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Autore: Sambyeol    03/11/2024    0 recensioni
[Z-O-M-B-I-E-S]
Hey, qui è il vostro zombie preferito Zed che parla! Cosa? Pensavate che le cose a Seabrook si fossero calmate? Beh, mi dispiace dirvelo, ma qua la situazione non sarà mai abbastanza calma. Beh, almeno non siamo una cittadina noiosa! Secondo voi cos'altro potrà mai accadere? Dopo zombie e licantropi, quali altre creature verranno a disturbare la nostra quiete?
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutta la caffetteria era in subbuglio, gli umani a correre in giro o a nascondersi sotto i tavoli presi dal panico, noi zombie cercavano di tranquillizzarli ma alcuni sentivano un fastidioso dolore al polso a causa dello Zband, mentre i licantropi tentavano di calmare il loro compagno. Era impazzito, sembrava essere diventato una bestia selvaggia, e forse lo era diventato vista la sua forza, con un colpo di braccio scaraventò quattro licantropi contro il muro, riuscendo così a liberarsi. Ormai il terrore la faceva da padrone in quella sala, nemmeno l’arrivo della polizia riuscì a calmare la folla o a contenere il ragazzo. Fino a che tutto sembrò fermarsi, il tempo pareva essersi congelato quando una figura esile si scagliò contro il licantropo, nessuno che urlava o che correva. Samyeo fu capace di bloccarlo da dietro la schiena con una mossa appena uscita da un incontro di wrestling, gli stava sussurrando qualcosa all’orecchio. Attorno a loro tutti si fermarono sbigottiti, la paura era stata sostituita dalla sorpresa, dall’incredulità di quella scena. Ciò che accadde dopo fu così rapido che nessuno ebbe il tempo di metabolizzarlo. Il licantropo prese Samyeo dalle spalle e la buttò contro i bidoni dell’immondizia, ma, prima che il ragazzo potesse aggredire qualcuno tra la folla, una strana creatura lo attaccò avvinghiandosi al suo collo così da poterlo mordere. Il licantropo perse subito i sensi e svenne a terra. Ancora una volta il tempo si era fermato, eravamo tutti immobili a fissare quella che sembrava essere una scena che si può vedere solo nei film fantasy. Accanto al corpo del licantropo, ancora provata dallo sforzo, c’era una volpe bianca come la neve appena caduta, gli occhi neri come la pece, ma ciò che pietrificò l’intero corpo studentesco furono le nove code che si muovevano come se fossero immerse nell’acqua. Era uno spettacolo a dir poco meraviglioso, quasi si faceva fatica a credere che, tra zombie e licantropi, a Seabrook potesse esserci una creatura tanto bella ed elegante, ma forse ero l’unico a pensarlo.

-Mostro! Che cosa gli hai fatto?!- urlò una dei licantropi buttandosi sul corpo ancora a terra del ragazzo. Per forse la prima volta in città, la reazione della gente per qualcosa di diverso non fu di terrore, ma di disprezzo. Tutti iniziarono a lanciare cibo ed immondizia contro la volpe mentre la polizia tentava di catturarla, si poteva leggere la paura negli occhi della creatura. Preso dalla rabbia a causa di quella scena, presi i poliziotti e li allontanai dalla povera volpe, lasciandole il tempo per scappare.

-Cosa diavolo vi prende? È una nostra compagna di scuola e tutto ciò che ha fatto è stato aiutarci!-

-E lui come lo avrebbe aiutato?- disse Willa, ora accanto al corpo del licantropo senza sensi.

-Ragionaci, Willa! Era impazzito e nemmeno voi riuscivate a calmarlo, forse era l’unica cosa capace di fermarlo.- ovviamente ero l’unico a pensarla così, in questa città solo una cosa accomunava tutti, umani, zombie e licantropi… ciò che era diverso sarebbe sempre stato visto come sbagliato. Presi le mie cose e corsi via, dovevo trovarla.

Sicuramente da quel giorno in poi tutti si sarebbero accorti di Samyeo. Nei corridoi era iniziata una caccia all’uomo, o meglio, una caccia alla volpe, ma, a differenza di chiunque altro, io sapevo esattamente dove trovarla. Feci attenzione a non farmi vedere da nessuno e raggiunsi l’aula di musica. Come sentì il rumore della porta, Samyeo scattò in piedi sulla difensiva, stava mettendo tutte le sue cose in una borsa.

-Tranquilla, sono io, e ho fatto attenzione che nessuno mi vedesse.- dissi a bassa voce per non attirare l’attenzione dei poliziotti -Come stai?- ormai era tornata al suo aspetto umano, ma i suoi occhi mostravano ancora la stessa paura.

-Che ci fai tu qui? Potresti finire nei guai già per aver aiutato il mostro a fuggire, figuriamoci se ti vedessero anche fraternizzarci.- la sua voce tremava.

-Pensavo avessi bisogno di un amico.- le feci un sorriso timido, ma Samyeo faceva di tutto pur di non guardarmi negli occhi. Prese il borsone e se lo caricò sulla schiena.

-Al momento ho solo bisogno di andarmene.- la ragazza aprì la finestra ed uscì dal palazzo, per fortuna eravamo al piano terra. Imperterrito la seguii -Allora proprio non ci arrivi, non ho bisogno di nessuno, né di amici né di te.- sentirla dire quelle cose mi fece uno strano effetto, sentii un nodo allo stomaco, ma non avevo alcuna intenzione di lasciarla scappare come quel giorno al raduno, questa volta avrei ottenuto le mie risposte. Mi guardai attorno e saltai fuori dalla finestra.

-Mi avevi fatto una promessa, mi avevi detto che oggi pomeriggio avremmo parlato, o forse te ne sei dimenticata?- corsi per raggiungerla, con tutto quel peso sulle spalle non era così veloce ed agile come il giorno prima.

-Io non ti ho promesso proprio nulla, ti ho detto che ci saremmo visti dopo i tuoi allenamenti, ma visto che probabilmente verranno cancellati a causa dell’attacco a scuola di un mostro, il patto non ha più valore.- mi piazzai davanti a lei e la presi per le spalle fermandola.

-La vuoi smettere di dire queste sciocchezze? Tu non sei un mostro. C’ero anche io in caffetteria, e penso di non aver mai visto una creatura tanto bella in tutta la mia vita. Sai cosa ho visto io? Oggi ho visto una compagna di scuola che si è lanciata contro un licantropo impazzito pur sapendo che l’avrebbe potuta ferire, tutto pur di evitare che facesse del male a chi gli stava attorno. Ho visto una ragazza piena di coraggio, di certo non un mostro.- buttai fuori le parole tutte d’un fiato, senza pensarci troppo. Samyeo rimase immobile a fissarmi sorpresa, probabilmente perché nessuno le aveva mai detto delle cose del genere, visto che raramente qualcuno le parlava. Lasciò cadere il borsone a terra e poggiò la fronte contro il mio petto. Mi sarei aspettato qualsiasi reazione, tranne che questa, non sapevo come comportarmi, se poggiarle una mano sulla schiena, se abbracciarla. Rimanemmo così per qualche minuto, la prima a muoversi fu Samyeo, la quale si tirò su e mi guardò.

-Io sono una gumiho.-

   
 
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