Doppelganger
Il vento spirava
forte, annunciando un’imminente tempesta in quel luogo desolato qual era il
palazzo municipale e tutta l’area circondante. Per dirla meglio, tutto il
mondo.
Solamente quell’edificio era sopravvissuto, quello e la torre.
Ma fra poco la torre
sarebbe crollata sotto l’acidità delle piogge, visto che la piuma che la
proteggeva ora era stata portata al Municipio.
La gente che viveva
nella torre ormai era quasi tutta arrivata al nuovo alloggio, e ormai
sistemata, stava facendo confidenza con gli altri abitanti dell’edificio.
- Yuuhu,
Kamui-chan! Sei ancora qui? – una mano stava
sferzando nell’aria a poca distanza dal suddetto e da suo fratello.
- Purtroppo sì. Devo
sopportare ancora la tua presenza. – fu la gelida risposta di Kamui, braccia
conserte e lo sguardo fisso da un’altra parte.
- Ah, mi tratti
sempre così male! Eppure adesso siamo amici! – esclamò Fuuma, circondandolo con
un braccio e suscitando la rabbia repentina dell’altro.
Subaru questa volta
non intervenne, ben sapendo che Fuuma non era ostile nei loro confronti, e
continuò a guardare la scenetta comica fra i due.
- Lasciami, dannato! –
urlava Kamui, immobilizzato da dietro e trattenuto in un non voluto abbraccio.
Continuava a lanciare occhiate fugaci a Subaru, sperando che facesse qualcosa
per aiutare il suo adorato fratello, e l’altro finalmente avanzò verso di loro,
con un sorriso, un dolce sorriso dei suoi.
- Kamui. Sta
solamente dimostrando il suo affetto per te, vero Fuuma-san?
– chiese guardando il più alto che un pò sorpreso annuì appoggiando il mento
sopra la testa del vampiro gemello.
- Ma io – strattonò
un pò la presa – non lo voglio!
Subaru sospirò
andandosi a sedere su un rudere lì vicino, mentre sentiva ancora i capricci del
fratello.
Fortunatamente non
pioveva, e loro stavano vivendo gli ultimi momenti in quel mondo.
Non poteva dire che
ne avrebbe avuto nostalgia, ma pochi giorni prima era successo il finimondo, e
anche se sapeva di non esserne il responsabile (la strega delle dimensioni
aveva detto che era inevitabile che tutto ciò accadesse) si sentiva
terribilmente in pena per quel gruppo di viaggiatori.
La Principessa era
così malinconica dopo la scomparsa di quell’E a cui
teneva tanto, e poi il ragazzo biondo a cui Kamui aveva donato il sangue per
non farlo morire aveva un’aura spaventosamente tetra, nella sua nuova veste da
vampiro.
Anche il guerriero
moro sembrava così afflitto sia prima che dopo la trasformazione del compagno.
Ormai quel gruppo era in pezzi, lo sentiva.
Chiuse gli occhi
cercando di contattare la Strega, ma un abbraccio ferreo lo fece desistere dal
suo proposito. Riaprì gli occhi e scorse il viso imbronciato del gemello
guardare con profondo odio la persona che stava ridendo di gusto alle sue
spalle.
- Che è successo
adesso? – chiese accarezzandogli la testa.
- Mi... mi ha dato un
bacio sulla guancia! – esclamò furioso il fratello, guardandolo supplicante.
Lo abbracciò
sorridente: - E ti scandalizzi per così poco? Te l’ho detto, sta dimostrando il
suo affetto.
- E io ho già detto
che non lo voglio. – mugugnò dal petto di Subaru.
Fuuma intanto si
avvicinò e sorrise complice a Subaru.
- Immagino che il mio
nii-san fosse anche più intraprendente, vero Subaru-kun? – ammiccò.
Subaru sentì il
sangue salire involontario alle guance e abbassò lo sguardo, ricordando tempi
che gli sembravano così remoti.
- Decisamente. –
assentì dopo un pò.
Kamui si alzò di
scatto e guardò con odio Fuuma.
- Non parlare di quell’Hunter. – ordinò inflessibile, continuando a
stringere il fratello.
- È il mio nii-san! – protestò Fuuma – E poi io dico quello che
voglio! – gonfiò le guance come un bambino e incrociò le braccia sul petto.
- Subaru.
Andiamocene. - disse poco dopo Kamui, alzandosi del tutto in piedi e invitando
il gemello a fare lo stesso.
Con un gesto agile e
sensuale, il vampiro si alzò e con un inchino si congedò da Fuuma.
- Ehi, aspettate! –
li chiamò l’Hunter, prendendo il polso del più polemico.
Kamui con uno scattò
si liberò, ma velocemente Fuuma riprese il polso e glielo portò dietro la
schiena, fermando anche l’altro.
- L’unico modo in cui
possiamo parlare è questo? – gli sussurrò all’orecchio.
- Non ci voglio
nemmeno parlare con te. – ribattè infuriato il più piccolo.
- Ma per molto tempo
non ci vedremo! Dobbiamo darci un addio come si deve! – replicò appoggiando la
testa contro la sua.
- Smettila dannato
maniaco... e poi non ci tengo a rivederti presto. – sibilò il vampiro, gli
occhi felini che brillavano.
Subaru si avvicinò ai
due, appoggiando le mani sulle braccia del gemello, provocando subito un
effetto calmante e adorante, e guardò Fuuma che velocemente pensò qualcosa che
arrivò subito alla mente di Subaru che annuì, malinconico.
Fuuma diede un altro
bacio ad un Kamui di nuovo irritato e poi li salutò entrambi, sparendo subito in
passaggio dimensionale, continuando ad agitare la mano.
Poi anche loro
aprirono un varco e, mani nelle mani, furono trasportarti in un altro mondo.
“Ti saluto il Nii-san
quando lo vedo?”
Riaprì gli occhi,
mentre ancora pensava alle parole di Fuuma e a Seishirou.
Quand’era nel bozzolo
aveva avuto molto tempo per pensare a tutto quello che era successo, e per
rivedere il suo viso almeno in sogno,
prima di tornare alla realtà.
- Stai ancora
pensando a lui, vero? – domandò duro
Kamui, guardando il terreno e annusando l’aria nuova. Si trovavano in un
rigoglioso bosco.
L’altro si limitò a
sorridere mesto e annusare anch’esso l’aria. Non poteva fingere col suo gemello
e comunque sarebbe stato chiaro a chiunque conoscesse la loro storia che stava
pensando a Seishirou.
All’improvviso si
girarono entrambi, un rumore di fogliame mosso venne dalla loro sinistra e si
prepararono al peggio.
Il rumore si faceva
sempre più vicino e all’improvviso una figura si fece largo fra i cespugli
vicino a loro.
Era una ragazza vestita
solo di uno straccio piuttosto malconcio, che un tempo doveva essere stato un
vestito di uno stranissimo colore sul bordeaux, e cosparsa di lividi, graffi e
ferite su tutto il corpo. Li guardava terrorizzata, con gli occhi verdi
completamenti spalancati e pieni di lacrime, i denti che battevano dalla paura
e sangue un pò su tutto il viso incorniciato dai capelli neri.
Kamui si posizionò
meglio sul terreno, guardando obliquo la nuova venuta, ma Subaru gli fece un
cenno senza nemmeno guardarlo, rapito dall’immagine di quella ragazza.
Quella ragazza... gli
assomigliava davvero molto.
Si udirono altri
rumori di rami e piante spostate, e voci che chiedevano dove fosse andata la
fuggitiva.
La ragazza, che
rimaneva in piedi per miracolo, li guardava tremante in un misto di paura e
sorpresa, soprattutto verso Subaru.
- Kamui, occupati
degli assalitori – ordinò Subaru, mandando il messaggio direttamente nella
mente del fratello, che annuì semplicemente e con un balzò scomparì nel folto
della foresta.
Dopo poco cominciarono
a sentirsi delle urla.
Subaru azzardò
qualche passo, ma la ragazza si portò le mani al volto e gemette: - Anche
adesso continuo a vedere gli spiriti...
Si lasciò cadere a
terra, dondolandosi un poco, continuando a piangere sulle lacrime ormai cristallizzate
sulle sue guance.
Subaru lentamente le
si avvicinò e si chinò silenzioso su di lei.
- Non sono uno
spirito, signorina. – annunciò cercando di fare un sorriso tranquillizzante,
che avesse effetto anche su se stesso.
- Mi stanno cacciando
perché uso la magia e vedo i morti. – mormorò spostando le mani dal viso – E tu
sei uno spirito. – disse guardandolo.
- Le ripeto che non
sono morto. Ma visto che la stanno cercando, perché non cerchiamo un luogo più
sicuro per parlare? – le chiese conciliante Subaru, invitandola ad alzarsi.
Lei annuì e,
sorreggendosi a lui, si fece prendere in braccio e infine si fece trasportare
alla più vicina grotta.
- E il suo compagno? –
chiese atona lei.
- Se la saprà cavare.
Farebbe qualsiasi cosa per me. – disse con un sorriso pieno d’amore,
appoggiandola a terra.
- È suo fratello? –
chiese allungando una mano verso quel viso che assomigliava tanto al suo...
- Gemello. – assentì
lui, sentendo il tocco freddo delle sue dita. – Aspetti qui, vado a prendere un
pò di legna. – e detto quello sparì accompagnato solo da una leggera folata di
vento.
Dopo qualche secondo
era già lì con rami evidentemente appena staccati dall’albero, e, appoggiati a
terra, con un sottile gesto della mano accese un fuoco vicino a lei.
- Magia? – chiese
stupita lei, prendendo la mano del vampiro.
- Una specie. –
rispose lui, adagiandosi vicino a lei, e osservando quel viso, riflesso del
suo.
- Come vi chiamate? –
chiese facendo un evidente sforzo lei, continuando a stringere la mano tra le
sue.
- Dammi pure del tu. –
disse affabile – Mi chiamo Subaru.
Alla ragazza scappò
un singhiozzo, seguito da una lacrima solitaria, che asciugò velocemente.
- Che succede? –domandò
lui, preoccupato.
La ragazza scosse la
testa e disse solo: - Il mio nome è Hokuto.
- Mio fratello invece
si chiama Kamui. – continuò lui, ancora preoccupato per la reazione di Hokuto.
- Anch’io avevo un
fratello. – annunciò spenta lei.
- Avevo?
- Fino a ieri. –
chiarì lei – L’hanno ucciso per lo stesso motivo per cui stanno dando la caccia
a me. Solo che lui si è sacrificato per salvarmi.
- Mi dispiace – disse
amareggiato stringendo le sue mani, nelle sue.
Hokuto si girò verso
di lui.
- Era mio fratello
gemello. Subaru, il mio Subaru, era uguale a te. – disse mentre le lacrime
ricominciavano a scendere sul suo viso straziato.
Subaru rimase senza
parole a guardare la vita scivolare via da quel viso che un tempo doveva aver
provato tante emozioni diverse, ma che adesso trasudava solo disperazione.
Hokuto gli si buttò
fra le braccia, cercando conforto in quel Subaru che assomiglia in tutto e per
tutto al suo, solo non di quel mondo.
- Era così buono...
voleva bene a tutti.. e solamente perché praticava... la magia... – ripeteva
fra i singhiozzi lei, cercando un senso logico a quello che era successo.
Subaru era ancora
talmente sorpreso che non riusciva a dire alcunché. Dopo la rivelazione della
morte del Subaru di quel mondo, si era sentito morire un pò anche lui.
In fondo erano la
stessa persona.
L’unica cosa che riusciva
a fare era stringere la gemella acquisita, e divedere con lei il suo dolore,
cercando di donarle un pò di conforto.
Lui non sapeva come
avrebbe fatto senza il suo Kamui. Probabilmente sarebbe morto per la
disperazione...
- Subaru! – si sentì
chiamare nella mente.
Alzò lo sguardo e
poco dopo Kamui lo chiamò ancora, questa volta a voce alta.
- Subaru! – urlò in
tono disperato, arrivando fino al fratello, ignorando la situazione in cui si
trovava, e appoggiando la testa sulla sua spalla.
Subaru con un braccio
abbracciò il gemello: - Cosa c’è che non va? – non riusciva a capire che cosa
lo rendesse così agitato.
Kamui alzò il capo
per guardarlo negli occhi felini: - Il Kamui di questo mondo ha cercato di
uccidermi.
Subaru sbarrò gli
occhi. C’era anche uno pseudo Kamui, proprio nel luogo e nel tempo in cui erano
capitati loro?
- Kamui-san
è un cacciatore di taglie, IL cacciatore di taglie più famoso a Selenia.. – disse Hokuto, schiacciata contro il petto del
gemello del suo gemello.
- Questo non è
decisamente il mondo dove rifugiarsi... – commentò Subaru, stringendo entrambi,
sentendo con l’udito fine l’avvicinarsi dei cacciatori.
Kamui si portò all’ingresso
della grotta e si mise in posizione d’attacco, aspettando i nemici. Non aveva
paura di niente, se doveva proteggere il suo gemello, ma combattere contro se
stesso, era una sensazione strana, come combattere davanti ad uno specchio.
- Kamui, non sarebbe
meglio andarcene subito? – chiese Subaru, trattenendo a sé però la ragazza.
- Dobbiamo proteggere
la ragazza, no? – Kamui si era accorto subito della somiglianza, dell’uguaglianza
fra lei e suo fratello. E come non proteggerla, con quel viso così simile a
quello del proprio fratello, così simile al proprio?
Intanto le persone,
dimezzate dal primo attacco del vampiro, stavano correndo all’erta nella
direzione dove avevano visto sparire quel demone, sperando di prendere due
piccioni con una fava. Probabilmente era un demone evocato da quella donna che
si era venduta al diavolo.
- Avanti, andiamo a
purificare quella meretrice! – gridarono incitando gli uomini, brandendo
forconi e scope, alcuni delle spade. Purificare in poche parole voleva dire
uccidere.
Kamui fece allungare
le proprie unghie, trasformandole in artigli ancor più affilati e mortali di
prima, mentre la gente cominciava a uscire dal fogliame intorno all’entrata
della grotta.
- Ecco il demone! –
gridavano alcuni.
Il capogruppo avanzò
fino ad essere a pochi metri dal vampiro, puntandogli la spada contro:
- Tu, demone, se non
vuoi morire fatti da parte e lasciaci purificare la ragazza!
Aveva un bell’effetto come frase, ma tanto aveva deciso di ucciderli
entrambi.
Kamui rise
sprezzante: - Ma che belle parole. Anche se vuoi ucciderci tutt’e
due. Mi correggo, vorresti.
Lo spadaccino si
sorprese di come gli avesse letto nel pensiero, o era così facile capire i suoi
intenti? Ma si ricompose e si mise anch’esso in posa di combattimento, la spada
davanti al viso.
- Forza, Kamui-sama! – incitava la folla, convinta del successo del
loro paladino.
Aveva i capelli
portati lunghi e gli occhi di colore diverso, un marrone verdastro, perciò
nessuno aveva notato la loro somiglianza. Ma Kamui aveva notato alcuni
comportamenti e soprattutto l’odore simile al suo.
Lo spadaccino partì
all’attacco affondando la spada nel vuoto, dove poco prima c’era stato Kamui, e
rimanendo decisamente sorpreso. Poi guardò in alto e venne colpito di striscio
alla schiena mentre si spostava in avanti per evitare il colpo.
Kamui antagonista
cercò di colpirlo con la spada, mentre girava su se stesso, ma velocemente
Kamui era saltato di nuovo in aria ed era atterrato poco distante.
- Dannato demone...
ma quanto è veloce?! – sussurrò irritato lo spadaccino, asciugandosi una goccia
di sudore dal viso.
Si lanciò di nuovo
sul nemico e Kamui fermò la spada soltanto con l’ausilio della mano, mentre con
l’altra sferrava un pugno nello stomaco dell’altro.
- Ouch...
– mugugnò il cacciatore, abbassando la spada mentre compiva alcuni passi all’indietro.
Kamui approfittò per togliergli
la spada di mano, e immobilizzarlo con le braccia dietro la schiena.
- Ma guarda chi ha
vinto. – disse svogliato Kamui, continuando a tenerlo fermo.
Lo spadaccino si
sentiva in trappola, ma come ogni cacciatore degno di quel nome, aveva i suoi assi
nella manica, e velocemente fece scendere un pugnale dalla manica della camicia
che indossava per poi colpire le mani dell’avversario.
Si girò verso l’altro,
finalmente libero e si preparò a colpire al cuore del demone che aveva di
fronte.
Portò il pugnale
sopra la testa per poi abbassarlo rapido sul corpo dell’altro.
Quando guardò di
nuovo la scena che aveva davanti si stupì di quanto era cambiata.
Davanti al demone si
trovava la ragazza impura, colpita a morte, tenuta in piedi solamente dalle
braccia dello stesso demone, che la guardava esterrefatto.
Si inginocchiò,
facendo stendere delicatamente anche lei sopra le sue ginocchia.
- Stupida, guarda che
non sarei morto certo per quello. – le disse malinconico Kamui.
- Lo sospettavo. –
rispose Hokuto, mentre un rivoletto di sangue correva giù dalla sua bocca.
In pochi secondi un’altra
figura si unì a loro. Subaru era inginocchiato davanti Kamui, ad accarezzare il
bel viso di Hokuto, che aveva chiuso gli occhi per assaporare quelle ultime
carezze.
- Un altro demone? –
chiese incredulo lo spadaccino, puntando il pugnale verso di lui.
Subaru girò
fulmineamente il volto, gli occhi felini dorati e irati immobilizzarono
istantaneamente l’uomo.
L’amarezza che aveva
in corpo sembrava quasi aver preso uno spessore, così potente che stava andando
a colpire tutti gli uomini di quel mondo, scaraventandoli nell’intricata
foresta di alberi.
- Subaru... – chiamò
la ragazza – Lasciali... stare... è colpa delle leggen...de
di questo paes... – tossì violentemente, sputando sangue.
- Zitta, non
sforzarti. – le disse Subaru, cercando di far sembrare la voce calma.
Poi guardò
intensamente il fratello, parlando nel pensiero.
“E se le dessi.. un
pò del mio sangue?” chiese titubante il vampiro dagli occhi verdi.
“Subaru!” gli occhi di
Kamui si fecero duri, combattuti da due diversi desideri. Non voleva che Subaru
desse più a nessun altro il suo
sangue, però quella ragazza era così dannatamente uguale a lui...
Abbassò gli occhi,
incontrando quelli semi aperti di Hokuto.
- Ci sarebbe un modo
per farti continuare a vivere. – le disse, tagliandosi il polso con un
artiglio, e facendo sgorgare denso fluido rosso.
Hokuto aprì
leggermente di più gli occhi, vedendo stillare il sangue, e poi scosse la
testa.
- No... no! –
esclamò, racimolando le ultime energie.
Afferrò la delicata
mano di Subaru e anche quella di Kamui: - Non mi interessa continuare a viv.. vivere. Il mio desiderio è stato esaudito.. Ho
rivisto il viso di mio fratello, e questo... – tossì – mi ba-asta..
se nell’aldilà non lo rivedrò..
Strinse più forte le
mani, legate dalle catene del destino, degli alter ego di suo fratello e del
cacciatore che probabilmente l’aveva ucciso, e sorrise riconoscente al cielo.
- Ad-dio... – sospirò
nelle spire della morte, chiudendo gli occhi ormai opachi.
Subaru si morse il
labbro inferiore, cercando di trattenere quelle lacrime che in passato aveva
sempre pianto senza sforzo. Era sicuro che lei non avrebbe voluto vederlo
soffrire in quel modo per la sua morte.
Aveva la sensazione
che per quello, Hokuto fosse uguale a Kamui.
- Subaru... – chiamò
piano il fratello, appoggiandogli una mano sulla sua spalla.
- Sto bene, davvero. –
dichiarò passando le mani sotto le ginocchia e sulla schiena della ragazza, per
sollevarla.
- La seppelliamo, non
è vero? – chiese Kamui, seguendolo nel salto che aveva eseguito.
- Sì. – disse
monosillabico, cercando con lo sguardo un luogo adatto alla sepoltura.
Poco dopo si
fermarono in un spiazzo erboso, dove crescevano alcuni piccoli fiori selvatici.
- Che posto sereno...
– commentò Subaru, appoggiando Hokuto sull’erba fresca, ma che lei non avrebbe
più potuto sentire.
- Va bene qui? –
domandò Kamui, indicando un terreno contornato a nord da pietre, e da qualche
rovo qua e là.
- Sì – Subaru presa
la mano del fratello e insieme, le mani unite verso il terreno, spostarono le
zolle di terra finchè non ebbero trovato la profondità giusta.
Poi la seppellirono
lì, donandole un’ultima carezza sul viso pallido.
Si sedettero sulle
rocce sopra la tomba e rimasero zitti per molto tempo, persi nei loro pensieri.
- Non è stata una
bella scelta questo mondo. – commentò Kamui, lo sguardo fisso sulla tomba, ma
che in realtà non vedeva nulla.
- Invece sì. –
dichiarò il fratello, cercando una mano di Kamui per stringerla – Hai sentito
cosa ha detto Hokuto prima di morire? Ho esaudito il suo desiderio.
Kamui si voltò verso
Subaru, il volto afflitto: - Ma per esaudire i desideri degli altri, perché
devi rimetterci sempre tu? – gli accarezzò il volto – Sei sempre tu a soffrire.
“Soprattutto con quel
cacciatore”
Subaru abbassò lo
sguardo.
“Non era possibile
non incontralo, non era possibile non intrecciare i nostri destino, non era
possibile evitarlo.”
Tutto quello era
inevitabile.
.:Le solite note dell’autrice:.
Allora, la fine ha un qualcosa che non mi
convince.. come al solito.. tutte le “fine” che faccio io sono strane.. ?_?
Comunque, spero che questa storiella nata dal
periodo “uhauuu, Tokyo Babylon
è una figata!!! @o@ Hokuto è troppo simpatica, Subaru
è così kawaaii, e Seishirou.. sbav!!
*ç*“ sia piaciuta! ^-^
Non credo ci sia niente da spiegare, ne? Ah,
per chi non avesse ascoltato l’Horitsuba, “Doppelganger”
sarebbe il nome dato al gemello/a che ognuno di noi dovrebbe avere nel mondo, e
che se incontrassimo, moriremmo (perché poi dobbiamo essere noi a morire?! O_O
che sia lei/lui!)
Allora ciao, alla prossima storia,
ringraziando in anticipo per le recensioni! ^-^
~.:Serena:.~