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Autore: stocklitio    06/06/2023    0 recensioni
"Ad un tratto una piccola mano dalla chiara pelle toccò la sua fin troppo grande e fin troppo bianca. Alzò immediatamente lo sguardo e si trovò dinanzi ad un cespuglio di capelli ricci castani che incorniciavano un piccolo viso sul quale apparivano grandi gli occhiali posati sul naso.
Non poteva essere vero.
Era Ofelia."
Una nuova storia con protagonisti Ofelia e Thorn, partendo da un finale alternativo di Echi in Tempesta. Cosa sarebbe accaduto se Thorn fosse riuscito a ritornare nel Dritto? E cosa accadrebbe se anche l'Altro dovesse riuscirci?
Soprattutto come si comporterebbero in un mondo in cui non si è verificata la Lacerazione?
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gaela, Ofelia, Renard, Thorn
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Salve lettori e lettrici! Chiedo venia per l'appuntamento mancato, ma eccoci qui!  I nostri due protagonisti sono pronti per le gioie del matrimonio, ma sembrerebbe che qualcuno stia per rovinare la festa. Chissà cosa accadrà. Piccola osservazione: nel capitolo descrivo in linea generale un'arca che non viene descitta nei libri, quindi è frutto della mia immaginazione, spero che vi piaccia. Come sempre fatemi sapere  cosa  ne pensate, buona lettura!"

CAPIOLO 6


Quando Thorn e Ofelia tornarono al cottage di Berenilde si accorsero che nessuno aveva notato la loro assenza, anzi i festeggiamenti erano continuati e qualcuno aveva ecceduto con l'alcol tanto da addormentarsi sui divanetti, tra quelle persone c'era Berenilde. Tuttavia appena entrati in casa non riuscirono a sgattaloiare nei piani superiori perché furono intercettati dalla madre di Ofelia che trascinò la figlia in camera per preparare la valigia per il viaggio di nozze. 
Il viaggio di nozze fu la seconda sorpresa di quella giornata, infatti mentre tornavano verso il cottage Thorn le aveva detto che aveva organizzato per loro un viaggio di nozze di 3 settimane sulle arche di Plombor e di Sidh. Ofelia fu sorpresa e un pò amareggiata dato che Thorn non l'aveva coinvolta in quella scelta per lei importante. 
"Perché non hai chiesto il mio parere?" Gli domandò quando erano quasi arrivati. La fronte di Thorn si corrugò come tutte le volte in cui cercava di dare un senso alla discussione che si stava tenendo. 
"Volevo farti una sopresa ed inoltre credo di avere una conoscenza più approfondita delle arche quindi per il 99,9% ritengo di aver scelto delle mete adeguate per questo periodo dell'anno."
"Quindi c'è un motivo per cui le hai scelte?" La curiosità prese il posto della rabbia ed Ofelia cercò di indagare come mai Thorn avesse scelto quelle due arche, ma il suo interlocutore non le diede le  risposte che desiderava, d'altro canto le riferì che sarebbero partiti l'indomani alle 6 in punto. 
Così Ofelia si ritrovò la sera tardi con la madre, la sorella e la zia a prepare in fretta e furia la valigia per il viaggio. Le 3 donne erano molto pratiche, inoltre erano state informate molto prima di Ofelia grazie a Berenilde che a causa dell'alcol si era lasciata a confidenze di vario tipo.
"Dovresti buttare questa vecchia sciarpa maleducata" borbottò la zia Roseline mentre piegava le gonne da mettere in valigia.
La sciarpa si risentì e diede un piccolo colpo sulla mano della zia che ormai aveva perso le speranze.
"Ma che fai? La stai stroppicciando, ora ci toccherà stirarla" la madre di Ofelia le tolse dalle mani la camicetta che stava piegando, o meglio aggrizzendo dato che presa dalla diatriba tra la sciarpa e la zia Roseline non si rese conto di quello che stava facendo. 
"Povero Thorn, non avrà mai più una camicia stirata per bene" disse la madre mentre cercava di riparare al pasticcio della figlia, d'altro canto Ofelia decise di ignorare i commenti della madre e domandò se effettivamente tutti i vestiti che stavano ponendo nelle valigie servissero per quel viaggio.  
"Tuo marito ha detto che farà abbastanza caldo, ma per  sicurezza ti porterai anche qualcosa di più pensante" le rispose la zia mentre cercava di chiudere una valigia stracolma di roba che sicuramente Ofelia non avrebbe usato. 
"C'è anche qualche costume" le disse Agata con un sorriso malizioso. 
"Per caso Berenilde vi ha dettto altro?" Domandò Ofelia sperando cheThorn avesse condiviso con lei i suoi piani. 
"No, ci ha parlato delle arche che visiterete e poi ha attaccato a parlare della corte a ruota libera. Quella donna quando alza il gomito parla più del caro cugino Gilberto che parlava persino con le piante" le rispose la zia Roseline. 
Per un pò le quattro donne lavorarono in silenzio, a parte qualche rimprovero per Ofelia da parte della madre o della zia Roseline, ma ad un tratto  sentirono il cigolio della porta e videro sbucare una testolina bianca, era Vittoria. 
"Signorina tu dovresti essere già a letto" disse la zia Roseline appena vide sbucare Vittoria nella stanza. Ofelia percepì che c'era qualcosa che non andava: Vittoria era visibilmente scossa, con i lunghi capelli che apparivano disordinati, gli occhi rossi e appariva più bianca del solito. 
"Vittoria tutto bene?" Le domandò accarezzando il piccolo viso.
"Devo parlare con te e cugino."
"Perché? È successo qualcosa alla mamma?"
"No, ma ho visto una cosa" disse la bambina in un sossurrro. 
Sotto lo sguardo esterefatto delle 3 donne Ofelia prese la mano di Vittoria ed andarono in corridoio.
"Cosa hai visto?" Le domandò Ofelia abbassandosi alla sua altezza.
"La signora con le tante ombre" sussurrò la bambina. 
"La signora con le tante ombre?" Domandò Ofelia cercando di capire a chi si stesse riferendo. 
"Ti assomigliava molto, ma lei aveva i capelli più scuri e dai piedi si diramavano tantissime ombre, era nella tua stanza e mi ha detto che non vuole farmi del male."
Ad Ofelia si seccò la gola. Vittoria , durante uno dei loro incontri, le aveva parlato del Rovescio e le aveva raccontato cosa era accaduto prima di arrivare lì. In particolare si era soffermato su un dettaglio, solo due persone riuscivano a  vedere "l'altro suo corpo". Una di queste era Faruk, l'altra era la Signora con gli occhiali, ossia l'Altro. Era impossile che in quel momento lei si stesse riferedo all'Altro, era impossibile. L'Altro era nel Rovescio e ci sarebbe rimasto per sempre, pertanto cercò di vagliare le varie ipotesi e le chiese se avesse già visto questa signora in passato e Vittoria le confermò che era la stessa donna che si era travestita dall'Omone Rosso e aveva viaggiato con padrino e Gaela. 
"Vieni con me" senza aspettare  risposta Ofelia prese la mano di Vittoria e la trascinò per i corridoi fino ad arrivare dinanzi alla stanza di Thorn, nella sua mente c'era solo un pensiero "E' impossibile". Bussò energeticamente alla porta e immediatamente fu sormontata dall'alta figura di Thorn. 
"C'è qualche problema?" Domandò vedendo Ofelia paonazza, inizialmente non si era accorto della piccola figura accanto alla moglie poi con aria interrogativa puntò il suo sguardo su Vittoria la quale non appariva per niente turbata  da quella vista. 
"Possiamo entrare?" Domandò Ofelia. Thorn si pose di lato e le fece passre. Una volta in camera Ofelia chiese a Vittoria di ripetere a Thorn quello che aveva detto a lei e la bambina non si fece pregare e raccontò tutto quello che aveva visto. Mentre lei parlava Ofelia scrutava con attenzione la reazione di Thorn, ma il marito aveva in viso una maschera di impassibilità. 
"Sicuramente sarà stato un sogno." Furono queste le parole che disse non appena Vittoria terminò di parlare. 
"Un sogno?" Domandò sbigottita Ofelia. 
"Si. Per come Vittoria ha descritto le circostanze dell'incontro posso affermare che la stanchezza e l'euforia del giorno l'hanno condotta a sognare questa figura. Inoltre è una figura del suo passato, recente aggiugnerei, e quindi è normale che le sia apparsa in sogno."
"Ieri notte mentre ero a letto ho visto un'ombra vicino allo specchio di camera" mormorò Ofelia.
Thorn la guardò per qualche secondo con il suo solito piglio poi disse: " Sicuramente un pò di agitazione prima delle nozze ed inoltre non avevi gli occhiali."
Ofelia era esterefatta, non si aspettava una reazione del genere da Thorn. 
"Io sono abbastanza sicura di quello che ho visto" gli disse Ofelia cercando di non far tremare la voce. 
"Ofelia, non devi preoccuparti. Non abbiamo nessun motivo per cui preoccuparci, l'Altro è nel Rovescio e il portale è chiuso" le fece notare Thorn con pacatezza. 
Dinanzi alla calma di Thorn Ofelia cedette e pensò che probabilmente si stava preoccupando per neinte, probabilmente Vittoria aveva realmente sognato e lei aveva preso un abbaglio. Decise di fidarsi, come aveva fatto in passato. 
"Probabilmente hai ragione" sospirò Ofelia. 
"Dai Vittoria, è tardi ti riaccompagno a letto. Ci vediamo domani mattina"gli disse Ofelia accarezzandogli una mano. 
"Ofelia, fidati nessuno ci farà più del male" poi stupendo Ofelia alungò una mano verso Vittoria e le accarezzò il capo. "Anche tu devi stare tranquilla, nessuno ti farà del male." Vittoria lo guardò negli occhi e anche lei decise di fidarsi. 
Ofelia accompagnò Vittoria nella sua camera, l'aiutò a mettersi a letto e le rimbocò le coperte.
"Tu ti fidi?" Le domandò Vittoria.
Ofelia ci pensò un attimo e poi rispose: "Si, anche se nel profondo sono preoccupata. Forse è vero che entrambe abbiamo preso un abbaglio, però tu ora cerca di non pensarci e dormi. Qualunque cosa accada tu sarai sempre al sicuro, te lo prometto." Le diede un bacio sul capo e andò via cercando di accantonare i pensieri negatvi che stavano facendo capolino. 
Quando tornò in camera vide con sollievo che le valigie erano pronte, così indossò la camicia da notte e si infilò sotto le coperte cercando di riposare e scacciare via il senso di paura che la stava attanagliando. Mentre si stava addormentando si rese conto che probabilmente avrebbe dovuto condividere la camera con Thorn dato che ormai erano sposati, ma ci sarebbe stato tempo e solo quel pensiero la rincuorò e riuscì ad addormentarsi. 

"Ofelia svegliati! Perchè sei in questa camera? Avresti dovuto dormire con tuo marito. Dai, è tardi!" Era la zia Roseline che la scuoteva cercando di farla svegliare. 
"Ma che ore sono?"Biascicò Ofelia. 
"Le 4:30" le rispose la zia mentre apriva le tende della finestra. 
Ofelia con gli occhi impastati di sonno allungò la mano verso il comodino cercando a tastoni gli occhiali e quando l'indossò vide che le valige erano sparite. 
"E le valigie?" Domandò. 
"Le hanno già portate in cucina. Dai, vai a fare colazione e poi vestiti. Tuo marito è già in cucina."
Come predetto dalla zia Ofelia trovò Thorn con la sua tunica di lino che usava come pigiama in cucina mentre sorseggiava del caffè e leggeva le notizie sul giornale. 
"Buongiorno" sussurò Ofelia mentre si sedeva a tavola. 
"Buongiorno" le rispose Thorn. 
Per un pò tra i due ci fu solo silenzio, poi Thorn pose il giornale e le domandò a brucia pelo: "Ti fidi al 100% di me?" Ofelia non riusciva a capire dove volesse andare a parare, poi le venne in mente il confronto della sera prima. Si mangiucchiò un pò le cuciture dei guanti e poi rispose: "Si, ma non posso negare che sono un pò preoccupata."
Thorn incassò la risposta. "L' Altro non c'è più. Tuttavia, se si dovesse ripresentare un nuovo pericolo io ti proteggerò" le disse prima di circondarla con il suo lungo corpo. 
Nell'udire quelle parole le preoccupazioni di Ofelia si dissiparono e il cuore apparve più leggero, strinse a sè Thorn e gli lasciò un bacio sulle labbra. 
"Ti aspetto in salotto tra  45 minuti"e andò via lasciando Ofelia a contemplare la sua tazza.

Quando Ofelia andò in salotto pronta per partire trovò tutti i suoi parenti ad attenderla, ognuno a modo suo la salutò. Il padre la strinse forte a sé ed Ofelia notò i suoi occhi lucidi, ignorò i commenti maliziosi della madre e di Agata e strinse a sè le 3 gemelline. Poi arrivò il turno di Hector.
"Questo è per te" le disse porgendole una piccola scatola che Ofelia aprì con avida curiosità, e al cui interno trovò una macchina fotografica.
"Ma è la tua?" Gli domandò Ofelia visibilmente commossa.
"No, è un'altra ma identica. Ho pensato che potrebbe farti piacere scattare qualche foto come ricordo."
Istintivamente Ofelia abbracciò il fratellino e per poco non cadevano a causa della fgoa di lei, per la prima volta si sentì orgogliosa del suo fratellino che ormai stav diventando un uomo. Lo strinse più forte che potè e cercò di immaganizzare nella sua mente ogni dettaglio di quel momento consapevole che probabilmente non avrebbero piùavuto un momento loro così intenso. 
Quando si separarono Ofelia gli accarezzò il viso e gli disse: "Mi mancherai, appena potrò verrò a trovarti."
Poi toccò alla zia Roseline e Berenilde, entrambe a modo loro la salutarono e le raccomandarono di essere prudente e specialmente Berenilde le raccomandò il nipote. 
Infine  salutò il prozio e quello forse fu il momento più intenso per Ofelia, si  ricordò del loro saluto su Anima prima che lei partisse per il Polo e le si strinse il cuore. 
"Qualche mese fa non avrei mai immaginato questo momento" brontolò il prozio. 
Ofelia lo conosceva fin troppo bene e sapeva che stava facendo uno sforzo sovraumano per trattenere le lacrime. 
"Neanch'io" disse Ofelia ormai con le guance rigate dalle lacrime. 
"Non avrei nemmeno immaginato di dirti che tuo marito è una brava persona e che ti ama profondamente. Ora vai e prenditi cura di te" le disse l'archivista visibilmente commosso. 
Ofelia gli lasciò un bacio sulla guancia, lo guardò un'ultima volta e si diresse verso Thorn che l'attendeva in religioso silenzio vicino alla porta. Guardò un'ultima volta tutta la sua famiglia, poi con un pò di malinconia ma con un' incredibile couriosità si addentrò in quella nuova avventura. 

Dopo 2 giorni di viaggio giunsero all'arca di Sidh e appena Ofelia mise piede sul suolo volle togliersi ogni strato di vestito a causa dell'afa soffocante, differentemente da Thorn che sembrava non patire quello sblazo violento di temperatura. Durante il viaggio in carrozza verso l'albergo Ofelia osservò con attenzione il paesaggio e ne restò incantata, attraversarono un mercato ricco di bancarelle e venditori che decantavano le loro merci. Ofelia fu travolta da quel vortice di colore e profumi, come per Babel anche lì la popolazione era riccamente variegata ma ognuno indosava un proprio vestito senza seguire apparentemente delle regole di abbigliamento.
Dopo circa quindici minuti di viaggio giunsero in albergo e dopo aver sbrigato alcune faccende burocratiche entrarono finalmente in camera dove Ofelia si buttò come un peso morto sul letto. 
"Finalmente un letto come si deve" brontolò con il viso nel cuscino.
Thorn si sedette accanto e tastò la qualità del materasso. "E' troppo morbido, un buon materasso deve essere abbastanza rigido per favorire il corretto posizionamento della colonna vertebrale."
Ofelia  lo guardò divertita e si domandò dove avesse mai letto tutte quelle cose.
"Io vado a farmi un bagno. Se vuoi tu puoi riposarti" disse Thorn lasciando Ofelia stesa sul letto.
Nonostante la stanchezza Ofelia non riusciva ad addormentarsi, in realtà non aveva necessità di dormire ma di farsi un bel bagno e cercare di dare una forma a quella massa indomita di ricci.
Ad un tratto le balenò in mente un'idea che le fece diventare rosa gli occhiali e tremare le lenzuola sottostanti, per un attimo decise di riunciarci poi si disse che oramai era sposata e ormai Thorn conosceva alla perfezione il suo corpo, così come lei conosceva il suo. Così respirò profondamente e  con gesti impacciati si tolse i vestiti e si diresse in bagno dove trovò Thorn nella piccola conca di rame ripiegato su stesso mentre era intento ad insaponarsi i capelli.
Non appena Thorn udì la porta aprirsi alzò lo sguardo e restò per un attimo stupito, davanti a lui c'era Ofelia ed era completamente nuda.
"Posso?" Gli domandò Ofelia indicando la vasca.  Per quanto fosse possibile Thorn si rannicchiò ancora di più permettendo al corpo minuto di Ofelia di immergersi nell'acqua calda. 
"Che stai facendo?" Le domandò Thorn. 
"Non è ovvio? Mi sto facendo un bagno" rispose Ofelia mentre si strofinava con una spugna che aveva trovato sulla mensola vicina. 
Thorn restava sempre più esterefatto, ogni volta che credeva di aver capito Ofelia lei era in grado di far cadere ogni suo costrutto, in particolare in quell'occassione aveva apprezzato la sua audacia e voleva contraccambiare con la stessa moneta. 
"Probabilmente possiamo rimandare ancora un pò il bagno" le disse togliendole la spugna dalle mani. 
"Per fare cosa?" Domandò lei sorridendogli maliziosamente. 
Thorn non rispose, almeno non con le parole. Con le sue grandi mani iniziò a percorrerre l'intera lunghezza delle gambe di Ofelia generando in lei dei piccoli gemiti che aumentarono man mano che lui saliva. In men che non si dica Ofelia si ritrovo in braccio a Thorn con le mani di lui che l'avvolgevano  interamente e lei che con le mani gli accarezzava l'intero busto con tutte le sue cicatrici. Dopo giorni estenuanti finalmente si erano ricongiuti ed ogni preoccupazione passata era dissipata. 

Il giorno dopo del loro arrivo iniziò il loro vero viaggio di nozze, ma fin da subito Ofelia si rese conto che sarebbe stato un tipico viaggio da Thorn infatti il marito aveva organizzato fin nei minimi dettagli tutte le loro attività. Generalmente le giornate si svolgevano così la mattina andavano in spiaggia o alle terme, nel pomeriggio visitavano qualche sito culturale e la sera dopo una cena abbondante per Ofelia e minima per Thorn si ritiravano in camera dove Ofelia crollava immediatamente tra le braccia di Morfeo e Thorn si dedicava ad alcuni documenti dato che si era portato i lavoro in viaggio, quando Ofelia se ne rese conto lo guardò stranulata e Thorn, come se la cosa fosse abbastanza ovvia, le disse che non poteva permettersi di stare lontano 3 settimane senza lavorare, in fin dei conti era l'intendente. 
Ofelia avrebbe ricordato per tutta la vita la loro prima volta in spiaggia. 
Una volta giunti nel lido che Thorn aveva scelto si diressero verso i camerini, quandò Ofelia uscì indossava un costume intero color prugna che abbracciava teneramente tutte le sue curve, invece Thorn apparve con indosso un costume intero a righe bianche e rosse con un paio di occhialini neri e con 2 bottigliette di crema solare. 
"Potresti spalmarmi la crema sulla schiena per favore?" Domandò ad Ofelia porgendole le bottigliette. 
Ofelia dinanzi a quella situazione non riuscì a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata, ma nonostante tutto accontentò Thorn. 
"Dovresti metterla anche tu" le fece notare Thorn mentre era a pancia in giù. 
"Non l'ho mai messa, non credo..." Non riuscì a terminare la frase che Thorn le afferrò i polsi e la fece stendere a pancia in giù mentre lui delicatamente le spalmava la crema sulle candide spalle. Ad  Ofelia quei piccoli gesti premurosi le scaldavano il cuore. 
Le loro giornate passavano così, la mattina passeggiavano sulla litoranea oppure leggevano sul lettino, il pomeriggio visitavano qualche attrazione e la sera dopo cena tornavano in camera dove Thorn cercava di lavorare ma Ofelia lo distraeva in tutti i modi possibili. Durante le loro attività Ofelia aveva sempre con sè la macchina fotografica di Hector e ogni occasione era buona per scattare foto ed infatti dopo appena una settimana Ofelia dovette acquistare una piccola scatola di latta dove inserirle. 
La sera prima della partenza Ofelia era in camera e osservava le foto  scattate in quei giorni, trovò una foto di Thorn in costume che cercava di assumere invano una posa naturale, in un'altra erano alle terme, un'altra foto ritraeva Ofelia mentre eggeva un libro sul lettino ed in un'altra erano loro due al mercato. 
"Ti  sei appassionata alla fotografia?" Le domandò Thorn mentre correggevva la bozza di un documento. 
"No, semplicemente mi piace scattare foto che poi rivedremo quando saremo vecchi. A differenza tua io non ricordo tutto" gli rispose Ofelia mentre sistemava le foto nella scatola. 
"A volte non è sempre un bene" borbottò Thorn. 
Vedendo quell'alta figura con le spalle ricurve Ofelia provò un pò di compassione, effettivamente non era bello ricordarsi tutto, a volte ci sono ricordi che si vorrebbero dimenticare...
Ofelia si alzò dal letto ed abbracciò la grande schiena  di Thorn. "Però ci sono cose che credo ti faccia piacere ricordare" gli sussurrò con il viso sulla schiena, Thorn voltò il viso cercando di guardare Ofelia e le chiese: "Tipo?"
Ofelia si allontanò quel tanto che bastava per guardarlo in faccia e con un mezzo sorriso gli disse: "Se vieni a letto  posso darti qualche suggerimento."
Thorn non se lo fece ripetere due volte.
   
 
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