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Autore: BulaBula    16/09/2009    18 recensioni
Scegliere tra due grandi amicizie e l'unica persona della quale ci si è mai innamorati.
*aggiunta piccola spiegazione finale*
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente l’ho scritta.
Temo che non sia scritta bene, che non sia interessante e che non ci sia una storia di fondo, quindi chiedo scusa a chiunque deciderà di leggerla.
Tuttavia, per me resta una delle cose più importanti che ho scritto, perché ci ho messo dentro un pezzo di cuore, un pezzo di vita. Altamente autobiografica, finalmente ho trovato le parole per scriverla.
Spero non vi dispiaccia troppo ^^




Avevo due migliori amici.
Io e Sakura ci eravamo conosciuti quando entrambi avevamo 12 anni a una partita di pallavolo, e avremmo in seguito scoperto che quella era l’unica cosa che avevamo in comune.
Non potevano esistere due persone più diverse tra loro di quanto eravamo noi due, sia per i gusti che per il carattere. Io ero un disadattato, incapace di mostrare il mio vero io agli altri per paura di essere rifiutato. Lei si metteva sempre in gioco, era a suo agio in ogni situazione.
Tante, tante volte mi ha trascinato, dandomi più forza, tante volte, stanca della sua vita frenetica, si è appoggiata a me, tante volte abbiamo pianto uno sulla spalla dell’altro.
Se oggi sono quello che sono, lo devo in gran parte a quella ragazzina dai lunghi capelli rosa che ho incontrato allo stadio e che si sbracciava per la mia squadra del cuore.
Sasuke è stato mio compagno per i cinque anni di liceo, ma siamo diventati amici solo al penultimo anno; non ricordo nemmeno perché. So solo che quando ci ho parlato per la prima volta, ho pensato che un pezzo della mia anima, del mio cervello e del mio cuore si era staccata dal mio corpo al momento della nascita per entrare in quella di un altro neonato.
Io e lui eravamo uguali. Avevamo gli stessi gusti, le stesse idee, ci piacevano le stesse cose. Tra l’altro, lui nelle relazioni interpersonali era peggio di me quando ancora non avevo incontrato Sakura: era un ragazzo silenzioso e burbero, non aveva amici.
Non so perché mi permise di diventarlo, a dir la verità. Fatto sta che, a poco a poco, iniziò a uscire con me e altri nostri compagni, anche se continuava a parlare poco e a non sorridere mai.
Ho passato così due anni della mia vita, gli ultimi due anni di liceo. Con Sakura condividevo alcune amicizie, con Sasuke altre.
Spesso io e Sakura andavamo alle partite insieme, o uscivamo per pub a bere un po’, oppure mi trascinava per negozi decisa a migliorare il mio guardaroba, anche se alla fine compravamo roba quasi solo per lei. Sakura era egocentrica senza accorgersene, era capace di parlarmi per ore delle mille cose che le capitavano in un giorno, e tendeva a dimenticare subito o a non ascoltare molto le poche cose che dicevo io. Ma le volevo bene comunque, nonostante questi piccoli difetti; d’altronde, spesso mi chiedevo perché le piacesse stare con una persona come me, così diversa da lei. Mi sono sempre sentito inferiore a lei.
Altrettanto spesso io e Sasuke ci trovavamo a casa dell’uno o dell’altro a provare un nuovo videogioco, semplicemente andavamo in giro per i bar, per le librerie; ci aggiornavamo a vicenda sulle nuove uscite in campo musicale, sui film che non potevamo assolutamente perderci. Se con Sakura mi sentivo debole, con Sasuke mi sentivo un po’ più forte, più dominante. La nostra era un’amicizia tranquilla.
Non ho mai litigato con nessuno dei due.
Per due anni, i miei due migliori amici non si sono mai incontrati. Solo verso la fine del liceo abbiamo fatto qualche uscita insieme, ma sempre per caso. Sasuke tollerava la presenza di Sakura, e Sakura accettava Sasuke così come accettava tutti gli estranei, sempre pronta a conoscere nuove persone.
Non diventarono mai amici; erano due persone che avevano una sola cosa in comune: me.
Non so dire esattamente quand’è che il mio cervello, o il mio cuore, decise di complicare le cose; non so quando mi accorsi che Sasuke era diventato ‘qualcosa di più’. Forse quando a volte crollava addormentato a casa mia, e osservavo il suo viso rilassato senza impedirmi di sorridere; forse quando la prima volta che lo sentii ridere; forse ogni volta che sorrideva. E in realtà, credevo, come tutti, che anche io fossi ‘qualcosa in più’ per lui: io era il privilegiato che aveva lasciato entrare nel suo mondo, io era la persona che sempre cercava con lo sguardo, io ero l’unico che lo vedeva sorridere. Tutti lo credevano.
Anche Sakura, che l’aveva visto circa due volte, se n’era resa conto.
Tuttavia, non raccontai dei miei sentimenti a nessuno, li tenni chiusi nel cuore, perché non voleva rovinare la nostra amicizia; andava bene così. Sasuke era il mio migliore amico.
Poi, l’estate dopo il diploma, decisi di affittare una casa sul mare per qualche giorno, con i miei due amici. Ero convinto, eravamo tutti convinti, che sarebbe stata una vacanza meravigliosa; anche Sasuke lo credeva, anche se non lo dava a vedere. Potevo leggerlo nei suoi occhi.
Dopo già ventiquattr’ore di convivenza forzata, avevo deciso di mandare al diavolo i miei dubbi: una volta finita la vacanza, tornati a casa, avrei detto tutto a Sasuke; ne avevo anche parlato con Sakura, ero entrato nella sua stanza di notte, mentre Sasuke dormiva. Mi aveva aiutato a prepararmi un discorso che sapevo già avrei dimenticato non appena sarebbe arrivato il momento. Le dissi della mia paura di essere rifiutato, e lei mi tranquillizzò dicendo che Sasuke era perso per me.
Forse per la prima volta nella mia vita, ero assolutamente deciso su una cosa; volevo Sasuke, e sarei andato a prendermelo. Al diavolo ogni paura.
Non so quando e da cosa me ne accorsi, il giorno dopo. Non so quale fu l’istante esatto in cui si sgretolarono le mie certezze. Semplicemente, all’improvviso, gli occhi di Sasuke non erano più fissi su di me, ma su di lei. I suoi sorrisi non erano più una mia esclusiva, ma anche lei poteva vederli.
Decisi di far finta di niente, dopo le vacanze mi sarei dichiarato lo stesso, sarei arrivato primo, lui avrebbe dimenticato all’istante quella ‘cosa’ estiva, quando si sarebbe ritrovato davanti ME, colui che aveva la sua stessa anima.
Decisi di fare finta di nulla anche quando Sakura mi confessò che credeva di essersi innamorata di Sasuke. Lei, che aveva storie di due giorni, che non aveva mai avuto un ragazzo decente in tutta la sua vita, lei che odiava questo genere di cose, perché le piaceva essere libera come una farfalla, aveva deciso di innamorarsi di lui.
L’ultima notte, bevemmo un po’ troppo, e verso le tre decisi di andare a dormire, con la testa che mi scoppiava; tuttavia non ci riuscii, perso in mille pensieri. Li avevo lasciato da soli.
Dopo non so quanto tempo, ancora sveglio, mi alzai per andare a prendermi qualcosa da bere, morivo di caldo; passai davanti alla camera di Sakura, e mi immobilizzai. La porta era chiusa, ma si potevano sentire chiaramente dei rumori: gemiti.
Volevo fuggire, volevo urlare, volevo entrare lì dentro e picchiarli... e invece rimasi lì davanti a quella porta come una statua di sale, incapace di muovere un solo muscolo, incapace di pensare; mi riscossi solo quando, dopo una serie più alta di gemiti, tutto finì.
Rientrai nella mia stanza, chiudendo la porta cercando di non fare nessun rumore, mi sedetti sul letto senza sapere bene che fare. Dunque era così che ci si sentiva in quei momenti?
Prima che me ne rendessi conto, stringevo il lenzuolo tra i denti, le unghie conficcate nei palmi, il volto coperto di lacrime.
La mattina seguente, dopo due ore scarse di sonno, appena uscito dalla stanza incrocia Sasuke che usciva dalla sua già vestito; mi diede il buongiorno e io mugugnai qualcosa in risposta, senza riuscire a guardarlo in faccia. Non appena fu lontano, entrai nella stanza di Sakura, trovandola che mi osservava da sotto le lenzuola.
-Ho fatto un casino...
Mi disse quello che era successo, che erano rimasti soli e che da cosa era nata cosa, e che alla fina l’avevano fatto senza prendere nessuna precauzione; per fortuna tra poche ore saremmo tornati a casa, così sarebbe potuta andare in consultorio. Vergognandomi come un ladro, le chiesi se potevo non accompagnarla, se poteva lasciarmi un po’ di tempo per farmi digerire la cosa.
In realtà a metà frase mi ero dovuto bloccare per un groppo in gola che mi stava facendo bruciare gli occhi. La sua prima lacrima forse scese qualche istante dopo la mia.
Senza che ce ne rendessimo conto, piangevamo uno nelle braccia dell’altro.
-Naruto... se tu vuoi io la finisco qui con lui... io mi sono solo intromessa, non c’entravo nulla... una tua parola e lo mollo...
Le dissi di no, di non pensarci neppure, che lui aveva scelto lei e che ero io quello che non c’entrava nulla. E lo pensavo davvero. Mi strinse più forte, dicendomi tra le lacrime ciò che entrambi sapevamo ma che nessuno aveva mai detto, che ero la cosa più importante della sua vita.
Presi la mia seconda decisione in quell’istante, tra le braccia della mia migliore amica in lacrime: avrei dimenticato, e sarei tornato a vedere Sasuke come un amico, com’era giusto che fosse. La loro felicità era davvero troppo importante; finalmente Sakura si era trovato un ragazzo decente, e Sasuke aveva trovato qualcun altro a cui aprire il suo cuore.
Dietro il mio dolore, provavo della sincera felicità per loro.
Ma, durante il viaggio verso casa, in loro compagnia, mi resi conto che avrei avuto bisogno di tempo; con loro mi sentivo terribilmente a disagio, fuori posto, anche se loro non facevano nulla per farmi sentire così. Però io sapevo cosa c’era tra loro, anche se Sasuke, il mio migliore amico, non mi aveva ancora detto nulla.
Non riuscivo a stare con loro.
Se continuai a frequentare Sakura come e più di prima, per almeno due mesi evitai Sasuke. La sola idea di vederlo mi faceva attorcigliare le budella, non volevo.
Ogni volta che declinavo un suo invito per un uscita di gruppo, Sakura mi guardava sconsolata ma non diceva nulla per cercare di convincermi; la vedevo bene, in quei giorni, ero felice che stesse bene.
Un giorno, alla fine, Sasuke mi chiamò sul cellulare; rimasi impalato, appoggiato alla porta di camera mia, ad ascoltare, dopo due mesi, la sua voce.
-Che succede, Naruto?
Era calmo, come lo era sempre. Mi faceva male. Improvvisamente, al suono di quella voce, tutto mi precipitò addosso, mi resi conto del dolore che provavo, che non potevo più reggere quella situazione.
-Sasuke... c’è un problema...
Rimase in silenzio, aspettando il seguito. Seguito che non arrivò; dopo aver detto quelle parole, mi resi conto di quello che stavo facendo, quello che NON dovevo fare. Agganciai senza dire una parola.
Subito il cellulare riniziò a squillare, allora lo spensi e uscì dalla stanza, entrando nel piccolo salotto dell’appartamento che avevo preso in affitto dopo essere entrato all’università. Chissà se Sasuke era stato ammesso alla facoltà che gli interessava... non gliel’avevo chiesto. Non ci parlavamo da due mesi. Ignoravo le sue chiamate, non rispondevo ai suoi messaggi.
Poi bussarono alla porta.
Mi alzai lentamente, mentre i colpi aumentavano di ritmo e intensità. Aprii senza nemmeno chiedere chi fosse, e mi ritrovai Sasuke davanti. Per un attimo pensai di chiudergli la porta in faccia, e probabilmente l’avrei fatto se lui non si fosse avventato su di me sbattendomi al muro, chiudendo la porta con un calcio.
Una mano premeva sul mio petto, l’altra era agganciata al colletto della mia maglietta; i suoi occhi erano fissi nei miei.
-Che succede?
Disse, come se la nostra conversazione telefonica non si fosse mai interrotta. Scossi la testa.
-Niente.
-Allora perché mi stai evitando da mesi?
Non sapevo cosa rispondere. Non volevo rovinare la loro felicità, non volevo che Sakura fosse triste a causa mia, quella ragazza che mi aveva detto che ero la cosa più importante della sua vita. Dall’altro lato, volevo prendermi Sasuke, volevo strapparlo a lei, farlo tornare mio.
Mi scese una lacrima. Non sapevo perché stavo piangendo.
-Non so quando è successo... e non so nemmeno perché... però... da tanto, tanto tempo... sono innamorato di te. E mi fa rabbia perché sto rovinando la nostra amicizia, perché non me la posso prendere con nessuno e non posso nemmeno desiderare che vi lasciate, perché sono incapace di desiderare l’infelicità di Sakura.
Sentii la sua presa allentarsi, vidi i suoi occhi spalancarsi. Occhi che diventavano sempre più grandi, sempre più grandi; prima che me ne rendessi conto, le sue labbra erano sulle mie.
Lo spinsi via, terrorizzato dal balzo che aveva fatto il mio cuore e dall’urlo di pura gioia che mi era esploso nella testa a quel semplice contatto.
-Sasuke, così mi rendi le cose molto più difficili...
La mia voce era più implorante di quello che mi aspettassi, ma andava bene così... forse. La parte più razionale di me era disposta a inginocchiarsi per pregarlo di andarsene, tutto il resto di me avrebbe fatto di tutto pur di farlo restare con me per sempre.
Sasuke si avvicinò nuovamente, prendendomi il viso tra le mani.
-Non ti rendi conto... anche per me è difficile...
Disse prima di baciarmi nuovamente. Cercai di rimanere lucido, di non rispondere al bacio, e lui si staccò ancora, di qualche millimetro, per sussurrarmi sulle labbra, senza rompere il contatto tra i nostri occhi.
-Da sempre... sono innamorato di te.
Alla fine ci baciammo sul serio, bocche spalancate, lingua contro lingua. Non avevo mai baciato un ragazzo prima d’ora; era... rude. Le ragazze erano più gentili, più lente. Ci mordevamo, ci graffiavamo, sfogavamo in un unico bacio tante cose che avevamo represso per troppo tempo. Stavo perdendo, stavo sprofondando. All’inizio, credevo che a un certo punto mi sarei potuto fermare, che ne sarei stato in grado. Ma quando Sasuke si scostò da me e mormorò la parola letto, capii che non ci sarei mai riuscito.
Avevo perso.
Per quella notte, sarei stato fino in fondo la persona orribile che ero. Ero ancora fermamente deciso a non intromettermi tra loro due, ma non volevo avere rimpianti.
Lo volevo. Lo volevo da morire. Lo volevo fino a star male.
Mi resi conto dell’intensità del mio desiderio e delle mie emozioni solo quando lo vidi spogliarsi velocemente nella penombra della mia camera, mentre ci toglievamo goffamente i pantaloni sdraiati sul letto, cercando di non separare le nostre bocche nell’atto.
Spensi il cervello nel momento esatto in cui i nostri corpi nudi si sfiorarono per la prima volta, addome contro addome, sesso contro sesso.
Ci sfregavamo l’uno contro l’altro con urgenza, non c’era un briciolo di dolcezza in noi; ma nonostante questo riuscivamo a esplorarci come mai avevamo potuto fare.
La pelle di Sasuke, il sudore di Sasuke, il profumo di Sasuke, il respiro di Sasuke sulla mia faccia. Le sue mani ovunque, la sua lingua, tutto di lui stato scoprendo per la prima volta. E mi stava facendo impazzire.
In un piccolo istante di lucidità mi chiesi se anche lei avesse avuto il privilegio di vedere Sasuke in quello stato, arrossato e ansimante, negli occhi una disperazione cieca; ma subito scollegai il cervello quando la mia eccitazione raggiunse la sua pienezza.
La presenza bruciante di Sasuke dentro di me, che mi fece grugnire di dolore, di voglia, di tutto; lui che si muoveva avanti e indietro, sfregandosi su di me, baciandomi. Le mie mani sul suo sedere per spingerlo più in fondo, per sentirlo fino all’ultimo centimetro, fino all’ultima molecola del suo essere. Volevo tutto. Presi ogni cosa che aveva da offrirmi e diedi tutto ciò che avevo.
Gli occhi incendiati di Sasuke che continuava a muoversi con urgenza dentro di me, fissandomi, emettendo qualche verso di tanto in tanto, senza staccare gli occhi dai miei; Sasuke che si avvicinava al mio viso, chiedendomi con voce tormentata:
-Perché? Perché non me l’hai detto prima?
Non risposi, lo strinsi a me, lo baciai, incapace di rispondere a quella domanda che mi stavo facendo da mesi.
Venne con la lingua infilata nella mia gola e le mie dita tra i capelli, quasi tremando.
Quando uscì da me mi sdraiai su un fianco, senza incrociare il suo sguardo. Fine. Avrei voluto durasse un po’ di più.
Lo sentii abbracciarmi da dietro.
-Naruto...
Sapevo cosa stava per dire, lo sentivo dal tono della sua voce; ma io non volevo, le cose non dovevano andare così. Non volevo essere una persona orribile per sempre.
-è tutto ok, Sas’ke. Stanotte è andata così, ma io non voglio intromettermi tra di voi.
Fui fiero di me stesso, in quel momento; dopo quello che avevamo appena fatto, che avrei voluto continuare all’infinito, Sasuke mi stava per fare la proposta che avrebbe realizzato i miei sogni più segreti, e io l’avevo stroncata sul nascere.
D’altronde, ero fermamente deciso.
Sasuke mi comprese, credo, perché si limitò a stringermi di più tra le sue braccia e ad addormentarsi con la bocca tra i miei capelli.
La mattina dopo, il mio letto era vuoto.
Non piansi più, andava bene così.

Un’altra estate è arrivata. Un gruppo di amici mi sta aspettando alla stazione per andare tutti al mare, finalmente. Tra la folla, scorgo subito loro due, i miei migliori amici.
Sakura e Sasuke stanno ancora insieme; sono una bella coppia, lo pensano tutti quelli che li conoscono, e anche io.
A poco a poco, è passato.
Certo, spesso ripenso al volto di Sasuke quella notte, a cosa sarebbe successo se l’avessi lasciato parlare e se avessi detto di sì a qualunque cosa mi avrebbe proposto. Spesso vengo colto dal rimorso di non aver agito prima, di essermi tenuto i miei sentimenti per me per tanto tempo.
Ma in fondo, penso che vada davvero bene così. Lo penso quando vedo il volto rilassato di Sasuke e quello felice di Sakura, le loro mani intrecciate.
Credo, tutto sommato, che questa storia mi abbia fatto crescere in pochi mesi più di quanto io sia cresciuto in anni, e soprattutto, mi ha fatto capire cosa è davvero importante per me.
Ho scoperto che quando mi ritrovo a dover scegliere tra me e i miei amici, nonostante io sia una persona egoista, nonostante nella mia mente desideri scegliere per me, scelgo sempre a favore loro. Credo sia una cosa positiva.
Penso sia successo qualcosa di importante, dentro di me.
Soprattutto, sono in grado di sorridere sinceramente in loro compagnia.
Credo di essere felice. Va bene così.


Dunque, visti i commenti, ho deciso di aggiungere un piccolo commento finale.
Prima di tutto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno lasciato un commento, specialmente le persone che, pur non avendo gradito, hanno commentato facendomi sapere cosa non andava.
Ovviamente sono assolutamente d'accordo con voi per quanto riguarda il totale e vergognoso ooc di tutti i personaggi, ma d'altronde l'avevo messo negli avvisi.
Invece ho notato che purtroppo, e di sicuro per colpa mia, c'è una cosa che è stata totalmente fraintesa: Sasuke è innamorato di Sakura. Certo, per tanto tempo è stato innamorato di Naruto, ma durante quelle vacanze la sua attenzione si è concentrata su Sakura. Probabilmente aveva un po' rinunciato a lui da tempo, convinto di vivere un amore a senso unico. Comunque, ha scelto lei. Non credo sia un fatto tanto strano, gli amori possono finire; certo, per quella persona resterà sempre un sentimento di fondo, non si può cambiare, ma non è amore.
Quella notte Sasuke si è comportato così con Naruto semplicemente perchè si è lasciato prendere dalla situazione, si è ritrovanto davanti la persona che ha amato per tanto tempo che gli si confessava improvvisamente, probabilmente si è anche arrabbiato. Ma non si è pentito di essere tornato da Sakura.
Ah, e non credo che lei sia una vittima, in quanto è perfettamente al corrente della situazione. Sa che Sasuke era innamorato di Naruto, e soprattutto sa quali erano i sentimenti di naruto: sa che il ragazzo ha sofferto, sa perchè evitava Sasuke. Però le aveva detto che non c'era problema, che lui non doveva mettersi in mezzo perchè Sasuke aveva scelto lei, e allora pace. Ma soprattutto sakura sa che ora Sasuke ama lei.
In sostanza, non credo che ci siano vittime: anche Naruto, che ha sofferto tanto, non meritat tanta compassione, perchè è stato uno stupido; avrebbe dovuto agire prima, visto che in qualche modo sospettava che Sasuke provasse qualcosa per lui.
Comunque, con questo ho finito, spero di aver chiarito meglio la situazione^^
  
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