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Autore: Melisanna    14/09/2009    2 recensioni
Kandrakar sta andando in rovina e l'Oracolo giace morente. Mentre le Witch devono difendersi dalle aggressioni inaspettate di sei sconosciuti guerrieri, un mondo lontano cerca di arrestare la sua inevitabile decadenza. E' tutto collegato? E come? La spiegazione dell'Oracolo è semplice, ma sarà quella vera? Un mistero da risolvere e una guerra da combattere, mentre le cinque ragazze abbandonano l'adolescenza e entrano nell'età adulta attraverso dubbi e turbamenti.
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti

Salve a tutti! Eccomi qui con il quasi ultimo capitolo di profezie. Non è un capitolo d’azione, come ci si poteva aspettare, ma credo che sia comunque pieno di avvenimenti!

Grazie a tutti di leggere e commentare, il vostro sostegno mi è di grande aiuto! Spero mi vorrete aiutare anche quando, finito di scrivere l’intero racconto (ma ormai è quasi un romanzo…) mi darò alla revisione.

Il capitolo scorso mi stava molto a cuore e ringrazio per il calore con cui è stato accolto!

 

Ad Personam

 

Rainboy: grazie per il commento gentile e approfondito. In fase di revisione penso che sistemerò un po’ il momento dello scontro fra Cornelia e Nimuel, anche se quest’ultima, in effetti, ha dei notevolissimi poteri, non è al massimo della forma e sarebbe una buona idea metterlo in evidenza fin da quel momento. Nimuel… bhè spero di riuscire a renderla sempre meglio, vedremo. Will, in effetti, è proprio bloccata: un po’ tutto Terra Magica è incentrato sulla sua difficoltà di decidere, mi auguro che in questo capitolo e nel prossimo possa mostrare un po’ più di nerbo! Aspetto tue notizie!

 

Melodie: non sono stata proprio velocissima… ma nemmeno troppo lenta, spero ^^ Grazie per i tuoi commenti e il tuo calore! Credo proprio che tu abbia ragione: Taranee è cresciuta, inoltre l’ultima esperienza l’ha resa molto più prudente. Ha paura di far del male a se stessa e alle sue amiche. Mi auguro che questo capitolo sia avvincente come l’altro!

 

MaxT: ancora grazie per il tuo supporto e i tuoi commenti, spero di riuscire a risollevare un po’ Will in questi ultimi capitolo. In effetti sarebbe anche l’ora. Come ti ho scritto via mail, è molto debole, confusa, si fa domande su tutto, soprattutto su se stessa, per questo non riesce a prendere in mano la situazione. Spero di riuscire a scrivere gli spin-off a cui pensavo, anche se riguardano solo in parte la situazione precedente di Everlan, ma soprattutto il futuro delle ragazze e dei loro avversari. Aspetto di conoscere Adariel!

 

A un gesto della mano di Ardu le mura della sala blu crollarono e il cielo plumbeo si offerse allo sguardo smarrito dello cinque ragazze.

“Arrendetevi, streghe” ordinò con voce gelida Avren “Non avete possibilità”.

“Gli stregoni di Everlan stanno già arrivando, per officiare il rito che legherà i vostri poteri alla nostra terra e la risanerà” mormorò Ardu con la sua voce profonda e compassionevole “Il vostro sacrificio non sarà stato vano”.

Nimuel ascoltava con gli occhi sgranati per l’orrore, svanite completamente la sua calma sicurezza e la sua capacità di controllo, restava davvero una bambina smarrita.

“Non vi preoccupate, Maestà!” esclamò Ire con voce allegra “Sistemiamo tutto noi, poi starete di nuovo bene. Il tempo di un rituale e sarà tutto come prima!”.

 “Mai, mai mai!” Hay Lin urlò di rabbia e disperazione, gli occhi pieni di lacrime, scuotendo i lunghi codini scuri “Non cederemo a questo ricatto! Vi sconfiggeremo e salveremo tutti!”

 “Non ci arrenderemo” sibilò Cornelia con bassa voce pericolosa, mentre le piante rampicanti che stringevano la sua compagna frustavano l’aria dibattendosi sotto i comandi opposti che ricevevano da lei e Ardu.

“Avete intenzione di lasciare morire i vostri cari amori?” rise folle Efri, con una luce sadica negli occhi ambrati “Non siete così stupide, allora, così deboli come pensavo! O, almeno, una tra voi”.

Estrasse le sue due tozze lame, facendole vorticare un secondo fra le mani “Fatti sotto biondina” ghignò.

Un getto d’acqua la colpì in pieno. “Non è sola!” ringhiò Irma con foga, la fronte imperlata di sudore per lo sforzo “Razza di stupida befana, te li spengo io i bollenti spiriti”.

Efri rise di nuovo, mentre il calore della sua pelle faceva evaporare l’acqua che la inzuppava: “Brave, così, se combattete è più divertente, l’avevo detto fin dall’inizio, io!”.

“Sapete benissimo che non metterete a rischio la vita dei vostri amici” sospirò Ardu paziente, trattenendo Efri con uno sguardo “Smettete con questa farsa”.

Avren premette appena la lama sul collo di Flood. “Ragazzi… con… con calma, eh!” balbettò il ragazzo, pallido sotto l’abbronzatura.

Irma perdette buona parte della sua baldanza “Avvertiremo gli Everlaniani, non si faranno mettere nel sacco così” borbottò rabbiosamente. Cornelia smise di contendere il controllo delle piante ad Ardu con un grugnito.

Taranee, nel frattempo, fissava il vuoto con occhi altrettanto spalancati di quelli di Nimuel. Aveva avvertito le parole come il brusio di sottofondo di una trasmissione radiofonica disturbata, troppo concentrata sull’assurda rivelazione che aveva appena avuto.

Nimuel non aveva volontariamente causato la malattia dell’Oracolo, eppure, la ragazza ne era sempre più sicura, in qualche modo la sua terra ne era stata la causa.

Kandrakar cadeva a pezzi senza una ragione apparente, a meno che la causa non fosse quella che era sembrata esserne una conseguenza: la gravissima malattia che affliggeva l’Oracolo.

Malattia che non poteva essere fisica, dato che gli abitanti di Kandrakar non avevano un corpo fisico, ma solo spirituale.

Malattia, guarda un po’, cominciata esattamente in corrispondenza dell’ultimo stadio del decadimento di Everlan, sua terra natale.

Possibile che la causa fosse quella? Che l’Oracolo fosse a tal punto disperato per la fine della sua patria e patria della donna che aveva amato, che il suo spirito ne soffrisse in modo così evidente?

Taranee era affascinata dalla psichiatria e sapeva che molto di quello che a livello conscio si blocca o si rifiuta può venir fuori in modi inaspettati. Non era poi così strano, perciò, che, quello che la ragione dell’Oracolo non poteva ammettere, non si lasciasse cancellare e causasse di tali ripercussioni.

Il compito dell’Oracolo, la ragazza doveva ammetterlo nonostante lei stessa si fosse spesso trovata in contrasto con lui, non era semplice. Si doveva trovare sovente in situazione che lo costringevano a decisioni difficili, a fare scelte che lo addoloravano, per il bene dell’equilibrio. E, sicuramente, non poteva mostrare le sue emozioni, né confidarsi con qualcuno.

Lui era l’Oracolo, non doveva dar segno di insicurezza.

Questo poteva essere un ottimo esempio di una situazione simile.

Però, se la causa era quella, perché era così furioso con gli everlaniani? Forse per il male che loro stessi si erano attirati? O per aver distrutto la propria terra?

Possibile e qui Taranee si trovava ad una seria impasse, che amasse tanto la sua patria e tanto poco i suoi compatrioti?

Si domandò per un attimo se condividere i suoi sospetti con le sue compagne, ma Irma, Cornelia e Hay Lin sembravano decisamente troppo prese dalla loro, indubbiamente critica, situazione per poter essere interessate alle sue speculazioni sulla psicologia dell’Oracolo.

Soltanto Will non sembrava prender parte al loro affanno. Guardava Nimuel con occhi tristi, come se la vicenda non la interessasse personalmente.

 

La ferocia disperata con cui Avren l’aveva azzittita  aveva riempito Will di dolore e vergogna e spavento. Dolore per l’incapacità di comunicare con lui, vergogna per aver rischiato di ferirlo involontariamente molto più di quanto non avesse fatto Hay Lin con le sue ingenue offese, spavento per le reazioni che sempre suscitava in lei il giovane capitano.

Poi il suo sguardo aveva incontrato quello della piccola regina e la ragazza si era dimenticata di tutto.

Il suo cuore aveva tremato di pietà, per quella creatura perduta che, dopo secoli di onniscienza, scopriva improvvisamente la fragilità della condizione umana. Era sciocco, in quel momento, lasciarsi distrarre dalle loro personali difficoltà, eppure Will non poteva fare a meno di sentirsi addolorata per quella che era loro avversaria.

Fino a quel momenti Nimuel era apparsa malata e sofferente, ma sempre padrona di sé e sicura di quello che stava facendo, calma e serena. Adesso sembrava molto più fragile di loro, incapace di reagire a quello che le stava succedendo, nuda e indifesa molto più di qualsiasi essere umano, dopo aver da sempre confidato nella propria impossibilità di errare.

Will desiderò profondamente poterla aiutare. Qualsiasi cosa pensassero gli uomini della sua guardia, non era certamente un favore quello che le stavano facendo.

Desiderò essere in grado di mostrare ad Avren quanto dolore stava infliggendo alla donna che amava. Come poteva non rendersene conto? E come poteva, nonostante tutto, continuare a credere di agire per il suo bene? Non vedeva la disperazione balenare nelle sue lacrime?

Ma il giovane guerriero aveva sul volto dipinta solo la decisione e sembrava che le preghiere di Nimuel non lo toccassero.

Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalle parole di Taranee che le si inquinavano nella mente.

 

Fu il colpo di vento che infranse gli specchi.

 

 

Tara aveva capito tutto. Will non nutrì un solo dubbio in proposito. Tara, la sua migliore amica, la più saggia e intelligente di tutte loro, come poteva non esser stata lei la prima a capire?

Ma le era sfuggito un particolare, quello fondamentale. Il pernio intorno a cui girava tutto.

Per Will, però, era evidente. Forse per quello che aveva visto nella caverna, forse per l’empatia che sperimentava con Avren e, di riflesso, con Nimuel e l’Oracolo.

Nessuna di loro si era interrogata sulla malattia che sembrava aver colpito anche la regina di Everlan, eppure, nei dipinti delle caverne e nelle descrizioni di Hay Lin, Nimuel sembrava tutto meno che debole e malaticcia.

Nessuna di loro, tanto meno, si era interrogata sulla natura chiaramente non umana della fanciulla, sull’apparente eternità della sua vita, sui suoi incommensurabili poteri e sulla sua eccezionale conoscenza di Everlan e di tutto ciò che vi avveniva.

Soltanto, a lei, Will, però, era stato concesso un altro indizio, indizio che aveva deciso, per una sorta di pudore, di non condividere le sue compagne. A lei era stato concesso di vedere la profondità del sentimento che il Capitano della Guardia di Everlan nutriva per la sua signora.

E non aveva capito. Fino ad adesso.

Avren non le avrebbe mai arrecato dolore. Nemmeno per salvare la sua stessa patria. Era stato creato per esserle incondizionatamente fedele e l’unico sentimento che provava, più forte di quella stessa fedeltà, era l’amore senza speranza che nutriva per lei.

Servirla su Everlan o sulla Terra, non avrebbe fatto la minima differenza per lui, purché questo la rendesse felice.

Non si sarebbe mai ribellato a lei, se non per il suo stesso bene. Se non per salvarla.

 

Intorno a Will, le sue compagne venivano strettamente legate da Efri e Ire, impossibilitate a reagire, ma incapaci di arrendersi.

 “No! Lasciateci! Come potete essere così malvagi! Malvagi ed egoisti!” urlava Hay Lin sull’orlo del pianto, cercando di prendere a calci Ire.

“Smettila di frignare!” la rimbrottò Cornelia, resa feroce dall’ira e dalla disperazione, tremando appena dalla furia repressa, sdegnosa come sempre, mentre Efri le stringeva la corda intorno ai polsi  “Non gliene importa niente di noi né di tutte le terre che dipendono da Kandrakar, non lo vedi?”.

“Sei un inutile, vigliacco traditore!”  Irma sembrava aver condensato tutta la sua rabbia su Flood, che le restituiva uno sguardo confuso e addolorato “Ti odio, ti odio, ti sei fatto fregare stupido!”.

Taranee, a capo chino, era così impegnata a frenare i suoi poteri e il fuoco che le bruciava dentro, da avere appena la forza di mantenere il contatto telepatico con Will.

Oltre le mura franate del palazzo, si udivano voci e passi affrettati.

Il rumore di molti uomini in avvicinamento: gli stregoni chiamati dai Guardiani della regina che venivano a compiere i rituali che le avrebbero convogliato i loro poteri per ridare vigore alla magia della loro terra malata e sofferente.

La loro terra malata e sofferente come la loro regina seduta sul trono.

“Questa terra è stanca, vuole solo dormire” ricordò Will.

Aveva sempre guardato oltre. Aveva sempre guardato a lui. Da anni, decenni, forse secoli (quanto erano anziani lei e l’Oracolo?) non aveva fatto altro che vivere nel ricordo.

Certamente era stanca. Certamente voleva dormire.

Quanto doveva esserle costato separarsi da Haydin, si chiese. Tanto da aver oscurato la sua vista al punto da renderla cieca all’affetto del suo Capitano.

Il suo Capitano o, forse, Will adesso lo comprendeva, avrebbe dovuto dire del suo Custode.

 

Nimuel, Regina di Everlan, Cuore di Everlan, voleva solo dormire.

 

 

 

  
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