-Lisa-sshi!
Alice sapeva benissimo quanto infastidisse l’amica essere chiamata in quella maniera, ma era il suo modo affettuoso di stuzzicarla, e come avrebbe potuto attirare la sua attenzione dopo non averla potuta vedere per più di un anno. Più precisamente non si vedevano da quando Lisa era riuscita a firmare un contratto con un'agenzia di modelle in Corea, per lei era praticamente impossibile tornare a casa vista la mole di lavoro e per Alice non era di certo diverso.
Come si sentì chiamare Lisa si spaventò e tirò sempre più giù la visiera del cappello sul viso, guardandosi intorno si assicurò che nessuno ci avesse fatto caso prima di lanciare un’occhiataccia all’amica fin troppo esuberante.
-Giusto, mi sono momentaneamente scordata che ora ho un’amica uber iper famosa.- sembrava quasi una scena da film, Lisa indossava dei semplici pantaloni neri, un top a maniche corte ed il suo fidato cappellino con gli anellini sulla visiera, Alice invece si era preparata al lungo viaggio di 12 ore con dei pantaloni della tuta ed una maglietta leggera, legata ai fianchi la felpa salva vita per l’aria condizionata dell’aereo.
-Sarei venuta a prenderti direttamente in jet privato fossi stata così famosa.-
Le due amiche risero e si strinsero in un abbraccio lungo tanto quanto la loro felicità di potersi rivedere. Era già capitato che non potessero vedersi per parecchio tempo a causa del Covid, ma almeno avevano lo stesso fuso orario a quel tempo, fattore che rendeva molto difficile potersi scambiare più di due messaggi senza che una delle due stesse dormendo o lavorando.
Soddisfatte dell’abbraccio, Alice riprese le valigie abbandonate ai suoi piedi e si diressero verso la fermata della metro presente nell’aeroporto. Il volo era arrivato la mattina presto, perciò in giro non c’era molta gente, riuscirono a destreggiarsi con le valigie ingombranti sia in metro che per strada. Visti i tanti ricordi che le ragazze condividevano in quella zona, Lisa era riuscita a comprare un appartamento nello stesso palazzo dove avevano vissuto per un paio di anni durante l’università. Arrivate alla fine dell’assurda strada in salita e della quantità imbarazzante di scale per poter arrivare al sesto piano, entrarono in casa. Alice l’aveva già vista durante una delle loro rare videochiamate, ma esserci effettivamente dentro era tutta un’altra sensazione.
-Purtroppo ho un appuntamento con il mio manager per pranzo e uno shooting nel pomeriggio. Quella è la tua camera, puoi sistemarti e magari fare un pisolino, così quando torno a casa per cena ci prepariamo e andiamo al solito bbq a sfondarci di carne, che ne dici?-
-Non c’è una sola cosa di quello che tu abbia detto che non mi piaccia, andata!-
Mentre Lisa era impegnata a destreggiarsi tra makeup artists e stilisti per la buona riuscita dello shooting, Alice fece a malapena in tempo a buttare i vestiti nell’armadio tentando di dargli un senso di ordine per poi crollare sul letto a dormire. Si rese conto che l’amica era tornata solo perché entrò a svegliarla con una lieve spinta sulla spalla.
-Hey, se sei troppo stanca per uscire possiamo anche fare domani.- si vedeva che Lisa era appena tornata dal lavoro, aveva un trucco leggero ma professionale, del tutto diverso da quello che si faceva abitualmente, mentre i capelli erano mossi ad opera d’arte, sembrava un susseguirsi di onde ambrate.
-E sprecare tutto questo ben di Dio senza mostrarlo un po’ in giro? Posso finalmente vantarmi di conoscere una persona famosa e tu vorresti togliermi codesto piacere? Dammi 10, forse meglio 20 minuti, e sarò degna di accompagnare una modella a mangiare fuori.-
A tempo di record Alice si diede una rinfrescata, si cambiò e si truccò pronta per la prima di tante serate tra donne. Ad entrambe sembrava di essere tornate indietro nel tempo, ripassare per quelle stesse vie in compagnia, tornare a lamentarsi per quanto non sappiano guidare i coreani, sentire ogni minimo profumo uscire da tutti i ristoranti o chioschetti a bordo della strada e pensare a quando poter provare tali prelibatezze. Esattamente come la prima volta in cui avevano messo piede su suolo coreano, per le ragazze sembrava di essere in un sogno.
Per quanto la scelta fosse molto ampia, Lisa e Alice sapevano già a quale ristorante sarebbero andate a finire la riserva di pancetta della Corea. Uno dei posti fissi dove erano abituate ad andare un tempo era un bbq con la facciata aperta sulle scalinate di Hongdae, il posto perfetto dove poter mangiare della buona carne e poter godere della vita notturna del posto. Quando entrarono il cameriere le scortò subito al loro tavolo, ogni tanto fissava Lisa come per capire dove l’avesse già vista, scena che fece sorridere Alice. Si sedettero e fecero finta di guardare il menù, perché sapevano già cosa ordinare, e dopo poco arrivò una giovane cameriera a portare la brocca con l’acqua e a prendere l’ordinazione.
-Quando inizierai a farmi conoscere tutti i tuoi amici famosi?- Alice la guardò con occhi speranzosi.
-Dritta al punto eh? Devo forse ricordarti che hai un ragazzo?- l’amica si mise a ridere.
-Ho detto farmi conoscere, mica organizzare un’uscita con tanto di prenotazione in motel.- e con spavalderia prese il suo bicchierino bevendone il contenuto tutto d’un fiato.
-Qualcosa mi dice che questo ti fa ancora un brutto effetto.- Lisa prese in mano la bottiglia ormai vuota di soju che c’era sul tavolo, sventolandola davanti agli occhi dell’amica.
-Devo forse ricordarti che sono una Veneta? Ormai ho sbloccato i miei superpoteri.- Alice cercò di attirare l’attenzione della cameriera -Ce ne porti altre due, grazie, una alla fragola e… che gusto vuoi te?-
-Sono proprio curiosa di vedere dove ti porteranno questi tuoi nuovi superpoteri.- e girandosi verso la cameriera ne chiese una all’uva.
Prima che le ragazze se ne accorgessero, con il soju arrivò anche il cameriere che le aveva accompagnate al tavolo ad inizio serata, posò le bottiglie e con un’espressione più imbarazzata e nervosa che mai chiese un autografo a Lisa. Con un sorriso gentile e un po’ sorpreso prese la penna ed il foglio che le stava porgendo il ragazzo e gli fece una piccola dedica. Con il viso illuminato dalla gioia il cameriere fece un inchino per ringraziarla e tornò in cucina trionfante.
-I telespettatori sono curiosi, Lisa-sshi, quanto spesso accadono situazioni del genere?- Alice fece finta di passarle un microfono ridendo.
-Non riuscirò mai ad abituarmici.-
-Questo vuol dire che la situazione è migliorata dai primi tempi, giusto?- Lisa annuì, e per un momento un malinconico silenzio scese intorno a loro.
Alice sapeva quanto fosse stata coraggiosa la sua amica ad intraprendere quella sua avventura, soprattutto all’inizio del suo percorso, quando nessuno sembrava accettarla. Non si fece scoraggiare da nulla e nessuno, abbassò la testa e lavorò duramente per far capire a tutti che nel momento in cui l’avrebbe rialzata, loro avrebbero capito con chi avevano a che fare. La famiglia e gli amici la ammiravano e la sostenevano qualsiasi cosa lei facesse, ma riuscivano anche a captare quei piccoli messaggi di sconforto e di aiuto, e cercarono di starle vicino, per quanto possibile. Col passare del tempo però riuscì ad incontrare delle persone da poter chiamare amici, e da quel momento fu la svolta per lei, le persone che l’additavano lo facevano con lo stupore negli occhi, quelli che passavano il tempo solamente a criticarla sembravano aver trovato un altro hobby e molti programmi iniziarono a chiederle di poter comparire come ospite.
-Beh, ormai è acqua passata, brindiamo al presente e soprattutto al futuro!- Lisa fece uno di quei giochetti che si vedevano sempre fare nei drama con le bottiglie di soju, prima con quella di Alice e poi con la sua, e portò in alto la bottiglia in attesa di quella dell’amica.
-Al futuro!-
La serata proseguì in un karaoke tra canzoni scatenate e sempre più bottiglie di soju, fino a che entrambe non capirono di essere abbastanza al limite e che forse era il caso di tornare a casa finché le strisce pedonali sembravano ancora dritte. Mentre Lisa si buttò a letto senza nemmeno cambiarsi, Alice tentò di infilarsi il pigiama, ma arrivò a metà dell’opera togliendosi maglia e pantaloni. Per fortuna era estate inoltrata e non le dispiaceva dormire in biancheria intima sotto al lenzuolo.
La prima a svegliarsi fu Lisa, la quale andò subito in bagno per farsi una doccia rinvigorente, visto l’ammontare di alcool bevuto la notte prima. Lo scrosciare dell’acqua sul suo viso la stava momentaneamente portando in un mondo tutto suo, a tal punto da non sentire nemmeno l’aprirsi della porta d’ingresso.
Chiunque fosse entrato aveva le cuffiette con la musica parecchio alta, non sentì il rumore della doccia ed entrò prima in camera di Lisa, poi in camera di Alice. Durante la notte era solita rigirarsi parecchio, e sembrava essere diventata un tutt'uno con il lenzuolo, ricordava vagamente un enorme burrito.
-Qualcuno ieri sera ha fatto parecchio la festaiola per essere ancora a letto a dormire. Temo sia ora di svegliarsi!- ed Alice si svegliò sentendo due mani sul suo sedere, immaginando fosse l’amica, scostò le coperte dal viso pronta a mangiarla viva per averla svegliata, rimanendo sorpresa nel non vedere lei ma un ragazzo.
Lisa fece a malapena in tempo a spegnere la doccia e arrotolarsi un asciugamano attorno al corpo che sentì l’amica urlare dalla sua camera. Con ancora i capelli sciolti che le gocciolavano sulla schiena corse in camera sua spaventata.
-Che succede??- davanti a lei Alice seduta sul letto che continuava a chiedere scusa, per terra un ragazzo visibilmente in imbarazzo che si teneva la mano sulla guancia cercando anche lui di scusarsi, lo sguardo fisso verso il pavimento per non guardare la ragazza in desabillè.
-Quante volte te lo devo ripetere? Ti ho dato il codice dell’appartamento solo per le emergenze, mica per fare gli agguati alle mie ospiti. Vedi di non fartelo ripetere Jackson!-