Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
Ricorda la storia  |      
Autore: Roy4ever    20/09/2009    1 recensioni
Questa è una one shot che parla di un incontro che porterà i due protagonisti, Kamui e soprattutto Subaru, ha decidere di proteggere una persona al di fuori di loro due. Ho provato ha fare una storia un pò angst, diversamente dalle mie precedenti, spero che il risultato sia gradevole. "All’improvviso si girarono entrambi, un rumore di fogliame mosso venne dalla loro sinistra e si prepararono al peggio. Il rumore si faceva sempre più vicino e all’improvviso una figura si fece largo fra i cespugli vicino a loro. Era una ragazza vestita solo di uno straccio piuttosto malconcio, che un tempo doveva essere stato un vestito di uno stranissimo colore sul bordeaux, e cosparsa di lividi, graffi e ferite su tutto il corpo. Li guardava terrorizzata, con gli occhi verdi completamenti spalancati e pieni di lacrime, i denti che battevano dalla paura e sangue un pò su tutto il viso incorniciato dai capelli neri."
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Kamui, Tsubaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Same soul, different people

Doppelganger

 

Il vento spirava forte, annunciando un’imminente tempesta in quel luogo desolato qual era il palazzo municipale e tutta l’area circondante. Per dirla meglio, tutto il mondo.

Solamente quell’edificio era sopravvissuto, quello e la torre.

Ma fra poco la torre sarebbe crollata sotto l’acidità delle piogge, visto che la piuma che la proteggeva ora era stata portata al Municipio.

La gente che viveva nella torre ormai era quasi tutta arrivata al nuovo alloggio, e ormai sistemata, stava facendo confidenza con gli altri abitanti dell’edificio.

- Yuuhu, Kamui-chan! Sei ancora qui? – una mano stava sferzando nell’aria a poca distanza dal suddetto e da suo fratello.

- Purtroppo sì. Devo sopportare ancora la tua presenza. – fu la gelida risposta di Kamui, braccia conserte e lo sguardo fisso da un’altra parte.

- Ah, mi tratti sempre così male! Eppure adesso siamo amici! – esclamò Fuuma, circondandolo con un braccio e suscitando la rabbia repentina dell’altro.

Subaru questa volta non intervenne, ben sapendo che Fuuma non era ostile nei loro confronti, e continuò a guardare la scenetta comica fra i due.

- Lasciami, dannato! – urlava Kamui, immobilizzato da dietro e trattenuto in un non voluto abbraccio. Continuava a lanciare occhiate fugaci a Subaru, sperando che facesse qualcosa per aiutare il suo adorato fratello, e l’altro finalmente avanzò verso di loro, con un sorriso, un dolce sorriso dei suoi.

- Kamui. Sta solamente dimostrando il suo affetto per te, vero Fuuma-san? – chiese guardando il più alto che un pò sorpreso annuì appoggiando il mento sopra la testa del vampiro gemello.

- Ma io – strattonò un pò la presa – non lo voglio!

Subaru sospirò andandosi a sedere su un rudere lì vicino, mentre sentiva ancora i capricci del fratello.

Fortunatamente non pioveva, e loro stavano vivendo gli ultimi momenti in quel mondo.

Non poteva dire che ne avrebbe avuto nostalgia, ma pochi giorni prima era successo il finimondo, e anche se sapeva di non esserne il responsabile (la strega delle dimensioni aveva detto che era inevitabile che tutto ciò accadesse) si sentiva terribilmente in pena per quel gruppo di viaggiatori.

La Principessa era così malinconica dopo la scomparsa di quell’E a cui teneva tanto, e poi il ragazzo biondo a cui Kamui aveva donato il sangue per non farlo morire aveva un’aura spaventosamente tetra, nella sua nuova veste da vampiro.

Anche il guerriero moro sembrava così afflitto sia prima che dopo la trasformazione del compagno. Ormai quel gruppo era in pezzi, lo sentiva.

Chiuse gli occhi cercando di contattare la Strega, ma un abbraccio ferreo lo fece desistere dal suo proposito. Riaprì gli occhi e scorse il viso imbronciato del gemello guardare con profondo odio la persona che stava ridendo di gusto alle sue spalle.

- Che è successo adesso? – chiese accarezzandogli la testa.

- Mi... mi ha dato un bacio sulla guancia! – esclamò furioso il fratello, guardandolo supplicante.

Lo abbracciò sorridente: - E ti scandalizzi per così poco? Te l’ho detto, sta dimostrando il suo affetto.

- E io ho già detto che non lo voglio. – mugugnò dal petto di Subaru.

Fuuma intanto si avvicinò e sorrise complice a Subaru.

- Immagino che il mio nii-san fosse anche più intraprendente, vero Subaru-kun? – ammiccò.

Subaru sentì il sangue salire involontario alle guance e abbassò lo sguardo, ricordando tempi che gli sembravano così remoti.

- Decisamente. – assentì dopo un pò.

Kamui si alzò di scatto e guardò con odio Fuuma.

- Non parlare di quell’Hunter. – ordinò inflessibile, continuando a stringere il fratello.

- È il mio nii-san! – protestò Fuuma – E poi io dico quello che voglio! – gonfiò le guance come un bambino e incrociò le braccia sul petto.

- Subaru. Andiamocene. - disse poco dopo Kamui, alzandosi del tutto in piedi e invitando il gemello a fare lo stesso.

Con un gesto agile e sensuale, il vampiro si alzò e con un inchino si congedò da Fuuma.

- Ehi, aspettate! – li chiamò l’Hunter, prendendo il polso del più polemico.

Kamui con uno scattò si liberò, ma velocemente Fuuma riprese il polso e glielo portò dietro la schiena, fermando anche l’altro.

- L’unico modo in cui possiamo parlare è questo? – gli sussurrò all’orecchio.

- Non ci voglio nemmeno parlare con te. – ribattè infuriato il più piccolo.

- Ma per molto tempo non ci vedremo! Dobbiamo darci un addio come si deve! – replicò appoggiando la testa contro la sua.

- Smettila dannato maniaco... e poi non ci tengo a rivederti presto. – sibilò il vampiro, gli occhi felini che brillavano.

Subaru si avvicinò ai due, appoggiando le mani sulle braccia del gemello, provocando subito un effetto calmante e adorante, e guardò Fuuma che velocemente pensò qualcosa che arrivò subito alla mente di Subaru che annuì, malinconico.

Fuuma diede un altro bacio ad un Kamui di nuovo irritato e poi li salutò entrambi, sparendo subito in passaggio dimensionale, continuando ad agitare la mano.

Poi anche loro aprirono un varco e, mani nelle mani, furono trasportarti in un altro mondo.

 

“Ti saluto il Nii-san quando lo vedo?”

 

Riaprì gli occhi, mentre ancora pensava alle parole di Fuuma e a Seishirou.

Quand’era nel bozzolo aveva avuto molto tempo per pensare a tutto quello che era successo, e per rivedere il suo viso almeno in sogno, prima di tornare alla realtà.

- Stai ancora pensando a lui, vero? – domandò duro Kamui, guardando il terreno e annusando l’aria nuova. Si trovavano in un rigoglioso bosco.

L’altro si limitò a sorridere mesto e annusare anch’esso l’aria. Non poteva fingere col suo gemello e comunque sarebbe stato chiaro a chiunque conoscesse la loro storia che stava pensando a Seishirou.

All’improvviso si girarono entrambi, un rumore di fogliame mosso venne dalla loro sinistra e si prepararono al peggio.

Il rumore si faceva sempre più vicino e all’improvviso una figura si fece largo fra i cespugli vicino a loro.

Era una ragazza vestita solo di uno straccio piuttosto malconcio, che un tempo doveva essere stato un vestito di uno stranissimo colore sul bordeaux, e cosparsa di lividi, graffi e ferite su tutto il corpo. Li guardava terrorizzata, con gli occhi verdi completamenti spalancati e pieni di lacrime, i denti che battevano dalla paura e sangue un pò su tutto il viso incorniciato dai capelli neri.

Kamui si posizionò meglio sul terreno, guardando obliquo la nuova venuta, ma Subaru gli fece un cenno senza nemmeno guardarlo, rapito dall’immagine di quella ragazza.

Quella ragazza... gli assomigliava davvero molto.

Si udirono altri rumori di rami e piante spostate, e voci che chiedevano dove fosse andata la fuggitiva.

La ragazza, che rimaneva in piedi per miracolo, li guardava tremante in un misto di paura e sorpresa, soprattutto verso Subaru.

- Kamui, occupati degli assalitori – ordinò Subaru, mandando il messaggio direttamente nella mente del fratello, che annuì semplicemente e con un balzò scomparì nel folto della foresta.

Dopo poco cominciarono a sentirsi delle urla.

Subaru azzardò qualche passo, ma la ragazza si portò le mani al volto e gemette: - Anche adesso continuo a vedere gli spiriti...

Si lasciò cadere a terra, dondolandosi un poco, continuando a piangere sulle lacrime ormai cristallizzate sulle sue guance.

Subaru lentamente le si avvicinò e si chinò silenzioso su di lei.

- Non sono uno spirito, signorina. – annunciò cercando di fare un sorriso tranquillizzante, che avesse effetto anche su se stesso.

- Mi stanno cacciando perché uso la magia e vedo i morti. – mormorò spostando le mani dal viso – E tu sei uno spirito. – disse guardandolo.

- Le ripeto che non sono morto. Ma visto che la stanno cercando, perché non cerchiamo un luogo più sicuro per parlare? – le chiese conciliante Subaru, invitandola ad alzarsi.

Lei annuì e, sorreggendosi a lui, si fece prendere in braccio e infine si fece trasportare alla più vicina grotta.

- E il suo compagno? – chiese atona lei.

- Se la saprà cavare. Farebbe qualsiasi cosa per me. – disse con un sorriso pieno d’amore, appoggiandola a terra.

- È suo fratello? – chiese allungando una mano verso quel viso che assomigliava tanto al suo...

- Gemello. – assentì lui, sentendo il tocco freddo delle sue dita. – Aspetti qui, vado a prendere un pò di legna. – e detto quello sparì accompagnato solo da una leggera folata di vento.

Dopo qualche secondo era già lì con rami evidentemente appena staccati dall’albero, e, appoggiati a terra, con un sottile gesto della mano accese un fuoco vicino a lei.

- Magia? – chiese stupita lei, prendendo la mano del vampiro.

- Una specie. – rispose lui, adagiandosi vicino a lei, e osservando quel viso, riflesso del suo.

- Come vi chiamate? – chiese facendo un evidente sforzo lei, continuando a stringere la mano tra le sue.

- Dammi pure del tu. – disse affabile – Mi chiamo Subaru.

Alla ragazza scappò un singhiozzo, seguito da una lacrima solitaria, che asciugò velocemente.

- Che succede? –domandò lui, preoccupato.

La ragazza scosse la testa e disse solo: - Il mio nome è Hokuto.

- Mio fratello invece si chiama Kamui. – continuò lui, ancora preoccupato per la reazione di Hokuto.

- Anch’io avevo un fratello. – annunciò spenta lei.

- Avevo?

- Fino a ieri. – chiarì lei – L’hanno ucciso per lo stesso motivo per cui stanno dando la caccia a me. Solo che lui si è sacrificato per salvarmi.

- Mi dispiace – disse amareggiato stringendo le sue mani, nelle sue.

Hokuto si girò verso di lui.

- Era mio fratello gemello. Subaru, il mio Subaru, era uguale a te. – disse mentre le lacrime ricominciavano a scendere sul suo viso straziato.

Subaru rimase senza parole a guardare la vita scivolare via da quel viso che un tempo doveva aver provato tante emozioni diverse, ma che adesso trasudava solo disperazione.

Hokuto gli si buttò fra le braccia, cercando conforto in quel Subaru che assomiglia in tutto e per tutto al suo, solo non di quel mondo.

- Era così buono... voleva bene a tutti.. e solamente perché praticava... la magia... – ripeteva fra i singhiozzi lei, cercando un senso logico a quello che era successo.

Subaru era ancora talmente sorpreso che non riusciva a dire alcunché. Dopo la rivelazione della morte del Subaru di quel mondo, si era sentito morire un pò anche lui.

In fondo erano la stessa persona.

L’unica cosa che riusciva a fare era stringere la gemella acquisita, e divedere con lei il suo dolore, cercando di donarle un pò di conforto.

Lui non sapeva come avrebbe fatto senza il suo Kamui. Probabilmente sarebbe morto per la disperazione...

- Subaru! – si sentì chiamare nella mente.

Alzò lo sguardo e poco dopo Kamui lo chiamò ancora, questa volta a voce alta.

- Subaru! – urlò in tono disperato, arrivando fino al fratello, ignorando la situazione in cui si trovava, e appoggiando la testa sulla sua spalla.

Subaru con un braccio abbracciò il gemello: - Cosa c’è che non va? – non riusciva a capire che cosa lo rendesse così agitato.

Kamui alzò il capo per guardarlo negli occhi felini: - Il Kamui di questo mondo ha cercato di uccidermi.

Subaru sbarrò gli occhi. C’era anche uno pseudo Kamui, proprio nel luogo e nel tempo in cui erano capitati loro?

- Kamui-san è un cacciatore di taglie, IL cacciatore di taglie più famoso a Selenia.. – disse Hokuto, schiacciata contro il petto del gemello del suo gemello.

- Questo non è decisamente il mondo dove rifugiarsi... – commentò Subaru, stringendo entrambi, sentendo con l’udito fine l’avvicinarsi dei cacciatori.

Kamui si portò all’ingresso della grotta e si mise in posizione d’attacco, aspettando i nemici. Non aveva paura di niente, se doveva proteggere il suo gemello, ma combattere contro se stesso, era una sensazione strana, come combattere davanti ad uno specchio.

- Kamui, non sarebbe meglio andarcene subito? – chiese Subaru, trattenendo a sé però la ragazza.

- Dobbiamo proteggere la ragazza, no? – Kamui si era accorto subito della somiglianza, dell’uguaglianza fra lei e suo fratello. E come non proteggerla, con quel viso così simile a quello del proprio fratello, così simile al proprio?

 

Intanto le persone, dimezzate dal primo attacco del vampiro, stavano correndo all’erta nella direzione dove avevano visto sparire quel demone, sperando di prendere due piccioni con una fava. Probabilmente era un demone evocato da quella donna che si era venduta al diavolo.

- Avanti, andiamo a purificare quella meretrice! – gridarono incitando gli uomini, brandendo forconi e scope, alcuni delle spade. Purificare in poche parole voleva dire uccidere.

Kamui fece allungare le proprie unghie, trasformandole in artigli ancor più affilati e mortali di prima, mentre la gente cominciava a uscire dal fogliame intorno all’entrata della grotta.

- Ecco il demone! – gridavano alcuni.

Il capogruppo avanzò fino ad essere a pochi metri dal vampiro, puntandogli la spada contro:

- Tu, demone, se non vuoi morire fatti da parte e lasciaci purificare la ragazza!

Aveva un bell’effetto come frase, ma tanto aveva deciso di ucciderli entrambi.

Kamui rise sprezzante: - Ma che belle parole. Anche se vuoi ucciderci tutt’e due. Mi correggo, vorresti.

Lo spadaccino si sorprese di come gli avesse letto nel pensiero, o era così facile capire i suoi intenti? Ma si ricompose e si mise anch’esso in posa di combattimento, la spada davanti al viso.

- Forza, Kamui-sama! – incitava la folla, convinta del successo del loro paladino.

Aveva i capelli portati lunghi e gli occhi di colore diverso, un marrone verdastro, perciò nessuno aveva notato la loro somiglianza. Ma Kamui aveva notato alcuni comportamenti e soprattutto l’odore simile al suo.

Lo spadaccino partì all’attacco affondando la spada nel vuoto, dove poco prima c’era stato Kamui, e rimanendo decisamente sorpreso. Poi guardò in alto e venne colpito di striscio alla schiena mentre si spostava in avanti per evitare il colpo.

Kamui antagonista cercò di colpirlo con la spada, mentre girava su se stesso, ma velocemente Kamui era saltato di nuovo in aria ed era atterrato poco distante.

- Dannato demone... ma quanto è veloce?! – sussurrò irritato lo spadaccino, asciugandosi una goccia di sudore dal viso.

Si lanciò di nuovo sul nemico e Kamui fermò la spada soltanto con l’ausilio della mano, mentre con l’altra sferrava un pugno nello stomaco dell’altro.

- Ouch... – mugugnò il cacciatore, abbassando la spada mentre compiva alcuni passi all’indietro.

Kamui approfittò per togliergli la spada di mano, e immobilizzarlo con le braccia dietro la schiena.

- Ma guarda chi ha vinto. – disse svogliato Kamui, continuando a tenerlo fermo.

Lo spadaccino si sentiva in trappola, ma come ogni cacciatore degno di quel nome, aveva i suoi assi nella manica, e velocemente fece scendere un pugnale dalla manica della camicia che indossava per poi colpire le mani dell’avversario.

Si girò verso l’altro, finalmente libero e si preparò a colpire al cuore del demone che aveva di fronte.

Portò il pugnale sopra la testa per poi abbassarlo rapido sul corpo dell’altro.

Quando guardò di nuovo la scena che aveva davanti si stupì di quanto era cambiata.

Davanti al demone si trovava la ragazza impura, colpita a morte, tenuta in piedi solamente dalle braccia dello stesso demone, che la guardava esterrefatto.

Si inginocchiò, facendo stendere delicatamente anche lei sopra le sue ginocchia.

- Stupida, guarda che non sarei morto certo per quello. – le disse malinconico Kamui.

- Lo sospettavo. – rispose Hokuto, mentre un rivoletto di sangue correva giù dalla sua bocca.

In pochi secondi un’altra figura si unì a loro. Subaru era inginocchiato davanti Kamui, ad accarezzare il bel viso di Hokuto, che aveva chiuso gli occhi per assaporare quelle ultime carezze.

- Un altro demone? – chiese incredulo lo spadaccino, puntando il pugnale verso di lui.

Subaru girò fulmineamente il volto, gli occhi felini dorati e irati immobilizzarono istantaneamente l’uomo.

L’amarezza che aveva in corpo sembrava quasi aver preso uno spessore, così potente che stava andando a colpire tutti gli uomini di quel mondo, scaraventandoli nell’intricata foresta di alberi.

- Subaru... – chiamò la ragazza – Lasciali... stare... è colpa delle leggen...de di questo paes... – tossì violentemente, sputando sangue.

- Zitta, non sforzarti. – le disse Subaru, cercando di far sembrare la voce calma.

Poi guardò intensamente il fratello, parlando nel pensiero.

“E se le dessi.. un pò del mio sangue?” chiese titubante il vampiro dagli occhi verdi.

“Subaru!” gli occhi di Kamui si fecero duri, combattuti da due diversi desideri. Non voleva che Subaru desse più a nessun altro il suo sangue, però quella ragazza era così dannatamente uguale a lui...

Abbassò gli occhi, incontrando quelli semi aperti di Hokuto.

- Ci sarebbe un modo per farti continuare a vivere. – le disse, tagliandosi il polso con un artiglio, e facendo sgorgare denso fluido rosso.

Hokuto aprì leggermente di più gli occhi, vedendo stillare il sangue, e poi scosse la testa.

- No... no! – esclamò, racimolando le ultime energie.

Afferrò la delicata mano di Subaru e anche quella di Kamui: - Non mi interessa continuare a viv.. vivere. Il mio desiderio è stato esaudito.. Ho rivisto il viso di mio fratello, e questo... – tossì – mi ba-asta.. se nell’aldilà non lo rivedrò..

Strinse più forte le mani, legate dalle catene del destino, degli alter ego di suo fratello e del cacciatore che probabilmente l’aveva ucciso, e sorrise riconoscente al cielo.

- Ad-dio... – sospirò nelle spire della morte, chiudendo gli occhi ormai opachi.

Subaru si morse il labbro inferiore, cercando di trattenere quelle lacrime che in passato aveva sempre pianto senza sforzo. Era sicuro che lei non avrebbe voluto vederlo soffrire in quel modo per la sua morte.

Aveva la sensazione che per quello, Hokuto fosse uguale a Kamui.

- Subaru... – chiamò piano il fratello, appoggiandogli una mano sulla sua spalla.

- Sto bene, davvero. – dichiarò passando le mani sotto le ginocchia e sulla schiena della ragazza, per sollevarla.

- La seppelliamo, non è vero? – chiese Kamui, seguendolo nel salto che aveva eseguito.

- Sì. – disse monosillabico, cercando con lo sguardo un luogo adatto alla sepoltura.

 

Poco dopo si fermarono in un spiazzo erboso, dove crescevano alcuni piccoli fiori selvatici.

- Che posto sereno... – commentò Subaru, appoggiando Hokuto sull’erba fresca, ma che lei non avrebbe più potuto sentire.

- Va bene qui? – domandò Kamui, indicando un terreno contornato a nord da pietre, e da qualche rovo qua e là.

- Sì – Subaru presa la mano del fratello e insieme, le mani unite verso il terreno, spostarono le zolle di terra finchè non ebbero trovato la profondità giusta.

Poi la seppellirono lì, donandole un’ultima carezza sul viso pallido.

 

Si sedettero sulle rocce sopra la tomba e rimasero zitti per molto tempo, persi nei loro pensieri.

- Non è stata una bella scelta questo mondo. – commentò Kamui, lo sguardo fisso sulla tomba, ma che in realtà non vedeva nulla.

- Invece sì. – dichiarò il fratello, cercando una mano di Kamui per stringerla – Hai sentito cosa ha detto Hokuto prima di morire? Ho esaudito il suo desiderio.

Kamui si voltò verso Subaru, il volto afflitto: - Ma per esaudire i desideri degli altri, perché devi rimetterci sempre tu? – gli accarezzò il volto – Sei sempre tu a soffrire.

“Soprattutto con quel cacciatore”

Subaru abbassò lo sguardo.

“Non era possibile non incontralo, non era possibile non intrecciare i nostri destino, non era possibile evitarlo.”

 

Tutto quello era inevitabile.

 

 

.:Le solite note dell’autrice:.

Allora, la fine ha un qualcosa che non mi convince.. come al solito.. tutte le “fine” che faccio io sono strane.. ?_?

Comunque, spero che questa storiella nata dal periodo “uhauuu, Tokyo Babylon è una figata!!! @o@ Hokuto è troppo simpatica, Subaru è così kawaaii, e Seishirou.. sbav!! *ç*“ sia piaciuta! ^-^

Non credo ci sia niente da spiegare, ne? Ah, per chi non avesse ascoltato l’Horitsuba, “Doppelganger” sarebbe il nome dato al gemello/a che ognuno di noi dovrebbe avere nel mondo, e che se incontrassimo, moriremmo (perché poi dobbiamo essere noi a morire?! O_O che sia lei/lui!)

Allora ciao, alla prossima storia, ringraziando in anticipo per le recensioni! ^-^

~.:Serena:.~

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC / Vai alla pagina dell'autore: Roy4ever