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Autore: Rodelinda    20/09/2009    5 recensioni
Perché la gratitudine, al mondo, non esiste. E perché quando si diffonde la voce che porti sfortuna, alla fine, non rimane nessuno.
Storia classificatasi terza al contest Omaggio a Mrs. Fletcher indetto dal forum Writers Arena
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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… E alla fine, non rimase nessuno

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« Piano, non facciamoci riconoscere! »
« Ma quanto sei scemo, Cody, come cavolo fa a riconoscerci, se non ci ha mai nemmeno visto? »
« E io che ne so? Mamma dice sempre di non avvicinarsi a quella casa, che la vecchia è una strega! »
« Ma no che non è una strega, idiota! Lo diceva sempre il vecchio dottor Aeslith, che erano tutte delle sporche calugn… scalogn…  delle sporche calunnie! »
« Già! Però non mi pare che abbia fatto una gran fine, il dottore, no? »
« Un infarto! Papà dice che è stato un infarto! »
« Tutte scuse! Gli è venuto dopo che era stato a cena da lei, lo sanno tutti. Quella mena gramo! »
Un tonfo, rumore di passi. Passi piccoli, passi di bambini; come quelli che stanno parlando.
« Santa paletta! ‘Sto secchio del cavolo… »
« Sssst, Cody! Non fare l’idiota, vuoi farci scoprire? »
Il cigolio di una porta aperta, ancora rumore di passi. Stavolta, passi esitanti, zoppicanti, passi di anziana signora. Come quella che, appoggiandosi al bastone, si avvicina ai bambini, un largo sorriso a distenderle il viso rugoso, le mani macchiate dall’età.
« Salve, bambini! » saluta, con voce gentile. « Vedo che siete riusciti a ritrovare il mio secchio!, credevo d’averlo perso. Volete entrare a mangiare una fetta di torta con un bicchiere di latte? L’ho appena sfornata ».
Piccole bocche spalancate, in mute O di spavento.
« No, no, signora, ci scusi per essere entrati nel suo giardino… »
« Non si preoccupi, ecco il suo secchio… »
« Purtroppo dobbiamo andare, ci aspettano a casa… »
« Papà inizierà a chiedersi dove sono finita… »
Rumori di passi che si allontanano, sempre più veloci. Passi di bambini.

L’anziana signora rimane a osservarli allontanarsi, in silenzio, sempre appoggiata al bastone. Così è la vita: un’esistenza passata a risolvere omicidi, e le persone pian piano iniziano ad abbandonarti. Non ti sono grati, anche se spesso hai contribuito a tenerle fuori di galera, individuando i veri colpevoli di quegli assassinii.
Perché se, dovunque tu vada, prima o poi è compiuto un delitto, la gente – che ignoranza – inizia a farsi qualche domanda: perché dove ci sei tu spunta un morto ammazzato? Perché non si tratta mai di cause naturali, ma sempre, categoricamente di un’uccisione?
Le soluzioni possono essere molteplici: i più benevoli pensano che tu sia semplicemente sfortunata, i malpensanti che, in realtà, dietro a tutti quegli omicidi ci sei tu. Del resto, se di lavoro scrivi gialli è più che plausibile che tu abbia una mente sufficientemente tortuosa da escogitare tutti questi delitti.
E, alla fine, quantomeno tutti iniziano a ritenere che porti sfortuna. Per quanto la società possa essere evoluta, le superstizioni scacciate e la ragione prevalga, di fronte a una simile serie di lutti il sospetto viene a tutti; e con la rapidità con cui, nei secoli passati, la gente svaniva nel sentire lo scampanellio che annunciava i lebbrosi, si dileguano al solo vedere la tua ombra.
Timorosi d’essere la prossima vittima.
L’anziana signora, un tempo conosciuta come Jessica Beatrice Fletcher, la Regina del Giallo, rientra in casa.
E alla fine, non è rimasto nessuno a veder scendere la sua ennesima lacrima.

***

Rodelinda alla tastiera senza coerenza
Questa breve flashfic è stata scritta sul - direi assolutamente misconosciuto - fandom de "La Signora in Giallo" (nell'originale Murder, she wrote) per il contest  Omaggio a Mrs. Fletcher, indetto dal forum di scrittura amatoriale Writers Arena, cui si è classificata terza.

A seguire, incollo il giudizio di Virou, il giudice:

Terza qualificata
... E alla fine, non rimase nessuno
di Rodelinda
Punteggio: 7.625
GRAMMATICA E SINTASSI: 8
Su grammatica e sintassi non ho alcun appunto da fare, tranne per il fatto che i puntini di sospensione risultano, in alcune frasi, in eccesso.

CAPACITA' ESPRESSIVA: 8
L'espressione è curata anche se non particolarmente elaborata; il dialogo iniziale è ben organizzato e, anche se non viene detto subito, si capisce immediatamente che a parlare sono due bambini.

RISPETTO PARAMETRI E TRACCIA: 7
So che era una regola stupida, ma era una regola: non dovevano essere presenti personaggi al di sotto dei 35 anni di età. Per quanto la flashfiction sia ben strutturata, devo segnalare questa violazione del regolamento; gli altri parametri, invece, sono stati rispettati.

ORIGINALITA' E CREATIVITA': 7.5
Questa breve fanfiction parte dalla domanda che tutti, prima o poi, si pongono guardando il telefilm: perché, dovunque arrivi Jessica, qualcuno viene sempre ucciso?
Nonostante l'ironia del tema, la fanfiction si sviluppa con toni tristi e malinconici, tant'é che, chiunque segua la signora Fletcher almeno un paio di volte a settimana, troverà difficile non commuoversi davanti a questo testo: è un breve scorcio di ciò che potrebbe veramente accadere in un paesino così piccolo come Cabot Cove, se esistesse un personaggio tanto di buon cuore quanto "sfortunato". Jessica Fletcher ha tanti amici, ma anche tanti nemici e per di più abita in una cittadina minuscola popolata da persone superstiziose e ignoranti, come spesso viene rivelato, con toni comici, in alcune puntate del telefilm.
La flashfiction mi è sembrata ben strutturata e abbastanza credibile, anche se sono veramente indecisa su come effettivamente la signora Fletcher potrebbe reagire davanti all'atteggiamento impaurito dei concittadini nei suoi confronti. Dal un lato penso che lei sia troppo carismatica per buttarsi giù in questo modo, dall'altro invece trovo molto realistico il fatto che lei, con l'avanzare degli anni, diventi sempre più stanca, più debole e indifesa.
Ad ogni modo, ritengo che ci possano essere diversi punti di vista, data la poca introspezione che si fa nel telefilm.

Tutto quanto ho scritto e i personaggi di cui mi sono servita, assolutamente senza fini di lucro, sono © di autori, sceneggiatori e produttori del telefilm "La Signora in Giallo" (Murder, she wrote), ad eccezione dei bambini che vi fanno apparizione, mie originali creazioni.
La citazione insita nel titolo di questa fanfiction è da ascriversi al genio di Agatha Christie, un’altra Regina del Giallo non solo nella finzione ma nella realtà. L’ho utilizzata senza alcun scopo di lucro, e gli attuali beneficiari delle royalties e proprietari dei copyright ne detengono tutti i diritti.

Ciò che speravo di fare, affrontando questa mia prima flashfic (volendo escludere Mélo, mia breve composizione risalente ormai a più d'un anno fa, che non può essere considerata tale in quanto originale) era di cimentarmi in un genere a me del tutto nuovo e inconsueto, sperando di suscitare qualcosa nel lettore. Ho avuto momenti più brillanti nella mia "carriera" di scrittrice amatoriale, a quanto pare, ma mi sono divertita in modo particolare a redigere questo brevissimo divertissement perché sin da piccola, per me, l'arrivo dell'estate si coniuga con le repliche del telefilm "La Signora in Giallo", di cui conosco - ormai - a memoria praticamente tutte le puntate.
Sommo diletto mio e di mia madre, in particolare, è guardare l'arredamento della splendida casetta di Cabot Cove di proprietà della signora Fletcher, in particolar modo la meravigliosa cucina Aga modello Fletcher (sì, esatto, dato il successo della serie nei paesi anglosassoni la celebre casa produttrice di cucine in ghisa ne ha prodotta una col nome della protagonista).
A questo divertimento ho voluto unire la fatidica domanda (che ognuno di noi si è fatto almeno una volta nella vita): ma perché dove arriva la signora Fletcher prima o poi ci scappa il morto?
All'inizio miravo a dare una risposta comica a quest'interrogativo, ma poi mi sono resa conto che mi riusciva meglio indagare, sia pur con leggerezza, le ripercussioni che l'ostracismo sociale può avere sulla vita di questa povera vecchietta che scrive gialli e che è appassionata di torte e omicidi.
Spero che la risposta che ho dato piaccia anche a voi: mi piacerebbe che commentaste questa mia piccola creazione, di modo da darmi le vostre opinioni sui punti forti e sulle debolezze del mio stile come flashficwriter.
Alla prossima!

E, come sempre, per una miglior visualizzazione della storia, consiglio di scaricare (non temete, del tutto gratuitamente) qui il carattere Arr Matey BB, per il titolo, dal momento che mi pareva particolarmente adatto a introdurre visivamente il tono agrodolce della storia.
   
 
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