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Autore: uchiha_girl e bloodnyar    22/09/2009    2 recensioni
A seguito di uno sbadiglio a dir poco esagerato, una piccola lacrima si era affacciata da sotto la palpebra sinistra. Amane riuscì a vedere la stessa Luna che aveva ammirato nelle tenebre della notte, in quella piccola goccia salata che, dopo aver percorso lo zigomo, si era persa fra i capelli castani.
Una stella cadente.

È troppo stupida per meritare di esser letta, se mi amate (?) datele una possibilità ♥
[Prompt: 046. Stelle. - BDT di Fanfic100_ita - Serie generale]
Genere: Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Light/Raito, Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo studiando. Sul serio, non è il nome in codice per «leggevo doujinshi Matt/Mello» XD, credetemi per una volta che dico la verità...
Insomma, mi prende un brutto presentimento. Apro un ormai famoso forum/ficcyna/ritrovo di analfabeti e trovo nel profilo di qualcuno questa grandioooosa immagine [A quanti non si è bloccato il pc? XD]. Dopo le urla e le bestemmie di rito, sono stata colta da un’insana ispirazione.
Lo stile è particolare, ho cercato di renderlo il più vicino possibile a Misa, non so se ci sono riuscita .___.

La citazione nel sottotitolo è della canzone «Ilaria condizionata» di Caparezza, che ascoltavo mentre scrivevo. Non centra un emerito cavoletto, però era simpatico – inoltre, va d’accordo col titolo.
Dedicata ai cinque intrepidi lettori che hanno lasciato una traccia del loro passaggio dopo l'ultima one-shot: Whattina (Grazie infinite <3), redseaperl (Ieeeh!), BloodNyar (Salve Asami <3 Arigatou, arigatou, sono così felice che tu abbia apprezzato il regalino...!), Mitsuki19 (Ahahah XDXD Si chiama Melluke non per nulla!) e Lady_Nene (TU! Torna a scrivere XD! - Grazie <3)




Delirio—

Ilaria condizionata ha raffreddato la mia giornata!
[046 ~ Stelle]



Scalciò senza rendersene conto, mandando all’aria il computer che, seppur riluttante, aveva permesso a Light di portare a letto con sé.
Maledette indagini, maledetto lavoro, maledetto tutto!

Maledetto anche Kira – si maledisse subito dopo averlo pensato.

Restava il fatto che, a causa della sua posizione, non solo Yagami continuava a rimandare la legalizzazione del loro rapporto, non solo, non solo!
Aveva cominciato anche a portarsi il laptop a dormire, seduto sopra le coperte, appoggiato alla testiera del letto a gambe incrociate.

Dopotutto, a dormire era solo Misa-Misa.
E, a pensarci bene, forse si era accorta di aver scalciato. Ma giusto un pochino.



Una Luna, malinconica nella sua maestosità, la salutava dalla finestra.
Il cielo era buio, le insignificanti stelle impallidivano di fronte alla Duchessa della notte.

Colei che faceva impazzire gli uomini, colei che rischiarava l’oscurità e governava sui mari.
Colei che, nonostante tutto, era pronta a ritirarsi senza dar le spalle al signor Sole.

Incantata da quel Re così lontano, splendido. Luminoso – forse questa battuta avrebbe potuto risparmiarsela.

Sospirò, accorgendosi che l’atmosfera improvvisamente era sfumata.
Tutto sembrava essere la scarsa imitazione di una poetica descrizione macchiata da un ancor più insulso umorismo da Circolo del Libro.

Si tirò a sedere, voltandosi verso il compagno.
Il volto dell’uomo – oh!, Raito-kun, così giovane e maturo! – era disteso, catturato dal sonno in una posizione scomoda: chino sul computer acceso, la testa tenuta dalle mani, i gomiti appoggiati alle ginocchia.
Sfiorò la spalla di lui, facendolo sobbalzare.

«Dormi con me, Raito-kun» gli sussurrò con un accenno di disperazione. «Sei così stanco e stressato...».
Light annuì in maniera confusa, borbottando qualcosa. Chiuse il portatile senza spegnerlo o salvare, spingendolo con il braccio verso il fondo del letto.
La donna, gioiosa, lo aiutò ad infilarsi sotto le coperte. Lo abbracciò con slancio, sistemandosi meglio sulla sua spalla, stringendolo forte.

«Misa,» la chiamò lui con un borbottio sconnesso «fai piano»
«Scusa Raito-kun!».

Sobbalzò, alzandosi con un piccolo urlo.
Da quella nuova prospettiva, una visione che le mozzò il fiato.

A seguito di uno sbadiglio a dir poco esagerato, una piccola lacrima s'era affacciata da sotto la palpebra sinistra. Amane riuscì a vedere la stessa Luna che aveva ammirato nelle tenebre della notte, in quella piccola goccia salata che, dopo aver percorso lo zigomo, si era persa fra i capelli castani.

Una stella cadente.



«AAAAH!».

Il giovane sussultò di fronte a quella reazione della fidanzata.
«Misa, calmati!» la prese per le spalle, cercando di farla tornare sul cuscino o almeno di calmare quel tremare che la scuoteva per intero.

«Ma... e poi... allora... RAITO-KUN!»
Dopo qualche parola delirante parve accorgersi dell’altro, che la guardava con una silenziosa domanda stampata in fronte; gli buttò le braccia al collo, scoppiando a piangere.

«Raito-kun, tu eri un Gary Stu!».

  
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