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Autore: kannuki    28/05/2005    9 recensioni
Certe volte la sua ombra è un po’ più nera e un po’ più densa. E’ nera e appiccicosa e macchia la sabbia come una lunga strisciata oscura che corre sotto i propri piedi.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“C’è un ristorantino sulla spiaggia, è piccolo e ci va poca gente…ti va

“C’è un ristorantino sulla spiaggia, è piccolo e ci va poca gente…ti va di venirci con me?”

“Stasera? Tu ed io?”

Lei sorride al nulla mentre ascolta le sue parole fluire dalla cornetta e imprigionarsi nell’orecchio, accarezzandole con dita invisibili. Le sta chiedendo di uscire…“Perché no…”

“Va bene, allora”

Lei si sente fluttuare a tre metri dal pavimento, perché lui è il suo amore segreto. Un amore mai rivelato, mai vissuto e per questo ancora più bello e dolce, un amore che vive solo sulle corde del suo cuore, alimentandosi di sorrisi sfuggenti e gentilezze ricambiate con troppa disponibilità da parte sua.

 

Il ristorante ai piedi della spiaggia è davvero piccolo, appena 6 tavolini sulla terrazza costruita sul mare. Lei guarda giù e le sembra di potersi tuffare nel mare rosso da un momento all’altro.

“Ti piace?”

“Si, è bellissimo”

Lui si avvicina appoggiandosi contro di lei e contro la balaustra che odora di salsedine ed è ancora calda. Il tramonto sta incendiando il cielo e il mare e lui li contempla, percependo il corpo di lei che freme per la pressione del suo braccio contro la propria spalla.

“Hai freddo?”

Devi essere premuroso con lei, perché si sta agitando. La vedi?

Sta tormentando quella ciocca che non sta mai a posto arrotolandola attorno alle dita con gesti nervosi e ripetitivi. “Ti va di fare una passeggiata dopo?”

Lei si volta, le guance vagamente rosse…o forse è il tramonto che le dipinge ai tuoi occhi, forse non sta arrossendo per te.

“In spiaggia?”

Perché no.

Lei ti guarda con il sorriso negli occhi e annuisce un po’ imbarazzata.

La guardi e vorresti dirle che non c’è niente da temere. Conosci a menadito il forte ascendente che eserciti su quella ragazza. Ti piace, è perfetta…

Si, è perfetta per quello che devi fare.

 

Hai un nodo allo stomaco che non ti abbandona per tutta la serata. Non hai mangiato quasi nulla perché ti sei incantato a guardare i suoi gesti aggraziati, i sorrisi timidi che scintillavano dalle sue labbra che sono perfette, perfette per quello che devi fare, le occhiate improvvise che ti lanciava e che celava subito, quando incontrava i tuoi occhi.

 

“Andiamo fino al molo a piedi? La strada non è molta”

Lei ti guarda ancora un po’ nervosa. Più nervosa di te. Sorridile, prendile la mano e stringila.

“Hai paura di me?”

Bravo, un tono così va bene. Dolce e innamorato. Fai la parte dell’innamorato timoroso.

“No…dovrei?”

“Non penso proprio”

Lei sorride a quella battuta spiritosa seguita da una breve risatina con cui hai mascherato alla perfezione l’inquietudine che senti crescere come un rombo lontano, un eco profondo che risuona ininterrotto e sempre più grave.

Tamburi. Si...tamburi che percuotono il petto e le costole.

Ti succede sempre.

Ogni volta.

Ti nutri di quello quando sei solo, te ne nutri come un disperato, cercando di ricordare com’è stato. Pensi sempre di appuntarti le sensazioni quando stai per farlo o quando l’hai appena fatto.

Ti ci crogioli dentro e quando la sensazione svanisce, sempre troppo in fretta,  hai bisogno di farlo di nuovo e di nuovo…e di nuovo.

 

Lei si rilassa e stringe la mano che hai intrappolato nella tua. È fresca, ti piace giocare con le sue unghie un po’ lunghe  che grattano con delicatezza la tua pelle.

 

Grattano, grattano…come quello dentro di te...quello che ti sussurra all’orecchio le cose, quando sei nel letto, la notte. Quello che hai sentito dietro di te, una sera ti tanti anni fa. Quello che ti ha seguito fino a casa e che dorme dietro la spalliera del tetto e sussurra, ti dice quello che devi fare.

E tu devi farlo perché quando lo fai, lui smette di sussurrare. Torna sotto il letto o dentro l’armadio che non vuoi mai aprire perché hai paura di lui.

Quando lo fai, lui è contento.

Per un po’.

 

La sabbia cede facilmente, lei si è tolta le scarpe per non affondare con i tacchi un po’ alti che si è messa per essere ancora più bella per te.

E’ buio, siete lontani dalle luci della strada. Lei si stringe nel maglioncino e si guarda attorno un po’ preoccupata “non ci siamo allontanati troppo? Non vorrei che…”  

 

Abbracciala.  

 

“Non c’è nessuno…di cosa hai paura?”

Lei ti guarda e la senti morbida morbida fra le tue braccia. Bravo, così.

“Di niente…ma..

Ma?”

Lei non si guarda più attorno perchè è pienamente concentrata su di te. Bravo, stai andando bene. Un po’ più romantico. Guardale le labbra, sorridile...non è così buio, lei ti vede, vede il luccichio lontano delle luci nei tuoi occhi

“Mi piaci molto”

 

La senti irrigidirsi per qualche istante, paralizzata dalla sorpresa. Lei abbassa la testa senza risponderti  ma la senti che sta tremando...solo un po’. Il giusto. Ti piace che sia così e solo per te.

Adesso piano…sii  gentile.

Ti abbassi un po’, sorridendole e la cerchi in mezzo alla timidezza che l’ha avvolta.

Lei si scioglie dall’abbraccio e volta le spalle al mare, indicando gli scogli “andiamo a sederci li?” 

 

Perfetto. E’ esattamente il posto che avevi immaginato, il più adatto allo scopo.

Ti prende per mano e ti tira verso le rocce un po’ appuntite, in parte livellate dall’azione ritmica delle onde che s’infrangono da migliaia di anni su di esse.

“Attenta a non cadere”

 

Bravo, stai andando bene,

 

“Non ti preoccupare, sono nata nel mare”

 

Un ottimo spunto per la tua prossima mossa. “come le Ondine.”

Lei ti guarda, seduta sul masso più piatto che è riuscita a trovare, un po’ rilassata e un po’ nervosa. Immagini già il suo cuore che batte, quel pizzicore a livello dello sterno che si allarga sul seno e fin giù, fino allo stomaco e all’ombelico.

 

“Sei nata anche tu dalla spuma del mare? È per questo che sei così bella?”

 

L’hai messa in imbarazzato. Ha tirato le gambe a se, inclinando un po’ il collo  e mostrandolo in tutta la sua levigatezza.

Ha un collo stupendo...ti piacerebbe toccarlo e tra un po’ lei te lo lascerà fare perché lo sente che il momento si sta avvicinando.

“Non sono così bella…” sussurra a bassa voce voltandosi verso di te.

Resta in silenzio e alza il braccio, ecco così...passaglielo dietro le spalle. Si fida, non essere brusco.

 

“Sei bellissima”

 

Ha un buon profumo, l’ha messo apposta per te. Tutto quello che ha fatto l’ha fatto per te.

 

Immagini la sensazione che sta provando perché è identica alla tua. Ma non sarà mai così forte e così profonda come il sangue che ti scorre nelle vene, quando stai per farlo.

 

Lei si lascia baciare, fiduciosa, al sicuro. Si lascia baciare finchè non sente che stai cambiando.

 

Si lascia baciare finchè non afferri quel sasso così appuntito su cui sei quasi scivolato prima e si lascia baciare finchè non lo vede calare su di se.

 

Lui la lascia andare, inerte sullo scoglio levigato, umido di mare e salsedine.

Scivola verso la spiaggia e guarda la sua ombra. E’ nera e appiccicosa e macchia la sabbia come una lunga strisciata oscura che corre sotto i propri piedi. 

 

Tra un po’ cambierà: diverrà più leggera e meno vischiosa perché quello è soddisfatto.

 

Bravo, sei stato bravo.

 

Certe volte la sua ombra è un po’ più nera e un po’ più densa.

 

Certe volte lui non sopporta quel bisbiglio e allora si tappa le orecchie per non sentirlo ma la sua ombra è sempre la e lui ha paura che possano vederla anche gli altri, così nera e spessa e aggrovigliata ai sui piedi.

 

Lei l’aveva vista…ora non la vedrà più.

  
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