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Autore: miamat    01/06/2023    0 recensioni
Matilde è una donna di 36 anni, forte, indipendente e single. Non ha mai sentito il bisogno di costruirsi una famiglia fino ad una sera. Comincia così la sgangherata ricerca di un donatore per coronare il suo sogno.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14 Agosto, ore 14:00 Assorta nei suoi pensieri, Matilde sta distrattamente guardando il paesaggio che velocemente cambia davanti ai suoi occhi. I viaggi in treno l’avevano sempre messa in pace col mondo. In treno si possono fare un sacco di cose, leggere un buon libro, ammirare il paesaggio, chiacchierare col vecchietto di turno a cui si è vicini per la tratta. Tante, tantissime cose che aiutano ad evadere dalla realtà, ma questa volta non ci riesce, col pensiero torna sempre lì. Anche questo mese il ciclo inevitabilmente e, ahimè, prevedibilmente è arrivato. Ci stai provando con astuzia e decisione, coerenza e dignità, questo ti va riconosciuto Matilde. Hai scelto attentamente un numero adeguato di candidati, oddio, forse meglio definirli: potenziali ed inconsapevoli donatori. Tutti spariti nel corso dei mesi, ma non ti si può biasimare cara. Te vuoi solo diventare madre, non la nuova Giovanna d’Arco votata al martirio pur di concepire un figlio. Non lo vuoi fare proprio con chiunque. Non devi rimpiangere i soggetti che hai o si sono eliminati; anzi, e qui ti prego di credermi, Darwin ti ringrazia per aver desistito e aver così evitato o, almeno, ritardato la loro riproduzione. Ci stai provando da Novembre e ancora nessun risultato. Non riesci a fartene una ragione, avevi dato per scontato di arrivare al traguardo in pochi mesi. -Colpa dei soggetti prescelti oppure è il karma che mi sta punendo per qualcosa- Generalmente, in questi casi Matilde pensa ad una sua colpa commessa in una vita passata che deve ancor oggi continuare ad espiare. Ti sei data delle regole, le hai sempre rispettate. Regola numero 1: ogni mese nel periodo fertile vedere almeno due diversi potenziali donatori. E questo è già per lei un grande sacrificio. Sopportare persone, sostenere ed assecondare inutili convenzioni sociali per raggiungere l’obiettivo. -Mi sono anche divertita, non è stata una totale perdita di tempo. Mario, ad esempio, è stato unico a modo suo. Non rimpiangerò di sicuro la farina che mi si infilava in parti dove non pensavo che potesse finire della farina...- Già, Mario il fornaio conosciuto a Novembre alla serata di musica latina. “Nel dubbio muovere il culo a ritmo di reggaeton è sempre una buona soluzione per adescare qualcuno…”, ti eri detta ed effettivamente ha funzionato alla grande. La sera in cui lo hai conosciuto stavi cercando un supporto per Sandro. Non volevi rischiare di capire chi fosse l’eventuale padre. Avevi un vestitino svolazzante bordò, adori quel colore. Mario, giovane e sorridente. Sempre solare e pronto a farle fare due risate. Incontri veloci e clandestini, non hai mai sentito la necessità di approfondire la conoscenza con lui. Quanto è durato? -4 mesi, anche troppi. Era un maschilista, uno che ti etichetta e si crede migliore di te solo perché anche se si comporta esattamente come te, lui lo può fare perché è uomo. Soggetto limitato sotto questo punto di vista. Sotto altri tutt’altra storia, ma sono una signora e non mi dilungherò…- Come se non sapessi già tutto. In contemporanea a Mario c’è stato anche Fredrich. Altra perla rara da aggiungere alla tua collezione, Matilde. -Ah, Fredrich, il mio primo svedese, per dirla tutta il primo di tutta la penisola Scandinava. Sono traguardi importanti. – Regola numero due: essere carina e coccolosa. Sempre. Per portare a casa il risultato devi saper bluffare alla perfezione. Carina, dolce, paziente, disponibile, gentile, altruista, interessata. Cosa non si fa per rimediare una, il più delle volte buona, scopata e un bel puttino. Chi è stato il più difficile da tollerare? In tutta onestà chi ha messo più a dura prova il tuo già precario e instabile equilibrio mentale? -Non saprei dire, in tutta onestà devo ammettere che gli altri, i tre oltre Mario, se la giocano al fotofinish. A modo loro sono stati tutti egualmente esasperanti. Ma non è colpa loro senza dubbio, sono io che sono particolare; o ho un’innata capacità a trovarli con un invisibile, anche per me, lanternino-. Vogliamo fare un breve sunto degli altri tre (s)fortunatamente inutili giocattolini, pardon, trombamici di questi mesi? -Fai come ti pare…- Tanto non riesci a pensare a nient’altro comunque. -Non a loro-. Si, capisco, ma è anche colpa loro, no? -Solo colpa loro. Inutili, futili, ingrati…- Ok, che ne dici se andiamo in ordine cronologico? -Adoro le cose lineari e ordinate-. Da come tieni il tuo appartamento non si direbbe… -Che fai, infierisci? Non vedi come sono distrutta e triste e fuori di me? Mi sento malissimo, una fallita, buona a nulla-. Scusa... -No, non importa. Hai detto a sufficienza. Cambiamo argomento: i miei Giocattolini, i preziosi e potenziali donatori. Sono stati tutti scelti su un’unica, fondamentale base e cruciale requisito: dovevano piacermi. Dovevano essere il mio ‘tipo’ per qualche ragione-. (…) Amilcare. Come dimenticarsi di lui. Il bell’angelo con delle soffici onde bionde per capelli e due smeraldi brillanti al posto degli occhi. Lui è quello con cui Matilde si è intrattenuta più a lungo. Tra di loro è durata 5-6 mesi. Erano stati introdotti da amici comuni anni prima; egli è la prova principe che la prima impressione è sempre quella giusta. La prima e forse anche la seconda e terza volta che lo aveva visto, infatti, non le era sembrato niente di imperdibile. Lui ti era sembrato un logorroico coglione, un radical chic che si diverte a fare il povero con i soldi di famiglia. Uno di quelli che ti si attacca stile cozza addosso sperando che tu gli dia l’osso. Ogni volta che eravate nello stesso posto era un dramma: ti vedeva e non ti lasciava più per tutta la sera. Per tua immensa sfiga una sera di quest’anno, sei stata così schiocca da cedere. Eri ubriaca vero, ma quella è stata l’inizio della tua rovina. -Già, il suo pipino mi ha fatto fare follie-. Il sesso, il tuo grande punto debole, se trovi uno bravo istintivamente ti affezioni e tendi ad abusarne. – Sai perfettamente che sono un soggetto incline alle dipendenze-. Ovviamente. In ogni caso, stavamo dicendo che quest’anno alla festa di Capodanno, a cui eravate entrambi invitati, gli hai dato un po’ troppa confidenza e dopo aver riso e scherzato tanto (ora posso dirtelo, non è mai stato lui simpatico era esclusivamente merito del tuo elevato tasso alcolico se ti è sembrato una compagnia gradevole e spiritosa) siete finiti a letto insieme. Gran sesso, ahitè. Da quel giorno le cose sono cambiate per lei, per un po’ Matilde ha mantenuto il controllo della situazione, con le sue solite regole valide per tutti gli amichetti, poi ha provato ad assecondarlo e lui, dopo poco, le ha detto addio. -Non so come sia potuto succedere. Certo, garantiva eccellenti prestazioni ma era solo quello sesso. Niente preliminari. Questo soggettone ha un timore reverenziale per la vagina e quindi non la tocca, non la lecca e la guarda appena. Senza dubbio ha delle patologie mentali serie. Forse la madre lo ha traumatizzato da piccolo con raccomandazioni inappropriate facendoli venire un complesso per gli organi genitali. C’è da dire che almeno è coerente con sé stesso, non si dedica all’autoerotismo e di conseguenza non masturba neanche le altre-. Amilcare, il germofobico. Ti ricordi dovevi farti la doccia prima e/o dopo essere stata con lui. Se ti prestava qualcosa da metterti, anche per tipo mezzo minuto, poi come gliela restituivi lui la buttava in lavatrice. Posso garantirti, se ancora non te ne sei convinta, che non hai perso proprio niente e anzi ringrazia che quel pallone gonfiato si sia rivelato un incompetente anche nel metterti incinta. Regola numero tre: non perdere il controllo. Mai. In concomitanza della fine della sua storia con Mario Matilde conobbe lo Svedese. Fredrich era bello, affascinante in maniera imbarazzante. Seppur tuttavia non proprio come ci si immagina uno svedese. Freddi è alto nella norma, di carnagione olivastra con i capelli del color della pece e gli occhi ancor più scuri. -Vabbè svedese tarocco, come Ibra. Sua madre, viene dal Sud. Mi sembra proprio che lei sia italiana o comunque con qualche legame diretto con il Mediterraneo- Già vedo che ti interessava davvero… Fredrich è un artista. Matilde lo ha conosciuto, per sbaglio, ad una serata di musica dal vivo in un’enoteca che bazzica ogni tanto. Sì, assurdo Matilde beve anche altro oltre il Gin & Tonic. -Occasionalmente- Freddi aveva fatto da subito una buona impressione su Matilde che lo aveva notato appena entrata nel locale. Non perché Fredrich sia un Dio greco; suo unico merito era di aver scelto di indossare un pullover a collo alto bianco: era un golf a trecce, per giunta di quelli pesanti. Il soggetto aveva anche azzeccato il pantalone: verde scuro. Era stato sufficiente per catalizzare l’attenzione di Matilde. La strategia seguita dalla nostra eroina per attirare l’attenzione del soggetto prescelto è molto semplice ed efficace. Simile a quella di ogni grande predatore che deve scegliere il pasto tra il gregge: selezionare il più debole o stupido, nel suo caso, anche dannatamente carino, poi avvicinarsi quanto basta per attaccare e sopraffarlo. Eccellente tattica, 10 punti a Serpeverde! Fredrich è stato quello che si è autoeliminato più velocemente. -No, Pietro è durato di meno- Davvero? -Sì, Pietro solo due mesi, Freddino tre-. Quando è così, chiedo venia e col capo cosparso di cenere vado avanti. Lo svedese era parso in un primo momento un sorprendentemente buono acquisto. Il primo dopo tanto tempo con cui le piaceva anche parlare oltre che fare sesso. Che le piaceva a modo suo. Lui è un appassionato di cinema e teatro ma quello che più le interessava era che condividevano la passione per la lettura. Gusti completamente diversi…- Gli piace la poesia, da quello dovevo capire che c’era qualcosa che non andava in lui. La poesia, come si può apprezzare la poesia?- La tua mancanza di tatto e sensibilità ti agevola e giustifica moltissimo in questo tuo limite. Il candidato per un po’ ha brillato ai suoi occhi, quasi le era dispiaciuto di usarlo senza dirgli niente, senza rivelargli la verità. Poi sì, anche lui è caduto. Il suo essere così boriosamente egocentrico. Proprio lui che l’aveva incuriosita maggiormente durante la sua performance teatrale a cui Matilde era stata invitata. Le loro serate a ripassare copioni e condividere opinioni sulle sue sceneggiature. È questo quello che lo ha rovinato ai tuoi occhi, vero? Leggere quello che scriveva e come lo scriveva. Tutta quella boria e narcisismo mal celato nella parola scritta, che rendeva impossibile la lettura consecutiva di più di due pagine da lui partorite. -E’ che dopo aver cominciato a leggere mi sono accorta gradualmente quanto parlasse di sé stesso, sempre. Tutto girava intorno a lui. Lui era più di tutti in tutto. Alla regia: unico e solo interprete di rilievo, capisci? Ha criticato Wes Craven!- E’ ancora vivo, vero? -Certamente, che domande fai?!? È un attore spiantato e un aspirante regista di talento-. Finivate sempre a parlare della sua carriera in continua ascesa e ad un soffio dalla vetta. -Già, ad un certo punto mi sono solo stufata-. Regola numero quattro: al momento opportuno darsi alla fuga. Ritirata che deve essere fatta con stile ed in maniera efficace ed efficiente. L’autoconservazione prima di tutto. Per ultimo ma non per importanza, il capolavoro indiscusso di quest’anno. Il vincitore del “Lanternino d’oro”, il più complessato dei soggetti a cui Matilde si è approcciata quest’anno. Primo posto meritato ed indiscusso. Pietro. Occhi bicolore ed una piazza in capo che fa invidia a Piazza di Spagna. Lo ha conosciuto una sera al suo jazz-bar del cuore. Lui aveva attirato l’attenzione della Cercatrice grazie ad una sua particolare e palese caratteristica, diversa da tutti gli altri. Aveva un altro fascino. Ha esercitato su di te un altro potere, forse il più letale. Egli aveva chiaramente una mente contorta e complessata, corredata da un’anima logorata per lo più da seghe mentali inutili. Cosa che lei adora, adora spasmodicamente perché anche lei è un po’ così. Sai perfettamente, e di questo te ne rendo merito, di non essere normale o meglio di essere normalmente disturbata, un soggetto tendente alla lunaticità periodica. È stato facilissimo attrarlo a te. Gli insicuri cronici sono le prede più semplici. -E’ come sparare sulla Croce Rossa…- Pietro viveva in un appartamentino carino, arredamento sufficientemente colorato. Le prime volte ti era sembrato un po’ più ‘passionale’ del solito ma per due sculaccioni di troppo nessuna si è mai lamentata, no? Mica è un male. Forse, potevi definirlo ‘bizzarro’ trovarsi per la prima volta nella vita col culo così rosso, ma di certo non ti definivi dispiaciuta da questa nuova esperienza. Poi sono arrivate le corde. La prima e la seconda volta che te lo ha proposto te glielo hai concesso perché ti eccitava, la prima più della seconda… Dalla terza in poi, lo hai trovato patologico ed inaccettabile. Quando hai realizzato che l’unica cosa che a lui davvero piaceva era averti in suo controllo e possesso sei scappata. Fuga eccezionale, una delle migliori mai attuate nella storia. Senza dubbio meno epica di quella di Andy Dufresne, ma sicuramente più veloce ed egualmente perfetta. Matilde ha cambiato numero e non è mai più andata in quel localino che faceva musica jazz dal vivo; quest’ultimo necessario sacrificio è stato per lei la perdita maggiore. Per sua immensa fortuna non lo aveva mai portato a casa sua e quindi non ha dovuto cambiare casa, cosa che sarebbe stata disposta a fare. Quando si dice che l’istinto non fallisce mai, a volte è vero. -Ok adesso che abbiamo finito il disastroso epilogo dei miei inutili candidati possiamo per piacere andare avanti e dimenticarli tutti per sempre? Grazie-. Ogni tuo desiderio è un ordine. Tanto in ogni caso non abbiamo niente da aggiungere riguardo a nessuno di loro, il nostro giudizio è netto e concorde. È per te che mi preoccupo Matilde, non stai affrontando la cosa. -Sto andando a trovare delle amiche. Non voglio pensare a quello. Fa male. Acciderbolina e se davvero non potessi rimanere incinta? Se fosse davvero troppo tardi? Ci pensi? Magari ho aspettato troppo. Dovrei cambiare il piano, avrei perso tempo inutilmente. Non lo posso accettare, non ora, non adesso. Ci penserò al mio ritorno a casa, lunedì. Lunedì è un altro giorno-. Sempre così melodrammatica. Però è la tua vita e devo accettare quello che decidi te. Ah, tra le altre cose sei arrivata in stazione. Buon fine settimana Matilde.
   
 
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