Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: Milly_Sunshine    19/12/2024    3 recensioni
Inghilterra, anni '50 - Lord Winterport è il ricchissimo titolare di una ditta che commercia tessuti, per la quale Miss Crystal lavora come segretaria. Quando la sede aziendale viene evacuata, il titolare sposta temporaneamente i propri uffici nella propria residenza, Sadness Garden, dove peraltro sta ospitando un ampio numero di parenti più o meno stretti. Quando annuncia di essere stato vittima di un tentato avvelenamento e di avere cambiato, di conseguenza, il proprio testamento per quella ragione, accade quanto di più prevedibile: un delitto. La vittima, tuttavia, non è Lord Winterport e questo rimescola, e non di poco, la situazione. Per fortuna Miss Crystal è dotata di un grande talento per l'investigazione: sarà una corsa contro il tempo per impedire altre vittime, ma non sarà facile, quando tutti hanno molto da nascondere. // Miss Crystal è comparsa in altre indagini, ma questa è una vicenda a sé stante, peraltro vuole rappresentare il suo primo caso. // 62'000+ parole totali.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Le indagini di Miss Crystal'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

[MISS CRYSTAL RISOLVE IL CASO] 

Mi sentii come se stessi raggiungendo la pace dei sensi. Per la prima volta nella mia vita, stavo esponendo la soluzione di un duplice caso di omicidio. Non avrei mai pensato che un giorno sarebbe stato possibile, nonostante fossi sempre stata certa delle mie capacità. Purtroppo c'era sempre qualche lato negativo con cui convivere e fu rappresentato dalla signora Charlotte che, accendendosi una sigaretta, sbottò: «Questa pagliacciata non ha senso! È ridicolo non potere nemmeno prendere il tè in santa pace. Dovevate scegliere proprio questo momento per mettervi a blaterare? Trovo inaccettabile che la Livingstone sia ancora qua.»
«Avete ragione, la presenza della Livingstone non è più necessaria» convenni, «Ma tutto il resto lo è.» Mi rivolsi alla cameriera: «Puoi andare. È ovvio che non sia stata tu a inondare il pavimento del corridoio ieri pomeriggio all'ora del tè. Per quanto riguarda il tè di oggi, mi dispiace, ma lo prenderemo alle diciotto.»
Fulminai con lo sguardo Charlotte, mentre questa borbottava: «Spie balcaniche. Dovrebbero restare tutte bloccate sull'Orient Express all'altezza di Belgrado, allora sì che l'Inghilterra sarebbe priva di parassiti repubblicani.»
Non avevo idea del perché fosse così spaventata dalle spie e dalla repubblica. Aveva forse paura che, se il Re fosse stato deposto, poi Lord Winterport avrebbe smesso di passarle del denaro? Non riuscivo a trovare altre ragioni per cui a una persona così presa da se stessa potesse importare davvero dell'ordinamento monarchico della nostra madrepatria. Avevo invece perfettamente idea di cosa fosse successo a Sadness Garden, per cui ricominciai con la mia dissertazione.
«Come ho detto in precedenza, avevo notato come la signora Green non facesse altro che contemplare la fotografia dei due soci appesa alla parete. Forse avrete fatto caso agli occhi del signor Smith. Erano di un azzurro ghiaccio così simile a quelli della signorina Alice e della povera signora Alexandra... allora ho iniziato a chiedermi: le sorelle Byron saranno davvero chi dicono di essere? O saranno in realtà le figlie di Smith? E la signora Green, sarà forse la mancata figliastra del Lord, venuta a tutelare gli interessi dell'uomo di cui sua madre si era innamorata prima di andare in India a raggiungere un marito che l'aveva sempre resa infelice?»
Alice Byron replicò: «Avete una fantasia smisurata. Perché non vi dedicate piuttosto ai piaceri della carne? Sono convinta che la vostra vita potrebbe cambiare radicalmente.»
Avrei voluto obiettare che, se i piaceri della carne erano così importanti, avrebbe potuto iniziare a dedicarsi a questi anche prima della notte precedente, invece di trascorrere ogni singolo giorno a pensare all'antico Egitto, ma non era mio compito stabilire come dovesse passare il proprio tempo. Mi limitai a ignorare il suo suggerimento, pronta a proseguire.
«Quell'idea era molto allettante, ma aveva molti punti che non mi convincevano. In primo luogo, non vi erano elementi a sostegno del fatto che vi fossero dei discendenti di Alfred Smith, per quanto ne sapevo. In più, le sorelle Byron avrebbero potuto ingannare Lord Winterport, che non le aveva mai viste prima della morte della sorella, ma probabilmente non il signor Norman o la signora Charlotte. Inoltre, se la defunta sorella del Lord aveva effettivamente delle figlie, queste avrebbero potuto smascherare le due finte Byron, prima o poi. Prima di scartare la possibilità che avessero ereditato gli occhi azzurri di Alfred Smith, ho ipotizzato che potessero essere davvero figlie della sorella di Lord Winterport, ma anche di Smith. La scoperta di una relazione extraconiugale da parte della sorella, avrebbe potuto spingere il Lord a disconoscerla... ma il fatto non mi tornava: una delle sorelle era nata prima del fatto e un'altra dopo. E soprattutto, una delle sorelle era nata dopo la morte di Alfred Smith! A meno che Alexandra Johnstone non mentisse sulla propria età, o che il signor Smith avesse simulato la propria morte, ciò non era possibile. Poteva il defunto socio del Lord essere ancora vivo? Questo appariva molto improbabile. Era morto per un attacco di cuore, dopotutto. Doveva esserci stato un cadavere e questo doveva essere stato regolarmente sepolto. Non escludo che si possano corrompere medici e becchini, ma perché? Fingersi morto significava per Alfred Smith rinunciare al denaro che finalmente stava entrando nelle sue casse: non dimentichiamo, infatti, che Smith era il socio povero!»
«Quante illazioni, Miss Crystal» osservò Lord Winterport. «Vi garantisco che il povero Alfred è morto e che le due ragazze sono davvero le figlie della mia povera sorella. Ho visto in prima persona il loro ritratto fotografico nella stanza in cui la loro povera madre ha trascorso gli ultimi giorni della propria vita.»
«Lo posso confermare anch'io» disse il signor Norman. «Io stesso ho visto quel ritratto, quando mi sono recato a fare visita alla mia povera cugina. Questa, peraltro, aveva essa stessa gli occhi azzurri.»
«Sto solo esponendo le ipotesi che ho valutato» puntualizzai, «E che poi ho finito per scartare. Ovviamente le due ragazze non hanno mentito sulla propria identità, anche se temo che la signora Alexandra sospettasse che qualcun altro stesse mentendo: l'ho sentita io stessa affermare che qualcuno, in questa casa, aveva commesso un reato e che non sapeva come comportarsi. Alice Byron aveva ipotizzato che potesse riferirsi a un piccolo segreto del marito, ma sono giunta alla conclusione che, invece, si riferisse a qualcosa che avrebbe avuto relazione con il proprio omicidio.»
«Quindi» chiese la signorina Alice, «Mia sorella è stata assassinata perché sapeva qualcosa di troppo?»
«Oh, no, sono certa che sarebbe stata uccisa comunque» risposi. «Il piano dell'assassino è sempre stato quello: uccidere entrambi i Johnstone, in qualità di eredi di Lord Winterport. Non preoccupatevi per voi, non correte alcun pericolo... almeno per ora.»
«Non vi capisco. Inoltre nessuno di noi ha mai visto il testamento di Lord Winterport. Potrebbe riservare a tutti delle sorprese.»
Dichiarai, con convinzione: «La persona che ha ordito tutto questo sapeva perfettamente quali fossero le condizioni del testamento del Lord. Pensateci, signorina, vi era un solo modo in cui qualcuno potrebbe impossessarsi della sua eredità: uccidere la signora Alexandra, uccidere il signor Daniel, sposarvi, poi uccidere voi.»
Per un attimo calò il silenzio. Infine Nolan scoppiò a ridere.
«Suvvia, signorina, credete che un semplice maggiordomo possa conoscere le condizioni del testamento di Lord Winterport? Vi assicuro che non sono mai stato chiamato come testimone, dal notaio. Inoltre non ero in questa sala quando la signora è stata uccisa e...»
Lo interruppi: «Certo, voi non avete ucciso né la signora Alexandra né suo marito. Chi li ha uccisi, voleva che diventaste l'erede di Lord Winterport e che non foste in alcun modo implicabile nel delitto. Per questa ragione, vi siete guardato bene dall'entrare in soggiorno e avete fatto ciò che vi era stato ordinato: avete preso un secchio d'acqua, l'avete ribaltata a terra e avete simulato una caduta innescata da uba maldestra cameriera, curandovi di fare rumore a sufficienza affinché tutti accorressero. Allora l'assassino ha messo il veleno nella tazza, approfittando del trambusto. Non restava altro da fare che passare al successivo omicidio: l'assassino deve avere chiesto, con una scusa, un incontro segreto al signor Daniel, per avvelenare anche lui. Voi, intanto, dopo avere sedotto la signorina Alice con delle lettere anonime, vi costruivate con lei un alibi che consentisse, al contempo, che lei fosse forzata a sposarsi con voi. Vi era una sola persona che potesse desiderarvi come erede universale ed era Lord Winterport, curiosamente l'unico a cui il signor Daniel avrebbe mai preparato il tè. Poteva desiderarlo se foste stato suo figlio... ma al contempo, gli sarebbe stato facilissimo limitarsi a riconoscervi e a fare testamento nei vostri confronti. Ero di fronte a un bivio: il Lord poteva avere simulato dei tentativi di avvelenamento, uccidere Alexandra Johnstone fingendosi la vittima designata, ucciderne anche il marito e al contempo complottare con voi per rendervi suo erede. Però non vi era alcun motivo valido. Le Byron erano le figlie di sua sorella, poteva lasciare loro una somma minore e lasciare tutto il resto a voi, Nolan. Non aveva senso... eppure sapevo che era così, mi mancava un ultimo elemento.»
L'ispettore mi domandò: «L'avete trovato, infine?»
«Esattamente» risposi, «Ed è che il socio povero Alfred Smith non è mai morto per un attacco di cuore, e da ventotto anni si spaccia per Lord Winterport, il socio ricco, che immagino sia stato ucciso per sottrargli il patrimonio e l'azienda! Per questa ragione non può riconoscere Nolan: il rischio che qualcuno lo colleghi a Smith, smascherando la sua vera identità!»
«Spero si possa concludere agevolmente» declamò Lord Winterport, «Che quelle proferite da Miss Crystal siano soltanto una lunga serie di illazioni senza fondamento. La signorina si è lasciata trascinare da una fantasia a dir poco dirompente.»
«Questo lo vedremo.» Mi rivolsi all'ispettore. «Lasciate che mi soffermi su un punto che mi aveva molto colpita: il fatto che, di punto in bianco, Lord Winterport avesse tagliato ogni genere di contatto con la sorella. Specifico anche che la famiglia Winterport non era originaria del posto e che già in precedenza costui si era trasferito da queste parti. La lontananza poteva spiegare il fatto che nessuno dei parenti l'avesse conosciuto fino a un paio di decenni fa, ma non l'interruzione brusca di ogni rapporto con la signora Byron. Quando ho realizzato l'epoca in cui ciò era avvenuto, ho notato un dettaglio inquietante: nessuno aveva mai visto Lord Winterport prima della morte di Alfred Smith. Solo la sorella, in punto di morte, ha potuto incontrare il Lord, dietro insistenza. Ma era una donna ormai malata terminale e non rappresentava più un pericolo.» Chiesi ad Alice: «Signorina Byron, sbaglio o avete detto che a voi e a vostra sorella sembrava di avere di fronte un uomo molto diverso da quello che vostra madre vi aveva descritto?»
«Sì» ammise la signorina Alice. «Si comportava in maniera molto differente da come mi sarei aspettata. Però non avrei mai immaginato che potesse trattarsi di un altro uomo.» Abbassò lo sguardo. «Alexandra invece... inizio a capire che cosa intendesse mia sorella, quando mi ha detto che riteneva che qualcuno, in questa casa, avesse commesso un reato. Però aveva paura di quello che sarebbe successo se avesse parlato: noi non siamo discendenti di Lord Winterport, in realtà... di questo Lord Winterport, se non è il vero Lord. Temeva che non avremmo ereditato nulla.»
«Suvvia, Alice, non crederai davvero a queste stupide assurdità» borbottò suo zio. «È stato un errore affidare questa indagine a Miss Crystal. È palese che non sappia distinguere la fantasia dalla realtà. Io sarei Alfred Smith?»
«Eccome se lo siete!» replicai. «L'uomo che spacciate per tale, aveva occhi glaciali come la signora Byron e come le vostre nipoti. La vostra somiglianza con loro, invece, è del tutto inesistente.»
Non me lo aspettavo, ma la signora Gloria intervenne in mio sostegno: «Non so chi siate davvero, se Alfred Smith o qualcun altro, e non so nemmeno chi possa essere vostro figlio, ma di certo non siete il Lord Winterport che ospitò me e mia madre trent'anni fa. Quell'uomo aveva gli occhi azzurro ghiaccio e non aveva niente di voi. Era quello che sostenete fosse Alfred Smith, non ho dubbi. Non so se la foto ritragga davvero i due soci, ma di sicuro non siete colui di cui mia madre si era innamorata.»
Prima che Lord Winterport potesse smentirla, mi affrettai a riprendere la parola.
«C'era un altro dettaglio che non riuscivo a spiegarmi, appunto, ed era questo: se la signora Green era la bambina che viveva a Sadness Garden - il cui nome penso sia stato ispirato dall'amore impossibile tra l'uomo con gli occhi di ghiaccio e la madre della signora - come mai Lord Winterport non l'aveva riconosciuta? Ovviamente, perché questo Lord Winterport non era quello vero, ma un altro uomo!»
La signora Gloria annuì.
«È proprio così.»
«E proprio per cercare di smascherarlo siete venuta qui, non è vero?»
«Sì, è così.»
«Quindi avete "adescato" la signorina Alice in una sala da tè, l'avete accompagnata in Egitto per conquistare la sua fiducia e vi siete fatta invitare a Sadness Garden. È corretto?»
«È corretto, ma vorrei precisare che provo un'amicizia sincera nei confronti di Alice Byron, che è sempre stata solo una vittima inconsapevole del Lord.»
Dopo quelle parole, calò il silenzio. L'ispettore mi fissava, ugualmente taciturno.
Era il momento di tirare le somme: «Adesso esporrò la mia versione dei fatti, che ritengo essere corretta. Chiedo la cortesia che mi si ascolti ancora per qualche minuto. Tutto iniziò ventotto anni fa, quando il signor Alfred Smith si appropriò dell'identità del socio Lord Winterport, che era molto ricco, e delle sue proprietà. Immagino che lo uccise e simulò invece un attacco di cuore, forse dopo avere sparso la voce che Smith fosse di salute cagionevole. Per questo "Lord Winterport" abbandonò tutti, perché doveva tutelare il proprio segreto e non fare scoprire lo scambio. Non vi era altro modo in cui avrebbe potuto continuare a fingere.»
«Illazioni» mormorò Lord Winterport. «Stupide illazioni. Non ero obbligato a lasciare nulla ad Alexandra e a suo marito, non avevo motivi per ucciderli.»
«Invece ne avevate eccome» replicai, «Dato che dovevate trovare un modo per lasciare tutto al figlio illegittimo di Alfred Smith, ovvero vostro figlio. Inizialmente vi siete opposto all'idea che Alexandra si sposasse, ma poi avete realizzato che il suo matrimonio avrebbe potuto esservi d'aiuto, a condizione che sia lei sia il marito fossero morti. Nel frattempo avete pianificato un modo affinché Nolan potesse sposare Alice. Quindi avete invitato tutti a casa vostra, aggiungendo il signor Norman e la signora Charlotte per rimescolate le carte in tavola. Poi avete colto la palla al balzo e avete chiamato anche noi dipendenti: più fossero stati i presenti e più sarebbe stato difficile smascherare il colpevole, specie se questo si fosse spacciato per la vittima designata. Devo complimentarmi con voi per la vostra ottima interpretazione. Sarebbe stato del tutto credibile avvelenare un vecchio Lord per l'eredità. Allo stesso modo sarebbe stato altrettanto credibile che un vecchio Lord, in un impeto di rabbia, avesse distrutto le prove versando nel lavello il tè che sosteneva essere avvelenato. Quindi, con la complicità del maggiordomo, avete costruito la perfetta scena del delitto e avete ucciso la signora Alexandra. Più tardi, nella notte, avete chiesto un appuntamento segreto al signor Daniel e gli avete domandato di preparare un tè da bere insieme, richiesta che facevate in qualche occasione ai vostri dipendenti. Il signor Daniel, che riteneva voi la vittima designata, non aveva ragioni di insospettirsi. Quindi ha provveduto a preparare il tè e voi avete avvelenato anche lui. Nessuno vi aveva visto entrare e uscire dalla sua stanza, quindi eravate in una botte di ferro. Nel frattempo, il maggiordomo Nolan consumava con la signorina Alice. A quel punto, potevate obbligare la vostra unica erede a sposarlo e, in futuro, eventualmente avreste potuto sopprimerla in modo che tutto il vostro patrimonio un giorno divenisse di Nolan. Un piano perfetto, Lord Winterport... o dovrei chiamarvi signor Smith? Un Lord che uccide per decidere a chi debba andare la propria eredità... una buona variante, che difficilmente trova riscontro nella realtà.»
Dovevo averlo spiazzato, dato che perse la sua pacatezza da Lord e iniziò a sbraitare contro di me.
Il signor Norman si lasciò andare a un commento poco elegante: «Io avrei sposato tua nipote per diventare tuo erede, se mi fosse stato possibile, e di certo non l'avrei ammazzata, se fosse stata la ragione della mia fortuna! Invece hai preferito lasciare tutto a un maggiordomo... anzi, a qualcuno di ancora più indegno: un uomo che è costretto a spacciarsi per un maggiordomo! Tutto ciò è ridicolo!»
Anche Albert Harris affermò che avrebbe sposato volentieri la signorina Alice in nome del denaro e, a sorpresa, la signorina Alice acconsentì, dopo avere inveito contro Nolan e contro lo "zio". Ammetto di non avere mai capito perché, quando viene risolto con successo un caso di omicidio, poi debba esservi una coppia che decide di sposarsi a caso, senza avere mai dato in precedenza il benché minimo segno di attrazione reciproca. Tuttavia, non essendo io la sposa, non mi parve un problema insormontabile. 

******

Victoria Livingstone era pronta a lasciare Sadness Garden. L'avrebbe fatto nel cuore della notte, dopo essersi procurata una bicicletta con cui giungere fino al ponte provvisorio, per attraversarlo alla volta della città. Dentro la borsa con i propri effetti personali, vi era la somma che le aveva consegnato la signorina Alice Byron per la prestazione che Victoria le aveva fornito. Non solo, vi erano anche un paio di orecchini di smeraldi e un anello con un brillante, sempre di proprietà della nipote di Lord Winterport, che di era rivelato, in realtà, un socio squattrinato che gli aveva sottratto l'identità.
Era un vero peccato essere stata mandata fuori dalla sala da pranzo proprio al momento delle grandi rivelazioni, ma aveva comunque potuto ascoltare tutto posizionandosi dietro la porta insieme alle colleghe, che presto non sarebbero più state sue colleghe. Chissà che fine avrebbero fatto... Ci pensò per un attimo, ma decise che non le importava. Le altre se ne sarebbero andate da qualche parte con il solo intento di conoscere qualche fattorino attraente. Victoria, diversamente da loro, si sarebbe goduta i frutti del proprio duro lavoro e del furto commesso. Di certo la signorina Alice non l'avrebbe accusata, altrimenti avrebbe corso il rischio che il loro segreto divenisse di dominio pubblico.
In più, Alice Byron era concentrata sul recuperare il patrimonio di Lord Winterport - in fondo era la parente più stretta di quello vero - e sulla sua bislacca idea di sposarsi con il signor Harris, una sciocchezza da donna ricca, che Victoria non comprendeva e, ne era certa, nemmeno Miss Crystal. Tuttavia Miss Crystal non era quella luminare che si credeva e continuava a ritenere che la Livingstone fosse una cameriera stupida e ignorante.
Victoria sorrise, ripensando alla propria copertura, così perfetta ed efficace. Aveva fregato anche chi si riteneva superiore, al punto da svelare perfino la parentela che esisteva tra il falso Winterport e il maggiordomo Nolan. Il finto Lord aveva tentato in tutti i modi di difendere il figlio illegittimo, sostenendo che non fosse al corrente dei suoi piani, ma nessuno dei due era riuscito a ingannare la segretaria investigatrice.
Solo Victoria stava per uscire completamente pulita da Sadness Garden e questo le dava grandi soddisfazioni. Chissà, magari un giorno avrebbe commesso a propria volta un delitto e sarebbe riuscita a farla franca! Non l'aveva come obiettivo, in ogni caso. 

*** 

A distanza di due settimane dagli strani fatti di Sadness Garden, Rosamund Stevens era appena rientrata dal lavoro pomeridiano quando vide venirle incontro la governante Kent, che fino a quel momento aveva conversato con l'ex mungitrice di mucche. Rosamund era molto contenta di vederla, trattandosi della persona con la quale aveva legato maggiormente a Sadness Garden.
«Che sorpresa!» esclamò. «Come mai siete passata da queste parti?»
«Perché da quando è successo il fattaccio e Sadness Garden è rimasta vuota non mi è più capitato di avere a che fare con una domestica competente e mi sembrava doveroso rivedervi» rispose la Kent. «Ho trovato un impiego in una casa in città, presso una Lady inferma che non fa altro che parlare di quando, in passato, amava viaggiare in Oriente. Purtroppo aveva già una governante, quindi mi tocca farle da dama di compagnia. Ci sono soltanto tre cameriere, ma sono tutte insulse.»
«Come la Livingstone?»
«No, non così tanto insulse, questo sarebbe impossibile. Però devo ammettere che nemmeno la governante è molto sveglia. Però cucina molto bene, così come una delle cameriere. La Lady non ha una cuoca, quindi si fa come si può.»
Rosamund volle sapere: «Uomini ce ne sono? Non so, un maggiordomo? Oppure qualche giardiniere?»
«La signora non ha un giardino, ma un grande cortile pavimentato, e non c'è nemmeno il maggiordomo» le spiegò la Kent. «Però sta restaurando un lato della casa, quindi adesso ci sono diversi muratori, durante il giorno. Le cameriere ne vanno pazze. In più, a neanche mezzo chilometro c'è un panificio e spesso il fornaio viene a fare visita alle ragazze.»
Rosamund osservò: «Meglio, se non c'è un maggiordomo. Sono una specie di cui è meglio non fidarmi. Quel Nolan ha osato spacciarsi per il figlio della governante Nolan e tutto ciò è inaccettabile. Per non parlare degli scabrosi avvenimenti accaduti con la signorina Alice.»
La stessa Rosamund, in gioventù, si era dedicata a molto simili accadimenti in compagnia di quel Nolan che poi era emigrato in Africa per andare a lavorare come minatore, ma non faceva testo: appartenevano alla stessa classe sociale e, tra le persone del loro ceto, tutto culminava o con un matrimonio o con un membro della coppia che emigrava in qualche luogo remoto nella speranza di fare fortuna per potersi permettere il matrimonio stesso.
La governante Kent arrossì violentemente.
«Il lato più scabroso è che abbiano fatto tutto alla luce del sole.»
«Non erano forse nel buio della cantina?» obiettò Rosamund Stevens.
«Eccome, ma si sono fatti cogliere subito sul fatto!»
«Capisco cosa intendete. Ho sentito dire che la signorina Alice si sposerà a breve con il signor Albert Harris. Potete confermare la notizia?»
«Sì, l'ho sentito dire» confermò la Kent. «Spero che la signorina Alice non riesca a prendersi Sadness Garden. Non potrebbe mai proseguire i fasti dell'epoca di Lord Winterport.»
Rosamund azzardò: «Ma era un impostore, e per giunta pluriomicida!»
«Sì, ma la paga era buona non potete negarlo.»
La Kent aveva ragione. Anche grazie al denaro ricevuto da Lord Winterport, Rosamund aveva potuto mettere da parte una piccola somma che un giorno avrebbe contribuito all'acquisto di un completo di tweed. Stimava, ovviamente, Miss Crystal per avere brillantemente risolto il caso del duplice omicidio di Alexandra e Daniel Johnstone, ma restava un po' di amarezza. Rosamund Stevens aveva apprezzato i tanti giorni a Sadness Garden ed era un dispiacere che fossero definitivamente terminati.


*** FINE *** 

07.11.2024 - 19.12.2024

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: Milly_Sunshine