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Autore: Mistress Lay    22/09/2009    10 recensioni
Il bambino lo guardò con i suoi occhi bagnati di lacrime, gli rivolse un sorriso immenso, che illuminò tutto il suo viso. Così diverso da tutti i bambini che Itachi aveva mai conosciuto, mai osservato. Gli comunicò una forza straordinaria, indicibile. Perchè quel bambino ferito nel corpo e nel cuore aveva ancora un sorriso da donare.** ItaNaruIta, SasuNaru
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Corri, corri.

Non c’è nessun passo nemico dietro di te, eppure continui a correre, a saltare di ramo in ramo, a voltare la testa a destra e a sinistra.

Hai occhi di una bestia braccata che disperatamente cerca di sfuggire alla caccia e si dimena, si dimena.

Corri lontano dalle tue catene.

Corri spinto alla fuga dalle catene che ti hanno imbrigliato per anni, quelle stesse catene che ti hanno spinto a sterminare la tua famiglia.

Corri lontano da quella corda, da quella persona, cui hai amato essere legato.

 

Dimmi Itachi che cosa dei tuoi vanagloriosi sogni di cristallo ti resta?

 

Ti fermi, immobile, e posi una mano contro il tronco di un albero.

La pioggia ti ha inzuppato i vestiti benché non ti abbia lavato via il sangue, che rimane aggrumato a macchiare la divisa di un ANBU rinnegato e un pessimo, pessimo figlio. Le nuvole sono gonfie, scaricano un impetuoso acquazzone, e sotto la terra è trasformata in un’enorme pozzanghera fangosa.

Il vento ti colpisce con una sferzata e sei costretto a socchiudere gli occhi, quando li riapri la solita iride sanguigna puntellata ti illumina sinistramente lo sguardo.

 

Che cosa ti resta, Itachi, stella perduta?

 

La prima fase del tuo piano è stata portata a termine con successo: hai eliminato la zavorra inutile, ti sei lasciato dietro terra bruciata, ti sei liberato delle tue pesanti catene.

Sai che con la fase due le cose non solo saranno più difficili, ma anche più pericolose. Giocherai con il fuoco con qualcuno che del fuoco è maestro.

Eppure è necessario. Lo sai bene.

Tutto per Naruto.

 

Ecco, che cosa ti resta.

 

Una promessa.

Estorta dal cuore, pregna di lacrime, siglata con la morte dei tuoi consanguinei, accompagnata da inganni e bugie.

Una promessa, la tua unica verità.

Ti prometto che troverò un modo per liberarti dal demone.

E per adempiervi sei costretto a costruire una nuova ragnatela di menzogne e intrighi. Sarai costretto a legarti ancora una volta a catene indesiderate.

 

Tutto, per Naruto.

 

*

 

Capitolo XIV – Terra bruciata

 

 

Le giornate senza Itachi erano lente a trascorrere.

Aveva passato intere notti avvolto in una coperta di fronte alla sua finestra aperta, impaziente e speranzoso nella vana attesa di un ritorno.

Itachi, però, non era mai tornato.

Notti ad attenderlo e giornate sotto la pioggia, ad allenarsi, per diventare più forte, per essere pronto quando Itachi sarebbe tornato a prenderlo.

Da quando questi era partito, il sole non aveva più rischiarato il cielo di Konoha: era come se la fitta coltre di nubi avesse deciso di oscurare il villaggio dal giorno dello sterminio degli Uchiha.

Un monito, credeva Naruto, un monito a tutti gli abitanti: la loro stella più brillante, più promettente, quella cui tutti avevano guardato con più speranze, si era spenta.

Il villaggio, però, non la pensava come il bambino. Naruto conosceva bene l'animo delle persone, sapeva di cosa erano in grado di fare, di quanto potessero odiare, anche per una colpa che nessuno aveva commesso.

Effettivamente, in questo frangente, Naruto avrebbe potuto odiare Itachi, avrebbe dovuto odiarlo.

Itachi non gli aveva mai mentito e neppure quella volta lo aveva fatto, non importava quanto fosse doloroso e pesante il fardello che si era deciso di portarsi dietro. Eppure, per la prima volta nella sua vita, Naruto avrebbe preferito che l’amico gli avesse detto solo menzogne. Solo per non sentirle distorte dalla bocca di altri.

Era accaduto per caso, mentre stava comprando ramen istantaneo, in uno dei tanti negozietti vicino al suo appartamento. La rabbia e il dolore erano stati tali da fargli lasciare lì la spesa e correre a perdifiato per riuscire a scaricare l’adrenalina negativa accumulata.

Parole come "assassino", "nukenin" e "sterminio" rimbombarono nella testa del bambino per i giorni seguenti.

Insieme alla nausea.

Sapere che cosa era successo quella notte, sapere che lo stesso eroico protagonista dei suoi ideali, Itachi, era il responsabile di una strage famigliare…

Perchè, Itachi?

Doveva odiarlo, eppure, nei suoi pensieri, nei suoi sogni, nella sua testa, Itachi era quello di sempre, silenzioso, orgoglioso, suo unico amico.

Non aveva diritto di dare un’opinione sulla faccenda, non ebbe nemmeno l’ipocrisia di giustificarlo, ma Naruto non lo avrebbe odiato. Personalmente, credeva che per nessuna ragione al mondo l’avrebbe odiato.

 

Inspirò pesantemente, sentendo tutti i muscoli dolergli per il prolungato sforzo cui erano stati sottoposti. Odiava ammetterlo, ma la stanchezza aveva reso i suoi ultimi movimenti lenti e la precisione fallace.

Devo mangiare…, pensò con imbarazzo. Si concesse qualche secondo per riprendere fiato, lasciando che la pioggia gli scendesse lungo il corpo donandogli un sollievo temporaneo.

Le notti insonni, le giornate intense cominciarono a farsi sentire sottraendogli sempre più forze, tanto che era una sofferenza persino respirare. Avrebbe voluto che Itachi fosse al suo fianco a spronarlo a dare il massimo o semplicemente a ispezionare il suo allenamento con occhio vigile.

Quasi con anticipazione, Naruto si voltò verso l’albero di glicine presso il quale Itachi soleva appoggiarsi e osservarlo. Era vuoto, naturalmente, e il bambino sentì il cuore stringersi di delusione.

Dove sei? E io? Io che posso fare senza di te?

Il bambino piegò all’indietro la testa, in modo che la pioggia battesse direttamente contro il viso. Io sono qui, Itachi. Anche senza di te andrò avanti. Quando sarò forte, sarò io a salvarti come hai fatto con me quando ci siamo conosciuti. Sarò forte, abbastanza da poter camminare con te fianco a fianco. Te lo giuro.

Aprì gli occhi, lasciando che l’acqua glieli ferisse.

Sì. Te lo giuro Itachi.

Tornò a osservare davanti a sé, sollevò le mani e le dispose per un jutsu.

 

Lentamente, lentamente, avviamoci verso il punto che separa paradiso da inferno.

 

Qualche ora dopo, Naruto riconobbe di essere arrivato a un punto di non ritorno. O si sarebbe riposato e rimpinzato, o la pioggia lo avrebbe seppellito.

Fece una breve sosta nel suo appartamento – anche se chiamarlo “appartamento” era decisamente troppo – per raccattare una felpa e constatare di non avere più provviste. Controvoglia, si diresse da Ichikaru, troppo svogliato per andare a comprare il ramen e cucinarselo.

Normalmente, avrebbe adorato Ichikaru, ma anche il ramen aveva perso parte della sua attrattiva ai suoi occhi.

Il proprietario del chiosco lo salutò distrattamente, impegnato in una conversazione con un altro cliente e il bambino non potè che dirsi felice di quell’arrangiamento. Per una volta non aveva voglia di parlare con nessuno, grazie tante.

Si arrampicò in uno degli alti sgabelli, accanto a due chuunin che parlavano concitatamente fra loro. Poco dopo gli fu recapitata una ciotola di ramen fumante e vi si fiondò, ammettendo a se stesso che era veramente affamato.

Non fece caso ai discorsi degli altri avventori se non quando captò improvvisamente la parola “Uchiha”, a quel punto aguzzò le orecchie, attento.

- … Uchiha! Da quanto mi ha detto Sabaru, non parla con nessuno dal giorno in cui si è risvegliato. Non che prima fosse particolarmente loquace ma adesso… rifiuta chiunque gli si avvicini –

- Come dargli torto? È l’unico sopravvissuto alla strage della sua famiglia a causa del suo aniki –

- Pensa che Itachi Uchiha l’ha persino mandato in coma! Sembra sia stato un qualche jutsu legato allo sharingan… -

- Rimarrà segnato a vita… -

- Già, povero Uchiha Sasuke –

Un forte stridio, passi lanciati a corsa e una ciotola di ramen fumante sul bancone furono gli unici indizi che attestavano la presenza di Naruto Uzumaki, prima che questi corresse via.

 

Come aveva potuto dimenticarsi di Sasuke?

Non se ne capacitava.

Era stato così preso dai suoi allenamenti, dalla perdita e dall’attesa di Itachi da non ricordarsi che c’era qualcun altro, un sopravvissuto, un’altra persona che era stata lasciata indietro, con la terra bruciata tutto attorno.

Sapeva dove trovarlo, spesso Sasuke s’isolava lì, al ponticello, e, sedendosi tra le aste lignee, osservava le acque placide del fiume, in solitudine, con la fronte aggrottata come se cercasse di trovare in quella superficie sempre in movimento le risposte a complicati enigmi.

Naruto trovava la cosa abbastanza buffa.

Eccolo lì, infatti, con le gambe a penzoloni, la schiena fasciata dalla solita maglia nera, inzuppata dalla pioggia.

Mentre arrestava la sua corsa e riprendeva fiato, Naruto sentì una stretta all’altezza del petto nel notare quanto Itachi e Sasuke fossero così simili e diversi allo stesso tempo.

Itachi era un amante della quiete del bosco – misteriosa, avvolgente, imprevedibile – mentre Sasuke preferiva la placidità del fiume, con il suo corso unidirezionale, con quel solido ponte ad attraversarlo, appiglio sicuro nei giorni di tempesta, quando il letto s’ingrossava, premendo l’alveo scavato.

Itachi era prontezza, acutezza, sicurezza. In un bosco poteva capitare qualsiasi cosa e Itachi l’avrebbe affrontata con la stessa meticolosa perfezione di sempre.

Sasuke era la sensibilità di un fiume, qualsiasi cosa nascondesse nel fondo del suo animo e del suo cuore esso rimaneva sigillato sotto l’acqua. Allo stesso modo di un fiume, la sua vita scorreva unidirezionale, senza deviazioni, lungo un alveo che altri prima di lui avevano scavato.

Seppure nelle loro molteplici differenze, Itachi e Sasuke erano estremamente simili. Troppo simili.

 

Così tanto che fa paura…

 

Lo raggiunse in pochi secondi e, immobile alle sue spalle, completamente ignorato dall’altro: solamente quando lo chiamò per nome, questi si girò.

Gli occhi erano gli stessi del fratello, onice profonda e penetrante, la pettinatura sbarazzina era afflosciata lungo il volto pallido, appesantita dall’acqua piovana.

Lo sguardo dei suoi occhi.

Naruto conosceva bene quello sguardo perché prima di conoscere Itachi, allo specchio, un bambino furioso con il mondo lo osservava con gli stessi occhi.

Sasuke non disse niente, si limitò a fissarlo con astio poi si voltò a fissare trucemente la superficie sconvolta dell’acqua, come se invece di rimandare l’immagine di se stesso fosse deformata.

 

Anche tu ti accorgi quanto simile sei a Itachi? Vorresti cancellare quell’immagine, distruggerla, farla a pezzi?

 

- Che vuoi? – domandò il bambino irritato.

Odiava ricevere quel tipo di attenzione ovunque andasse, odiava essere oggetto di pietà, di sguardi commiserevoli e stupide frasi di circostanza.

Itachi lo aveva fatto piombare in un inferno in cui i visi imbrattati di sangue dei genitori si alternavano in una cacofonia di immagini, ricordi e illusioni. Più e più volte era stato costretto a ripercorrere con la mente quello che era successo quella maledetta notte tanto da desiderare di non dormire mai più.

Anche se l’effetto del Mangekyou Sharingan si era annullato, gli incubi lo avrebbero perseguitato per sempre.

Era così arrabbiato con tutti gli abitanti di Konoha e la loro pietà viscida, era così stanco di essere osservato con lo stesso sguardo da “Povero, povero Sasuke”, avrebbe voluto così tanto far pagare a Itachi tutto ciò che aveva perduto. Famiglia, onore, orgoglio.

Quando avrai i miei stessi occhi, vienimi a cercare, gli aveva detto. E Sasuke lo avrebbe cercato e ucciso.

 

- Lasciami stare – aggiunse sprezzante, rivolto al bambino biondo che sostava ancora alle sue spalle.

Improvvisamente sentì delle braccia cingergli la vita da dietro, la schiena premuta contro il petto dell’altro e una massa di fili biondi a sfregargli contro la guancia. Non ci furono parole, non ci fu nemmeno pietà. Niente compassione, solo condivisione.

Di colpo sentì qualcosa incrinargli il cuore e un dolore bruciante gli bloccò la gola, annaspò, per poi chinare il capo, sconfitto, sopraffatto e strinse le labbra per non lasciarsi sfuggire nemmeno un singhiozzo. Solo lacrime silenziose.

 

 

 

 

Per la prima volta da quando Itachi se n’era andato Naruto dormì senza attenderlo.

Dormì sotto le coperte, con la finestra chiusa, lasciando la pioggia sferzante fuori, cullato dal caldo abbraccio scambiato con Sasuke.

Anche Sasuke dormì per la prima volta senza avere inquietanti incubi, custodito con dolcezza dalla presenza del corpo caldo di Naruto stretto a sé.

­Non sei più solo.

 

 

*

 

L’alba pigra li svegliò con una novità: le nuvole plumbee si erano allontanate e per la prima volta un timido sole cercò di farsi largo nel cielo mattutino.

Sasuke si guardò attorno sorpreso, accorgendosi in un secondo momento di essere abbracciato al suo coetaneo biondo. Non aveva mai dormito a nessuno in passato e il senso di calore umano che racchiudeva quel contatto fin troppo intimo lo faceva sentire protetto.

I rapporti con Naruto non erano mai stati idilliaci: il loro naturale spirito competitivo, unito alla gelosia istillata dalla predilezione di Itachi per il biondo, li aveva sempre tenuti lontani, senza alcun punto in comune.

Eppure quella mattina, Sasuke si rese conto che qualcosa da condividere lo avevano.

Mentre fissava il viso dell'altro bambino, si accorse per la prima volta di quegli strani baffetti che aveva sulle guance, allungò una mano per toccarglieli ma prima di riuscirvi un paio di occhi azzurri si schiusero.

- Buongiorno Sas'ke! -

Il moro fece una smorfia a quella storpiatura: - Sasuke - disse fermamente - Sasuke - ripetè.

Naruto lo guardò senza capire.

Sasuke indicò i baffetti sulle guance di Naruto: - Come ti sei fatto quelle cicatrici? -

Naruto distolse lo sguardo: - Non lo so, le ho sempre avute, credo... - mentì. Sasuke non lo conosceva bene da saper fiutare una bugia. Sasuke non era Itachi. Gli occhi gli si velarono di tristezza a quella constatazione.

Sasuke si mise sulla schiena, osservando il soffitto: - Vivi da solo? -

- Sì -

- Dove sono i tuoi genitori? -

- Non ho nessuno -

Sasuke spalancò gli occhi, sentendosi improvvisamente in colpa. Non aveva mai saputo che Naruto non aveva nessuna famiglia. Non si era mai posto la domanda. L'unica cosa che gli interessava era che stesse lontano dal suo aniki. Non aveva mai pensato che Naruto avesse solo Itachi. E ora Itachi se n'era andato.

- Anch'io adesso non ho nessuno - ammise con voce incolore.

- Hai Itachi -

Sasuke balzò a sedere, lanciandogli un'occhiata furibonda: - No. E' morto per me -

Naruto si morse il labbro, impedendosi di replicare, capendo che il dolore di Sasuke di aver perso la sua famiglia era troppo bruciante, troppo intenso, e non c'era speranza di perdono.

Lo sguardo di Sasuke si ammorbidì e aggiunse: - Ha tradito anche te -

Naruto sentì un nodo stringergli alla gola: non ebbe la forza di negare, in una certa maniera Itachi lo aveva davvero tradito.

- Mi prenderò io cura di te - promise con voce seria Sasuke.

Le stesse parole di Itachi...

Anche Naruto si sedette e allungò il mignolo, chiudendo le altre dita in un pugnetto: - Prendiamoci cura l'uno dell'altro -

Sasuke si abbandonò a un sorriso. Accennato, ma pur sempre un sorriso, il primo dalla Tragedia.

Allungò anche il suo mignolo, siglando la promessa.

Insieme, per affrontare l'oscurità.

 

*

 

Alla fine sei giunto.

Il luogo è angusto e puzza di chiuso e umido. Non sei solo, ci sono altre persone e tutte stanno guardando te.

Infine uno di loro parla: - Benvenuto all’Akatsuki, Uchiha Itachi –

 

 

TBC

 

 

Noticina personale: Grazie a tutti coloro che hanno prontamente risposto al mio dubbio, lo scorso capitolo. Ci tengo comunque a precisare che non era da sindacare l’incontro Naruto-Sasuke con le loro reazioni, come successo in questo capitolo, la domanda riguardava piuttosto il DOPO. In ogni caso le vostre opinioni mi sono state di enorme aiuto. ^^

Non ho ancora un’idea precisa di cosa scegliere, ho scritto due versioni del XV… XD

 

 

Grazie a tutti coloro che hanno commentato! Incredibile, ci sono persino delle new entry XD

Naiad26, Karrina, Kira Hashashin, miiki, Em, Noctumbrial, Trinh89, Astaroth, tori_93, ron1111, Heris, kagchan, lucy6, Princess of The Rose.

 

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