel magazzino del Paradiso, ma questo abbraccio era molto più forte, almeno dal punto di vista emotivo. Anche Ezio cominciò a piangere, travolto da mille contrastanti emozioni. Disperato soprattutto da ciò che sarebbe accaduto a Gloria; confuso e arrabbiato con sé stesso per non aver capito cosa stesse accadendo e aver quindi permesso che la situazione potesse precipitare; commosso e felice di essere comunque insieme a Gloria in quel momento. Adesso lei aveva bisogno di una prova da parte di Ezio; adesso lui era pronto a darle quella prova, senza timori, senza dubbi, senza titubanza. Senza interferenze esterne.
Non avrebbe desiderato essere in nessun altro posto. Dopo l’interminabile abbraccio, si staccarono e si guardarono a lungo negli occhi, gonfi a causa di quel pianto. Gloria gli chiese perché fosse lì e lui le rispose di perdonarlo per averci messo tutto quel tempo a capire quale fosse ancora il suo posto: accanto alla donna che non aveva mai smesso di amare. Cominciarono a parlare anche se non riuscivano a proferire frasi complete e sensate.
E parlarono soprattutto di Stefania che, finalmente, dopo i dolori e le delusioni subite, aveva ascoltato il consiglio e il monito di Marco che le chiedeva se davvero lei fosse disposta a perdere entrambi i genitori dopo aver ritrovato il padre e scoperto che sua madre era ancora viva.
Gloria decise che ormai non aveva più senso tacere. E aiutò Ezio a capire tante cose che lui ancora ignorava della figlia e gli spiegò tutta la vicenda legata alla minaccia di Gemma, senza però tradire Irene che, contravvenendo ad un giuramento fatto alla sua migliore amica, si era vista costretta -non tanto dalle minacce di Gloria, ma piuttosto spinta da una sete di giustizia nei confronti della sua Stefania- a confessare alla Signorina Moreau tutto quello che sapeva. Ezio pianse più forte di prima, ma queste erano decisamente lacrime amare. Non riusciva a credere quanto male lui aveva permesso che fosse perpetrato nei confronti di Stefania, la sua ragione di vita, messa in pericolo proprio da lui con le sue scelte inappropriate.
Sapeva di dover chiedere e ottenere il perdono di Stefania, ma non sapeva se ne sarebbe stato degno. Dopotutto era suo padre e non avrebbe dovuto faticare molto per intuire i desideri ma anche le preoccupazioni di sua figlia. Ma doveva andare da lei e proteggerla, come gli aveva chiesto sua moglie.
Gloria allora ricordò ad Ezio le sue stesse parole; quelle parole che lui pronunciò quando, incontratisi per parlare della reazione di Stefania al suo rientro al lavoro dopo la scoperta di sua madre ancora viva, per incoraggiarla a non arrendersi:
“Stefania ha un grande cuore e vedrai che riuscirà a capire e perdonare tutto”.
Continuarono a parlare e a perdersi nei ricordi di quando tutto sembrava perfetto; quando loro, giovani innamorati, erano diventati genitori di una bellissima e dolcissima bambina e la loro gioia era incontenibile e contagiosa. Si consolarono a vicenda fino a quando il maresciallo non entrò nella cella e disse ad Ezio che, purtroppo, l’orario di visita era finito.
Lui strinse nuovamente Gloria con tutte le forze e le promise che non l’avrebbe abbandonata e che sarebbe riuscito a tirarla fuori di lì ad ogni costo. Lei lo guardò andar via con un’infinita dolcezza, gli occhi gonfi di lacrime ma anche di speranza; non tanto nella libertà, nella quale non credeva, ma nel ritrovato rispetto e forse addirittura nell’amore di suo marito.
Ezio ringraziò il maresciallo e gli chiese a che ora Gloria sarebbe stata trasferita al carcere il giorno seguente; avendo ricevuto la risposta, chiese se poteva avvicinarsi prima del fatidico momento per dare un altro saluto a sua moglie. Il maresciallo, a malincuore dovette rispondergli che purtroppo non avrebbe potuto assecondare questa sua richiesta, ma gli promise di fargli sapere quando sarebbe potuto andare a farle visita, una volta che lei avesse raggiunto la destinazione finale.
Ezio uscì dalla caserma, pensando a Stefania.
Come avrebbe potuto spiegarle cosa era successo? Come avrebbe reagito Stefania alla notizia che Gloria era stata arrestata perché aveva deciso di costituirsi per amor suo? Mentre pensava a queste cose, si rendeva conto della sua grande fortuna per aver incontrato quella meravigliosa donna che aveva amato e che l’aveva amato alla follia. E che nonostante tutte le difficoltà, il dolore e la tristezza, oggi aveva ritrovato quella donna straordinaria. E la sua fortuna era doppia, pensando che dal loro amore era nata un’altra meravigliosa donna che amava alla follia, ricambiato totalmente in questo bellissimo sentimento.
In preda ai suoi pensieri, quasi non si accorse che un signore elegante lo stava seguendo; Rolando Berti lo raggiunse e, scusandosi per la sua impudenza, gli chiese se poteva rubargli qualche minuto per fargli qualche domanda a proposito del motivo della sua visita alla caserma dei carabinieri.
Ezio inizialmente distratto, quasi non capì chi fosse e cosa gli stesse chiedendo quell’uomo. Dopo qualche secondo di smarrimento reagì in modo sgarbato, quasi al limite del violento, accusandolo di essersi comportato come uno sciacallo, ascoltando di nascosto le confessioni di una coppia disperata, solo per poter magari avere uno scoop per il suo giornale. E mentre sbraitava contro il giornalista, pensava a quanto diversa era invece la passione che animava la sua Stefania, e la spingeva a diventare anch’ella una cronista. Lei aveva più volte dimostrato che si può fare cronaca con garbo e professionalità, intervistando le persone e riuscendo a metterle a proprio agio. Berti stava per desistere dal suo progetto di scrivere un articolo che, sebbene non avesse la presunzione di finire in prima pagina, avrebbe comunque suscitato curiosità e scalpore; pensava infatti che chiunque avesse letto un articolo che narrasse di una capocommessa francese che, in realtà, era un’ex ostetrica lombarda condannata per omicidio per aver procurato un aborto tanti anni prima, poteva ritenerlo un interessante articolo di cronaca; Berti immaginava i suoi lettori che, seguendo nella lettura del suo scoop, scoprivano poi che la donna non era stata arrestata a causa di una denuncia, ma che si era costituita volontariamente.
Ma non sempre le sue intuizioni giornalistiche avevano colto nel segno; e tante volte aveva dovuto rinunciare a riportare sulle pagine del suo giornale una storia per svariati motivi. Pazienza; nonostante fosse conosciuto per essere un mastino che quando fiuta una notizia non la lascia finché non ha ottenuto tutte le informazioni necessarie per pubblicarla, si era immedesimato in Ezio e aveva deciso che, in questo caso, la notizia sarebbe stata pubblicata solo se i diretti interessati fossero stati d’accordo con lui. Mastino sì, ma soprattutto rispettoso dei sentimenti delle persone che avrebbe voluto citare nel suo articolo.
Stava quindi per andarsene, convinto di aver fatto un buco nell’acqua, quando Ezio lo rincorse e lo fermò. Incredulo, Berti gli chiese se ci avesse ripensato.
Ezio disse che avrebbe potuto concedergli l’esclusiva per pubblicare l’articolo ad una condizione: aiutarlo a cercare una persona. Il cronista non ci pensò due volte e acconsentì, senza nemmeno chiedere informazioni aggiuntive alla richiesta insolita di Ezio. Dopotutto quella richiesta era normale per uno che faceva il suo mestiere.
A spingere Ezio a rivalutare la proposta del giornalista era stato il pensiero di ciò che in passato aveva fatto, in alcuni casi proprio aiutato dagli organi di stampa, per ritrovare Gloria. L’aveva anche raccontato a Stefania un mese prima, nel giorno della Festa del Papà, quando le tese un’imboscata nell’atelier del Paradiso. Voleva provare a scalfire la sua corazza, indurita dalla delusione che suo padre le aveva dato in tanti anni di menzogne. E le aveva mostrato tutti i disegni che lei, Stefania, aveva fatto quando era una bambina per Ezio, in occasione, appunto, della festa del papà. E, mentre lei guardava con gli occhi gonfi di lacrime quei disegni e ascoltava ciò che suo padre le raccontava, lui le aveva mostrato il disegno che aveva fatto per lui quando, tanti anni prima erano andati alle giostre.
E le aveva raccontato che quella mattina aveva visto una foto su un giornale ed era convinto di aver riconosciuto Gloria. E aveva fatto di tutto, contattando il giornale e poi il fotografo che aveva scattato quella foto, per scoprire se la foto pubblicata ritraesse realmente sua moglie.
Pensò che oggi avrebbe potuto fare la stessa cosa. Un cronista voleva scrivere un articolo e solo lui poteva decidere se quella storia doveva e poteva essere raccontata. E voleva sfruttare quel vantaggio, grazie alle conoscenze del giornalista di una testata prestigiosa.
Spiegò al cronista la storia delle loro disgrazie e riuscì a fargli capire che ci sarebbe stato un modo per evitare a Gloria di scontare la pena, che riteneva ingiusta.
Disse a Berti che avrebbe voluto rintracciare la donna a cui Gloria aveva salvato la vita 15 anni prima e provare a convincerla a dire la verità e provare così a cancellare quella macchia dalla fedina penale di sua moglie. Lui, Ezio, non avrebbe saputo da dove cominciare in una simile ricerca; raccontò a Berti tutti i dettagli della vicenda, sperando che potessero essere sufficienti per avere almeno un’idea di come e dove muoversi.
Ezio non aveva più pensato a quella donna, né al marito. Già proprio quell’uomo che, senza conoscere realmente ciò che era successo e senza sapere quanto avrebbe dovuto essere grato a Gloria per la vita di sua moglie, l’aveva ingiustamente denunciata e fatta condannare.
Nelle preghiere di Ezio c’era la speranza che quella coppia vivesse ancora a Milano e, non ricordando il loro cognome, chiese al cronista di provare ad informarsi lui, cercando gli articoli giornalistici pubblicati all’epoca dei fatti.
Si salutarono, dandosi appuntamento per il successivo lunedì, per fare il punto della situazione e sperare di aver trovato una strada da percorrere per dipanare questa matassa.
 
Ezio capì che era giunto il momento di raggiungere Stefania e raccontarle tutto, sebbene fosse convinto che questa sua idea di coinvolgere Berti nella ricerca del signore che aveva denunciato Gloria, sarebbe stata omessa dal racconto che le avrebbe fatto.
Sperava che la celebrazione del matrimonio non fosse terminata o che, almeno, fossero ancora tutti sul sagrato della chiesa a festeggiare gli sposi. Si augurava pertanto di trovare lì Stefania. Aveva bisogno di trovarla subito. Partì immediatamente per raggiungere la chiesa e, subito dopo aver parcheggiato l’auto, vide che quasi tutti erano andati via. Ma, prima che il suo viso si rabbuiasse completamente, scorse una giovane coppia che si abbracciava felicemente e riconobbe subito la sua meravigliosa figlia, smagliante nel suo vestito rosso insieme a Marco.
Si era stancato di farsi domande alle quali non sapeva rispondere pertanto non cercò di interrogarsi sul perché -nonostante fosse al corrente che i due si fossero lasciati- lui li trovasse insieme e felici; decise di raggiungere i due ragazzi e parlare ad entrambi di tutto ciò che era capitato a Gloria.
Si diresse verso di loro a passo spedito e Marco si accorse del suo arrivo prima di Stefania. Aveva appena baciato le labbra della sua amata quando vide Ezio e, con un po’ di pudore, cercò di staccarsi dall’abbraccio di Stefania, invitandola a voltarsi per scoprire chi stava per raggiungerli. La ragazza accettò di malavoglia di separarsi da quell’abbraccio che nelle ultime 36 ore aveva desiderato ancora più di quanto non avesse fatto nelle settimane precedenti e accigliandosi fulminò Marco con uno sguardo interrogativo. Ma, intuendo l’invito del giovane, si voltò e il suo sguardo divenne subito radioso di felicità, alla vista dell’altro importantissimo uomo della sua vita. Ezio li aveva quasi raggiunti e Stefania notò subito che il suo viso trasmetteva sofferenza e incredulità, anziché la gioia che lei sperava di notare sul suo volto. Prima ancora che lui riuscisse a dire una sola parola, lei ripensò alla frase che aveva detto ad Irene subito dopo la fine della messa, parlando di Gloria:
“Non è proprio venuta!”
E pensò alla risposta di Irene:
“Stai tranquilla. Vedrai che una spiegazione c’è!”
Il pensiero della mamma assente a quel matrimonio si era momentaneamente assopito quando, appena dopo la frase pronunciata da Irene, Stefania si era voltata e aveva visto sopraggiungere Marco che, con un grande sorriso la raggiungeva dicendole:
“Qualcuno mi ha messo in testa un dubbio; devo capire se è vero!”
I loro baci, in quel momento, avevano cancellato tutto il resto, portandoli in una dimensione che solo loro potevano capire e vivere. Quel loro riavvicinarsi dopo ciò che era successo -loro malgrado- soltanto il giorno precedente, quando Stefania aveva dovuto rifiutare la proposta di fidanzamento ufficiale che Marco, emozionatissimo le aveva appena fatto era un qualcosa di inspiegabile ma assolutamente magico.
Come Marco aveva cercato di spiegare a Roberto, era come se intorno a loro si fosse creato un allineamento di pianeti e che tutto improvvisamente si fosse fermato; entrambi sentivano che stavano respirando all’unisono e percepivano il cuore dell’amato battere insieme al proprio.
Adesso, mentre Ezio li aveva raggiunti, si era resa conto che in piazza non c’era più nessuno se non lei e Marco. Non si era accorta dello sguardo felice e complice di Irene che strizzava l’occhio a Marco, ringraziandolo, in cuor suo, per non essersi arreso e di aver cercato quella strada che proprio lei, amica del cuore della sua Stefania, gli aveva suggerito di cercare.
Cominciarono a parlare insieme senza capire cosa l’uno avesse detto all’altra e si interruppero subito. Stefania capì che il dolore che Ezio le trasmetteva con il suo sguardo doveva avere la precedenza e invitò suo padre a raccontargli come mai lui si trovasse lì.
Ezio prima di riprendere a dire ciò che sapeva di dover raccontare alla figlia, la abbracciò forte e cominciò a piangere; Marco, davanti a quella scena inaspettata, si sentì quasi di troppo e non sapeva cosa fare. Stava quasi per dileguarsi, per permettere loro di confrontarsi, ma Ezio, allungando la mano, gli sfiorò un braccio, invitandolo a restare con loro.
Si staccò dall’abbraccio con Stefania, la quale, vedendo gli occhioni del suo papà bagnati di lacrime, non riuscì a trattenere le sue che uscirono copiose dai suoi splendidi occhi e si rifugiò in un nuovo abbraccio fra le braccia sicure di Ezio. Ma, mentre cingeva il corpo di suo padre con la mano destra, con la sinistra cercò -senza voltarsi- di raggiungere Marco, sperando lui fosse rimasto a pochi centimetri da lei. Marco vide quel braccio e teneramente si avvicinò facendosi trovare. Stefania lo tirò a sé, con convinzione ma dolcemente, in modo che anche il suo amato potesse riunirsi in quell’abbraccio. Il ragazzo accettò, sebbene con un po’ di  titubanza, soprattutto a causa del rapporto particolare che si era venuto a creare con Ezio.
Ma fu proprio Ezio, intuendo l’imbarazzo di Marco, che sciolse quell’abbraccio chiedendo ai due di sedersi insieme a lui, annunciando loro che aveva delle novità molto importanti da comunicare. Stefania guardò suo papà con aria interrogativa e anche Marco adesso cominciava a preoccuparsi del comportamento di Ezio.
Si sedettero sulla panchina che Stefania aveva scelto 9 giorni prima per aspettare Marco, anziché farsi aspettare da lui, giungendo di fronte alla chiesa di don Saverio prima delle sette di sera. Ovviamente lo stato d’animo oggi non era lo stesso di quel giorno, ma Stefania intuiva che suo padre stava per rivelarle qualcosa decisamente poco piacevole.
Ezio, cercando di fare chiarezza nella sua mente, pensava al modo meno doloroso per spiegare alla figlia cosa era successo a Gloria; decise che Stefania doveva leggere la lettera di sua madre.
L’aveva riposta nella tasca del cappotto e la estrasse per porgerla alla figlia. Stefania aveva gli occhi sbarrati per l’incredulità data da quei gesti del padre; vedeva che lui tremava mentre cercava di consegnarle quel foglio che aveva letto non meno di dieci volte nelle ultime 2 ore. La ragazza non riusciva a dire neppure una parola e, notando che Ezio aveva ricominciato a piangere, cercò disperata lo sguardo di Marco, speranzosa di trovarci la consolazione necessaria per non seguire suo padre in un nuovo pianto. Marco, che era seduto alla sua sinistra, le si avvicinò, cingendo i suoi fianchi con il braccio destro per infonderle una sicurezza che lui stesso non sentiva affatto. Ma sentiva il peso di quello che stava accadendo e capì che la sua dolce Stefania necessitava del suo incoraggiamento.
Lei, dopo aver sentito il battito del cuore di Marco battere forte mentre le si avvicinava, allungò la mano per afferrare la lettera e si accorse che le sue mani tremavano più di quelle di suo papà. Avrebbe voluto chiedere tante cose ma aveva capito che solo dopo averla letta, avrebbe -forse- capito cosa era accaduto a sua mamma.
Non era arrivata alla seconda riga quando le lacrime cominciarono copiose a solcare le sue guance, inondando i suoi occhi che non riuscivano più a distinguere quelle parole vergate da Gloria quello stesso pomeriggio. Ezio avrebbe voluto soccorrere sua figlia, aiutandola a proseguire nella lettura, ma Marco -intuendo che nemmeno lui sarebbe stato in grado di parlare a causa di quel pianto disperato- protese dolcemente la sua mano per afferrare la lettera e Stefania, comprendendo la delicatezza di quel gesto, gliela porse, girandosi verso di lui per ringraziarlo con uno sguardo. Marco dovette dar fondo a tutta la sua forza emotiva per non unirsi a quel duo singhiozzante, dopo aver incrociato gli occhi tristissimi della sua amata.
Ma cercò e trovò il coraggio necessario per leggere, finalmente, quelle righe.
Quando arrivò al punto della lettera che aveva scosso Ezio, spingendolo a scappare da casa Cattaneo per raggiungere Gloria, Marco rallentò, respirando con difficoltà, avendo anche lui intuito come quelle parole avessero un senso adesso, paragonandole a quelle che aveva sentito al telefono qualche ora prima. Stefania capì che Irene non aveva mantenuto la promessa fattale 3 giorni prima, quando le aveva giurato che tutto quello che la sua sorellina le stava per rivelare doveva assolutamente restare segreto. Ma non riusciva a pensare ad un tradimento da parte di Irene; sapeva che il suo gesto era dettato dall’amore provato per la sua migliore amica e per l’ingiustizia che sarebbe potuta capitare se avesse permesso a Gemma di proseguire con il suo vile ricatto.
“Papà! Ma questa lettera te l’ha consegnata Mamma? Quando? Che le hai detto quando l’hai letta? E lei adesso dov’è?”
Stefania parlava a ruota libera, senza quasi riuscire a respirare, e solo dopo aver chiesto dove fosse in quel momento la sua mamma, notò che suo papà, provando ad asciugarsi le lacrime, le disse che Gloria era rinchiusa nella caserma dei carabinieri e lì avrebbe trascorso la notte, prima di essere trasferita -il giorno seguente- al carcere di San Vittore. Ezio proseguì:
“Ho raggiunto Gloria mentre era in magazzino, al Paradiso. L’ho trovata mentre parlava al telefono con Marco -Stefania in quel preciso momento si voltò per guardare il suo ragazzo con fare interrogativo- e io sono stato così poco intuitivo da non capire il significato delle parole che mi ha detto subito dopo la telefonata. Mi ha chiesto di stare vicino a te perché ne avresti avuto bisogno, e io le ho risposto che certamente ti sarei stato vicino, Stefania. E le ho detto che però adesso, finalmente, tu avresti avuto nuovamente anche una mamma che ti sarebbe stata vicino da oggi in poi. Pensando al caso che ci aveva permesso di trovarci a parlare del tuo primo amore, ci siamo abbracciati e poi io sono tornato a casa permettendole di continuare a prepararsi per il matrimonio. Sicuramente proprio in quel frangente lei è riuscita ad infilarmi la lettera nella tasca del cappotto. Mi sono accorto solo dopo essere entrato in casa e, dopo le prime righe ho capito che Gloria aveva deciso di fare un gesto estremo che l’avrebbe privata della libertà. Ma questa volta non mi sono sentito abbandonato come quindici anni fa; e ho capito che non stava abbandonando nemmeno te. Quelle righe dimostrano, senza ombra di dubbio, che la tua meravigliosa mamma si è  -ancora una volta- immolata per salvarci, rinunciando a tutto e sacrificando la sua libertà.
L’unica cosa che non ho capito è cosa l’abbia spinta a far ciò.
Marco era più allibito e incredulo di Ezio e Stefania, sebbene a fatica, fra i singhiozzi riuscì a dir loro tutta la verità sul ricatto di Gemma. Ormai non aveva più senso tacere, visto che Gloria aveva in pratica annullato il rischio di essere denunciata.
Ezio tremava mentre ascoltava tutta la verità che Stefania gli stava rivelando; Marco, sentendo quel racconto, cominciava a rendersi conto che razza di persona folle e cattiva avesse frequentato fino a poche settimane prima. A questo punto Ezio volle spiegare a Stefania e Marco come Gemma avesse scoperto non solo la vera identità di Gloria, ma anche il motivo per il quale era dovuta scappare all’estero, abbandonando sua figlia e suo marito.
Stefania e Marco quasi all’unisono pensarono alla registrazione del nominativo di Gemma in emeroteca; ecco qual’era il vero motivo. Altro che informarsi sui suoi avversari nel campo dell’equitazione! Stefania sapeva che Gemma era a conoscenza di tutta la storia; glielo aveva rivelato lei stessa il giorno in cui Stefania era rientrata al Paradiso dopo essersi rifugiata in foresteria, a Villa Guarnieri, ospite di Marco.
Ma mai avrebbe immaginato che quella che lei aveva cercato fin dai primi giorni di trattare come una sorella acquisita sarebbe arrivata a perpetrare tanta malvagità. È vero; lei stessa aveva subito il pessimo trattamento riservatole da quella pseudo sorella e aveva sopportato tutto in silenzio per non mettere suo papà in difficoltà con quella che Ezio stava eleggendo a nuova famiglia.
Ezio si vergognava mentre raccontava di tutte le volte nella quali non solo Gemma ma anche Veronica avevano mostrato un comportamento pessimo nei confronti di Stefania, ma anche nei confronti suoi e in quelli di Gloria. E raccontò anche di quando Veronica, approfittando di quanto aveva svelato Stefania in occasione del non-compleanno di Gloria, si fosse introdotta in casa di quest’ultima, dopo aver sottratto le chiavi del suo appartamento dal cassetto della scrivania del Signor Ferraris. Stefania non poteva credere a quelle parole! Pensò che l’aveva addirittura difesa quando Irene aveva sottolineato che non è certo facile abituarsi ad una donna che prova a sostituire una mamma che non c’è più. E Marco ricordò, fra le altre cose, con quale tono di sfida, quella vipera lo aveva affrontato il giorno in cui lui si era recato a casa Colombo per scusarsi con lei ed Ezio per la rottura del fidanzamento con Gemma.
“Papà, voglio andare a trovare Mamma. Ho bisogno di vederla e di chiederle perdono. Ti prego portaci da lei!”
Ezio rispose che non era possibile, raccontando quello che il comandante della caserma dei carabinieri gli aveva detto poco prima. Marco si intromise in quel discorso, scusandosi per averlo fatto, e chiedendo ad Ezio se il comandante fosse un certo Rossetti. Lui, dopo averci pensato pochi secondi, stava per rispondergli che non conosceva il cognome del militare ma subito  pensò che, sebbene distrattamente, quando era entrato nel suo ufficio, aveva letto proprio quel cognome -Rossetti- sulla targhetta posta sulla porta dell’ufficio.
Marco afferrò la mano di Stefania e disse ad Ezio che lui conosceva molto bene il Rossetti e non solo a causa del suo lavoro di giornalista; il comandante della caserma era stato più volte ospite al circolo di Milano e lì aveva conosciuto e simpatizzato con la famiglia Guarnieri e la contessa di Sant’Erasmo.
“Il maresciallo Rossetti conosce me e mio fratello da oltre dieci anni e- vista la disponibilità e tutti i favori che ha sempre ricevuto da mio zio Umberto- non so quante volte abbia offerto a me e Tancredi il suo aiuto se e quando ne avremmo avuto bisogno. Beh, se non è un’emergenza questa!! Oggi sarà la prima volta che approfitterò della sua offerta. Andiamo immediatamente in caserma”.
Ezio, sebbene temesse una reazione negativa del Rossetti, si fidò senza indugi di ciò che Marco aveva appena detto loro e, speranzoso del fatto che avrebbe sicuramente rivisto Gloria entro pochi minuti, invitò i ragazzi a seguirlo.
Stefania abbracciò Marco con tutta la forza che le era rimasta e lo ringraziò stampandogli un bacio sulle labbra.
Marco afferrò la mano della sua ragazza e insieme si diressero verso la Triumph, parcheggiata poco lontano. Raggiunsero Ezio e si accodarono alla sua Fiat per seguirlo fino alla caserma.
Arrivarono dopo pochi minuti che, comunque, sembrarono interminabili.
Scesero dalle loro auto ed entrarono in caserma. Il piantone riconobbe Ezio e mentre salutava il trio, stava per chiedergli come mai fosse tornato lì, quando Marco lo interruppe, si presentò e chiese di poter parlare con il comandante. Il militare invitò i tre ad accomodarsi nella sala d’attesa e si avviò a passo deciso verso l’ufficio di Rossetti. Bussò e, non appena il superiore lo invitò ad entrare, aprì la porta e avvisò il maresciallo che il Signor Sant’Erasmo, che era appena arrivato in caserma insieme al Sig. Colombo e ad una ragazza, desiderava conferire con lui con urgenza. Il cognome altisonante di Marco fece sobbalzare il Rossetti, che ordinò al piantone di introdurre subito i tre nel suo ufficio. Si alzò dalla sua poltrona e si avvicinò a Marco per salutarlo con un gran sorriso e riconobbe Ezio. Salutò anche lui e Stefania e prima ancora che li invitasse a spiegargli il motivo della loro visita, Marco -un po’ trafelato- disse al maresciallo che erano lì per la Signora Morelli/Colombo. Non permise a Rossetti di replicare, chiedendogli con estremo garbo, di permettere loro di vederla; se non a tutti e tre insieme, almeno a Stefania ed Ezio. Rossetti non era uso ad infrangere le regole, ma conosceva bene la famiglia Sant’Erasmo e sapeva non solo che Marco era un uomo affidabile e serio, ma si rese subito conto, osservando gli occhi gonfi dal pianto degli altri due, che la richiesta poteva essere accettata senza problemi e senza traumi per il protocollo della caserma.
Lui stesso scortò i tre verso la cella dove si trovava Gloria e, dopo averla aperta, assicurò loro che potevano trattenersi per tutto il tempo che avrebbero ritenuto necessario.
Marco strinse calorosamente la mano del maresciallo e concesse a Stefania ed Ezio di entrare per primi in quella stanza. Stefania non aveva proferito una sola parola dal suo ingresso in caserma e aveva guardato e ascoltato Marco che conversava con il  Rossetti con un misto di ammirazione e stupore. Gloria, che era intenta a scrivere qualcosa su un foglio, seduta su una sedia e appoggiata ad un tavolino, dava le spalle alla porta della cella. Sentendo il rumore del chiavistello che apriva la porta si voltò pensando che stessero servendo la cena; e quasi cadde da quella sedia, quando riconobbe il volto di Stefania, seguito da quello di Ezio e di Marco.
Era come impietrita, ma Stefania non le diede il tempo di riaversi che -in pratica- si tuffò su di lei in un abbraccio intensissimo che quasi non le lasciava possibilità di respirare.
Nessuno disse niente per qualche minuto, perché in realtà ogni parola era inutile in quel momento e in quel posto.
Tutti e quattro sapevano ormai la verità e non serviva a nessuno spiegare ciò che stava accadendo in quel preciso istante.
Le lacrime stavolta sgorgarono dagli occhi di tutti, compreso Marco che, con uno sguardo intenso ma senza dire nulla, ringraziò Gloria per averlo spinto -con la telefonata di quel pomeriggio- a seguire il proprio cuore e a saper riconoscere la strada giusta da percorrere quando si sarebbe trovato davanti ad un bivio.
Stefania non riusciva ancora a staccarsi dall’abbraccio con la sua dolcissima mamma, che ricambiava mentre ancora incredula per quella visita inaspettata, cercava di capire cosa sarebbe successo dopo. In realtà quelle presenze, soprattutto quella di sua figlia e di suo marito, le facevano pensare che sarebbe stato difficile vederli andar via, quando la visita sarebbe terminata, ma volle comunque godersi il momento felice e inatteso che stava vivendo.
Marco fu il primo a spezzare quel muro di silenzio, sebbene anche lui faticava a trattenere l’emozione e le lacrime. Dentro di sé era furioso e pensava che tutta quella situazione poteva essere evitata se Gemma non avesse crudelmente escogitato questo orrendo piano che stava causando del male a tutti loro, senza guardare in faccia nessuno e questa cosa lo spaventava soprattutto perché si trattava della stessa persona con la quale stava programmando un futuro insieme solo poche settimane prima.
“La ringrazio di cuore, Gloria. Per avermi aiutato ad aprire gli occhi instillandomi il dubbio che il comportamento di Stefania non fosse volontario. Ora che vedo lei qui capisco ancora di più il suo sacrificio e -mi creda- la ammiro profondamente. Vorrei solo aggiungere che, per quanto la situazione non sia delle migliori, mi piacerebbe promettere a lei, a Stefania e al Sig. Ezio il mio impegno per aiutarla a venire fuori da tutta questa brutta storia”.
Le strinse le mani con affetto e gratitudine e fece un passo indietro per permettere a Stefania ed Ezio di stare vicini a Gloria. La ragazza fu la prima a parlare, mentre si avvicinava alla madre per prenderle le mani come aveva fatto Marco pochi istanti prima.
“Irene?” Fu la sola parola che pronunciò, con uno sguardo che mostrava enorme dolore ma non rimprovero nei confronti della sua amica del cuore; sicuramente si sarebbe comportata così anche lei, se si fosse trovata in quella situazione e non poteva certo biasimarla.
Gloria annuì per farle capire che Irene era davvero la sorella maggiore che Stefania aveva scelto per amore e le disse:
“Non aveva scelta; l’ho praticamente obbligata a dirmi tutta la verità e -per quanto suoni male questa frase- sono felice che abbia tradito la tua fiducia, almeno in questo caso.”
Stefania fece un gesto che fino a quella stessa mattina era solita fare Gloria nei suoi confronti. Allungò la sua mano per fare una carezza al volto della mamma che, nonostante l’assurda e dolorosa situazione, appariva ai suoi occhi serena e consapevole della sua scelta.
Gloria afferrò la mano che le carezzava il viso con tanta dolcezza e le due si riabbracciarono forte come a suggellare, ancora una volta, il loro ritrovato amore filiale/materno.
Ezio si avvicinò alle sue donne con un sorriso spento; il suo viso mostrava la fatica, soprattutto emotiva, che quel lunghissimo giorno gli aveva riservato. Ma non si sentiva stanco, anzi. Era finalmente pronto a lottare con tutte le sue forze per ristabilire la giustizia e affermare il suo amore e la sua incrollabile fede in quella donna straordinaria che negli ultimi 15 anni aveva sofferto quanto e più di loro.
“Non credevo di poterti rivedere già stasera e in compagnia di Stefania e Marco poi. Ma sono felice soprattutto per te, perché puoi sentire il nostro amore e capire che, a dispetto di tutto e tutti, siamo ancora una famiglia.”
All’udire quest’ultima parola, Stefania e Gloria si voltarono insieme verso Ezio con un sorriso umido che fece risplendere di luce quella squallida cella. Ezio riprese:
“E voglio ringraziare Marco, davanti a voi, per ciò che ha fatto e sta facendo per noi. Per l’amore che lui e Stefania stanno vivendo e che sta cercando di farsi spazio anche in mezzo a tutte le difficoltà che conosciamo. Grazie davvero di cuore, Marco”.
Il ragazzo arrossì e ringraziò a sua volta Ezio. Marco aveva vissuto tanti momenti, soprattutto in quegli ultimi giorni, nei quali si sentiva “di troppo”, ma finalmente cominciava, adesso, in quello spazio angusto, a sentirsi nel posto giusto, in mezzo alle persone con le quali voleva essere e con le quali voleva condividere tutta la sua vita. Sentiva che loro 4 era una vera famiglia, forte abbastanza per poter affrontare tutto e tutti, senza paura e senza vergogna.
   
 
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