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Autore: Robin Stylinson    14/11/2023    1 recensioni
2114, Oslo. La future library sta per aprire le porte a tutta la popolazione mondiale: una biblioteca composta unicamente da 100 volumi inediti, scritti a partire dal 2014 (uno all'anno). Erik e Rune, i due guardiani, scoprono che uno dei libri è stato rubato e che al suo interno nascondeva un segreto: la soluzione ad un omicidio irrisolto.
Genere: Mistero, Noir, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rune fece un breve riassunto ad Erik della storia di Pyramiden.
La città, un insediamento abbandonato situato nell'isola di Spitsbergen nelle Svalbard, era stato fondato nel 1910 - duecentoquattro anni prima - da minatori svedesi, in seguito venduta prima ad una compagnia mineraria sovietica e poi ad un'altra che la sfruttò fino al 1998, l'anno della sua chiusura.
Nonostante l'isola fosse di proprietà norvegese, vi lavoravano e abitavano minatori russi. L'insediamento era dotato di tutti i confort che l'epoca prevedeva: un asilo, una scuola elementare, una piscina, un cinema che fungeva anche da teatro, un pollaio, una stalla, una biblioteca, un ospedale attrezzato per le operazioni chirurgiche, una palestra, un campo da calcio e un campo da pallacanestro.
La piccola cittadina era anche dotata di una serra che permetteva ai suoi abitanti/lavoratori di coltivare la frutta e la verdura di stagione in autonomia per poterle servire in una mensa comune poiché le case erano sprovviste di cucina. I circa mille abitanti della cittadina, tra cui bambini, anziani e donne, potevano richiedere una delle tre abitazioni tipo: l'abitazione per le famiglie, quella per soli uomini e quella per sole donne.
Dopo la chiusura alla fine del XX secolo, l'insediamento rimase disabitato ma aperto al pubblico, curioso e attratto dalle città fantasma. Nell'anno 2013 vi erano circa una trentina di custodi che si preoccupavano di fare da guida turistica e garantire la manutenzione degli edifici ma la passione per quel posto era andata affievolendosi e nelle persone cresceva la cultura del turismo dell'orrore mentre finiva quella dell'abbandono.
Dal 2037 si poteva mettere piede nella colonia unicamente accompagnati da un esperto e solo dopo aver fatto un'ingente donazione ad una associazione che si occupava di mantenere in ordine Pyramiden.
 
«Come è possibile che Ezelstain venga da Pyramiden se non esiste più?» chiese Erik.
«Avrà semplicemente compilato le carte mentendo» rispose piccato Rune.
«Non credo che si possa fare.»
«A quanto sembra invece l'hanno fatto!» urlò l'uomo sbattendo il computer portatile sul tavolino che aveva di fronte.
«Forse dovremmo andare alla polizia e denunciare il furto!» continuò Erik alzandosi ed esponendo il suo pensiero ricurvo nelle spalle.
«Non possiamo» replicò Rune scattando in piedi accanto al collega e agitando le braccia. «Ci pensi a tutte le domande che farebbero?»
Erik scosse la testa.
«Ci chiederebbero come abbiamo scoperto che il libro era stato rubato e confessare di averlo letto comprometterebbe il mio lavoro. Siamo entrati di nascosto nell'ufficio di Katie e abbiamo rotto la cassettiera e rubato una macroSD. Devo continuare?»
«Per non parlare del documento riservato che abbiamo decifrato» concluse Erik grattandosi la testa e storcendo il naso.
I due rimasero in silenzio per qualche secondo intanto che il buio scendeva sulla città e si insinuava nel bilocale in cui si trovavano. I suoni di Oslo stavano scomparendo e morendo con il giorno e una spruzzata di neve iniziava a scendere dalle nubi che avevano coperto il cielo in pochissime ore facendo acquietare la fauna norvegese.
«Devo trovare lo scrittore» sussurrò Rune adagiandosi di nuovo sul sofà.
Erik si sgranchì le gambe cercando di fare dei passi lunghi e lenti per far scricchiolare il meno possibile le assi del pavimento. Rune aveva le braccia conserte e lo sguardo perso nel vuoto, invece il collega aveva la testa immersa nel display del cellulare che gli colorava il volto di blu. Gli occhi di Erik si erano abituati al buio e non aveva fatto nemmeno caso a quanto le tenebre avessero invaso casa sua a tal punto da oscurare tutto l'ambiente, ma continuò a fregarsene. La sua mente era invaghita da un pensiero a cui doveva dare sfogo.
All'improvviso il ragazzo si fermò, accese le luci del salotto attirando l'attenzione di Rune e si schiarì la voce.
«Ecco cosa faremo» disse alzando un dito per puntarlo verso il collega. «Mi assenterò dal lavoro il tempo necessario per trovare lo scrittore e tu dirai a Katie che sono tornato in Texas a fare visita ai miei genitori.»
«E come pensi di trovarlo lo scrittore? Non sappiamo niente su di lui» rispose Rune seccato.
«Ho fatto una richiesta scritta per visitare Pyramiden e accedere ai registri anagrafici. Dubito che l'autore del libro abbia scelto una città a caso, deve esserci un legame.»
«Non puoi andarci da solo.»
«Se verrai con me desteremo dei sospetti, cosa che non vogliamo accada, vero?» chiese sarcasticamente Erik.
«Cosa dovrei fare? Comportarmi come se non fosse successo niente e tu non stessi partendo per un falso viaggio in America?!»
«Tu andrai al lavoro affiancato da Katie e cercherai di non far rubare altri libri!» lo rimproverò il collega e bassa voce.
Rune sbuffò, infastidito dal fatto che un ragazzo più giovane di lui gli impartisse degli ordini.
«Ho già provveduto a fare la donazione che richiedevano, parto tra due giorni. Prima troviamo il libro, prima lo rimettiamo al suo posto.»
"E prima verificheremo che questa storia sia vera oppure no" pensò Erik.
«Ma se troverai l'autore non potrai svelargli che il suo libro è stato rubato» disse Rune scocciato.
«Mi inventerò qualcosa» tagliò corto l'altro facendo svolazzare la mano sinistra per aria come se non gli importasse dell'idea del collega, ma il ragazzo sapeva che doveva fare un passo per volta per non inciampare o sbagliare strada.
Nell'email ricevuta dalla segreteria per le visite a Pyramiden, c'era scritto che potevano dargli informazioni su un'eventuale famiglia Ezelstain solo se fosse stato un parente e solo dopo che i soldi della donazione fossero stati accreditati sul conto dell'associazione che si occupava dell'insediamento. Da quella nota avevano lasciato trasparire che una famiglia con quel nome aveva abitato lì negli anni in cui la struttura era in funzione: lo scrittore non poteva averci abitato da bambino o avrebbe dovuto avere come minimo centovent'anni, ma forse conosceva qualcuno che ci aveva vissuto e che l'aveva riportato in quel luogo per fargli vivere il turismo dell'abbandono.
Erik non aveva riferito a Rune il contenuto dell'email, ma l'avrebbe fatto soltanto se a Pyramiden avrebbe trovato qualcosa di consistente per rintracciare l'autore. Meno il collega sapeva e più sarebbe stato tranquillo accanto a Katie.
  
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