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Autore: Shadow_kazul    16/09/2009    4 recensioni
- SAMURAI CHAMPLOO-. Ambientata durante la convalescenza di Jin e Mugen.
“Tu pensi...che dovremmo dirle domani mattina che eravamo svegli?”.“No. Lascia che questo resti ciò che è”. “Bene”.Il silenzio calò sulla stanza per circa un minuto. “Sai, lei si è stretta a me per primo. Allora, da uomo a uomo...come ti fa sentire questo?” mormorò Mugen con un ghigno di sfida. Jin fece un sorrisino contro il collo di Fuu e premette il petto contro la sua schiena, stringendo la presa attorno alla vita. “Fortunato”.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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InBetween

 
Titolo originale:
In-Between

Autore: Shadow-kazul

Traduttrice: Becky (autorizzata dall’autrice a tradurre questa storia)

Link originale: http://www.fanfiction.net/s/3290408/1/InBetween

In Between

Ambientato durante l’episodio 26, mentre Mugen e Jin sono convalescenti

 

Fuu fece scorrere la porta della casa, dove un tempo aveva vissuto suo padre, con un catino e un panno tra le braccia. Si fermò un attimo, i suoi occhi iniziarono ad abituarsi all’oscurità. Era il quinto giorno che Mugen e Jin erano privi di conoscenza. Ogni tanto si domandava se si sarebbero mai svegliati. Scuotendo leggermente il capo entrò definitivamente dentro la stanza scura.

Mugen giaceva da una parte, Jin dall’altra. Fuu sorrise: quei due stavano lontani anche mentre dormivano. Appoggiò silenziosa l’acqua accanto a Jin e andò a prendere una scatola in un angolo della stanza e ne estrasse alcune bende pulite. Lei e il vecchio si assicuravano di pulirle e cambiarle ogni giorno. Il vecchio le aveva detto che non era necessario farlo tutti i giorni, ma lei aveva insistito tenacemente.

Era questa la verità. Sentiva che era l’unico modo per non piangere. Ogni volta che sedeva accanto ai suoi ragazzi e li sorvegliava, non poteva farci nulla. Le lacrime scendevano copiose e piangeva così tanto da far tremare tutto il corpo. La disperazione aumentava quando si accorgeva che mentre lei piangeva entrambi iniziavano a muoversi nel sonno e produrre piccoli mugolii di dolore.

Potevano sentirla?

Questo era il motivo per cui cercava di tenere i pensieri occupati. Se si concentrava sul prendersi cura di loro, non avrebbe pianto.

Iniziò a sciogliere le bende attorno al petto di Jin mostrando così la sua pelle chiara. Nei giorni precedenti era sempre stata molto rapida nel cambiare le bende, l’avvertiva come un’intromissione nella loro privacy. Ma negli ultimi giorni lasciava con nonchalance che le dita spalmassero l’unguento medico sopra le loro ferite.

Fuu non si era mai soffermata veramente ad osservarli e iniziò a lavare le ferite di Jin col panno che si era portata. Il suo volto, di solito così serio e composto, si ammorbidiva nel sonno. I suoi capelli era molto più scuri di quelli di Mugen e la sua pelle, pallida e raffinata, sembrava essere più lucente. Il suo corpo era più minuto rispetto a quello vigoroso di Mugen. Fuu, lentamente, concesse alle proprie dita di sfiorargli il viso e col pollice gli accarezzò il labbro inferiore. Era morbido e umido. La sua mano corse a sfiorargli il collo e poi le braccia. La pelle di Jin era soffice, ma non come quella di una donna...era indescrivibile. Forse come quella di un bambino.

Jin rabbrividì. Fuu ritrasse per un momento la mano, per poi tornare a toccargli il petto. La sua mano scivolava sul suo addome piatto. Poteva sentire i suoi muscoli guizzare ad ogni tocco mentre scendeva verso il basso.  Il ragazzo iniziò a mugugnare lievemente di piacere e Fuu si fermò. Imbarazzata finì di bendarlo e si allontanò.

Ora toccava a Mugen. Lui era ferito solo al fianco, al contrario di Jin che aveva riportato ferite sia al ventre che al fianco. Tuttavia l’intero suo corpo era ricoperto da piccoli graffi e tagli. Fuu gli slegò le bende e si preparò a pulire le sue ferite.

Mugen era molto diverso dall’altro samurai. Era abbronzato e ruvido dove Jin era pallido e morbido. Anche le mani erano più larghe. La ragazza rabbrividì al pensiero di quanto dolore potessero arrecare quelle mani ai nemici. Il suo sguardo si spostò poi sul volto. Aveva tante, troppe, cicatrici, di cui una sul sopracciglio. Delicatamente si allungò su di lui e gli sfiorò la pelle paffuta e osservando i suoi capelli rise. I capelli di Jin erano lunghi e setosi, quelli di Mugen invece erano corti e terribilmente disordinati. Fuu colse l’occasione e glieli scompigliò.

“...teme” mormorò Mugen nel sonno. Fuu avvampò, “Persino mentre dorme mi chiama stronza!”.

La faccia di Fuu divenne rossa dalla rabbia, ma si rilassò velocemente e rise vedendolo dormire così pacificamente. Ripeté allora ciò che aveva fatto anche con Jin. Gli sfiorò il viso e gli accarezzò le labbra col pollice. Erano calde e ruvide. Fuu non aveva mai baciato un uomo prima, ma sapeva comunque che quelle labbra probabilmente erano avvezze ai baci. La mano scivolò sul collo e, al contrario di Jin, Mugen si infastidì.

Fuu rise deliziata “Com’è suscettibile!”.

Continuò sulle sue braccia. Le spalle erano ampie e le braccia molto più muscolose rispetto a quelle di Jin. Probabilmente avrebbe potuto prenderla tranquillamente in braccio e dondolarla come se non pesasse nulla, pensò Fuu in soggezione. All’inizio si sentiva intimidita nel toccargli il petto, aveva così tante cicatrici sul corpo, vecchie e nuove. Trattenne il fiato e lasciò che le dita incontrassero resistenza.

Era solido e duro. Quando le sue dita scivolarono su tutto il suo corpo, i suoi muscoli si tesero come se fossero in flessione. Grugnì. Fuu ne rimase sorpresa; pensava che il suo corpo fosse già teso prima!

La ragazza si scostò i capelli dal viso, le sue guance erano in fiamme e si sentiva strana. Finì di prendersi cura di lui e silenziosamente lasciò l’abitazione.

 

Quella stessa notte, più tardi, Fuu fece nuovamente scorrere la porta. La sua lanterna illuminò vagamente la stanza. Si richiuse la porta alle spalle e si guardò attorno. La sua espressione mutò da grave al tipo “sto morendo dal ridere”. Mugen e Jin avevano incredibilmente invaso l’uno lo spazio dell’altro. I suoi ragazzi si erano avvicinati tanto da ritrovarsi con i volti vicini, dato che Mugen giaceva sulla schiena, con un braccio sotto al collo, e Jin sdraiato sull’altro lato. C’era solo pochissimo spazio a separarli, tanto da condurre Fuu al riso.

Si ridiede velocemente un contegno, prese un profondo respiro e sospirò felice. Il suo giaciglio era dall’altro lato della stanza, ma all’aperto si stava talmente bene che dormiva fuori ogni notte. Girò attorno ai ragazzi e lo raggiunse. Si chinò per prenderlo ma si bloccò.

Lentamente si raddrizzò e guardò lo stretto spazio tra i suoi ragazzi. Poteva benissimo entrarci. Ignorò la propria coscienza e a passi lenti si diresse nuovamente verso di loro.

La ragazza si distese in mezzo ai due ragazzi. Ricordando il calore e la solidità del petto di Mugen, si premette contro il suo lato e appoggiò la testa sulla sua clavicola. In quel momento ringraziò con tutta se stessa che stesse dormendo con un braccio alzato, altrimenti lo avrebbe svegliato muovendosi.

Mosse una mano dietro alla schiena e raccolse delicatamente il braccio di Jin. Se lo drappeggiò attorno alla vita e lui, nel sonno, inconsapevolmente vi si strinse contro con maggior forza, premendole contro la schiena e avvicinandola col braccio. Anche Mugen aveva mosso imbarazzantemente  il braccio oltre il petto fino ad adagiare la sua grande mano sulla sua coscia. Fuu riusciva a sentire il calore della mano di Mugen e il battere nel suo petto, e il tepore del respiro di Jin contro il suo collo, e il suo petto, e il suo braccio. Provò a muoversi leggermente, contorcendosi, ma il suo bushido-boy e il suo wild-boy la tenevano stretta saldamente.

Fuu rimase sveglia per qualche tempo, timorosa pensando a dove si era distesa. Nel mondo reale sapeva che quei due non l’avrebbero mai toccata in quel modo. Ma era piacevole godere di quel calore e di quella compagnia, e presto cadde addormentata.

“Pst. Sei sveglio quattrocchi?”.Jin aprì un occhio di scatto e alzò lievemente il capo per fulminare Mugen. “Shhh. La sveglierai” sussurrò deciso.

“Ma sta’ zitto! Voglio solo la tua opinione su una cosa”. Noncurante della sua provocazione aveva abbassato la voce.

“Mph?” replicò Jin nel suo solito modo di esprimersi senza parole, mentre riappoggiava la testa.

“Tu pensi...che dovremmo dirle domani mattina che eravamo svegli? Io penso che si trovi bene abbracciata a noi...”.

“No. Lascia che questo resti ciò che è”.

“Bene”.

Il silenzio calò sulla stanza per circa un minuto.

“Sai, lei si è stretta a me per primo. Allora, da uomo a uomo...come ti fa sentire questo?” mormorò Mugen con un ghigno di sfida.

Jin fece un sorrisino contro il collo di Fuu e premette il petto contro la sua schiena, stringendo la presa attorno alla vita. “Fortunato”.

“Tu, bastardo...” mormorò Mugen spingendosi maggiormente contro il corpo di Fuu e afferrando delicatamente la sua coscia. “Io non sono molto bravo a condividere, lo sai...ma in questo caso non mi crea troppi problemi. È il destino”.

Jin annuì e accidentalmente sfregò contro Fuu. “Non mi piace condividere le donne ma farò un’eccezione. Potremo stare entrambi con lei e quando Fuu vorrà uno di noi, lo potrà avere”.

Mugen sogghignò soddisfatto. “D’accordo” dissero entrambi all’unisono e seguirono Fuu nel sonno.

Ragazzo, ragazza e ragazzo. Rosso, rosa e blu. Gallo, fiore e pesce. Mugen, Fuu e Jin. Non importava cosa gli passasse per la testa, l’avrebbero comunque accompagnata e aiutata ad essere dove voleva. In mezzo a loro, e anche dentro i loro cuori.

 

Img: Champloo Threesome by ~Elruu

 

NdT: Spero di aver reso bene l’idea, in alcune parti ho usato una traduzione letterale, in altre più libera. Davvero, spero vi piaccia! Becky

  
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