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Autore: AlysSilver    26/05/2023    0 recensioni
[Già più di 11.2k letture su Wattpad e un sequel, Inazuma Eleven Beyond The Horizon, già pubblicato su entrambe le piattaforme]
Sono passati molti anni dopo la vittoria della leggendaria Inazuma Japan guidata da Mark Evans. I suoi membri sono diventati adulti, genitori e alcuni di loro hanno persino abbandonato il mondo del calcio. Ora tocca ad un'altra generazione difendere l'amato sport dopo quella di Arion.
Genere: Avventura, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Axel/Shuuya, Caleb/Akio, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Shawn/Shirou, Shuu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo corsi al bus ad una velocità impressionate per aver appena finito di giocare la finale più lunga nella storia del campionato giovanile. Mi scappò una risata vedendo papà praticamente in iperventilazione, per un attimo sembrava lui quello che stava per partorire. Lo capivo infondo, era in ansia per la mamma e il fatto che alla data prevista del parto mancassero svariati giorni e che la sua ostetrica fosse in vacanza lo agitavano persino di più. Come se non bastasse, il centro sportivo distava venti minuti e solo gli dèi sapevano quante cose potessero accadere in una sala parto nell'arco di così poco tempo. Che entrambi gli zii fossero con lei mi confortava, almeno aveva vicino due persone che le volevano bene e che conosceva, poi zia Alyxia era un luminare nel campo della maternità. Se fossi stata al posto suo, non avrei voluto nessun altro accanto. Inconsciamente mi ritrovai a recitare una preghiera, nella speranza che tutto andasse per il verso giusto. Eravamo riusciti a proteggere il calcio, lei doveva stare bene per forza. Sentii improvvisamente due mani stringere le mie facendomi sussultare. Riaprii gli occhi e notai Sirius a poca distanza sorridermi.

-Puoi stare tranquilla, mia madre è con lei. Sarà una persona un po' sbadata a volte, ma quando è a lavoro è la migliore. Finché saranno insieme andrà tutto senza dubbio a meraviglia.

-Se vuoi farti una risata per distrarti puoi pensare invece che zio Jude è lì con loro e sarà sicuramente nel panico più totale.- La voce di Ethan riempì lo spazio intorno a noi squillante. Alzammo entrambi un sopracciglio confusi. -Si fa prendere dal panico in certe situazioni, lo sapete meglio di me. Non fate i finti tonti. Esattamente come il moro qui anche lui fatica nelle situazioni dove non ha il controllo di ogni cosa e lasciatevelo dire questo è decisamente il caso.

-Non posso dargli torto e personalmente non vedo l'ora di vedere il mio vecchio in quelle condizioni.

-Sei un figlio terribile.

-Nah, solo terribilmente sadico.

-In poche parole, la sua versione in miniatura. Ad ogni modo, Ella pronta a diventare una sorella maggiore? Già studiato un videotutorial su come cambiare i pannolini? Se non lo hai ancora fatto ti consiglio di farlo subito, massimo entro domani ti servirà sicuramente.

-Mi dispiace per te Eth, ma il consiglio di casa Evans ha deciso all'unanimità che l'onore del primo pannolino sporco di cacca toccherà a te.- L'espressione che si era andata a creare sul suo volto era stata una goduria assoluta, in un misto tra panico assoluto ed orrore. Lo sapevo che si stava già immaginando ricoperto di sterco dalla testa ai piedi, ne ero certa. -Dai ti sto prendendo in giro deficiente.

-Grazie agli dèi!- Non mi ero accorta di quanto velocemente quello scambio di chiacchiere avesse fatto passare il viaggio e in un men che non si dica ci eravamo ritrovati a correre fuori dal pulmino come dei disperati, disturbando la quiete di un povero ospedale.

Evitato l'omicidio di una receptionist lenta come una lumaca e trovata finalmente la stanza, le urla che ne fuoriuscivano non facevano sperare nulla di buono. Per quale motivo le donne dovevano affrontare un dolore simile, non ero sicura di voler avere figli se significava tutto quello. Potevamo sempre prendere un cane, no? Stessa cosa alla fine, almeno speravo. Papà arrivò quasi alla soglia della porta prima di arrestarsi di scatto.

-Oddio, non so se ce la faccio. L'ultima volta stavo per svenire, se Gabriella ci avesse messo solo un minuto in più sarei collassato a terra.- Aveva iniziato a borbottare tra sé e sé, sotto i nostri sguardi confusi. Certo che a volte sapeva essere proprio un fifone per quanto tenero. Per fortuna il cielo aveva voluto che zio Axel, ricevuta immediatamente la notizia e guidando una Ferrari, a differenza del nostro mezzo di trasporto con poca potenza nel motore, riuscisse a giungere qui prima di noi e perciò potesse prendere in mano la situazione. Considerando poi che il solito razionale e responsabile del trio stava svalvolando dentro la stanza in quel momento. Prima che avessi il tempo di realizzarlo, aveva già colpito mio padre con una cinquina in pieno volto.

-Mark riprenditi, non è il momento di lasciarsi andare. Tuo figlio sta per nascere e ha bisogno di suo padre ora, proprio come ne ha Nelly. Vuoi davvero che quella poverina soffra le pene dell'inferno da sola? È come quando siamo in campo, stiamo giocando la finale di campionato e mancano pochi minuti alla fine. Non si può mollare a questo punto non credi? Non sei tu quello che dice che la dea della vittoria sorride solo a chi lotta fino alla fine per conquistarla? Ora entra lì dentro e porta a casa questa partita!- Indicò fermamente la direzione, pronto a non indietreggiare nemmeno di un millimetro. In un movimento quasi impercettibile le spalle di papà si sollevarono, segno che aveva preso un bel respiro.

-Hai ragione. Non mi sono mai arreso in vita mia dovrei farlo adesso forse?- Eccolo lì, il sorriso alla Evans, il suo marchio di fabbrica. Senza esitare oltre spalancò la porta ed urlò: -Eccomi tesoro sono qui!- Il susseguirsi degli eventi successivi non mi era molto chiaro, forse per l'agitazione e la paura che qualcosa potesse andare storto. Eppure, quando alle 12 in punto di quel 6 settembre 2037 il suono di quel primo vagito mi giunse all'orecchio, tutto scomparve e rimase solamente una gioia incommensurabile.

-È nato?- Chiese prontamente Ethan al padre, il quale aveva un’espressione beata.

-Presumo di sì.- L'eccitazione sul volto di tutta la squadra era perfettamente visibile, quasi come se il premio che ci avevano consegnato solamente pochi minuti fa in confronto non fosse nulla. Mi avvicinai alla camera correndo e cercai di entrare. Non vedevo l'ora di conoscere il mio fratellino.

-Signorina non dovrebbe irrompere così senza permesso.- Mi sgridò l'infermiera.

-Scusi è che ...

-La lasci stare, ha fatto benissimo. Su Ella vieni qui, Iridio ti sta spettando.- La voce di mia madre era bassa a causa delle urla, però anche spettinata e sudata come dopo un allenamento era sempre bellissima. Seduto vicino a lei c'era papà che guardava fisso il minuscolo esserino che aveva in braccio, mentre zio Jude era in piedi vicino alla finestra scompigliato nemmeno avesse appena partorito lui. Si era persino tolto gli occhiali ed era decisamente rosso in viso. Il fagottino racchiuso in una piccola copertina blu aveva gli occhi chiusi, però agitava le braccine allegro. Aveva i capelli più chiari dei miei, lo stesso marrone rossiccio della mamma, però i tratti erano un misto perfetto tra entrambi i nostri genitori. Mi chiesi da chi avrebbe ereditato gli occhi, ma era ancora presto per scoprirlo. Allungai la mano delicata, avevo quasi paura che si rompesse in mille pezzi come una bambola di porcellana.

-È bellissimo. Oddio, sto per piangere.

-Amore, perché non lo prendi in braccio?

-No, non ho idea di come si faccia e potrei farlo cadere.

-Ti assicuro che se c'è riuscito questo qui, possono riuscirci tutti.- Papà mise un finto broncio.

-Ma se ero più bravo di te con lei.

-Ti piacerebbe. Su forza Ella avvicinati.- Titubante lo presi, cercando il più possibile di farlo stare comodo. Avevo letto un libro e visto vari video su Internet su questo tema, volevo essere documentata e speravo davvero mi tornassero utili. Era davvero perfetto. Stavo per dire qualcosa, ma un'espressione di dolore comparve sul volto di mami e non sembrava intenzionata ad andarsene. Non ero stata l'unica ad accorgersene immediatamente.

-Tutto bene, che succede? Alyxia!- Si sedette su uno sgabello ai piedi del letto, mentre ogni presente nella stanza la guardava preoccupato.

-Nelly per favore apri le gambe, devo controllare una cosa.- Con il respiro affannato e la mano che stringeva quella del marito quasi a stritolarla eseguì la richiesta. -Gabriella per favore esci, porta con te anche il bambino.

-Cosa? Perché che succede zia?

-Il parto non è finito, c'è un gemello!

E così mi ritrovai sbattuta fuori con un pargoletto in braccio, con le urla che nuovamente si propagavano per il corridoio. Nella confusione più totale, assalita dai miei compagni che volevano sapere cosa fosse successo, mi ripresi solamente quando sentii il braccio del piccolino toccarmi. Zio Axel mi si avvicinò prontamente e dolcemente mi domandò cosa fosse successo.

-C'è... c'è un secondo bambino.

-Cosa?- Un suono terribilmente acuto uscì dalla sua bocca. Si schiarì la gola. -Scusate. Ok, Mark si è davvero impegnato questa volta.- Il figlio lo guardò confuso, con uno sguardo di chi si stava chiedendo cosa diamine stesse dicendo. -Sono in panico anch'io.

-Vuoi vedere Iridio? Aiuta parecchio a calmarsi. Ragazzi se volete avvicinatevi anche voi, però piano e non troppo.- Si disposero in modo più ordinato di quanto mi aspettassi, attenti a permettere persino ai più bassi una buona visuale.

-È un amore! I miei fratelli erano molto più brutti da piccoli.

-Emma!

-Che volete è vero.- Scoppiammo a ridere collettivamente e per un istante riuscì a distrarmi dal caos che stava accadendo alle mie spalle.

-Allora come ci si sente ad essere una sorella maggiore?- Genesis mi rivolse un sorriso tranquillo, anche il suo temperamento indomabile doveva cedere alle emozioni incredibili della giornata.

-Bene, credo. Non ho ancora avuto effettivamente il tempo di fare danni però.

-Sono certo che non ne farai nessuno nemmeno in futuro.- Sirius mi accarezzò la schiena in segno di affetto, ero felice del cambio di rapporto tra noi due, speravo solo di riuscire a gestirlo. Avevo molta paura di finire con il rovinare tutto e non me lo sarei mai perdonata. Scorsi l'orologio che faceva capolino dietro la sua testa, erano già passati cinque minuti, quanto ancora avremmo dovuto aspettare? La risposta arrivò molto prima del previsto per fortuna. L'infermiera lasciò la camera solo un minuto più tardi, comunicando sia a me che ad Axel che saremmo potuti entrare. Papà piangendo stringeva il secondo fagottino al petto, mentre mamma stanca li osservava felice.

-Sono identici, omozigoti.- La voce di Alyxia mi ricordò che non eravamo soli, facendomi riprendere dal momento di estasi. Ad essa seguì quella del nostro regista, che facendo capolino con la testa sulla soglia chiese:

-Vi fa piacere se attivo la telecamera e registro un po' in giro? Così da avere dei ricordi da riguardare.

-È un bel pensiero, grazie Sir.- Rispose gentile l'ex portiere e ben presto la videocamera incominciò a svolazzare in giro. Mi avvicinai all’uomo così da riunire i gemelli, avevano ragione erano proprio uguali, due gocce d'acqua.

-Già scelto il secondo nome?

-Sì.

-Questa risposta in coro mi preoccupa e non poco. Pensavo mi avreste detto che non avevate deciso nulla essendo una sorpresa.

-Avevamo un nome con cui eravamo indecisi per Iridio; perciò, abbiamo pensato di darlo a questa sorpresa inaspettata.

-Sarebbe?

-Volevamo qualcosa della nostra tradizione, perciò Enmei, che vuol dire proprio colui che da sostegno alla vita.- Confutò la donna.

-A questo punto, Iridio, Enmei, benvenuti in questa folle famiglia. Da noi non ci si annoia mai ve lo posso assicurare, ma soprattutto, nonostante i disastri che siamo nel nostro piccolo, siete nati in un luogo pieno di amore e di persone che tengono infinitamente a voi. Non dimenticatelo mai.

-Ella.

-Che fai ricominci a piangere? L'età ti ha proprio rincretinito Evans.

-Zitto un po' Sharp, come se tu e quell'altro non aveste gli occhi lucidi. Guardate che vi vedo!

-Questo perché mio marito fa tanto il duro, però in realtà è un tenerone.

-Alyxia!- L'ambiente si riempì di risate contagiose, che mi fecero sorgere un dilemma.

-Zia posso farti una domanda?

-Certo tesoro dimmi pure.

-Ma perché non si sono accorti prima del secondo? Insomma, non si dovrebbe vedere?

-Personalmente avevo il dubbio, ma si è verificata una condizione molto particolare che ha impedito di capirlo. I gemelli erano posizionati così che Iridio coprisse perfettamente il suo fratellino e nessuno poteva rendersene conto.

-Naturalmente il caso su un milione dovevo essere io, ti pareva. Ora chi dorme più con due neonati.- Sbiancai.

-È troppo tardi per chiedere asilo politico?- Papà con dei riflessi pericolosamente felini aggiunse:

-Sappi che da oggi in poi ogni volta che vai a dormire da loro ti voglio almeno a tre stanze di distanza da Sirius, al massimo ci deve essere anche Ethan tra di voi.- I miei zii si scambiarono uno sguardo confusi.

-Temo che andando in sala parto ci siamo persi un passaggio fondamentale.- S'intromise zio Jude decisamente confuso.

-Siamo sempre più vicini al diventare parenti, ecco cosa succede. Ella e Sir si sono baciati, ora stanno insieme e questo è accaduto davanti ai miei occhi. Sono ancora tentato di commettere un omicidio.- Quasi in simultanea i volti mio e del ragazzo si tinsero di rosso fino alla punta delle orecchie.

-Ah.

-Dici solo questo? Ah?

-No, in realtà c'è dell'altro. Axel mi devi 1000 yen, ho vinto la scommessa.

-Scusate cosa?- Il moro estremamente confuso si rivolse agli adulti presenti.

-Io puntavo sul fatto che si sarebbe dichiarato prima Orlando, cavolo ho perso.- S’intromise il biondo del trio.

-Avete puntato dei soldi sulla nostra vita sentimentale? Ma che genitori siete?

-Aspettate che posi mio figlio e vi uccido.

-Dai Mark, non fare sempre il guastafeste, per una volta che non lo fa Jude.

-Scusate, sono dei bambinoni troppo cresciuti. Io invece sono molto contenta per voi, speravo che andasse a finire così.- Ci abbracciò dolcemente entrambi, in quel modo materno che solo poche madri erano in realtà capaci di fare. Aly era davvero incredibile. Dall'altro lato della camera, nel frattempo, l'adulto della famiglia Blaze si stava avvicinando alla porta.

-Ragazzi scusate se vi lascio, però ho una questione urgente da risolvere ora. Ci sentiamo più tardi.

-Va bene.

Pov. Axel

Placare la rabbia era qualcosa di molto difficile da fare, soprattutto per una persona come me, però in quel momento l'unica scelta sensata era lasciare che la razionalità prendesse il sopravvento. Non potevo lasciare a quella donna ancora potere su di noi, non potevo lasciarle fare di nuovo del male ad Ethan. Era strano pensare che in passato potessi averla amata talmente tanto, cosa avevo visto in lei? Perché non avevo dato ascolto alle parole di Mark, quando aveva parlato di un brutto presentimento il giorno in cui l'aveva conosciuta? Possibile che fossi talmente accecato dall'amore per non accorgermi della persona che si nascondesse sotto quell'aspetto meraviglioso? Il fatto che fosse a pochi passi da me suscitava fin troppe domande, ma allora avevo solo pochi semplici obiettivi e non vi avrei rinunciato per nulla al mondo.

-Il nostro calcio ha vinto, te lo avevo detto. Il bene batte sempre il male.

-Io sarei l'oscurità quindi?

-Per me? Per nostro figlio, o forse dovrei dire figli visto che non sapevo nulla di Prometeo? Assolutamente sì.- Improvvisamente il suo sguardo di ghiaccio parve alterarsi.

-Cosa sai tu del mio Meteo?

-Quello che c'è da sapere. Non c'è voluto molto ai miei avvocati per scoprire della sua custodia dopo che Eth mi ha avvisato, è bastato giusto il tempo di una partita. Che c'è ora non ridi più? Giusto per capire, hai abbandonato il nostro bambino per cosa? Crescerne un altro che rientrava nelle tue aspettative? Non pensavo potessi cadermi più in basso, eppure lo hai appena fatto.

-Ho semplicemente dato casa ad un ragazzo che non aveva nulla, non mi sembra una brutta idea.

-Non lo sarebbe infatti se non lo avessi usato per i tuoi esperimenti. Se avessi voluto adottarlo per crescerlo felice avresti potuto semplicemente dirmelo, lo avrei accolto a braccia aperte. A te però è sempre e solo interessata la tua brama di potere e null'altro. Per questo motivo ho deciso di inserire nei documenti per il divorzio che la custodia esclusiva sarà mia, di entrambi.

-E chi ti assicura che riuscirai finalmente ad ottenerlo? Se vuoi una separazione consenziente devi avere la mia firma.

-Quello non è un problema, sai non sei l'unica abbastanza intelligente da ideare piani complicati. Esiste solo una persona che io conosca in grado di batterti per furbizia, scaltrezza, ingegno e forse un pizzico in arroganza e per fortuna è uno dei miei migliori amici, Jude Sharp. Non gli c'è voluto molto per creare una strategia adatta alla situazione e far finire tra quella pila di documenti che firmi ogni giorno, senza nemmeno leggere, anche quelle carte.- Aprii la cartellina che avevo in mano tirando fuori una copia dell'atto. -L'originale l'ha già il mio legale. Mi dispiace, però oggi hai perso definitivamente e non solo sul campo di calcio.- L'espressione di rabbia sul suo volto era impareggiabile, persino peggiore di quando moriva d'invidia nei confronti di Nelly o Alyxia.

-Come hai osato!- Alzai le spalle, forse leggermente divertito. Esisteva forse nulla di meglio che battere qualcuno che aveva portato solo sofferenza nella tua vita?

-Sai è strano, ma alla fine non credo di odiarti, anzi. Forse mi fai solo pena. Avevi tutto e lo hai buttato via per cosa, per il potere? Vale davvero di più della famiglia e degli affetti? Se è davvero così, sono felice di non averlo mai ricercato. Sono contento di averti conosciuto solo per un motivo, perché senza di te non avrei mai avuto Ethan nella mia vita e quello è stato il regalo più grande che potessi mai farmi. Addio Luna, sei stata un'ottima avversaria almeno sul campo da calcio.- Mi voltai perso la porta, con l'intenzione di andarmene il più in fretta possibile da quella stanza. Chiudere quel capitolo della mia vita era tutto quello che mi interessava.

-Pensi davvero che sia finita con il piano di Titans? Noi siamo solo il gruppo giapponese, la vera organizzazione è un'altra e sta già muovendo i fili a livello internazionale. Siete ancora ben lontani dal salvare il vostro amato sport e stai certo che non ci riuscirete.

-Sottovaluti molto la forza di quei ragazzi, stai certa che ovunque bisognerà andare per proteggerlo, loro saranno già lì. Nessuno ci porterà via il vero calcio!

 

Ringraziamenti

Questo capitolo lo vorrei dedicare a voi cari lettori che avete deciso di leggere questa storia e vivere quest’avventura con me, seguendomi in questo percorso durato circa due anni. Vorrei ringraziarvi per questo, soprattutto per le recensioni, che sono sempre stati per me anche fonte d’ispirazione. Vorrei invitarvi per questo a commentare qui con le vostre opinioni su qualunque cosa riguardi questa storia o per pormi domande in merito, insomma ogni cosa vi passi per la testa è bene accetta. La settimana prossima inizierò a lavorare al seguito, Inazuma Eleven Beyond The Horizon, ho tante idee e non vedo l’ora di rendervi partecipi.

Un grazie di cuore,

Giulia

   
 
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