Crossover
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Autore: Sayman    08/09/2024    1 recensioni
Samarium, un uomo distrutto che vive in un mondo in rovina, decide di tornare indietro nel tempo per cambiare la storia. Ciò che non sa, è che la sua presenza aprirà le porte alla più grande minaccia che il multiverso abbia mai visto.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Libri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Missione di salvataggio - Parte 1

 
 

Terra-13

"Barry, abbiamo un problema." Flash non sapeva dire quante volte avesse sentito pronunciare questa frase dai suoi amici, tanto che aveva smesso di contarle. Essere un supereroe significava affrontare problemi quotidiani, sia nella vita privata che in quella eroica.

Il velocista arrivò in un lampo nei laboratori e, osservando il volto della sua amica dottoressa, capì che questa volta si trattava di un grosso problema. Ogni volta che Barry osservava la sua collega, non poteva fare a meno di notare la sua bellezza. La dottoressa Snow era una splendida castana, con un volto bello e gentile. I suoi lunghi capelli si abbinavano bene alla maglia nera che indossava in quel momento.
 

<< Caitlin, che succede? Il mostro con cui mi sono scontrato poco fa è tornato? >> chiese Barry, riferendosi al mostro nero dagli occhi gialli


<< Caitlin, che succede? Il mostro con cui mi sono scontrato poco fa è tornato? >> chiese Barry, riferendosi al mostro nero dagli occhi gialli.

<< Cisco è scomparso, Barry >> disse lei.

<< Sei sicura che non sia semplicemente uscito o abbia aperto un portale per andare da qualche parte? >> In effetti, era facile perdere traccia di una persona con poteri vibrazionali.

Caitlin indicò l'infermeria, dove sul lettino giaceva privo di sensi HR.

Barry si passò una mano tra i capelli castani. << Va bene, andrò in giro a vedere se riesco a trovare il nostro amico. Tu contatta Harry Wells di Terra-2 e chiedi se lo ha visto. >> Detto ciò, sparì in un lampo di fulmini, così come era arrivato.

Correre era un'esperienza meravigliosa per il velocista; gli permetteva di dimenticare tutti i suoi problemi, anche solo per un attimo. Peccato che quella volta non fosse così. Il suo amico era scomparso e lui doveva trovarlo. Inoltre, aveva la bruttissima sensazione che qualcosa di terribile stesse per accadere, come se una coltre nera si stesse avvicinando sempre di più. Forse fu proprio questa orribile sensazione a portarlo quasi involontariamente a Star City, la città dove abitava il suo amico Oliver Queen. Aveva bisogno di parlare con qualcuno e, nel frattempo, chiedere a Felicity se poteva hackerare qualche satellite per facilitare la ricerca di Cisco.

Una volta giunto nella Arrow Cave, si ritrovò in una situazione piuttosto imbarazzante, ma in senso negativo, poiché era arrivato nel bel mezzo di un acceso litigio tra i tre membri originali del Team Arrow. Oliver, Diggle e Felicity stavano discutendo animatamente, e sembrava che i due ce l'avessero con l'arciere di smeraldo.
 

 Oliver, Diggle e Felicity stavano discutendo animatamente, e sembrava che i due ce l'avessero con l'arciere di smeraldo


<< Oliver... non puoi tornare a seguire la tua lista! >> urlò Felicity, riferendosi alla lista di persone corrotte da eliminare a Star City che il padre di Oliver gli aveva dato prima di morire. Dopo il suo primo anno da vigilante, l'arciere aveva deciso di smettere di uccidere, convinto dai suoi amici che uccidere non fosse la via dell'eroe. Inoltre, i vari supercattivi con cui si era scontrato lo avevano portato a mettere da parte il suo obiettivo primario, ma ora sembrava che fosse giunto il momento di cambiare.

<< Perché? Perché altrimenti sarei un serial killer? Se lo fossi, a quest'ora la città navigherebbe in un mare di sangue, non credete? Non osate mai più accusarmi di cose che non sono! >> disse lui, furioso. << Inoltre, anche voi avete fatto parte della mia crociata, quindi se sono un killer, voi siete i miei complici >>.

Diggle lo osservò e capì che non avevano ancora compreso il motivo per cui Oliver voleva tornare a uccidere, almeno quelli della lista. << Oliver, perché vuoi tornare a uccidere? Cosa ti ha fatto cambiare idea? >>

Oliver gli lanciò in faccia un fascicolo, e Diggle sbiancò: conteneva le immagini di una famiglia orribilmente mutilata—padre, madre e i loro due figli piccoli. Dalle indagini risultava che a compiere quel massacro fosse stato un gruppo di uomini al servizio di un ricco magnate che, ovviamente, non aveva ricevuto ripercussioni grazie alla sua ricchezza. Il magnate faceva parte della lista.

<< Capisco... ma non sono ancora d'accordo con la tua linea di condotta >> sentenziò il grosso uomo di colore << ci sono altri metodi >>

<< Altri metodi? Queste persone hanno messo i piedi in testa alla gente della città per anni e non possono essere incarcerati per via della loro posizione nell'alta società! >> disse con fervore. << Non sto dicendo di uccidere lo spacciatore, ma la feccia della feccia >>.

<< Ci sono prigioni non legalizzate, come quella dove si trova Deathstroke, o le celle di contenimento dei laboratori S.T.A.R.; se li mettiamo lì, nessuno potrà farli uscire >> disse giustamente Felicity.

<< Mi dispiace, le celle sono solo per i metaumani e non sono infinite >> disse Barry, facendo sobbalzare Diggle e Felicity, che non si erano minimamente accorti della sua presenza, tanto erano assorti nel loro battibecco.

<< Barry! Ti ho già detto che non devi apparire così all'improvviso!>> gli urlò contro Spartan.

<< Era già qui da un po' >> disse Oliver, stupendo gli altri due. Barry, ovviamente, non era sorpreso che Oliver se ne fosse accorto; uno dei suoi insegnamenti era di osservare sempre l'ambiente circostante. << Barry, come puoi vedere, siamo occupati. Puoi tornare più tardi? >>

<< Ho solo bisogno di chiedere un favore a Felicity. Cisco è scomparso >> disse lui, e i tre si ammutolirono.

<< Devo controllare i satelliti, giusto? >> chiese con un sorriso la bellissima bionda, mentre cominciava a digitare sulla tastiera. Come sempre, indossava occhiali da vista con una montatura nera, anche il vestito elegante che portava era nero, mettendo in risalto le sue curve. La bella hacker stava digitando su uno dei tanti computer della Arrow Cave, il rifugio segreto di Oliver e del suo team.
 

La


La "caverna" era dotata di ogni comfort: la postazione computer, rialzata e circolare, era circondata da una ringhiera di metallo e vi si trovavano numerosi PC. C'era anche l' "armadio" dei vari costumi, che sembrava più una teca d'esposizione. Un ampio tavolino circolare e una palestra ben attrezzata completavano l'ambiente. Green Arrow non aveva poteri speciali, quindi doveva allenarsi costantemente; non aveva altre opzioni.

Diggle sbuffò. << Io me ne vado, per sempre. Sinceramente, Oliver, questa è la tua crociata, non la mia. Sei mio amico, ma non farò parte di questo, non nel modo in cui vuoi farlo tu. Non sono contrario all'idea di uccidere in sé, sono stato un soldato, ma una cosa è la guerra, un'altra è andare a cercare persone in una sorta di crociata personale. Io non ci sto >> detto ciò, girò i tacchi e se ne andò.

In cuor suo, Diggle sapeva che Oliver poteva avere le sue ragioni: questa città, a livelli di corruzione, era seconda solo a Gotham e i sistemi legali non funzionavano mai. Forse serviva una mano ferma e il terrore di un vigilante che punisse chi sbagliava, ma allo stesso tempo non giustificava l'omicidio a sangue freddo. La cosa migliore per lui era allontanarsi e seguire la sua strada.

<< Ok... Barry, non sono riuscita a trovare Cisco, mi dispiace >> disse Felicity. Barry le sorrise; era sempre bello stare in compagnia di Felicity, anche in una situazione del genere. << Con la tecnologia di S.T.A.R. Labs potrei fare di più. Puoi portarmi lì? Credo di aver chiuso con Oliver e questo posto per un po'. >> Giustamente, anche lei la pensava come il suo amico Diggle: quella era la città di Oliver e quindi anche le sue regole. Ammetteva di aver più volte cercato di cambiarlo, forse anche imponendosi sulla sua volontà, ma non se ne pentiva. Ognuno è fatto a modo suo, e proprio perché aveva assistito alla crociata di Oliver fin dall'inizio, non se la sentiva di impedirgli di seguire la sua strada.

In quel momento si udirono le voci di tre persone che presto avrebbero ricevuto un brutto licenziamento dal loro team leader, eccetto Renè, che più di tutti poteva capire il punto di vista dell'eroe verde, vivendo nel quartiere più corrotto della città. Ma quando ciò accadde, Barry e Felicity erano già arrivati a Central City, non prima che Barry lanciasse uno sguardo di scuse a Oliver, il quale annuì.

Dopo aver lasciato uno dei suoi primi interessi amorosi da Caitlin, Barry partì verso National City, la città della sua amica e supereroina Supergirl. Ricordava ancora la prima volta che si erano incontrati l'anno scorso e la loro piccola avventura contro due super nemiche. Tra loro era subito nata una bella amicizia e un'intesa coinvolgente, un po' come quella che aveva con Felicity. Questo fatto fece riflettere il velocista scarlatto: aveva avuto questa intesa con ben tre ragazze, ma non con colei che amava, Iris. Perché? Non era il momento di pensarci, visto che era già arrivato a casa di Kara. Bussò, ma nessuno gli aprì. Allora si diresse al D.E.O., una sorta di versione aliena dell'Argus, e lì la sua amica lo salutò con un sorriso e un abbraccio.
 

, una sorta di versione aliena dell'Argus, e lì la sua amica lo salutò con un sorriso e un abbraccio


Il D.E.O. era cambiato dall'ultima volta che c'era stato, anche perché l'organizzazione aveva traslocato dalla loro caverna a un palazzo in città. Inoltre, anche se nessuno di loro se lo ricordava, avevano traslocato in un altro universo.

Pochi mesi fa, Flash aveva fatto qualcosa di cui non andava fiero: aveva cambiato la linea temporale per salvare i suoi genitori. Questo gesto impulsivo aveva creato Flashpoint, una linea temporale in cui tutto era diverso. Capendo di aver commesso un errore madornale, decise di ripristinare la linea temporale originale. Purtroppo, una volta tornato, scoprì che erano avvenuti troppi cambiamenti; il primo fu che Terra-1 e Terra-38, l'ex casa di Supergirl, si erano fuse in un'unica Terra. Sinceramente, il velocista non sapeva come spiegarsi questo enorme cambiamento, tranne... Durante il suo viaggio nella Forza della Velocità per tornare a casa, a un certo punto, apparvero davanti a lui due enormi occhi luminosi che sembravano appartenere a un essere di potere infinito. L'essere gli disse una delle frasi più iconiche della sua vita: "Corri, Barry, corri," e poi scomparve nel nulla. Era forse stato quell'essere a unire i due mondi, oppure era solo colpa sua? Prima o poi avrebbe indagato, ma per ora tutto ciò che riusciva a pensare erano i suoi sensi di colpa per aver giocato con le vite dei suoi amici senza il loro permesso.

 

 Era forse stato quell'essere a unire i due mondi, oppure era solo colpa sua? Prima o poi avrebbe indagato, ma per ora tutto ciò che riusciva a pensare erano i suoi sensi di colpa per aver giocato con le vite dei suoi amici senza il loro permesso


<< Barry, tutto ok? Sembri pensieroso >> Kara lo scosse dai suoi pensieri e lui annuì.

<< Pensavo solo agli avvenimenti recenti. La vita di un supereroe può essere folle >> disse lui con un sorriso mesto e la bionda annuì convinta. << Kara, Cisco è...>> 

<< Supergirl? >> la chiamò un ragazzo che stava davanti a uno dei tanti computer. Era vestito con un'uniforme nera aderente, come tutti gli altri agenti in quel luogo. << Qualcosa si è schiantato poco fuori città. Crediamo che si tratti di un alieno ostile. Puoi andare a indagare? >>

<< Certo. Flash, vieni con me? >> gli chiese lei con un sorriso.

<< Devi davvero chiedermelo? Facciamo a chi arriva prima? >> sorrise anche lui, per poi sparire in un lampo, seguito a ruota dalla sua amica aliena.
 

<< Devi davvero chiedermelo? Facciamo a chi arriva prima? >> sorrise anche lui, per poi sparire in un lampo, seguito a ruota dalla sua amica aliena


Ciò che vide quando i due arrivarono a destinazione non lo dimenticherà tanto presto. Un cadavere martoriato si era schiantato a terra, formando un piccolo cratere, ma non era il cadavere di una persona qualunque: era quello di Superman!


Terra-1

Era passata un'ora da quando Daryl si era unito al gruppo e il loro umore stava peggiorando a vista d'occhio, soprattutto perché, se avessero usato i loro poteri, a quell'ora sarebbero già arrivati a destinazione. Tuttavia, Samarium era stato chiaro: niente poteri, per non attirare l'attenzione. Andrey era convinto che, anche se li avessero visti, chi li avrebbe mai creduti? Inoltre, non c'erano altro che non morti in giro, creature piuttosto irritanti. Certo, con i loro poteri li sconfiggevano rapidamente, ma rimanevano fastidiosi come le zanzare.

Per sua fortuna, Cisco era un ragazzo simpatico e nerd, e avevano passato il tempo a parlare di vari film, anime e videogiochi. Quark si divertiva a chiedere a Cisco le differenze tra le serie TV della CW e la loro controparte reale, e le differenze lo fecero odiare quelle serie. Non gli sembrava affatto giusto che Supergirl e Superman vivessero su Terra-1, mentre nelle serie erano su Terra-38. Il suo sogno era vederli formare la Justice League e promise a se stesso che, una volta finita la missione, avrebbe fatto una capatina su Terra-1/Terra-13.

<< Ma guarda in che guaio mi sono cacciato >> sbuffò Daryl, decisamente infastidito dalla situazione. << Come se non bastassero i problemi che avevo prima, ora pure le altre dimensioni! Come lo spiego ai miei amici se questo schifo finisce? >>

<< Non dovrai spiegarlo ai tuoi amici >> gli rispose la Strega Scarlatta, che camminava accanto a lui.

<< Ragazza! Esci dalla mia testa! >> la minacciò. Poco prima, il sopravvissuto aveva chiesto quali fossero i vari superpoteri dei suoi nuovi "amici", e ovviamente li trovava uno più assurdo dell'altro. Anche se non lo avrebbe ammesso ad alta voce, soprattutto per evitare problemi, considerava i poteri mentali di Wanda davvero inquietanti.

<< Hai parlato a voce alta >> lo ammonì lei con uno sguardo truce.

Ovviamente il gruppo si fermò a guardarli, ma prima che qualcuno potesse dire qualcosa, si sentì un urlo provenire da dietro di loro.

<< Avete sentito? >> chiese Cisco.

<< Sembrava una richiesta di soccorso >> aggiunse River, che di richieste di soccorso era decisamente esperta, soprattutto di quelle che lei stessa inviava a suo marito per farsi raggiungere. Molto spesso, infatti, non era davvero in pericolo, ma voleva solo trascorrere del tempo con lui.

Dalla foresta emerse una donna che urlava disperata, invocando aiuto. Era coperta di tagli, sia sulla pelle che sui vestiti. Raffaello la bloccò con un gesto deciso:

<< Calmati e dicci cos'è successo >>.

La donna lo guardò con le lacrime agli occhi e rispose, così scossa che non si accorse nemmeno di stare parlando a una tartaruga mutante.

<< Io e mio figlio eravamo nascosti in una casa, quando degli uomini armati ci hanno rapiti. Io sono... sono riuscita a scappare, ma mio figlio è ancora nelle mani di quei mostri! Vi prego, aiutatemi! >> Poi si accucciò e scoppiò a piangere.

<< Allora, ragazzi, che facciamo? >> chiese Raffaello.

<< Non è un nostro problema >> rispose secco Samarium, che riteneva tutto ciò una perdita di tempo. Per lui, l'unica cosa importante era la missione.

<< Sì che lo è, e dobbiamo aiutarla >> disse Vibe, giustamente deciso a comportarsi da eroe.

<< State attenti, ragazzi, potrebbe essere una trappola >> avvertì Dixon. << Spesso la gente finge per ingannare gli altri sopravvissuti >>.

<< Non mi sembra che stia fingendo >> disse River. << Quando ha visto Raffaello, non si è nemmeno spaventata, segno che è veramente sconvolta da ciò che ha visto >>.

<< Senza contare che ha chiesto aiuto alle prime persone che ha incontrato, una mossa rischiosa >> aggiunse Wanda.

<< Sì, forse avete ragione >> ammise Dixon. << Ma per sicurezza, meglio che Wanda le legga la mente >>.

Wanda annuì e sondò la psiche della donna, rimanendo colpita dalla sua terribile situazione. La vita della donna era un vero inferno e la strega provò compassione per lei.

<< Sta dicendo la verità >> confermò Wanda, seria.

<< Quindi non ci sono più dubbi. Andiamo a salvare suo figlio >> disse Ramon.

<< Sono io qui il capo e ho detto che non sono affari nostri! Non abbiamo tempo da perdere con lei, anche perché se non facciamo ciò che va fatto, suo figlio morirà comunque! >> ribatté Samarium, visibilmente arrabbiato. Nessuno poteva prendere decisioni al posto suo.

<< Allora credo che andrai avanti da solo >> affermò Cisco.

<< Il ragazzo ha ragione >> disse Raffaello. << Io e i miei fratelli ci siamo imposti l'obbligo di salvare le persone e quindi lo faremo >>.

<< Io voglio salvare le persone di tutti i mondi! >> urlò Samarium.

<< Anche noi, ma se lasciamo morire questo ragazzo e poi riusciamo a prevenire il disastro cosmico, avremo comunque la sua morte sulla coscienza >> rispose il biondo.

<< Io e il mio gruppo abbiamo sempre aiutato le persone in difficoltà >> disse Dixon, con la sua solita calma.

<< Se mio marito scoprisse che non ho salvato qualcuno, mi ucciderebbe >> disse River, con una battuta ironica.

<< Non sono stato pagato per salvare questo ragazzo >> affermò lo spadaccino, << ma odio chi abusa delle altre persone >>.

Wanda non disse nulla, ma il suo sguardo lasciava chiaramente intendere che fosse d'accordo con il gruppo.

<< Siete degli idioti! >> sbottò Samarium. << Ma visto che sono in minoranza, mi toccherà venire con voi. In fondo, la distruzione del multiverso può aspettare >> concluse sarcastico.

<< Dove si trova tuo figlio? >> chiesero alla donna.

<< È in un accampamento poco distante da qui, ma fate attenzione: sono ben armati >>.

<< Non credo che le loro armi siano un problema per loro >> disse Dixon, indicando i suoi nuovi compagni.

<< Grazie, grazie di cuore! >> esclamò la donna, visibilmente sollevata.

<< Aspetta a ringraziarci >> disse Raffaello. << Prima dobbiamo salvarlo >>.

In quel momento un forte terremoto scosse la zona, facendo scricchiolare violentemente gli alberi intorno a loro. Andrey perse l'equilibrio e cadde a terra, suscitando una risata trattenuta di Raffaello. Andrey si rialzò, ridacchiando a sua volta:
 

<< Ecco Quark! L'eroe dalle mille forme, maestro nel cadere di sedere! Sono il peggior supereroe del momento... >> Inutile dire che, a quel punto, anche gli altri, eccetto la poveretta e Samarium, risero alla battuta del biondo.

<< Cos'è stato? >> chiese River, allarmata.

<< La fine >> rispose Samarium. << Marcus deve aver già testato la sua creazione. Se vogliamo salvare quel ragazzo, è meglio fare in fretta! >>

 

Terra-14

Il Team Cap era allarmato. Erano quasi venti minuti che cercavano Wanda, senza riuscire a trovarla da nessuna parte. Steve non sapeva cosa lo preoccupasse di più: il fatto che uno dei membri del suo team fosse scomparso all'improvviso o che fossero tutti ricercati dal governo. Temeva che Wanda fosse stata catturata di nuovo da Ross e dai suoi uomini. Se fosse stato così, i loro prossimi bersagli sarebbero stati loro, ma finora non c'era stato alcun segno di Ross. Questo rendeva tutte le altre ipotesi ancora più inquietanti.

Stanco mentalmente, il capitano si sedette sulla panchina dove, poco prima, Wanda si era messa a riflettere. Un forte rumore di motore lo riscosse dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo e vide qualcuno che credeva morto dalla Seconda Guerra Mondiale: James Howlett, o come lo chiamavano loro, "Lucky Jimmy", per la sua straordinaria capacità di uscire indenne da qualsiasi situazione. Per un periodo, lui e il fratello Viktor avevano fatto parte degli Howling Commandos, prima di prendere altre strade.
 

 Per un periodo, lui e il fratello Viktor avevano fatto parte degli Howling Commandos, prima di prendere altre strade


<< James? >> 

<< Cap, quanto tempo >> disse l'uomo mentre scendeva dalla sua Guzzi V100 nera. A parte i vestiti moderni (giacca di pelle, canotta bianca e jeans blu), l'uomo era esattamente come Steve lo ricordava: i suoi capelli castani erano ancora sparati ai lati e il suo volto serio era incorniciato dalle iconiche basette. << Come fai a essere ancora vivo? >> chiese Steve, incredulo. Era stato ibernato anche lui?

<< Sono un mutante. Guarisco molto in fretta e invecchio molto lentamente >> spiegò brevemente James. Per Logan, come si faceva chiamare ora, Steve era uno degli uomini migliori sulla Terra ed era davvero contento di rivederlo. Da quando aveva saputo del suo ritorno, come il resto del mondo, aveva sempre voluto passare a trovarlo, ma non ci era mai riuscito fino a quel momento.

<< Come mi hai trovato? >> chiese Steve. 

<< Avrà seguito l'odore del tuo dopobarba del secolo scorso >> rispose Natasha, che era appena arrivata con gli altri. 

<< Logan >> lo salutò Clint e lui gli rispose con un cenno della testa. << Sempre loquace, vedo. Come mai sei qui? Gli X-Men hanno bisogno di aiuto o volevi solo rivedere un vecchio amico? >>

Occhio di Falco e la Vedova Nera conoscevano bene gli X-Men e i mutanti in generale. Da ex agenti dello S.H.I.E.L.D., avevano visto di tutto e il team mutante si era guadagnato una certa notorietà, soprattutto dopo l'assalto di Magneto ad Alcatraz. Tuttavia, dopo quell'evento, i mutanti erano rimasti per lo più nell'ombra e l'odio verso di loro era scemato, spostandosi verso una nuova categoria: gli Inumani. Per questo e altri motivi, Cap e gli Avengers non avevano mai avuto a che fare direttamente con gli X-Men e non conoscevano bene i loro membri.

<< Non voglio perdere tempo, quindi vi dirò subito i due motivi per cui sono qui: gli Accordi di Sokovia hanno messo un bersaglio sulla testa di ogni mutante del pianeta. Per questo motivo, il mio team si alleerà con il vostro. Secondo, un vostro amico è tenuto prigioniero da un'organizzazione anti-mutante chiamata Orchis, insieme a un ex membro del nostro team, Jean Grey >> disse Logan, mostrando loro due foto. Nella prima si vedeva un giovane dai capelli argentati, addormentato in un tubo trasparente, con un volto incolto e sofferente.  Nel tubo accanto al suo vi era una bellissima donna dai capelli rossi. Gli Avengers riconobbero quasi subito il ragazzo: era Pietro Maximoff, che credevano morto durante la battaglia contro Ultron.
 

 Gli Avengers riconobbero quasi subito il ragazzo: era Pietro Maximoff, che credevano morto durante la battaglia contro Ultron


<< Pietro... >> mormorò Clint, con un tono triste, osservando la foto. Pietro aveva sacrificato la sua vita per salvarlo, e lui si sentiva ancora in colpa. Ora aveva la possibilità di ripagare quel debito e, nel contempo, salvare il gemello di colei che stava cominciando a considerare come una figlia: Wanda.

<< Direi che siamo tutti d'accordo nel salvare il ragazzo, giusto? >> disse Falcon, e il gruppo annuì.  

<< Questa panchina diventerà il nostro quartier generale! D'ora in avanti, qui gli Avengers si riuniranno per discutere le sorti del mondo! >> disse Ant-Man con tono scherzoso, guadagnandosi uno sguardo severo dai compagni. << Che c'è? Mi sembrava strano discutere di queste cose su una panchina in mezzo al nulla, ho solo cercato di sdrammatizzare >> si giustificò, alzando le spalle.

Dopo un sospiro rassegnato, il Capitano disse:

<< Preparatevi, poi seguiremo Logan in macchina e andremo dove dobbiamo andare, ma prima... prima dobbiamo trovare Wanda >>. 

Logan annusò l'aria circostante e poi disse con tono serio: << Non credo che la troverete tanto facilmente. Questa panchina è ancora pregna del suo odore, e non lo percepisco altrove, quindi dev'esserci stato un teletrasporto. Oltre al suo, sento l'odore di un ragazzo latinoamericano e un odore di carne mista a zolfo. Se fossi superstizioso, direi che si tratta di un demone. L'ultimo odore che percepisco è quello di un metallo strano, quasi elettrico. Non sembra appartenere a un essere vivente, quindi non saprei... Forse potremmo indagare di più sul Bus di Coulson. Sarà contento di rivedervi >> concluse Logan.

<< Coulson?! >> esclamarono all'unisono Steve, Natasha e Clint.

 

Da qualche parte nel multiverso.

All'interno di quella che sembrava a tutti gli effetti una stanza di tortura medievale, colma dei più rozzi e crudeli strumenti di morte, un ragazzo impaurito era legato a una struttura di legno a forma di X. La stanza era un incubo di ferro e legno, con attrezzi di tortura sparsi ovunque. Su una parete, delle catene arrugginite pendevano accanto a uncini e ganci di ferro, alcuni dei quali ancora macchiati di sangue secco. Vicino al vampiro, una vergine di Norimberga, l'infernale bara con spuntoni metallici interni, era aperta, come se fosse pronta a inghiottire la prossima vittima. Accanto, un tavolo di legno grezzo era ricoperto di strumenti di precisione sadica: tenaglie, coltelli seghettati, chiodi e pinze usati per strappare denti e unghie. Al centro della stanza, un braciere era acceso, il calore crepitante usato per riscaldare ferri da marcatura. Più in là, un cavalletto di stiramento attendeva silenziosamente, pronto a dilaniare ossa e tendini. La stanza era pervasa dall'odore acre del sangue e del metallo bruciato, misto a quello di carne carbonizzata.

Il ragazzo, con i capelli castani, era legato a una croce di legno a forma di X. Le catene che gli imprigionavano i polsi e le caviglie fumavano, provocandogli spasmi di dolore incessante. Le manette erano state imbevute di verbena, una sostanza che infligge dolore ai vampiri di un certo universo. Sì, il ragazzo era un vampiro, e non era affatto innocente. Faceva parte di un gruppo che odiava i mezzosangue e che aveva rapito la tribrida Hope Mikaelson.

Sfortunatamente per il gruppo del vampiro, la giovane Hope era protetta dal Signore del Tempo conosciuto nel multiverso come il Guardiano. Il Nono, una bellissima tata vittoriana vestita di nero, con occhi di ghiaccio e due cuori di pietra, era la versione più impaziente e crudele di questo viaggiatore del multiverso. Reduce dalla terribile Guerra del Multiverso, i suoi cuori erano colmi di rabbia e oscurità, un'oscurità che non esitava a scagliare contro i suoi nemici o chiunque minacciasse coloro a cui teneva.
 

 Reduce dalla terribile Guerra del Multiverso, i suoi cuori erano colmi di rabbia e oscurità, un'oscurità che non esitava a scagliare contro i suoi nemici o chiunque minacciasse coloro a cui teneva


La bellissima e letale tata sorrideva freddamente, con le labbra ricoperte da un rossetto nero, mentre teneva in mano un coltello insanguinato. Con un fare calmo e composto, si avvicinava sempre di più alla sua vittima, muovendosi come un fantasma vittoriano in cerca di anime.

Inutile dire che il vampiro cominciò a dimenarsi; non voleva subire altre torture da quella donna folle, anche perché, a dire il vero, lui non sapeva nulla. Si era unito al gruppo solo la settimana prima, o almeno così credeva, visto che in quelle segrete era difficile capire il tempo. Per sua fortuna, un allarme suonò. La Tata, dopo aver posato il coltello e promesso che sarebbe tornata, uscì dalla stanza.

Il Guardiano era sinceramente stufa. Non era possibile che ogni volta che doveva fare qualcosa, o semplicemente riposare, la sua macchina trovasse il modo di disturbarla. Sua figlia Emily le aveva detto che questo succedeva perché era il Signore del Tempo più sfortunato del multiverso, o semplicemente il più impegnato. Un sorriso apparve sulle sue labbra. Emily... Le faceva sempre piacere ricordare la sua bambina, anche se dal suo punto di vista avrebbe dovuto ancora averla, ma per fortuna l'aveva conosciuta in anticipo.

Emily l'aveva trovata nel suo peggior periodo, un periodo in cui definirla autodistruttiva sarebbe stato riduttivo. Passava il tempo ad ubriacarsi e fare di peggio, solo per dimenticare la Divisione, la Guerra del Multiverso e la morte di suo figlio. Pensare al Mago le faceva ancora troppo male, anche perché sapeva che lui e l'Artista, il titolo da Time Lord di Emily, sarebbero andati d'accordo. Due geniali fratelli in giro per lo spazio-tempo... avrebbe voluto vederli insieme. Comunque, se era qui era solo grazie a Emily e per questo le era grata. Erano un bel team, ma l'Artista doveva trovare la sua strada e farsi un nome. Ecco perché ora era sola, ed era per questo che, cercando compagnia, era andata alla scuola Salvatore per incontrare la sua protetta. Sfortunatamente, una volta arrivata aveva scoperto che Hope era stata rapita.
 

Mentre rifletteva, aveva già salito le scale di pietra, illuminate da diverse torce che emanavano un bagliore quasi rassicurante


Mentre rifletteva, aveva già salito le scale di pietra, illuminate da diverse torce che emanavano un bagliore quasi rassicurante. Il soffitto era basso e curvo. Oltrepassò la grande porta di legno che separava la zona delle celle e delle torture dal resto del TARDIS. I corridoi della nave erano per lo più in legno, pieni di mobili vittoriani. La macchina del tempo sembrava una casa nobiliare vittoriana.
 

La stanza della console era, come sempre, la parte migliore: la console esagonale in legno si trovava su un piccolo ripiano, anch'esso in legno


La stanza della console era, come sempre, la parte migliore: la console esagonale in legno si trovava su un piccolo ripiano, anch'esso in legno. Accanto c'era una piccola scrivania con una pianta sopra. Sulla sinistra, delle scale a chiocciola conducevano al piano superiore, che si affacciava su quello inferiore. Si potevano vedere svariate librerie e piante rampicanti. Vi erano varie arcate: una era piena di piante, da un'altra si intravedeva un bagliore azzurrino, e in altre c'erano librerie e tubi. Era un ambiente caldo e accogliente, in netto contrasto con la personalità della Time Lady. Aveva deciso di riarredare il posto per creare un ambiente più confortevole per sua figlia e per esplorare la sua passione per l'arte vittoriana.
 

 Aveva deciso di riarredare il posto per creare un ambiente più confortevole per sua figlia e per esplorare la sua passione per l'arte vittoriana


Il monitor era acceso e lampeggiava. Oltre ai soliti simboli gallifreyani, che somigliavano in modo preoccupante ai sigilli di evocazione demoniaca, apparve un piccolo video che mostrava un giovane supereroe in procinto di uscire da un portale verde. Il costume dell'eroe era caratterizzato da una combinazione di blu, giallo e nero. La parte superiore, incluso il torso e le braccia, era di un vivace colore giallo, con dettagli neri che ne delimitavano le sezioni. Indossava una maschera blu che copriva la parte superiore del viso, lasciando scoperti gli occhi e la bocca.

Il Guardiano conosceva bene quel giovane: Mark Grayson, alias Invincible, un altro ragazzo a cui lei voleva migliorare la vita. Non sapeva perché fosse così protettiva verso i giovani con un passato difficile; forse perché vedeva in loro suo figlio morto o perché aveva vissuto un periodo terribile e non voleva che anime così giovani facessero lo stesso errore. Mark era appena arrivato in una foresta tropicale abitata da dinosauri parlanti, e la Tata sapeva che non era ancora il momento di contattarlo, ma lo avrebbe tenuto d'occhio.

Canticchiando una macabra melodia, tornò giù, e poco dopo si udirono solo le urla disperate del torturato.


Terra-3

In tutta questa realtà, una profezia di immenso potere risuonò nell'etere. I bambini sognarono un possente drago che la pronunciava, seguito da occhi brillanti d'oro e una bellissima spada che emergeva dall'acqua:

 I bambini sognarono un possente drago che la pronunciava, seguito da occhi brillanti d'oro e una bellissima spada che emergeva dall'acqua:

Artù non è solo un Re. È il Re di una volta e del futuro. Abbi fede, perché quando Albion ne avrà più bisogno, Artù risorgerà.

 


Ed eccoci alla fine di questo lungo capitolo!

Da qui in avanti, oltre all'avventura dei Difensori dell'Infinito(Samarium e Co.), vedremo anche cosa sta accadendo nel resto del vasto multiverso. Abbiamo visto come hanno reagito il Team Flash e il Team Cap alla scomparsa dei loro amici, ma a quanto pare anche loro avranno il loro bel da fare, tra cugini morti e amici creduti deceduti.

Avete tutti capito a chi appartengono i giganteschi occhi visti da Barry nella Forza della Velocità, vero? ;)

Non stupitevi del fatto che Wolverine capisca fin da subito cosa sta succedendo a Wanda: il suo olfatto è straordinario e, in alcune versioni, riesce a crearsi delle immagini mentali che ripercorrono gli eventi solo attraverso gli odori.

Potevo non includere il Guardiano in questa nuova versione di Invasion? Ovviamente no! Inoltre, qui verrà raccontato anche come Invincible e la Tata si sono conosciuti. Se avete letto Le cronache di Enoch Vol.1, sapete che Mark è uno dei compagni della misteriosa Time Lady. In questo capitolo abbiamo potuto vedere quanto può essere crudele il Guardiano. Se avete letto Guardian Who: The Road to the Thirteenth Guardian, conoscete già a grandi linee la storia di questo Signore del Tempo e di quanto la Guerra del Multiverso e altre disgrazie lo abbiano traumatizzato, ma non avevate idea dell'entità di tale trauma. La Tata è oscura e, sebbene resti una figura per lo più positiva, in questo momento è molto più simile al Maestro che al Dottore.

Infine... Artù è tornato!

Detto ciò, ci vediamo presto!

 

 

 

   
 
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