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Autore: ONLYKORINE    31/05/2023    0 recensioni
Blinny
Ginny, di nuovo single dopo la sua rottura con Harry, incontra Zabini a un ballo del Ministero, scoprendo che sta cercando proprio lei, chiedendo il suo aiuto in cambio di alcune foto che potrebbero sembrare compromettenti, anche se che non lo sono.
Blaise sta cercando la ragazza che aveva parlato con sua madre al San Mungo e quando scopre che è la Weasley e che ha bisogno del suo aiuto, pur di non chiederle nessun favore, decide di ricattarla.
Ma come giustificare agli occhi degli altri il fatto che inizino a frequentarsi così assiduamente? Beh, basterà fare finta di essere amici.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Astoria, Hannah/Neville, Pansy/Theodore, Ron/Hermione
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il ballo a Stin'sen House

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Ginny sospirò e si distese sul copriletto aprendo le braccia.
"Cosa ti metti stasera?" La rossa alzò appena le palpebre e guardò Hermione da sotto le ciglia.
"Il pigiama?" ironizzò, sospirando.
"Dai, Ginny, è un ballo del Ministero! E stasera ci sarà proprio tutto il mondo magico, pensa che viene anche Shakebolt! Mi ha promesso che parleremo della mia campagna per il C.R.E.P.A!" esclamò entusiasta.

Interessante come un vermicolo in uno stivale, pensò la rossa, ma non ebbe il coraggio di dirlo ad alta voce: non voleva offendere Hermione, anche se considerava il C.R.E.P.A una perdita di tempo. La ragazza richiuse gli occhi e girò la testa per non farsi vedere dall'amica: le piacevano i balli, ma odiava quelli del Ministero: la gente era indiscreta, spettegolava e cercava di scoprire i segreti degli altri. In pratica come a Hogwarts, però più in grande. Molto più in grande.
"A te piace andarci perché nessuno parla alle tue spalle…" la rimproverò, quando non le venne in mente un motivo sufficiente per declinare l'invito.
"Sicuramente parleranno anche alle mie spalle, ma… indovina? Non mi interessa!" Hermione ridacchiò come non aveva mai fatto neanche da ragazzina. No, a lei non interessava davvero. Forse perché su di lei si dicevano solo cose belle. Perché lei aveva salvato il mondo magico. Perché lei era una delle persone più importanti e la gente faceva a gara a mostrarsi gentile e a farle favori. Sospirò: non voleva sembrare invidiosa o ingrata, ma aver lasciato che Harry rimanesse in Romania ed essere tornata a casa ad affrontare i pettegolezzi di tutti, da sola, l'avevano un po' provata.
"Vieni anche tu, magari verranno anche Neville e Luna…" Ginny annuì, ormai convinta: la sua assenza avrebbe fatto chiacchierare molto di più della sua presenza e lei si sarebbe comunque arrabbiata a leggere le bugie che i vari giornali scandalistici avrebbero propinato ai lettori. Forse, se non avesse dato modo di parlare di sé, non avrebbero scritto niente. Almeno avrebbe visto gli altri.

 

Hermione sorrise e accarezzò i capelli dell'amica. Sapeva che aveva bisogno di distrarsi e chi lo sa, forse anche di conoscere gente nuova: la sua relazione con Harry era naufragata, ma lei doveva solo guardare avanti.
"Devi solo svagarti un po'…"
Ginny si alzò dal letto e si tolse l'accappatoio. "La mia idea di svago è differente dalla tua, mi sa… Comunque mi sono svagata la settimana scorsa, nel letto di…" iniziò, girando le spalle a Hermione e mostrando la schiena e la parte posteriore delle braccia all'amica.
"Santo Merlino!"
"Oddio, no, non proprio così tanto" disse Ginny, voltando il viso verso di lei, fraintendendo la sua esclamazione. "Non un disastro, ma niente di così eclatante, purtroppo… Era solo Richard del…"
"Lascia stare il sesso, sto parlando delle tue braccia! Che hai fatto? Sono… bordeaux, proprio rosso fuoco, molto più dei tuoi capelli!" spiegò Hermione, indicandola.

 

Ginny alzò le spalle mentre si infilava la biancheria.
"Ah, sì, mi sono scordata di mettere la lozione solare, e ieri quando abbiamo fatto l'allenamento mi sono scottata, ma non preoccuparti: sono stata al San Mungo e mi hanno curato. Guarda, in faccia sto benissimo!" disse ancora, lanciando uno sguardo alla piccola toilette che c'era in fondo al suo letto e cercando di guardarsi allo specchio.
"Sì, il tuo viso è abbronzato, ma le tue braccia…" disse ancora Hermione, scrutandola con la fronte aggrottata. "E perché solo gli avambracci sono così… rossi?" chiese ancora, avvicinandosi e prendendole una mano, e osservando la linea quasi perfettamente orizzontale che, sul bicipite, divideva la pelle chiara con cui era nata da quella abbrustolita dal sole.
"È perché indosso la T-shirt mentre faccio allenamento" spiegò. Qualcuna delle altre ragazze aveva iniziato ad arrotolarsi le maniche sulle spalle, così da abbronzarsi più uniformemente, ma lei non ci aveva pensato, né le interessava particolarmente.
"Ma si vedrà con il vestito! È senza maniche…" constatò Hermione, osservando l'abito che avrebbe dovuto indossare l'amica: era verde, di molte tonalità e di una stoffa leggera, così impalpabile al tatto da sembrare magico, ma era smanicato.
"Allora vorrà dire che non verrò!" Merlino, perché non ci aveva pensato prima? Quella era un'ottima scusa!
"No, no. Dovrei avere uno scialle. Aspetta che lo cerco."
Hermione guardò dentro la sua borsetta allargata con un incantesimo di estensione e ci infilò dentro tutto il braccio. "Uffa, ma dov'è? L'ho preso su, sono sicura…" borbottò.
"Ma non occorre, Herm…"
"Sì, ce l'ho, ce l'ho!" esclamò dopo poco, interrompendola. Hermione tirò fuori dalla borsetta uno scialle bianco di pizzo. Molto carino a dir la verità, ma non proprio nello stile di Ginny.
"Mmm…" mormorò la rossa, mentre Hermione apriva del tutto la stoffa. "Non vorrei dire, ma non ci sta molto bene…"
La riccia impugnò la bacchetta e, senza neanche parlare, incantò lo scialle che divenne nero e lucido, lo appoggiò sul vestito steso sul letto e anche Ginny dovette ammettere che faceva la sua figura.
Sospirando annuì e acconsentì ad andare al ballo.
"Dove hai detto che sarà, stavolta? A casa di chi?"

 

*

All'ennesimo 'Ti trovo bene… e Harry come sta?' Ginny pensò che avrebbe preferito farsi torturare con mille cruciatus piuttosto che rimanere un altro minuto lì. Come avrebbe voluto potersi smaterializzare a casa, ma poi chi l'avrebbe sentita sua madre e la sua fissa per il galateo magico? I coniugi Stin'sen erano una coppia bigotta ed esageratamente pomposa, se non fosse stata in compagnia della sua famiglia avrebbe volentieri suscitato un po' di clamore, solo per scandalizzarli. Il problema era che erano ben visti al Ministero e sua madre le aveva lanciato occhiate di fuoco ogni volta che aveva pensato -solo pensato!- di dire qualcosa di sconveniente. Così, con un enorme sforzo di autocontrollo, aveva sorriso e ringraziato quando l'etichetta lo richiedeva.
Per fortuna la dimora degli Stin'sen era maestosa, oltre che bella ed elegante così si guardò intorno, cercando, nell'enorme sala, un posto dove nascondersi. Così poteva dire di essere rimasta e che non l'avevano vista perché stava chiacchier… ehm… intrattenendo una conversazione interessante con qualcuno di importante. Chiunque.
Mentre ascoltava con un orecchio solo il Ministro McRiggen che spiegava a Hermione, Ron e al resto della sua famiglia, di come avesse salvato un manufatto raro da una tomba egizia che stava per cadere nelle mani di una squadra di babbani, Ginny pensò che fosse il momento buono per sparire oltre le tende del salone e vedere cosa ci fosse al di là delle colonne che fiancheggiavano la grande sala.
Mentre camminava velocemente per impedire a chiunque di fermare la sua fuga, vide il tavolo del buffet e un elfo che stava facendo apparire spuntini e dolci nei vassoi poco prima vuoti. Oh, sarebbe sicuramente passata di lì prima di nascondersi! Magari si sarebbe seduta da qualche parte a mangiucchiare qualcosa e si sarebbe anche tolta le scarpe: quei dannati sandali con il tacco erano uno strumento di tortura!
Quando arrivò davanti al tavolo adocchiò velocemente ciò che le interessava e allungando prima un braccio e poi l'altro, prese un grosso dolcetto con crema e frutta e un bicchiere di vino. Il fatto che riuscì a fare tutto senza mai fare cadere lo scialle, che le dava un bel po' di noia, né intingerlo nei vassoi e piatti da portata, la fecero sorridere e decidere di aver preso la giusta decisione. Camminò spedita verso l'unica tenda che vedeva slacciata e si intrufolò dietro, per scoprire una veranda chiusa che correva lungo tutta la lunghezza della sala, che rimaneva seminascosta agli occhi di tutti, dietro alle spesse tende allacciate. Con una smorfia, piegò un po' una gamba e poi l'altra, controllando se in quella stanza ci fosse una panchetta o un posto per sedersi ma non ne vide, forse perché era molto buio, perché alla fine sembrava il posto adatto per imboscarsi e riposare. Sospirando, si dedicò all'altro suo interesse urgente: il cibo.
Mentre addentava il dolcetto, lo scialle le cadde nell'incavo del gomito e lei si maledisse ancora per non essere rimasta a casa. Provò a dare dei colpi con il braccio, ma quel dannato scialle non ne voleva sapere di tornare al suo posto e lei non riusciva neanche a prendere la bacchetta, con le mani occupate.
"Weasley, proprio te cercavo!"
Ginny sobbalzò mentre lasciava cadere sia il dolcetto che lo scialle e si voltava verso una delle voci più fastidiose che ricordava.

 

*

 

Blaise osservava tutto il locale da dietro la colonna centrale della sala da ballo, protetto dalla tenda di velluto. Conosceva Stin'sen House abbastanza bene e sapeva da dove poter controllare la situazione senza essere visto.
Da quando aveva lasciato la casa della sua infanzia un piccolo tarlo continuava a martellargli in testa: perché sua madre aveva scritto quelle cose proprio su Ginny Weasley? Era un caso che si fossero incontrate oppure la piccola rossa aveva cattive intenzioni con la donna? Purtroppo da quando sua madre aveva iniziato ad avere problemi di concentrazione e di perdita di memoria, Blaise era diventato più protettivo nei suoi confronti e forse anche un po' paranoico.
E non aveva smesso di pensare a lei, alla Weasley. L'aveva cercata nella folla delle danze, ma non l'aveva vista, e aveva pensato che quella sera non fosse venuta, fino a quando non l'aveva notata in un gruppetto di persone che si erano fermate a parlare con McRiggen, vicino al palco dell'orchestra.
Conoscendo la fama della parlantina del Ministro, si era messo comodo, pensando che lei e la sua famiglia sarebbero stati rapiti per almeno un'ora.
Fu così con interesse e piacevole sorpresa che seguì quella piccola fiamma vestita di verde, quando la vide indietreggiare e scappare letteralmente dalla situazione: attraversò la sala diretta al tavolo del buffet e poi si incamminò velocemente nella sua direzione.
Blaise aveva spento la lampada alle sue spalle, facendo un passo indietro e lasciando quel tratto nella penombra, mentre le altre luci illuminavano lo spazio, così da poter osservare la ragazza senza farsi vedere, quando capì che avrebbe attraversato le colonne e le lunghe tende per nascondersi.
Lei non lo aveva visto, così come aveva immaginato, ed era entrata con le mani impegnate, si era guardata intorno, ma non verso di lui, e aveva addentato un dolce che stringeva delicatamente fra le dita. La sentì borbottare quando una parte del suo vestito cadde, scoprendole le spalle e lui rimase a contemplare quella piccola figura mentre si agitava: non la vedeva da Hogwarts, ma aveva visto e letto qualcosa di lei sui giornali, dopo la fine della guerra magica. Fece un passo e capì che quello che le copriva le spalle era uno scialle e che lei non riusciva a tirarlo su per rimetterlo al suo posto. Ma quello che lo incuriosì furono le sue braccia: la sua pelle era strana e cambiava colore improvvisamente in una linea diritta. Come quella volta che aveva fotografato il mare calmo in pieno giorno: un orizzonte, quasi. Quando capì che era l'abbronzatura, una strana sensazione si accoccolò dentro di lui. Lei iniziò a fare dei movimenti strani e Blaise capì che non avrebbe lasciato andare ciò che teneva in mano per prendere la bacchetta, così impugnò la sua, avvicinandosi.
La chiamò, e forse esagerò un po', perché lei si spaventò e lasciò cadere il dolce sul pavimento, schizzandogli le scarpe di crema, mentre una fragola rotolava verso di lui, e lo scialle lo seguì subito dopo, depositandosi sulla macchia sul pavimento.
"Santo Merlino, Zabini! Mi hai fatto cadere il dolcetto!" esclamò, quando lo riconobbe. Blaise rise: era divertente quasi quanto a scuola.
"Anche il tuo scialle si è rovinato" constatò, chinandosi e prendendolo con la mano, nonostante avesse la bacchetta in pugno. Purtroppo quando hai un'educazione rigida alle spalle, non riesci sempre a schivarla e spesso le cortesie vengono fuori da sole; anche per le persone che non se lo meritano.
"Vabbè, quello mica dovevo mangiarlo, posso pulirlo con un incantesimo!" mormorò sconsolata, continuando a guardare il pavimento.
Blaise si avvicinò, pulendosi le scarpe nel frattempo, e le allungò lo scialle, pensando se dovesse o meno offrirsi per andargliene a prendere un altro: decise di non farlo. No, non era proprio il caso.
"La tua abbronzatura è…" Indeciso su cosa dire, il ragazzo si fermò e lei si girò verso di lui, con la mano libera sul fianco, ignorando lo scialle che lui le porgeva, pronta a brontolare ancora. E Blaise l'avrebbe anche ascoltata se in quel momento non avesse visto la linea curva, proprio sotto la base del collo, che le segnava l'abbronzatura. Non riuscì a fermare lo sguardo che volò giù, scese sul petto e si fermò sulla scollatura, generosa, del vestito. La pelle candida spariva sotto a quel tessuto che sembrava impalpabile e lui si immaginò la ragazza a seno nudo: doveva essere una visione…
Deglutì sperando che lei non se ne accorgesse e riportò lo sguardo sul suo viso: la sua pelle era più scura che sul petto, ma sembrava comunque morbida e vellutata. Per un attimo desiderò accarezzarle una guancia con il dorso della mano, ma si trattenne: lei era sempre la ragazzina strafottente di Hogwarts, anche se ora sembrava più… interessante.
"Cos'hai da ridire sulla mia abbronzatura?" chiese allora, con cipiglio combattivo, quando lui non continuò.
Con un sospiro, come se avesse a che fare con un bambino piccolo, Blaise pulì lo scialle con la bacchetta e glielo allungò di nuovo. "È… interessante" concluse, incapace di pensare altrimenti, mentre lei prendeva l'indumento e aggrottava la fronte.

 

Ginny rimase basita più dalla sua espressione che da ciò che aveva detto. E neanche si accorse della gentilezza che lui le aveva fatto, ridandole lo scialle pulito.
"È un modo carino per insultarmi?"
"Ti sembra che abbia bisogno di carinerie per insultarti?" rispose invece lui e Ginny fu ancora più confusa.
"Ok…" disse, stringendosi al petto lo scialle che aveva in mano e guardando verso la pista da ballo sorseggiando il suo bicchiere di vino. "E perché hai detto che mi stavi cercando?" domandò subito dopo aver controllato gli altri della sua famiglia: solo Hermione si era accorta che non era più con loro e si guardava intorno furtivamente per individuarla. Ginny alzò la mano con il bicchiere quando il suo sguardo si posò verso di lei e l'amica annuì in risposta.

 

Blaise si avvicinò alle tende, praticamente l'unico accesso al loro covo, cercando di capire chi stesse salutando, quando la ragazza si voltò di scatto verso di lui: non si aspettava che fosse così vicino e sussultò quando per poco non si scontrarono. Subito dopo, lei finì velocemente il vino che le era rimasto nel bicchiere e fece un passo indietro.
"Sembra che tu abbia incontrato mia madre, ieri…" esordì, anche se era molto meno sicuro di prima di voler fare quella conversazione: non stava andando come aveva previsto e sembrava una cosa più difficile da gestire di come avesse pensato.
La Weasley, come se avesse perso interesse nei suoi confronti, fece qualche passo e tornò a guardare fuori dalle tende: ciondolava il bicchiere vuoto come se ne volesse ancora ma non fosse sicura di voler uscire da lì.
Così, per paura che tornasse verso il buffet, si avvicinò ancora a lei: gli piaceva l'idea che prima fosse stata a disagio, nel vederlo così vicino.
"Ti sbagli, Zabini. Non…"

 

Ginny iniziò a sentire caldo, nonostante il vino fosse freddo al punto giusto, o forse proprio per il vino, e sentì un brivido percorrerle la schiena e farla tremare. Poteva quasi dire di sentire goccioline di sudore freddo sulla schiena; forse si stava ammalando.
Quando Zabini si avvicinò ancora, capì che lo stava facendo apposta e non volle dargli la soddisfazione di vederla arretrare, così rimase ferma e alzò lo sguardo su di lui: erano passati tre anni da quando lui aveva finito la scuola e lei non lo aveva praticamente mai più visto, così fu sorpresa di quei piccoli cambiamenti che notò. Cose piccole e grandi; sembrava più alto: nonostante lei portasse quei tacchi che le stavano facendo malissimo, il moro la superava di un bel po' rispetto all'ultima volta che lo aveva incrociato nei corridoi di Hogwarts. E le sue spalle sembravano leggermente più ampie. Anche il suo torace, sotto la camicia immacolata, dava l'idea di essere più solido di quello di un adolescente. Non aveva niente da invidiare ai giocatori di Quidditch che lei frequentava abitualmente. Quando arrivò al suo sguardo obliquo, notò che i suoi occhi ridevano. Probabilmente di lei, così tornò a guardare la pista, ma senza staccare la mente dal suo viso: aveva una bocca bellissima, Ginny lo aveva sempre saputo, con labbra carnose e invitanti, ma ora si era fatto crescere una barbetta curata, come tutto il resto d'altronde, e lei dovette ammettere che aveva guadagnato punti su quell'aspetto.
Sicuramente era ancora un altezzoso e un arrogante, però. Quelli come lui, anche se belli, erano sempre delle persone da evitare come la Spruzzolosi.
Fu così con un po' di freddezza che gli rispose: "Ti sbagli, Zabini. Non…"
Davanti ai suoi occhi apparve un biglietto di pergamena e lei dovette spostare la sua attenzione. Non che ci fosse qualcosa di così importante da guardare sulla pista.
"Allora perché ho trovato questo?"

 

Blaise si trovò infastidito dal fatto che lei, dopo averlo osservato, si fosse girata verso la sala con quell'espressione disgustata in viso. Non che gli interessasse la piccola Weasley, su questo era certo, era solo per il fatto che non gli piaceva che qualcuno, neanche lei, non lo trovasse una visione attraente. Vabbè che a lei piaceva quel troll di Potter…
Deciso a riavere la sua attenzione, tirò fuori dalla tasca della giacca il biglietto che aveva scritto sua madre e glielo mise sotto al naso con un po' di arroganza.
La ragazza lo prese in mano e lo lesse mentalmente, mentre lui continuava a guardare il suo viso in cerca di espressioni involontarie.
Lui comunque lo aveva letto così tante volte da saperlo a memoria.

 

'La ragazza è molto carina e gentile. Le piacciono i fiori ed era interessata a ciò che dicevo. Mi ha consigliato di scrivere quello che faccio per non scordarmi niente.

Ha i capelli rossi e gli occhi profondi. Quando sorride diventa molto bella. Mi ricorda un po' la mia giovinezza.

Miss Weasley. Anche lei ha avuto un momento di perdita di memoria. Come la mia. Uguale.

Nome completo Ginevra Molly Weasley, nata nel 1981".

 

Ginny allungò di nuovo il biglietto a Zabini. "Tua madre è Mrs Madeleine?" chiese allora e vide il viso del moro annuire. "Sì, l'ho incontrata al San Mungo, ieri. Io c'ero andata per via della scottatura…" sospirò, guardandosi un avambraccio: si era scottata le braccia e il viso. Erano riusciti a guarirla facilmente, ma la sua pelle era rimasta comunque bicolore. Era stata Gwenog a insistere perché andasse al San Mungo, se fosse stato per lei, sarebbe andata a casa e si sarebbe sparsa una pozione alla calendula.
"E le hai detto di scriversi tutto quello che fa."
Non era una domanda e infatti Ginny non la interpretò come tale. "Diceva che aveva dei vuoti di memoria ma senza essere sotto incantesimo…" Alzò le spalle: le ricordava troppo il suo primo anno a Hogwarts, anche lei soffriva di vuoti di memoria, ma veniva posseduta dall'anima di Voldemort.

 

Blaise prese il biglietto che lei gli porgeva e per un attimo il suo sguardo si fermò sulla ragazza, anche se lei non lo guardava. Le disse ciò che aveva detto la madre e lei alzò le spalle in un gesto forse infantile, ma che agli occhi di Blaise divenne molto eccitante visto che il suo seno si mosse leggermente, alterando la sua normale corporatura.
Blaise pendeva dalle sue labbra, mentre la rossa spiegava quello che era successo; un po' per quello che gli stava dicendo, del fatto di sua madre, e un po' per il resto: il suo viso, il suo atteggiamento, tutto di lei gli sembrava interessante in quel momento. Però doveva rimanere concentrato! Scosse la testa, provando ad allontanare altri pensieri che non fossero quelli di ciò di cui lei stava parlando ma, subito dopo, il suo discorso venne interrotto da Draco e Theo che irruppero nel locale senza preavviso e con irruenza.

 

Ginny stava spiegando a Zabini com'era andata al San Mungo quando, senza accorgersene, venne investita da Malfoy e Nott, che la interruppero con la loro presenza ciarliera e ingombrante.
"Oh, Miss Weasley, che piacere! Come stai?" gongolò Nott, vedendola, e Ginny poté quasi notare un'occhiata di apprezzamento affettata, mischiata a tanto alcool.
"Non dire niente su mia madre!" le intimò Zabini sottovoce, stringendole un braccio con un po' di forza e uno sguardo duro e glaciale, così inaspettato che lei non riuscì a fare nient'altro che annuire.
"Theo, è la Piattola, non c'è bisogno che tu sia gentile, né tantomeno galante…" lo sgridò con un ghigno Malfoy.
"Malfoy, devo riconoscere che non sei cambiato di una virgola: infantile, stupido e arrogante come una volta!" si lasciò scappare la ragazza, sbuffando e facendo una smorfia.

 

"Oh, Wealsey, sembri un incantesimo riuscito male! Cosa ti è successo alle braccia? Ti sei scambiata con qualcuno durante la smaterializzazione?" Blaise scosse la testa alle parole di Draco, piuttosto alticcio, mentre si avvicinava alla ragazza allungando una mano per prenderle un braccio. "Oh, comunque due colpi te li darei lo stesso…" E con quelle parole la trapassò con uno sguardo lascivo. La ragazza arricciò il naso dal disgusto mentre faceva un passo indietro per non farsi neanche sfiorare da lui e Draco dovette rimanerci male, perché subito dopo l'assalì a parole. "Sempre che io mi abbassassi a toccare una come te… piccola traditrice del…" Le parole vennero a mancare al biondo perché lei aveva spiegato lo scialle per ricoprirsi e il suo gesto aveva messo in mostra il decolté che, qualunque cosa dicessero gli altri, da sempre meritava e parecchio, secondo Blaise. "Comunque immagino che ormai tu abbia le ragnatele, lì sotto, visto che Potter è via da quasi un anno…" E con una brutta risata la indicò.
A Blaise avrebbe dato fastidio il suo comportamento se non fosse stato colpito dalle sue parole.
"Potter ti ha lasciato?" chiese il moro, guardandola con interesse e la rossa si morse un labbro senza dire niente né ricambiare nessun tipo di sguardo. Ma cosa si era perso?

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****Eccomi qui! Ho pubblicato oggi perchè poi non ci sono più fino a martedì e non volevo lasciare troppo tempo fra un capitolo e l'altro (e sì, avete visto come sto cercando di 'fare la brava'? 🤭 Spero di continuare  così. Per ora buona lettura e  buone vacanze a chi  si farà questo  weekend lungo.  Baci a tutti!

   
 
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