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Autore: Hideto Takahashi    23/07/2023    0 recensioni
Cleila, il centro dell'impero Ajens gira placidamente nello spazio governando con supremazia tutte le proprie colonie.
Il mondo di Cleila non è un mondo giusto.
C'è chi vive agiato, chi invece al contrario nella povertà più assoluta e sfruttato nel mondo del lavoro pesante. Fra questi, oltre alla gente comune, si trovano i mezzi androidi e gli androidi.
Vivono un'esistenza dedita solo al lavoro e sono da sempre nel mirino di crudeltà fisiche e verbali, discriminazioni pesanti.
Yukio, il Primo Ministro, è un mezzo androide e nessuno sa' il perché sia il secondo dell'Imperatore per la sua natura di declassato. È un mistero che si protrae da anni e anni, che nessuno è mai riuscito a risolvere.
Aiden invece è un giovane ragazzo, di ceto medio, che vive insieme a sua madre e che porta con sé il ricordo del padre deceduto quando era piccolo.
Ma c'è un legame tra lui e Yukio, un legame impossibile e molto profondo.
Tutto sembra andare perfettamente, i giorni passano l'uno dopo l'altro, ma una nemesi lontana si annida dall'altra parte dell'universo, che forse non è poi così tanto distante...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Nel piazzale del palazzo, vi era il solito traffico pedonale e soprattutto al suo limitare vi erano le tipiche casette di cibo da strada. Alimenti un po' più di alto rigore, che costavano parecchio e avevano anche dei gusti di altri pianeti. Quest'ultimo era abbastanza raro nei livelli più bassi della città, alcune volte si trovavano luoghi del genere, ma non erano del tutto a norma e pulitissimi. Ma meglio di niente. 

 

Fuori da queste casette, tavolini e sedie, sopra i pannelli che non facevano passare i raggi del sole e regalavano lieta ombra ai clienti. 

 

Non molto distanti, panchine posizionate in un ordine preciso ed era quasi spaventosa l'assoluta attenzione che avevano utilizzato per posizionarle. Giravano per il largo attorno a una fontana gigantesca, con la statua della giustizia centrale che teneva una bilancia in una mano e puntata verso l'alto.

 

Su una di queste panche, con pannelli per il sole, vi era accomodato un giovane. Aveva fra le labbra una sigaretta e stava osservando lo schermo sopra al palazzo di Giustizia, in cui vi era in onda ancora l'intervista del Primo Ministro. La osservava con occhi annoiati e lo stesso valeva anche per ascolto, era svogliato e non ci stava tenendo troppa attenzione. Cercava solo un qualcosa su cui concentrarsi, in attesa dei suoi amici che, come al solito, erano in ritardo. 

 

Sbuffò il fumo e si ritrovò a pensare che quel tipo, quello dell'intervista, non era affatto male. 

 

Peccato, che era considerato da tutti come una pedina inutile nelle mani dell'Imperatore. Anche quando si vedeva chiaramente che lavorava e faceva anche un buon lavoro, sia per quelli come lui e sia, anzi soprattutto, per gli esseri umani. Però, era meglio per tutti, secondo la logica di questo loro mondo, che ogni suo lavoro non fosse per nulla da premiare e soprattutto fosse da ignorare. 

 

Si chiedeva cosa lo spingesse a tenere quella nomina, infondo era sempre sottovalutato e mai trattato come meritava. In parte, gli faceva pena, ma dall'altra lo considerava molto forte a stare in quella altissima posizione. Pur non sembrandolo minimamente, per il suo fisico e per l'aspetto. 

 

Stava parlando ora dei nuovi palazzi abitativi, costruiti a est ed erano dedicati alla classe media e mediamente bassa, con un affitto che era redditizio a chiunque non avesse una paga altissima. 

 

-Quindi state dicendo, signor Primo Ministro, che la comodità e la qualità dei palazzi rispecchia assolutamente quelli del ceto alto?-

 

-Posso rassicurare che si può vivere bene al loro interno, che ci sono tutte le comodità del caso e uno spazio ottimale.- 

 

-Come può esserne certo?-

 

-Ho presieduto e ho guidato io stesso i lavori, naturalmente con al mio affianco grandi architetti che hanno fatto anche più di me- prese una pausa e poi continuò. -Quindi, posso rassicurare che siano posti più che adatti e confortevoli- disse finendo la frase con un caloroso sorriso. 

 

Dopodiché cambiarono argomento, andando a discutere di cose un po' più complesse e da lì in poi perse completamente il filo del discorso. Si perse solo ad osservare i due sullo schermo, la donna abbastanza giovane e quel ragazzo mezzo androide. Pareva così pacato e dolce in quel momento, pure con quell'espressione ora seria. Aveva quel non so' che di affascinante, la sua voce era melodiosa e piacevole da ascoltare. Se non avesse parlato di temi così complessi e pesanti, lo avrebbe ascoltato per ore e per questo ogni volta che finiva sugli schermi lo osservava ipnotizzato. 

 

Si sentiva attratto da lui. Sapeva quanto fosse sbagliato per quelle leggi del loro mondo, ma non gli importava nulla; era solo una sua fantasia e finché stava tutto nella sua testa, quale problema c'era?

 

La cenere cadde al suolo dalla sigaretta, che aveva avuto fra le labbra per tutto il tempo dimenticandosene, per quel lungo momento in cui aveva osservato il Primo Ministro. Gli accadeva sempre, di fatto quando si rese conto che la cenere grigia gli era caduta sui pantaloni si issò in piedi e con le mani la fece cadere sul pavimento. Imprecando un po', per poi tornare seduto al suo posto e decidendo oramai di spegnere quel mozzicone rimastogli. Lo schiacciò nel posacenere metallico, lì vicino e poi tornò allo schermo. 

 

Il tempo stava passando, non se ne rese conto e per questo ebbe la pazienza di attendere anche per troppo. 

 

-Aiden!-

 

Una voce lo chiamò, svegliandolo e vide avvicinarsi il suo gruppetto di amici. Si trattavano di alcuni ragazzini più piccoli di lui, avevano in generale sui quindici anni e frequentavano la stessa identica scuola. O per meglio dire, lui era stato assunto dentro l'edificio scolastico e avevano una distanza di tre anni. Lavorava lì perché per problemi finanziari aveva dovuto abbandonare gli studi e la sua vecchia scuola gli aveva allungato una mano. Così aveva accettato, dopo qualche mese al servizio militare, che frequentava ormai soprattutto nei mesi estivi. Aveva qualche piccola medaglia, ma non era mai stato in guerra, partecipava solo alle esercitazioni ed era questo che facevano fare a tutti i giovani che desideravano frequentarle. Così, in caso di emergenza, molti ragazzi e ragazze sarebbero stati capaci di reagire nel miglior modo possibile. 

 

Li salutò con un gesto del capo e li aspettò seduto, tranquillamente. 

 

Era strano agli occhi di molti che fossero diventati amici, ma fra una chiacchiera e l'altra e la simpatia reciproca alla fine lo erano diventati. 

 

Era divertente stare in compagnia loro, perdersi nella semplicità e scherzare per sconnettersi dalla realtà del mondo. 

 

I tre giunsero a lui, fu la ragazza a parlare. -Scusaci, abbiamo avuto un contrattempo...- disse fra gli ansimi. 

 

-Tranquilli, sedetevi e recuperate quanto volete- annuì. 

 

-Comunque, il contrattempo si chiama Jack- disse il secondo ragazzo, dai capelli neri e rasati. Seduto all'ultimo posto a sinistra, di fianco al biondo che gli scoccò un'occhiataccia. 

 

-Hey, smettila... Mio fratello aveva bisogno di una mano e me lo ha chiesto all'ultimo, non potevo non aiutarlo. I miei mi avrebbero ucciso!- 

 

Con un gesto della mano il corvino allontanò le sue parole, socchiudendo gli occhi azzurrissimi e recuperando fiato come stava facendo Alex. 

 

La ragazza era seduta a fianco ad Aiden, lo osservava ansimando e si accorse che stesse osservando il mega schermo sul palazzo della Giustizia. Vi era sopra il Primo Ministro, cosa non del tutto strana. Infondo era sempre lui a partecipare a interviste, seguire alcune costruzioni importanti in città, a dialogare con il popolo e trasmetteva sempre la parola dell'Imperatore. Quest'ultimo appariva di rado, solo per annunci importanti, interviste (rare) o per augurare nei giorni di festività importanti un buon anno e di infondere parole di forza nei cittadini. Si trattava di un uomo sui quaranta o cinquanta anni, il suo viso era percorso dalle tipiche rughe di chi era abbastanza maturo. Al contrario del Primo Ministro, che aveva da sempre un aspetto giovane e questo perché era un mezzo androide. Non era strano se la sua parte umana non invecchiava, dentro di lui scorreva il Syx99, un liquido che conoscevano bene solo gli scienziati e per i comuni mortali come loro, era conosciuto come un elisir di immortalità. A quanto si sapeva il Primo Ministro, quando era umano, si era ritrovato coinvolto in un bruttissimo incidente che gli fece perdere metà corpo e quel liquido lo aveva tenuto in vita, insieme alle sue parti metalliche aggiuntive. 

 

Il Syx99 quando veniva iniettato dentro il corpo dei mezzi androidi, veniva generato automaticamente come se si trattasse di sangue umano. Questo modifica il DNA, modifica la vita umana e rende le persone come gli androidi veri e propri. Non potevano morire di vecchiaia, ma solo se venivano coinvolti in un incidente e ciò rendeva la propria esistenza al quanto difficile e dura. 

 

Puniti per sempre, per liberarsi da questo fardello dovevano trovare loro stessi la morte. 

 

Si doveva sperare di non essere mai coinvolti in un'incidente, che facesse perdere parti del corpo o che venisse iniettato il Syx99. Questo poteva salvare da morte certa, ma si introduceva solo in casi rari e se c'era la conferma dei genitori. (Sia per minorenni e sia per maggiorenni, era un passo terribile e decisivo per la vita di una persona). 

 

Solo avere il Syx99, ti rendeva diverso... Ma non proprio come gli androidi o per mezzi, eri un po' più rispettabile e non perdevi ciò che avevi. Alcune cure normali però, erano escluse visto che non avrebbero mai funzionato e i metal detector si sarebbero attivati al passaggio. Naturalmente, le persone che lo avevano nel proprio corpo giravano con una tessera che lo attestava e spiegava la situazione. 

 

-Cosa ne pensi?- Chiese all'improvviso la ragazza. 

 

Aiden si girò di scatto. -Eh? Di cosa stai parlando?-

 

Indicò con un gesto del capo lo schermo sull'edificio. -Lo guardi spesso.-

 

-Ah ehm, intendi il Primo Ministro?- Disse un po' messo in difficoltà. 

 

-Si, di chi se no? La tipa è solo un'intervistatrice casuale- face un piccolo sorrisino. 

 

-N-nulla di che, è un Primo Ministro qualsiasi.- 

 

-Sicuro?- Chiese avendo recuperato tutto il fiato, con un sorrisino divertito.

 

Rimase un attimo in silenzio e poi sospirò. -Lo trovo solo interessante, mi incuriosisce... Ecco tutto.-

 

-Lo sai che è un mezzo androide, no?-

 

-Si, tiene quel posto da moltissimi anni. Qualche problema che sia un androide?-

 

Ridacchiò e scosse il capo. -Figurati! Io non sono come quelle persone arretrate che li tratta male!- Gridò allegra. -E non li disprezzo! Anzi, disprezzo chi li tratta come oggetti senza valore-Era sicura di sé.

 

Aiden sorrise. -Ti fa onore-

 

-Ohi, anche noi appoggiamo gli androidi e i mezzi, vero Jackson?- Chiese il biondo, conoscendo già la risposta e infatti quest'ultimo gli annuì. 

 

-Sono contento di avere degli amici gentili e con mente così aperta- disse sollevato. 

 

-Aaw grazie- disse la ragazza ridendo. 

 

I quattro cominciarono a ridere. 

 

Dopo qualche attimo di chiacchiera e risate, Alex si issò in piedi e si girò verso gli altri. -Su, è ora di andare. Se no faremo tardi-

 

Detto questo si alzarono e si allontanarono da quella piazza enorme, circondata come al solito dal traffico.

 

Intanto l'intervista sul megaschermo continuava, ma per ora nessuno gli stava realmente dando retta. Si perdeva nelle strade gremite e nel disinteresse di tutti.

   
 
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